È stata nominata il 24 ottobre con 32 voti a favore e 20 contrari. Il report di San Marino News Agency.
SAN MARINO – Nella seduta del 24 ottobre prosegue e si conclude il comma 4, con il lungo dibattito sulle dimissioni del Segretario di Stato per le Finanze e la sua sostituzione. Eva Guidi viene nominata dall’Aula neo Segretario di Stato con 32 voti a favore e 20 contrari, prima di compiere il rituale giuramento che ufficializza il nuovo incarico. Al termine dei lavori, sono messi ai voti tre Ordini del giorno: respinti i due dell’opposizione, il primo che chiedeva la censura nei confronti del Sds con delega alla Giustizia, Nicola Renzi, per non aver preso le distanze dalle dichiarazioni compiute in Commissione Finanze dall’ex collega Simone Celli. Respinto quindi anche il secondo, in favore delle dimissioni di tutti i segretari di Stato membri del Comitato per il Credito e il Risparmio. Accolto invece all’unanimità, il testo anticipato in comma Comunicazioni dal consigliere Marco Gatti, Pdcs, e presentato in una nuova versione condivisa da opposizione e maggioranza “per impegnare il Congresso di Stato a consegnare ai Capigruppo Consiliari delle forze politiche presenti in Consiglio Grande e Generale – eventualmente anche in forma riservata – copia delle relazioni di aggiornamento della Società di revisione KPMG sul piano operativo di ristrutturazione del Gruppo Delta”.
Di seguito un estratto degli interventi della seduta del 24 ottobre.
Comma 4. Presa d’atto delle dimissioni del Segretario di Stato per le Finanze ed il Bilancio, Poste, Trasporti e Programmazione Economica e sua sostituzione.
Francesco Mussoni, Pdcs
Il governo è terminato, il progetto politico che va avanti con i responsabili di governo dovrebbe essere terminato, così non è però per la maggioranza. Invece il tempo è terminato se guardiamo l’analisi politica della situazione: vedere il capo di governo dimettersi, abbinato ad un’assenza di riforme, alle lungaggini della maggioranza che non riesce ad avviare progetti di riforme, abbinato a un sistema-paese che rischia instabilità finanziaria, anche per effetto delle politiche di maggioranza e governo. Il progetto politico di una maggioranza è il Paese, e non la salvaguardia del proprio progetto politico del dopo-elezioni. Se guarda il Paese, la maggioranza dovrebbe tirare le somme e fare un’autoanalisi sul momento e sulla validità del suo progetto politico. Questo non c’è , c’è invece un approccio molto poco istituzionale sulla realtà che è terminato. I risultati non ci sono, non sono avviate né riforme, nè cambiamenti, non ci sono soluzioni, c’è il tentativo di andare avanti con un progetto politico ed elettorale che è un errore. Dopo due anni la maggioranza non è riuscita ad avviare le prime letture di riforme nel cassetto da due anni. Un Segretario ieri ha detto di aver bisogno di più tempo per riagganciare i rapporti con le parti sociali: per un governo che si era impegnato ad avviare la riforma dell pensione a maggio, scusate, ma mi sembra per certi aspetto buon senso, per altri incapacità di governare la situazione. Il nostro paese ha invece bisogno di qualità e velocità di risposte. Se non avete la capacità per andare avanti, posto che il progetto politico è terminato, ragionevolezza vorrebbe che si andasse a elezioni anticipate. Ma non c’è volontà di farlo. La sostituzione del capo del governo dovrebbe portare ad un’analisi politica della complessità di questi due anni e ci dovrebbe essere un rimpasto politico per confermare il programma di governo. Anche questo non c’è. Da soli non ce la fate, state chiedendo aiuto all’opposizoone, fate un bagno di umiltà piuttosto. Dovreste iniziare a ragionare su un governo che su alcuni punti potrebbe accompagnare il paese alle elezioni politiche, così ragionerebbe una maggioranza con i piedi per terra. Si deve cominciare a guardare la realtà in faccia, in un momento così difficile per il Paese non si può far finta che non ci siano soluzioni, ne ho tracciate un paio. Non si può dilatare i tempi di riforme e interventi struturali Questo non è un attacco alla persona del dimissionario Celli o del governo, il tema è come garantire tenuta e stabilità del Paese e cominciamo a riflettere sul futuro.
Nicola Selva, Rf
Il vero cambiamento è fare bene il proprio dovere e fare delle scelte. E’ evidente che si deve aprire una fase nuova, per questo Celli ha deciso di dare un segnale, perché responsabilità è anche cambiamento. Ma essere responsabili è anche non far finta che va tutto bene, è necessario mettersi in discussione. Tutti si sono polarizzati in questi mesi su Celli, anche per gli errori commessi, errori di chi interviene e lavora anche su temi mai toccati in questi anni. Credo che commettere errori così ci può stare, ma i ripetuti attacchi personali non ci stanno, veri propri insulti, minacce e intimidazioni. Si apre nuovo un ciclo politico-amministrativo del nostro governo, con un nuovo Segretario di Stato cui faccio già in bocca al lupo per le sfide che dovrà affrontare, dicendole che la maggioranza sarà al suo fianco. Ma nonostante il gesto di Celli, continuo ad assistere ad arroganza e superbia. La politica troppo spesso deve emettere una condanna per espiare se stessa, con la soluzione del capro espiatorio. Non nego la necessità di un istituto neutrale, obiettivo e propedeutico alla ripresa del settore, ma dopo l’ennesima nomina del direttore, una riflessione su Banca centrale deve essere fatta per una sua riorganizzazione per lo meno.
Elena Tonnini, Rete
Registro imbarazzo nel vedere Celli tornare in Aula come consigliere, non ne è degno. A parola dice che si è dimesso per favorire il dialogo, ma nei fatti alimenta lo scontro interno al paese, attaccando un magistrato e Bcsm. Al governo dice ‘si prosegua nell’azione avviata’: ecco l’ultimo atto di riverenza ai suoi padroni. Celli si dimette dando mandato al governo di andare avanti e il governo appunto risponde affermativamente. Ma se Celli ha lavorato tanto bene, perchè si è dimesso?
Il problema è la pubblicazione di una ordinanza o la privacy dei dati sensibii ora in mano a Confuorti? Da chi dobbiamo proteggerci? Se un attacco dell’opposizione c’è, non è per l’ordinanza Morsiani, ma per il silenzio su di essa. Il problema è che invece di intervenire per tempo per una nomina sbagliata, scegliete di omettere ogni soccorso al paese, pur di tutelare la sopravvivenza di qualcuno. Tra sopravvivenza del Paese e l’appartenenza politica, scegliete la seconda.
C’è una infiltrazione in atto nel Paese e il problema è che nessuno ha dato retta, Segretari del Ccr in primis, a chi lo stava segnalando. In diversi hanno detto che al centro di Adesso.sm c’è un progetto politico, ma in questi anni il gruppo Advange financial si è infiltrato in ogni progetto politico. Così è stato nel commissariamento di Asset, nel bilancio di Cassa, su Aqr e in vigilanza. Ignorandolo favorite e incoraggiate chi vuole depredare il Paese. Malgrado il silenzio, alcune prese di distanze in maggioranza iniziano ad esserci. C’è chi prende le distanze dal progetto criminale in atto. Ciacci si è rivolto a una parte di maggioranza quando ha detto che c’è qualcuno che vuole alimentare lo scontro, non all’opposizione. Volete fare scelte del paese sulla base delle consulenze di certe persone? Se chiediamo di fermarci è perché vogliamo tutelare il Paese, non alimentare lo scontro. Un’alternativa esiste: fermarsi un attimo e far in modo che le infiltrazioni siano fermate prima di prendere voi le decisioni di cui vi caricherete della loro responsabilità.
Matteo Ciacci, C10
Il leit motiv dei primi 22 mesi di legislatura, oltre quello di Confuorti, è stato lo slogan ‘ Celli a casa’. Una volta via Celli, ora che con quella lettera ha fatto un passo indietro, l’opposizione non ha più alibi nel cercare di venire a confrontarsi almeno su qualche tema. Avete personalizzato molto lo scontro in questi 22 mesi, e adesso l’alibi è venuto meno. Noi non siamo più per lo scontro ‘tout cour’ , ha ragione Elena, ho proprio detto quello che sostenuto, noi non siamo più per la guerra, ma per lanciare messagi positivi, voi ci state? Mi ha detto di ‘no’. Qual è il vostro obiettivo? Portarci sullo scontro a prescindere per non farci fare le cose, perché se Adesso.sm funziona, voi ci rimettete. Finora avete vinto voi, ve lo dico, ma abbiamo bisogno di un cambio di passo. Non avete vinto con le armi della proposta, ma con le armi dello scontro. Non rinneghiamo niente del nostro progetto politico, le cose le abbiamo fatte. Non siamo tutti collusi, è una falsità . Non c’è nemmeno un indagato. Non venite a raccontare che i problemi derivano perché abbiamo governato noi, ma dai problemi che ci portiamo dietro e che abbiamo cercato di contrastare. Anche da voi, anche in Dim, ci sono persone vicine a chi ha avuto condanne importanti, nel Conto Mazzini. Perché non avete preso le distanze? La vostra strategia la capisco, ma non la condividiamo. Adesso.sm è l’alternativa unica per il Paese. Vorrei cercare di capire se insieme si può lavorare con tranquillità in questa fase. Serve un’assunzione di responsabilità, governiamo noi, e vogliamo cercare di andare avanti con serietà e responsabilità. A Mussoni: anche io penso che il Paese abbia bisogno di riforme rapidamente, ma nel momento in cui Adesso.sm ha cercato di farle, si è compreso che poi la condivisione era altrettanto importante. La democrazia e il confronto richiedono tempo. La maggioranza sarà vigile perché i dettami del programma di govenro siano perseguti con forza. Eva saremo al tuo vianco perché tu possa lavorare al meglio in questa fase delicata.
Stefano Canti, Pdcs
Ciacci ha detto che Celli responsabilmente ha fatto un passo indietro per favorire un clima più dialogante, ma non sono queste le motivazioni delle sue dimissioni. Le vere motivazioni sono queste: il commissariamento di Asset Banca, Cassa di risparmio, la patrimoniale, la vendit Npl…per tutte queste motivazioni si è dimesso, non per favorire il clima politico. A livello personale Celli ha tutto il mio rispetto, credo non sia facile fare un passo indietro, ma come Segretario di Stato è stato un disastro e spero la maggioranza ne tenga conto per chiedere al governo cambio di linea e di operatività. Non è cambiando un suonatore che si risolvono i problemi, occorre cambiare musica. Senza questo cambiamento la Dc non c’è. Ho sentito dire che il progetto deve andare avanti. No, cari colleghi, non deve andare avanti. Il mio augurio a Eva Guidi: renda pubblici gli stipendi di Bcsm, se lo farà, avrà tutto il mio consenso. Ho sentito Ciacci dire cose condivisibili sulla carta, ma servono gesti concreti. La maggioranza deve fare capire che fa sul serio, cambiando prima le persone poi gli atteggiamenti.
Andrea Zafferani, Sds Industria & Lavoro
La domanda che in questi giorni tanti mi hanno fatto è: perché Simone Celli si è dimesso? Arriverò alla risposta nel corso del mio intervento, che però non può che partire dal tema più strumentalizzato delle ultime settimane: parlo ovviamente delle ordinanze del giudice Morsiani. Apro e chiudo parentesi: qualcuno ha fatto paragoni con quanto successo in aula durante le vicende Mazzini. Lasciamo perdere paragoni che non c’entrano, lì parlavamo di indagati, di fatti precisi e di precisi moventi ed azioni che coinvolgevano direttamente la politica, protagonista in prima persona di quelle distorsioni tramite suoi uomini forti. Qui il caso è un po’ diverso. Torniamo a noi e fatemi analizzare il ruolo che in questa vicenda sembra aver avuto il Governo e il Ccr. Ci sono diversi passaggi nelle nuove ordinanze che si aggiungono a quelle che già erano usciti nella prima ordinanza pubblicata oramai molti mesi fa che dimostrano non solo che non c’erano collegamenti fra il Governo ed il gruppo di persone capitanati da Savorelli e Siotti, ma anche il fatto che il Governo ostacolò le volontà della Vigilanza di allora (Savorelli e Siotto) di imporre la loro visione sui Decreti che furono emessi nel 2017, in particolare sulla spalmatura del buco di Carisp, sull’accentramento dei fondi pensione, e su tanti altri temi, tanto da generare una violenta reazione da parte di Bcsm che li portò fino a pensare di denunciare il Paese al Fondo Monetario. E portò noi, questi elementi assieme a tanti altri che abbiamo precisamente descritto nella nostra famoa lettera, a chiedere al Consiglio Direttivo di rimuoverli. Ogni tanto è bene ricordarle queste cose. Noi siamo quelli che quel gruppo di persone lo abbiamo contrastato e cacciato via, e lo dico con estremo orgoglio. Il CCR emerge come parte lesa in questa vicenda, e non esiterà, come già detto, a costituirsi parte civile se ci sarà mai un procedimento a carico di persone che hanno cercato di sviluppare disegni negativi sul nostro Paese. Il CCR non ha assecondato nulla di questi disegni, anzi ha contrastato una serie di azioni creando anche le premesse per l’allontanamento dei protagonisti. Qui, come su tanti altri temi, non si distingue il chi dal cosa. Cioè, per il solo fatto che c’era un gruppo che agiva alle spalle di tutti per obiettivi ancora non determinati, si disconosce in maniera automatica il merito di una serie di scelte e decisioni che invece si basavano e si basano su analisi tecniche: mi riferisco al commissariamento di Asset, e ovviamente mi riferisco al bilancio di Carisp, che si basa su analisi e valutazioni tecniche fatte da istituzioni e società indipendenti fra loro ed in alcuni casi di assoluta reputazione internazionale che sono giunti alle medesime conclusioni sulla necessità di effettuare pesanti svalutazioni dei crediti di Carisp per rappresentare in maniera veritiera la situazione del bilancio. Perizie tecniche in senso contrario, penso che tutti lo potranno ammettere, ancora non si vedono, mentre ci sono svariate relazioni che dicono che quanto rappresentato nel bilancio di Carisp è corretto: questo ci rafforza nell’idea che quanto fatto nel far emergere la verità sullo stato di Cassa di Risparmio sia corretto. Quindi permettetemi in questa sede di riassumere 3 passaggi 1) l’azione di contrasto che il CCR ha fatto rispetto ad una serie di volontà che non erano nell’interesse del Paese da parte di chi all’epoca gestiva Bcsm, che portarono ad una rottura forte del rapporto con l’allora dirigenza; 2) l’azione fatta su Asset e sul bilancio di Cassa di Risparmio, azioni motivate sulla base di precise e dettagliate relazioni tecniche sulle grandezze finanziarie in gioco fatte, nel caso di Carisp, da società di elevatissimo standing internazionale; 3) le conferme anche da parte di Bcsm, nel recente incontro allargato del CCR, sul percorso fatto da Cassa di Risparmio rispetto alla vendita dei crediti Delta, che qualcuno bolla come svendita anche qui senza alcuna base tecnica. Tutte cose che mi portano a dire con totale tranquillità che sul sistema finanziario, le scelte di fondo del Governo e della segreteria alle Finanze sono state corrette. Ed ecco perchè, giustamente, la maggioranza ha detto che sul sistema finanziario si agirà in continuità. Allora torno alla domanda iniziale: perchè Simone Celli si è dimesso? Perchè era necessaria una pacificazione, e Simone ha capito con un atto di responsabilità estremo che lui doveva fare un passo indietro per contribuire a raggiungerla. Per molti non è servito a niente ed ora, dopo Simone, deve dimettersi tutto l’universo. La maggioranza e il Governo dovranno fare la loro parte per aprire una nuova fase con chi avrà voglia di farlo, cercando di ragionare sulle soluzioni e smettendo di autodemolirci come Paese su questioni di una delicatezza estrema: l’incontro allargato del Ccr va in quella direzione.
Marco Nicolini, Rete
In un congresso di Stato di 7 membri, 4 sono riconducibili a Repubblica futura, con Zafferani e Guidi che hanno avuto un passato di militanza in Alleanza popolare, oggi Rf. Ci può stare, siamo un paese piccolo, le casacche spesso si cambiano, chi era uno stolto diventa savio. Con la nomina di Eva Guidi inoltre diventano 3 i Segretari dipendenti di Bcsm. E’ una cosa difficile da accettare di buon grado. Assolutamente convinto che un istituto centrale sia necessario, ma negli anni Banca centrale è diventata il posto dove infilare gli amici, dove il telefonista prendeva 70 mila euro l’anno. Abbiamo avuto dirigenze strapagate un vice-direttore generale che guadagnava 240 mila euro l’anno, abbiamo messo un punto fermo, ma San Marino è il paese degli scamotage. Mi chiedo che speranze ci sono per una qualsivoglia volontà consigliare e popolare di cambiamento di Bcsm, quando metà organismo esecutivo è costituito da dipendenti del medesimo istituto. Per il resto, non infieriamo con il coltello nella piaga, auguro buon lavoro a Eva Guidi, il suo impegno sarà gravoso, ma non certo lungo.
Marco Podeschi Sds Istruzione e Cultura
Ho condiviso con Sds Celli 22 mesi di governo molto molto impegnativi, in cui abbiamo cercato di attuare un programma molto ambizioso con cui Adesso.sm ha vinto le elezioni nel 2016. Vorrei ricordare cosa si è trovato davanti l’attuale congresso nel dicembre 2016, temi irrisolti da anni, primo fra tutti Carisp. La banca su cui oltre 200 mln di euro nell’altra legislatura sono stati investiti. Nella precedente legislatura, da opposizione, per più volte si è chiesto in Aula di avere documenti su Cassa di risparmio, abbiamo chiesto un piano industriale, senza risultati. Si è completamente dimenticato chi ha gestito la banca in tutti questi anni. Si cerca di ovviare un problema. C’era un Dg indagato, inamovibile. Mi chiamano Segretario alla distruzione ma qualcuno ha raso al suolo il paese prima del mio arrivo. Con Grais, non dialogava, parlava poco o niente, allora ho chiesto un appuntamento con lui, andai io stesso in Bcsm, gli dissi che doveva parlare con il Consiglio grande e generale per spiegare cosa stava facendo a San Marino. Se vogliamo mettere tutto in discussione, per carità, in primis Asset Banca, ma non vorrei che con questo clamore non si volessero accertare responsabilità.
Su Confuorti, se lo spessore di uno Stato si dimostra rispetto un finanziere di modesta entità, abbiamo sbagliato tutto, noi siamo uno Stato, Confuorti o non Confuorti.
Teodoro Lonfenrnini, Pdcs
Il signor Confuorti, il sottoscritto, come membro del congresso di Stato nella precedente legislatura, non lo ho mai incontrato, e nelle vesti di Sds di Stato ho presentato al Tribunale articoli di giornale per capire perché Grais e Savorelli andavano altrove. Chi li turbava? Non c’è mai stato un periodo di urgenza come questo negli ultimi 40 anni. Il mio collega Mussoni ha colto molto il segno quando intervenendo nel suo ragionamento ha cercato di richiamare l’attenzione sul senso di responsabilità vero e puro. Ho come il sentimento di essere di fronte a degli infanti che si riempiono di nuovi termini perché li stanno apprendendo.
Ai membri di governo e del Ccr: se avete coraggio, visto che Celli ha fatto sempre qualcosa con voi e mai da solo, respingetele le sue dimissioni. Se invece sostenete che sono stati compiuti errori fondamentali in questi due anni, tanto che gli avete chiesto le dimissioni, fate una cosa: datele tutti le dimissioni. Fa comodo oggi avere il capo sacrificale di Simone Celli, quando avete sostenuto anche voi le azioni descritte anche in ordinanze. Come si fa, in una situazione di piena emergenza, fare interventi in cui si rilancia l’azione politica: abbandoniamo un papa e ne facciamo un altro, solo per porre una bandierina politica? Anche io esprimo solidarietà a Eva Guidi, ma le chiedo di non accettare quell’incarico e di compiere un atto di responsabilità vero per il Paese, dire che la politica che avete portato avanti voi in questi anni ha fallito.
Emanuel Gasperoni, Rf
Questo comma 4, “delle dimissioni del Segretario Celli”, lo definisco il comma dei due pesi e delle due misure.
Modalità assai gradita, a ben guardare, negli ultimi due anni a questa opposizione. Dal primo istante che abbiamo messo un piede in questa Aula è stata innescata una linea di fuoco contro Governo, Segretari (alcuni Segretari) e maggioranza. E chi avesse voglia e tempo, si rilegga gli interventi delle opposizioni a riguardo; alcuni di voi tra l’altro ad’oggi dopo due anni usano ancora le medesime identiche parole. E allora due pesi e due misure: Noi non avremo ancora imparato a governare? Ma voi avete imparato a fare opposizione? Il vostro compito non sarebbe quello di operare per farci governare bene o meglio? Sono bastati a noi due anni per distruggere tutto e anche di più? Ma negli stessi due anni voi vi siete specializzati a non farci governare?
noi Maestri nella negazione a governare? Voi nel restare fuori dal merito dei problemi e gridare agli scandali e ai ladri! In questo ‘ me contro te’ ormai divenuto stucchevole… Due pesi e due misure!
Vi chiedo, e scendiamo nel comma, è corretta la campagna costruita bullone per bullone contro il Segretario Celli. Il climax e la marea montante costanti, l’asticella sempre più in su, di accuse striscianti, e nemmeno tanto! Di attacchi (orchestrati da icastici capi branco, talora più capi-gregge) che ben poco hanno e hanno avuto di politico. Ma che, ahi noi, hanno contribuito all’esasperazione e alla pressione sempre più insostenibili anche per le spalle più muscolose. E anche questo, come un volano, ha portato lo stesso segretario a dimettersi.
Attenzione: non è questa la difesa d’ufficio a un collega di coalizione, non ne ho l’intenzione; nè lo reputo necessario: ognuno ha il dovere, da adulti, di assumersi le proprie responsabilità e mettere in atto le azioni conseguenti. Certo è che non sarà stato un passo semplice ovvero una decisione a cuor leggero. Ed è per questo che va rispettata. Politicamente criticabile, anche aspramente, ma da rispettare. E invece anche questo comma è l’alveo per rintuzzare bordate bieche per scopi terzi. Ma tanto è. Così andrà fino alla fine della legislatura.
Facciamocene una ragione.
Un pensiero lo rivolgo ai cittadini. Alla maggioranza silenziosa che non appartiene agli odiatori sociali a prescindere, ma che ascolta attentamente, ragiona e valuta. Quelle persone che, in queste ultime settimane, e prima non mi accadeva, mi fermano e esprimono talora disappunto (e ci sta) ma soprattutto preoccupazione e smarrimento. Ecco, allora ci si adoperi tutti perché la preoccupazione non diventi rabbia e lo smarrimento sfiducia. E questo potrà avvenire, e non è il libro dei sogni, solo per merito di tutti nell’aula. Ma c’è una frase che mi è stata ripetuta in queste stesse ultime settimane dai nostri concittadini (e non ho detto elettori): Tenete botta, ci chiedono. Forse nessuno è davvero meglio o migliore degli altri, ma sicuramente se teniamo botta, ciascuno per il suo compito e nemmeno un millimetro in più, forse saremo in grado di recuperare: Il tempo perduto in diatribe tribali, le occasioni perse di dialogo, i tentativi andati a vuoto di crescere. Alla maggioranza dico: teniamo botta, perché il nostro progetto è ancora di là dall’essere compiuto.
Massimo Andrea Ugolini, Pdcs
Sulle responsabilità di Celli: quando abbiamo iniziato a rilevare elementi che venivano fuori sul sistema finanziario, invece di cercaredi capire, il Segretario Celli ha portato avanti la linea di quella Banca centrale. Nella commissione Finanze segreta di febbraio, gli unici che hanno avuto il coraggio di dire le cose in faccia a Grais e Savorelli- come sulla centrale rischi che non partiva- è stata l’opposizione. Voi avete mandato via Savorelli? Sì, per un dito, non per il disastro che ha combinato, ha azzerato anni e anni di accountability del paese. Mi dispiace quando tutto questo lavoro viene gettato alle ortiche. A Celli, se devo imputare responsablità politiche, indico queste: sul commissariamento Asset non ha avuto la volontà di aspettare quello di sentire quello che avrebbe detto il tribunale. In un anno si è perso 880 mln e passa di euro di raccolta a voluntary disclosure chiusa.
Gian Carlo Venturini, Pdcs
Con l’intervento delle sue dimissioni, da parte di Celli abbiamo ascoltato attacchi inauditi alla magistratura, a Banca centrale, ancor più sconcertante è stato il silenzio e non la presa di distanze dei membri di governo maggioranza e in particolare del Segretario di Stato con delega alla Giustizia, anzi tutti hanno rimarcato il senso di responsabilità del Segretairo Celli. L’attuazione del vostro progetto ja provocato danni al paese e al sistema finanziario. Ora serve nominare un Segretario che possa introdurre freschezza, serve soprattutto una persona capace di valutare situazioni e proposte, senza dare carta bianca ai tecnici, capace di fare il confronto con operatori, categorie e cittadini. E’ su questo che lei Celli- e tutto il congresso- avete fallito. Serve una persona non condizionata dai poteri forti e che non deve ringraziare perché è stato eletto. La sua serenità Celli è venuta meno per attacchi – a mio parere anche troppo blandi- o per le conseguenze delle sue scelte? Nomina del Cda di Cassa, svalutazione dei crediti Delta,..bisogna dare atto al Sds Celli che non è facile distruggere la fiducia dei risparmiatori determinando la fuga di capitali degli ultimi anni. Oggi sono i nostri cittadini che trasferiscono i loro risparmi fuori territorio. Devo dare atto a Celli e al governo che non è stato facile pensare di chiudere Asset senza minare il sistema finanziairo, fare decreti di domenica trasformando in debito pubblico in credito di imposta… Forse le dimisisoni le poteva dare tutto il governo, non solo Celli.
Marica Montemaggi, C10
Ascoltando gli interventi delle opposzioni mi è venuta in mente òa storia di Davide e Golia, abbiamo tanti giovani, forti e puri che vogliono tagliare la testa a un gigante terribile come Golia in una guerra che ci siamo trovati a vivere. Non credo ci siano condizioni per immedesimarsi nell’uno o negli altri, in realtà. In questi due mesi credo ci sia stato un’evoluzione da parte di tutti, governo e maggioranza in primis, mentre lo status è rimasto sempre uguale per un certo tipo di opposizione. Mi pare non ci sia interesse reale per il paese, si chiede solo di andare tutti a casa per tornare alle elezioni. Mi sembra più una ricerca di giustizialismo che ricerca responsabile di risolvere i problemi, è emblema di una strategia messa in piedi fin da subito: cercare di far cadere il governo prima possibile. Sembra che senza ‘la testa’, il progetto di maggioranza- in realtà un progetto scritto a più mani che ha visto un percorso di condivisione di obiettivi- non debba più esistere. Al contrario, è un progetto forte su cui ci vogliamo confrontare e su cui vogliamo ci giudichino i cittadini. È una opportunitò per dare nuovo impulso, con nuova determinazione e strategia: solo in questo modo riusciremo a fare un servizio e a dimostrare ai cittadini che possiamo, anche distanti nelle posizioni, ragionare sui problemi. Il nostro progetto poliltico è ben indicato in un programma di governo, ma riteniamo che un nuovo impulso e un nuovo rilancio della strategia possa portare a nuove e opportune soluzioni.
Nicola Renzi, Sds agli Affari Esteri e Giustizia
Celli non si è dimesso per le ordinanze del tribunale. Da un lato mi si è accusato di non aver difeso il tribunale e di aver taciuto, mentre credo che il mio parere sia stato espresso in conferenza stampa e lo ribadisco: tribunale e magistrati vanno rispettati sempre a prescindere dalle indagini che sta compiendo. Allo stesso tempo mi sono sentito di stigmatizzre, non le indagini o i magistrati. ma i tentativi di strumentalizzazione che altri, e non il tribunale, hanno compiuto e stanno compiendo anche in quest’Aula, e di questo mi spiace tantissimo. Qualcuno in Aula ha tentato di dire che l’indagine oggi in corso è assimilabile a quella sul Conto mazzini, non è così. In quella indagie si parlava di politici presi con libretti al portatore e quant’altro. Credo la verità sarà accertata solo nel secondo grado di giudizio, ma non potete dire che oggi siamo in quella situazione che è lontana anni luce. Non c’è neanche una riga di addebito in quell’ordinanza, ma qualche mese fa ho sentito pure dire che i membri del Ccr sarebbero stati indagati, cosa non vera.
Altro punto, la pubblicazione di una ordinanza è un reato, è l’infrazione del segreto di ufficio e istruttorio, su questo siamo d’accordo? E lo riconosco, non come addebito del tribunale, me la prendo con chi poi pubblica queste cose e con chi ci ricama sopra dando le sue interpretazioni. Qualcuno qui dentro ha detto che noi, io e Zafferani, saremo ‘i sodali del Ccr con i briganti di Banca centrale’. Questo non c’è scritto nell’ordinanza. Facciamo allora un bell’incontro pubblico per parlare dell’ordinanza, la leggiamo, voi dite come la interpretate, io vengo e vi dico quello che ho vissuto nei mesi passati e come la interpreto io quella ordinanza. Facciamolo in mezzo a chi volete voi. Oggi alla luce di quella ordinanza dire che ci sono ‘ i sodali del Ccr con i birganti di Banca centrale’ in quest’aula lo si fa perché qui non siete denunciati. Invece continuiamo a fare il male del Paese tirandoci la melma, per fare il gioco di chi fuori di qui ci ascolta e ride. Quello che emerge dall’ordinanza con chiarezza è il percorso istituzionale che il Ccr e il governo hanno fatto. Noi abbiamo cacciato via Savorelli, lo abbiamo denunciato e poi abbiamo dato mandato all’avvocatura di Stato di costituirsi parte civili nei confornti di chiunque venga riconosciuto colpevoli di reati contro la Repubblica. Questo non conta. Voi dite: vi abbiamo detto queste cose molto prima, il problema è stato che a urlare sempre ‘al lupo, al lupo’ poi non ci si crede più.
Giovanna Cecchetti, Gruppo Misto
Non bastano le dimissioni di Celli per tornare vergini e ricominciare tutto da capo. Celli si è dimesso perché prmai era insostenibile proseguire il suo mandato, serviva un capro espiatorio perchè si scongiurasse di andare tutti a casa. Le colpe di Celli sono tante, in primis venire meno al suo giuramento fatto in Aula. Il suo mandato è partito dalla serata verità su conti pubblici, poi il caso Asset e tutto ciò che ha infierito sulla fiducia nel sistema. Fino ad arrivare alla svendita Npl, una partita su cui le opposizioni non molleranno. Due anni di scontri qui in Aula, in cui nessuno in maggioranza ha mai alzato la schiena o ha cercato il confronto con le opppsizioni. Sarà il tribunale a far luce sulle responsabilità degli attori di intrecci tra poteri e politica, ma è evidente la responsabilità politica e non basta mandare via un Segretario per ripulirsi.
Jader Tosi, C10
Ringrazio il Segretario uscente per la scelta responsabile delle dimissioni per pacificare l’ambiente consiliare. dove c’è stata, negli ultimi anni, un’aggressione continua per il solo fatto che si è insediata una nuova maggiroanza che chiedeva di collaborare. Due anni di aggressione continua in cui noi siamo caduti nel tranello di seguirvi su questo sentiero. Ma C10 e Adesso.sm da un po’ di tempo hanno individuato un altro percorso, quello delle cose che servono al paese. Sono preoccupato per il futuro, se questo è il declino del paese che abbiamo davanti, il problema non sarà quello di andare a cercare imprenditori, ma di trattenere quelli che ci sono in territorio. Adesso.sm inizierà una nuova stagione.
Alessandro Mancini, Ps
Celli non si è dimesso da ruolo di Sds Finanze. Simone Celli è stato fatto dimettere dalla sua magioranza, o meglio da una parte della sua maggioranza dal ruolo di Sds alle Finanze. Questo è il punto di partenza. Più Celli restava alla Segreteria, più i giorni di questa maggioranza erano contanti, non per quello che doveva fare, è stato fatto così poco in questi 2 anni. Non cadono governi se non sono pronti i nuovi governi. Si è quindi guardagnato tempo con la richiesta a Celli di farsi da parte, per rimodulare un progetto politico che nulla avrà a che fare con Adesso.sm. Tutti sanno a chi mi riferisco: Alleanza popolare cercherà di prendere tempo per poter dare le carte ed essere presente anche in un prossimo governo della prossima legislatura. Questa l’analisi e la dico per fatti ben precisi. La riunione del Ccr ne è la fotografia: mi spiegate perché è stato convocato lunedì e non con il nuovo Sds Finanze? Bisognava non entrare nella questione Delta, anche perché la decisione è già presa. Ma bisognava mostrare che senza Celli cambiavano le cose, si abbassavano i toni e si prendeva un po’ di ossigeno. A Celli avete poi chiesto un ultimo sacrificio, il più brutto: l’intervento in Commissione Finanze. E’ stato l’ultimo ordine a Celli, un attacco forte senza precedenti verso il terzo potere dello Stato. E l’attacco a Banca centrale, quella che ha voluto Celli e che, finalmente, all’unanimità ci ha dato una lezione, perché lì maggioranza e opposizione decidono in modo autonomo, e non va bene. Queste due coordinate diventerano temi di attualità a breve. Celli si è dovuto sacrificare perciò per la tenuta di questo governo, per dare solamente qualche giorno in più al mazziere di turno che dovrà dare le carte per un nuovo assetto politico per la nuova legislatura. Molti di voi di maggioranza non le avete neanche immaginate queste cose, perché ai tavoli che contano non vi chiamano. Conosco bene Simone Celli e credo oggi pensi al consiglio che nel 2006, quando entrammo per la prima volta qui dentro, ci diede un amico comune: la politica è cosa complicata, state attenti, è molto peggio un amico-nemico che un nemico avversario.
Eva Guidi, Ssd
Assistiamo in questi igorni a pubblicazioni preoccupanti di una ordinanza che ipotizzano e disegnano negative influenze esterne su fatti del nostro sistema economico. Nel mondo sistemi bnacari e finanziari sono attraversati da conflitti di interessi spesso celati che tendono a influenzare la politica e che non rispondono di quello che fanno. In questo contensto non è facile per i sistemi democratici affrontare crisi economiche. Nello stesso tempo, consci di interessi terzi, occorre credere fortemente nelle istituzoni e nella loro autonomia. Mi sento di fare presente che anche dalla lettura delle ordinanze risulta che Ccr e governo abbiano sempre portato avanti un’azione basata sul rispetto delle autonomie degli organismi e delle regole che li riguardavano. Celli non è indagato e non vi sono comunicazioni giudiziarie che lo riguardano. Lo ringrazio per le dimissioni che consentono di fare un passo in avanti verso il dialogo e l’abbassamento dei toni per un paese che già sta soffrendo per la crisi economica. È il momento in cui ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte, indispensabile sarà parlare tra le varie parti del paese. Credo si debba andare avanti con le direttrici già comunicate da tempo: risanamento della nostra economia, messa in sicurezza del bilancio, partenza dello sviluppo e rilancio dell’economia. Volevo far presente a chi ieri si è rivolto alla mia persona, anche con critiche, che non ritengo in alcun modo accostabili lo scarso numero di preferenze con la schiena dritta. Nessuna correlazione. Ringrazio perle parole carine di Ssd e dei miei compagni di coalizione per la fiducia che ripongono in me.
Iro Belluzzi, Psd
Davvero due pesi e due misure ci sono state, per esempio, su Cassa di risparmio. In questi due anni abbiamo avuto il governo delle asimmetrie in tutto quello che è stato svolto. Parimenti l’asimmettria all’interno dell’operato di Bcsm e dell’organo di vigilanza, verso tutti gli istituti, è stata avvallata da governo e maggioranza: vedi Asset Banca.
Gian Matteo Zeppa, Rete
Il problema non è chi governa e chi è all’opposizione, ma che tutti dovremmo fare qui dentro gli interessi dello Stato. Il programma elettorale non può essere blindato in questo momento. C’è chi ha ammesso colpe, come Fiorini, che ha ammesso la fretta per alcune nomine, il problema è che quelle scelte hanno avuto ricadute sul settore bancario. Non si sceglie in questa legge elettorale con chi andare all’opposizione, si sceglie con chi si va a governare il Paese e voi lo avete fatto e avete la legittimazione, qui dentro avete 32 voti, è fuori forse non l’avete. Celli poteva uscire con dignità, invece ha deciso di mostrare il lato schizzofrenico che ha sempre avuto, ha attaccato la magistratura con parole pesantissime e se non prendete atto che quelle parole, dette da un Sds Stato, non sono pesanti e anzi manifestate solidarietà, allora di cosa parliamo? Come pretendere allora che i poteri forti poi li sappiamo combattere? Ciacci dice che l’alternativa oggi è solo Adesso.sm, se foste un po’ acritici sapete che con noi su certi temi sfondate una porta aperta, ma forse avete le mani legate, perchè voi gli alleati però ve li siete scelti. Sporcatevele le mani, andate a combattere i poteri forti che sono qui e ve lo abbiamo sempre detto, ma ci avete snobbato.
Roberto Giorgetti, Rf
Celli è stato redarguito per i toni rivolti alla magistratura e a Bcsm. Voglio scagliare una lancia in sua difesa, rispetto l’aspetto umano: quella mattina gli era stato detto che era stato indagato- cosa non vera- e non depone a favore della sua serenità. Benissimo il rispetto al tribunale come istituzione, non scegliendosi sulla carta quale magistrato è bravo o meno. Vi ricordo poi che voi, opposizione, avete firmato un documento parlando di un colpo di Stato, dove avete accusato di colpo di Stato non solo maggioranza e governo, ma anche il tribunale, e questo non è grave? Non è grave parlare di magistratura deviata in un contesto istituzionale? Vogliamo mettere in campo un approccio di maggior salvaguardia per il tribunale? Benissimo, ma adottiamo un registro molto severo per tutti, non solo in certe occasioni. Vogliamo creare un percorso inverso? Allora assumiamoci ognuno la sua quota parte per errori e toni. Consigliere Mancini, lei è informatissimo su tutte le vicende di Ap che da due anni che non esiste più. Le assicuro che in ambito di maggioranza e governo, a differenza di quanto avveniva in passato, non ci sono comandanti supremi e soldati semplici, mentre parla lei, che è segretario di un partito in cui non convoca gli organismi interni.
Marco Gatti, Pdcs
Maggioranza e governo hanno il dovere di tracciare la linea progettuale e l’opposizione di vigilare. Noi con esposti, interpellanze, odg..etc. abbiamo anticipato i tempi, gli elementi di indagine infatti hanno fatto emergere che quello che l’opposizione diceva non era da ‘opposizione urlatrice’. Abbiamo dimostrato di saper fare quanto meno opposizione. Il governo invece è riuscito a dimostrare di avere quanto meno un progetto? Se leggete l’ordinanza, i progetti citati nelle relazioni lette qui in Aula da Celli sul sistema bancario, non erano di Celli. E sono sicuro che la maggioranza non era al tavolo con Confuorti, ma qualcuno la consapevolezza doveva averla. Si dimostra che governo e maggioranza non avevano di fatto un progetto proprio. E dimostra che questa maggioranza abbia dei problemi a cavarsela a livello progettuale. Quando c’è un problema di ineguatezza forte, c’è una responsabilità forte di Celli e non mi compete di dire se ha reposnaiblità penali, ma politiche sì e le ha anche il Ccr. Se non siete in grado di elaborare soluzioni alternative e più favorevoli allo Stato dovete prenderne atto e dovete ricordare il giuramento che avete fatto: siamo qui per difendere lo Stato e i suoi interessi. Procedo a leggere un Odg dell’opposizione che nasce da una valutazione: il fatto di dire ‘sosteniamo tutta la magistratura’ non equivale a dire ‘io mi dissocio da quello che ha detto Celli’. “Il Consiglio Grande e Generale, premessa la gravità di quanto dichiarato da Simone Celli in Commissione Finanze, (…) censura il Sds alla Giustiza Nicola Renzi per non aver preso le distanze pubblicamente dalle dichiarazioni rilasciate dall’ ex Sds Simone Celli”.
Giuseppe Maria Morganti, Sss
“Se si vogliono distruggere istituzioni o persone, si comincia a sparlarne….. Si usa la seduzione che lo scandalo ha nella comunicazione per orientarla e dalla comunicazione calunniosa prendono poi origine le dittature”. Sono queste le parole che Papa Francesco ha pronunciato nel giugno scorso, mettendo in guardia sui rischi che una società corre quando la ripetizione di informazioni tendenziose diventa prassi quotidiana. Risulta del tutto chiaro come una strategia basata sulla denigrazione possa essere al giorno d’oggi vincente, nel momento in cui non esiste più un filtro nell’azione dei media essendo questi ormai strumento di tutti. Le mezze verità che sono, ricordiamolo, anche mezze bugie, rappresentano l’arma strategica più forte del populismo che sta conquistando l’Europa e in nessun modo è possibile convincere l’opinione pubblica del contrario. Ascoltare in questa aula, luogo in cui il pensiero dovrebbe essere un riferimento per il resto della società, frasi o ciò che apparentemente dovrebbero essere ragionamenti, tutti incentrati nella direzione della denigrazione, fa male al Paese, fa male alla democrazia, fa male alla verità. Fa male al Paese perché denota un decadimento vertiginoso della nostra principale istituzione, Il Consiglio Grande e Generale, mai nella sua storia così martoriato dall’insulto e dalla diffamazione. Fa male alla democrazia perché impedisce di discutere concretamente delle scelte importanti che devono essere adottate, orientando le decisioni o il timore delle decisioni, sempre nella direzione emotiva del credito o del discredito. Fa male alla verità perché le mezze verità uniscono il reale inconfutabile alla bugia accreditando così la bugia stessa. Una strategia questa sostenuta da chi, partendo da errori veri e reali come quello di aver sottovalutato l’influenza che Confuorti poteva esercitare su organi strategici, vuole dimostrare che scelte assolutamente necessarie per far ripartire il Paese, come quella di mettere in luce i gravi difetti presenti nel mondo bancario, sono anche esse viziate dall’ingerenza. Su questo equivoco si è concretizzata un’alleanza ai più assolutamente impensabile, fra chi ha rilevato e denunciato fin da subito l’ingerenza di poteri estranei al sistema e con esso il conflitto di interessi che si era generato, il caso delle mail inviate all’advantage finance viene molto attentamente e opportunamente messo in evidenza dall’ordinanza Morsiani, e chi invece ha contrastato la trasparenza nel settore bancario perché metteva in discussione centri di potere consolidati come in Cassa di Risparmio oppure più recenti come nel caso delle realtà finanziarie più giovani. Un’alleanza politica che pare improbabile, ma invece molto operativa ed efficace in questo frangente tanto da innescare un turbinio di comunicazioni che mischiano la realtà Confuorti, con le problematiche del bilancio 2016 di Cassa di Risparmio, con la valutazione dei crediti Delta, con la stessa Aqr e con il commissariamento di Asset Banca.
Ipotesi di reato sono esplicitate dalle ordinanze in relazione agli interessi che sono maturati a seguito di specifiche decisioni. La più eclatante è certamente quella relativa ai titoli Demeter acquistati da Banca Centrale. Il fumus è evidente, vengono acquistati titoli di cui non è possibile calcolare il rating, e quindi rischiosi, per favorire lo smobilizzo di un debito nei confronti del Cis. Non c’è, almeno per il momento e speriamo anche in seguito, perdita di valori, ma di certo un trasferimento del rischio che nel linguaggio finanziario ha di certo un valore significativo. Siamo fiduciosi che la magistratura possa fare piena luce e giungere ad una conclusione su questo aspetto, buona politica e senso dello Stato richiederebbero che sul caso non venissero fatte strumentalizzazioni di sorta per consentire agli inquirenti di svolgere la loro indagine fino in fondo, acquisendo tutti gli elementi necessari per fare piena luce. Molto diversa la questione della chiarezza sul sistema bancario.
Qui nasce anche la questione politica per eccellenza, che ha determinato la gestione di poteri fortissimi nel Paese in grado di gestire una fetta consistente dell’economia e dei posti di lavoro controllando le direzioni e i consigli di amministrazione delle banche. Non intendo entrare in polemica politica su tale aspetto, ma è necessario mettere a nudo un sistema di potere che si autoalimentava fino a quando era facile gestire un’economia in crescita costante grazie alle scelte, intelligenti degli anni successivi al dopoguerra, ma assolutamente spericolate nell’ultimo decennio del secolo scorso. Con la crisi finanziaria e con il braccio di ferro della comunità internazionale alla concorrenza sleale e all’opacità nel trasferimento dei capitali, il sistema San Marino è andato pesantemente in crisi e nelle banche si sono generati problemi pesanti, dovuti al deflusso dei capitali, alla generazione di pesanti stock di NPL e alla forte riduzione della produttività aziendale.
In Cassa di Risparmio si è aggiunta la pesantissima situazione determinata da Delta, società verso la quale Cassa aveva riversato importanti investimenti e ingenti quantità di denaro liquido.
Dal 2008, anno in cui il fenomeno è esploso in tutta la sua virulenza, quegli stessi poteri hanno cercato di salvaguardare la loro posizione prima chiedendo allo Stato di effettuare ingenti sforzi di ricapitalizzazione (non dimentichiamo che più dell’80% del debito pubblico odierno dipende da quegli interventi a cui occorre aggiungere il peso dei crediti di imposta concessi per sostenere le fusioni bancarie e impedire i fallimenti), poi con una precisa azione di dilazione delle svalutazioni per non compromettere la stabilità dei parametri fondamentali degli enti bancari.
Il caso più eclatante è quello del bilancio di Cassa di Risparmio che nel 2016, seguendo un piano razionale, ma non perfettamente efficace, elaborato dalla KPMG prevedeva svalutazioni dei crediti commerciali del gruppo Delta sulla base del principio dei “Flussi al valore attuale e sostenuti” determinando una decrescita dei valori sulla base di un arco piano.
Nel 2017 la metodologia di valutazione è stata rivista basandosi più opportunamente sui bilanci delle tre finanziarie (Detto Factor, Carifin e Plusvalore) che hanno in carico la totalità dei crediti Delta gestiti da SGCD. Appare naturale che essendo SGCD il gestore dei crediti il valore attribuito dovesse essere compatibile con quello iscritto a bilancio delle tre società finanziarie. In effetti lo scostamento fra questi valori e quelli che, nonostante le svalutazioni, erano ancora registrati nel bilancio di Cassa di Risparmio, risultavano notevoli.
I crediti basati su recuperi fiscali o su multe pagate iscritti nel bilancio Cassa per oltre 200 milioni di euro, data la loro natura, non trovavano spazio nei conti delle società controllate da Delta. Del resto la possibilità di recuperare valori in un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate appare remota, anche se è indiscutibile che Cassa di Risparmio debba impegnarsi al massimo per ottenere in tutto o in parte questo risultato. Naturale risulterà iscrivere i recuperi, quando si consolideranno, nelle sopravvenienze garantendo a Cassa di Risparmio una migliore redditività. Sebbene quindi questa posta sia stata tolta dal bilancio Carisp per renderlo rispondente alla realtà, nessun disvalore si produrrà, ma l’effetto è quello di avere un bilancio più rispondente alla realtà.
Il tema centrale riguarda però lo scostamento sul valore dei crediti commerciali che nonostante le lodevoli svalutazioni apportate dai Consigli di Amministrazione di Carisp a partire dal 2008 per un valore complessivo di 501 milioni, non raggiungevano la cifra prevista per l’incasso dalle società finanziarie. Per rendere compatibili i valori era necessario un ulteriore svalutazione di circa 220 milioni, di cui KPMG proponeva comunque di svalutarne per il 2016 almeno 60.
La chiarezza fatta richiesta da anni dagli esperti del Fondo Monetario, ha liberato il nostro sistema dall’equivoco che ognuno fuori da San Marino conosceva e che anche l’AQR sta mettendo in luce chiedendo agli azionisti di ricapitalizzare le banche secondo parametri ben strutturati capaci di mettere in sicurezza il sistema.
E’ vero lo riconosco, nell’agosto 2017, il Paese ha corso un rischio dovuto all’indebolimento di Cassa di Risparmio. Gli scenari potevano essere due: il primo che avrebbe favorito l’ingerenza dei falchi o dei cavalieri bianchi che potevano fare di Cassa un sol boccone; il secondo scenario, quello che si è realizzato, però ha visto la maggioranza, il governo ed anche i sammarinesi presenti nel Cda di Cassa, difendere la banca e metterla sotto protezione con la scelta del famoso 5 ter che ha impegnato lo Stato a ricapitalizzare Cassa in 25 anni con un contributo crescente. Cassa con quel provvedimento è stata messa in sicurezza e la successiva decisione, che ora deve trovare concretezza, di ricapitalizzare in tempi più brevi ricostituendo da subito il patrimonio intende restituire a Cassa una consistenza liquida attraverso la quale fare attività di impresa.
Insieme in quel frangente i sammarinesi hanno deciso che Cassa di Risparmio diventasse la banca di tutti e l’hanno difesa con energia, sapendo di sacrificare se stessi poiché si stavano impegnando in un’azione che avrebbe richiesto sacrifici per sostenere l’importante sforzo economico necessario. Ci fu nel corso di quella difficile estate una situazione concitata e in Cassa dobbiamo ringraziare i consiglieri sammarinesi Filippo Francini e Andrea Rosa che affiancando il presidente Romito, in fortissimo contrasto con gli altri tre consiglieri, hanno imposto che il bilancio 2016 venisse approvato solo nel momento in cui lo Stato avesse deciso in via definitiva la ricapitalizzazione, salvando di fatto l’istituto da ogni rischio di interferenza esterna. Pochi giorni dopo il Consiglio Direttivo di Banca Centrale composto da altri cittadini del nostro Stato, all’unanimità, ha revocato la fiducia al direttore Savorelli provocando di conseguenza anche le dimissioni dei tre membri del Cda di Cassa che dipendevano dalle sue strategie.
L’intenzione della maggioranza è evidente: fare chiarezza sì, ma tenere ben salde nelle mani degli organi istituzionali, le redini dei gangli vitali dell’economia del Paese, senza svenderle a nessuno, senza rinunciare agli elementi sostanziali della nostra indipendenza e autodeterminazione.
Superato quello ostacolo non è detto che il percorso in salita sia terminato: ci attendono scelte di tale importanza da definire il futuro dei prossimi 30 anni.
Le linee guida sono chiare:
1) portare a compimento i piani di ricapitalizzazione delle banche sulla base dei dati AQR;
2) definire piani industriali che consentano alle banche di fare utili anche e soprattutto attraverso la ridefinizione delle governance e dei servizi resi alla clientela;
3) mettere in equilibrio il bilancio dello Stato tenendo presente sia il deficit strutturale che si è prodotto a causa della notevole diminuzione delle entrate, sia le necessità di rifinanziamento di Cassa di Risparmio;
4) adottare un piano di riforme strutturali che tenga in equilibrio i fondi pensione, migliori i livelli di accertamento dei redditi, proietti l’economia sul mercato europeo con l’accordo di associazione e con l’introduzione di un regime di imposte indirette sul valore aggiunto;
5) avviare i piani di rilancio del turismo, del territorio, del lavoro.
In questa direzione utile potrebbe essere la scelta di chiedere assistenza al Fondo Monetario Internazionale, ma lo ribadisco non per chiedere un aiuto alle loro condizioni, come è successo anche recentemente per Paesi in difficoltà, dobbiamo assolutamente evitare che questo accada e quindi dobbiamo essere noi a proporre la nostra via affinché non solo il Fondo Monetario o gli altri organi internazionali recuperino fiducia nei nostri confronti, diventando partner affidabili per gli altri Paesi, per le imprese e gli imprenditori che intendono investire nel nostro territorio. La collaborazione col FMI è prima di tutto una certificazione che il nostro status è mutato, che le divisioni interne sono finite, che il Paese all’unisono decide di lavorare per il proprio rilancio. Poi non disdegniamo di certo il fatto che possa sostenere un’iniezione importante di liquidità di cui c’è estremo bisogno, ma non è questo il punto principale.
Certo, come ha detto Matteo Ciacci, che l’opposizione in questa fase registra una vittoria, ma questa vittoria non l’ha ottenuta con le armi del dialogo, piuttosto con quelle dello scontro e se ha vinto questa battaglia la virulenza con cui l’opposizione è scesa in campo ha destabilizzato il Paese e generato danni a tutti i cittadini. Una vittoria di Pirro che pur di conseguire il risultato bruciava ogni risorsa propria e del suo popolo? Certo e non dico che anche sulla sponda opposta, non ci siano state azioni o reazioni sbagliate in particolare quelle che possono aver danneggiato l’autorevolezza delle altre istituzioni, questo il monito che mi sento di fare alla maggioranza e a me stesso. Se vogliamo salvare il nostro Paese dobbiamo abbandonare gli interessi di parte e lavorare insieme almeno sui grandi temi. Il richiamo che molti dalla maggioranza stanno facendo in queste ore e che rappresenta l’essenza del significato del sacrificio di Simone Celli, deve poter trovare ascolto, almeno nelle parti più consapevoli e responsabili della politica e delle forze sociali.
Nella prima fase di questa legislatura una persona come Simone è stata fondamentale per affrontare con decisione scelte difficilissime che richiedevano coraggio, ma oggi il suo necessario lavoro che ha rimosso vecchie incrostazioni giunge al termine. Si tratta ora di iniziare a costruire il nuovo Paese e una figura come quella di Eva Guidi, seria, competente, onesta moralmente e intellettualmente, disponibile ad ascoltare, credo proprio sia la persona giusta per affrontare il cambio di passo a cui tutti noi, maggioranza e opposizione, siamo chiamati. Ce la dobbiamo fare, ce la possiamo fare.
Nelle repliche, Teodoro Lonfernini, Pdcs, legge un Odg in cui “si richiedono dimissioni membri del Ccr per eliminare ogni dubbio su credibilità piena dell’organismo”.
Viene infine letto l’Odg, nella versione condivisa da maggiornaza e opposizione, sulla distribuzione ai consiglieri della copia delle relazione di aggiornamento di KPMG sul piano operativo di Cassa di risparmio su gruppo Delta.