Fa quadrato sull’addio di Celli e non cambia idea dopo la rottura di Margiotta (SSD). Vacatio: senza Segretario alle Finanze (scelta Eva Guidi), Direttore BCSM e Magistrato Dirigente.
di Daniele Bartolucci
La “vacatio” istituzionale si allarga: Segretario di Stato alle Finanze, Direttore BCSM, Presidente Commissione Finanze e Magistrato Dirigente
Se serviva una “scossa”, è stata data. Ma il Governo targato Adesso.sm non cambia rotta e, dopo aver fatto quadrato attorno al dimissionario Segretario alle Finanze Simone Celli, ha confermato la linea sui conti pubblici e soprattutto su quelli di Cassa di Risparmio, da cui oggi dipendono enormemente i primi. Perché il probabile (ma per la maggioranza ormai certo) indebitamento di ulteriori 500 milioni di euro deriva proprio da quella banca, ovvero da quelle svalutazioni milionarie su cui oltre ai dubbi della politica e delle parti sociali, ora ci sono anche quelli della magistratura. Ma non di Adesso.sm che mette davanti a tutto e tutti le analisi effettuate dai tecnici esterni, compresi quelli del FMI: ben 6 relazioni sosterrebbero infatti questa tesi, mentre le altre – a dire della maggioranza di governo – sono tutte da dimostrare. Però, di fronte a 500 milioni di euro di debito pubblico da pagare con 50 milioni di deficit ogni anno per i prossimi 25-30 anni, con le ovvie conseguenze negative su imprese e cittadini (tasse e tagli, la ricetta ormai sembra quella), ci si sarebbe aspettati almeno uno stop per riflettere. Se lo aspettavano le opposizioni, ovviamente, ma anche tutte le parti sociali, da tempo in rotta con il Governo più o meno marcatamente, non tanto per le scelte singole, ma per la direzione che è stata impostata da tempo. Una strada che parte proprio da quel bilancio “svalutato” di Cassa di Risparmio, ma che – almeno finora – non ha deviato tante volte verso altri settori economici: c’è da sistemare quel buco, “socializzare” quella perdita inserendola nel Bilancio dello Stato e per il resto si vedrà dopo. Questa linea non è mai piaciuta alle parti sociali, che non hanno mai espressamente imputato al solo Celli questa volontà, anzi, proprio perché è una decisione “collegiale” (come piace ripetere al Governo), ci si aspetta che la coalizione di maggioranza non cambi atteggiamento anche senza “l’orco”, come si è autodefinito Celli. Cosa che Adesso.sm, ha già avuto modo di confermare come si è visto.
Non tutta Adesso.sm, a dire il vero, perché dopo il passo indietro di Celli (a questo punto più vittima sacrificale che capro espiatorio, come sostiene anche la DC), sono arrivate anche le dimissioni di Tony Margiotta da SSD. Dimissioni questa volta di rottura con il proprio partito e con l’azione di Governo, ma soprattutto dimissioni di peso: come ha commentato il suo ormai ex compagno di partito Giuseppe Morganti, Margiotta rappresentava infatti “una certa base sociale”. Il riferimento, nemmeno tanto velato, è al mondo sindacale, componente fino a ieri molto importante all’interno di SSD (e non c’è solo Margiotta a legare i due mondi). La “rottura” tra Governo e sindacati è sempre più evidente, e le forzature sui dipendenti pubblici, ma soprattutto sui Fondi Pensione, che il Governo vorrebbe convincere a utilizzare per comprare i nuovi titoli di stato per coprire una parte proprio di quel debito gigantesco che vorrebbe inserire in finanziaria, mentre ABS chiede sostanzialmente di lasciarli parcheggiati nel sistema per rifornirlo di quella liquidità che oggi manca. Ma Margiotta è anche il Presidente della Commissione Finanze, quella che in questi giorni dovrà validare anche la vendita (per molti una vera e propria svendita) dei crediti Delta. Un bel pacchetto di NPL, di cui però – lamentano da sempre le parti sociali e le opposizioni – non si conosce molto bene la natura né il valore potenziale: Margiotta, in chiara rottura con il suo recente passato, ha già anticipato che voterà contro. Un segnale importante, anche se ovviamente la maggioranza reggerà bene anche senza di lui, almeno nei numeri. Ma è comunque un segnale. A maggior ragione se dovesse dimettersi anche da quel ruolo, lasciando vacante anche la presidenza della Commissione proprio in vista della votazione sulla partita Delta. E a proposito di “vacatio”, ormai le istituzioni sammarinesi ne sono costellate: non c’è più dal 15 ottobre un Segretario di Stato alle Finanze e per il momento le sue deleghe passeranno ad interim al Segretario agli Affari Interni, Guerrino Zanotti; non c’è un Magistrato Dirigente, dopo la morte improvvisa di Lanfranco Ferroni (il Consiglio Giudiziario avrebbe deciso per un facente funzioni, il giudice Roberto Battaglino); non c’è il Direttore Generale di Banca Centrale, perché dopo la revoca a Moretti, è “saltata” la nomina di Mazzeo, dimessosi dono i nuovi sviluppi emersi in Tribunale che riguardavano proprio alcune figure apicali di BCSM (la scelta è poi caduta su Giuseppe Ucci, nominato vice direttore facente funzioni). Una situazione paradossale, dunque: nel momento in cui ci si appresta a elaborare la finanziaria che dovrà trovare tutti i milioni di euro necessari a coprire le famose svalutazioni di Cassa di Risparmio, la magistratura vuole fare luce su quell’operazione finanziaria e sull’approvazione di quel bilancio (andrà anche a chiedere a BCSM se tecnicamente la banca poteva essere commissariata, visto come si è comportata in altri casi?). Ma non c’è più il Segretario di Stato competente, che si è dimesso, né il Magistrato Dirigente (a dire il vero, non ce ne sono più due, visto che Ferroni è subentrato alla “revocata” Pierfelici), né il Direttore di BCSM, “revocato” anche lui.
Ma mentre negli ultimi due casi i sostituti sembrerebbero già pronti, per decidere chi sarà il nuovo Segretario alle Finanze, la coalizione di maggioranza dovrà riflettere parecchio: la nomina spetta infatti, pro quota, sempre a SSD, e dopo i nomi di Morganti e Carattoni (che ha già detto di no), il partito ha scelto all’unanimità il proprio segretario politico Eva Guidi, che però, come già Marco Podeschi e Andrea Zafferani è dipendente di Banca Centrale. Ma avere un Congresso di Stato con ben 3 Segretari in una situazione così particolare, sarebbe difficile da far digerire al Paese, ma anche ai propri sostenitori, la cui fiducia è oggi più che mai messa alla prova dalle notizie (ma anche dal gossip, dalle fake news, dai dossier anonimi…) che arrivano proprio sul fronte BCSM-Carisp. Era (o è, visto che la nomina dovrà essere formalizzata) forse il momento di indicare il nome di una persona inattaccabile da ogni punto di vista.