Home FixingFixing Dalla noia nascono idee e preziose scoperte

Dalla noia nascono idee e preziose scoperte

da Redazione

Per capirlo meglio, leggete “Un grande giorno di niente” di Alemagna. Per Oscar Wilde, il padre dei Dandy, è “l’unico peccato imperdonabile”.

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di Simona Bisacchi Pironi

 

La noia. Oscar Wilde dichiara che sia l’unico peccato imperdonabile. Secondo Schopenhauer è figlia degli agi e dell’abbondanza, e solo il lavoro ci preserva da essa.

In ogni caso è qualcosa da cui sfuggire.

Ma non sempre… Perché, a volte, è proprio dalla noia, che nascono idee e scoperte.

Prendete in mano “Un grande giorno di niente” dell’illustratrice Beatrice Alemagna. Con poche parole e meravigliose immagini, questo libro racconta come la monotonia di giorni che si ripetono sempre uguali possa diventare l’ispirazione per nuove scoperte. Durante l’ennesimo pomeriggio di brutto tempo, dopo l’ennesima discussione con la mamma che non lo vuole sempre davanti ai videogiochi, un bambino decide – semplicemente – di uscire di casa. Esce in una natura misteriosa, avventurosa, dove la pioggia precipita come una cascata di perline che colpisce tutto ciò che incontra. Il bambino è con il suo videogioco, lo perde, si dispera. Si sente immobile e solo, tanto che l’autrice disegna le sue gambe come fossero dei tronchi d’albero. Ma basta appoggiare una mano a terra per scoprire il mondo. Quel mondo che è lì tutti i giorni, ma che non si ha tempo di vedere perché si è sempre impegnati in qualcos’altro. E allora serve la pioggia che rallenta i ritmi. Serve l’acqua che inghiotte il videogioco, il telefonino o il pc. Serve la mano schietta di un’illustratrice come Beatrice Alemagna per far sprofondare la mano intimorita del bambino nella terra: “Allora ho sentito grani, granelli, grumi, radici e bacche brulicare sotto le dita. Un mondo sotterraneo di micro-cose sconosciute”. Non è più solo la vista a guidare il bambino. La vita si svela attraverso il tatto, l’olfatto, per condurlo al valore della memoria: “Poi, ho preso un sentiero. C’erano tantissimi funghi. Mi hanno ricordato un odore: quello della cantina del nonno, dove da piccolo nascondevo le cose preziose. Lo avevo dimenticato”. Un viaggio che parte dalla noia e porta il protagonista finalmente a casa. Al ricordo di suo padre. Nell’abbraccio di sua madre.

Parlando della sua opera, l’autrice dichiara “Penso che la noia debba essere un diritto per tutti. Il momento importante è realizzare che la noia è libertà”.

Perché, certo, vivere senza mai un attimo di noia è bellissimo. Ma può essere drammatico. Gli stimoli che ti danno il lavoro, gli amici, la società, o l’arte sono fondamentali. Ma non sono da meno gli stimoli che vengono da dentro di sé. Quelli che affiorano mentre fai qualcosa di banale come asciugare i piatti o cambiare la lampadina dell’abat-jour.

Idee che vengono fuori, non che qualcuno ti mette dentro. Seguendo le orme di un bambino infagottato in un impermeabile arancione, si capisce che un momento di noia crea bellezza, sogni.

E affina la delicata arte di stare con se stessi.

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