Home NotizieMondo Vincenzo Boccia a Radio 24: “La questione deficit-debito pubblico è italiana, non europea”

Vincenzo Boccia a Radio 24: “La questione deficit-debito pubblico è italiana, non europea”

da Redazione

“Le dichiarazione del presidente della BCE ci ricordano che c’è una questione deficit – debito pubblico e che è una questione italiana e non una questione di altri. Evidentemente ci invita a dire e a fare una cosa che stiamo dichiarando da tempo, cioè di non usare la questione europea per non affrontare la questione italiane, che è il rapporto fra deficit e debito.” Lo afferma Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a Focus Economia di Sebastiano Barisoni su Radio 24. “L’altro aspetto è la manovra. – specifica Boccia a Radio 24 – Questa manovra si basa su due pilastri: il primo è un contratto di Governo che è un pilastro di parte, categoriale, o meglio pensioni, Flat tax per gli autonomi e il reddito di cittadinanza. Il secondo pilastro è la crescita, che dovrebbe essere l’elemento che rende sostenibile il primo pilastro e, aggiungiamo noi, rendere credibile questo Governo. Questo secondo pilastro come analisi di impatto è un po’ debole, anzi molto debole, secondo la nostra lettura, e prima si spiega l’analisi di impatto sull’economia e prima si riesce a calmierare i mercati, che non sono una questione europea, ma solo italiana.” conclude il Presidente di Confindustria a Radio 24.

 

“NON CREDO CHE SIA L’IDEALE ANDARE A CHIEDERE AD ALTRI LA CORTESIA DI ACQUISTARE I TITOLI PUBBLICI ITALIANI”

 

“Non credo che sia l’ideale andare a chiedere ad altri la cortesia di acquistare titoli pubblici italiani. Noi dovremmo fare in modo che il mondo compri i nostri titoli perché siamo un Paese sicuro e competitivo. Non dobbiamo chiedere cortesie a nessuno per una questione di identità nazionale”. Lo afferma il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a Focus Economia su Radio 24. “La procedura di infrazione ci sarà perché abbiamo sforato e che ciò non diventi l’alibi per una campagna elettorale per chiudersi. Occorre riformare l’Europa e se si vuole vincere questa sfida bisogna crescere, perché se cresciamo dimostriamo che la regola si può anche cambiare. Ed è inutile cercare le colpe in altri. Basterebbe guardarsi allo specchio”.

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