Home FixingFixing San Marino, aliquote IGR: “ritocco” o “salasso”? Il Governo ci pensa

San Marino, aliquote IGR: “ritocco” o “salasso”? Il Governo ci pensa

da Redazione

Il mantra: “Servono 50 milioni di euro”. L’idea sembra quella di agire sulla pressione fiscale, unita ad un’erogazione del welfare commisurata alla situazione reddituale tramite l’ICEE. Alle parti sociali sono state presentate tre ipotesi: si va dal +1% per i primi 10mila euro, ad un pesante +5% per gli scaglioni più alti.

Grafico IGR

 

di Daniele Bartolucci

 

“Servono 50 milioni”, è questo il mantra che i rappresentanti del Governo ripetono da qualche settimana, riferendosi all’ingente indebitamento pubblico che stanno per certificare (850 milioni di euro totali) e anticipando le possibili mosse per recuperarli. Purtroppo per i sammarinesi (ma anche per i frontalieri e le imprese), le uniche leve su cui sembra si agirà sono quelle dell’aumento della pressione fiscale, dei tagli ai redditi da pensione e degli stipendi di dipendenti pubblici, a cui si accompagnerà una diminuzione (non è ancora chiaro come e in che misura) del welfare, tramite l’applicazione dell’ICEE (l’ISEE sammarinese che finalmente vedrà la luce nel 2019). Poco o niente per lo sviluppo, che certamente non si farà con questi interventi. Anzi, molto probabilmente se lo Stato chiederà di più e darà di meno (contemporaneamente), ci sarà un calo dei consumi e, di conseguenza, anche un rallentamento dell’economia, che comunque già oggi non viaggia a velocità esagerate. Motivo per cui la preoccupazione delle parti sociali, categorie economiche in testa, ma anche i sindacati non sono da meno, è che senza una compensazione (tagli alla spesa corrente e investimenti per lo sviluppo e per le imprese) la manovra finanziaria che si sta delineando all’orizzonte sarà estremamente depressiva. Il problema, però, è che i 50 milioni di euro non mancano solo oggi, ma anche l’anno prossimo, quello dopo e quello dopo ancora per i prossimi 20-25 anni: se non ci sarà un’economia sana e forte a sostenere questo debito (e senza interventi decisivi non ci sarà), l’unico modo per far tornare i conti l’anno prossimo saranno nuovi debiti e nuove tasse.

Nuove tasse che comunque già l’anno prossimo i sammarinesi devono mettere in conto, perché se è vero che la patrimoniale del 2018 probabilmente non verrà riproposta, è altrettanto vero che verrà ampiamente “ricoperta” dalla riforma dell’IGR che il Governo ha iniziato a presentare alle parti sociali in questi giorni, dalla riforma delle pensioni e dall’introduzione dell’ICEE. Tutte cose che il Governo non farà in forma straordinaria, ma strutturale.

 

LE IPOTESI DI AUMENTO DELLE ALIQUOTE


Secondo uno schema oggi al vaglio delle parti sociali, il Governo per tramite della Segreteria alle Finanze ha ideato tre diverse ipotesi di aumento delle aliquote in base agli scaglioni di reddito (si veda la tabella centrale). Nella prima ipotesi, più leggera, si va dall’1% di aumento per le fasce più basse (fino a 28mila euro), fino al 3% in più per gli scaglioni oltre i 65mila euro. Tale ipotesi dovrebbe portare ad un aumento di gettito (tra IRG-G e IGR-L) di circa 4,5 milioni di euro. Nella seconda ipotesi, invece, pur mantenendo l’aumento dell’1% per gli scaglioni più bassi (fino a 18mila euro), si prospetta un +3% già dai 28mila euro, portando inoltre l’aliquota più alta, quella oltre gli 80mila euro dall’attuale 35 al 40%. Se questa ipotesi venisse confermata, il gettito potrebbe aumentare di 5,5 milioni di euro in totale secondo le stime della Segreteria di Stato. Infine, c’è una terza ipotesi, molto più pesante: l’1% sarebbe l’aumento previsto solo per lo scaglione da zero a 10mila euro, mentre gli altri subirebbero un incremento del 2% fino ai 28mila euro, del 3% fino ai 50mila, del 4% fino ai 65mila e del 5% per gli scaglioni successivi. In questo caso il gettito aumenterebbe di 6,5 milioni circa.

Un aumento praticamente generalizzato (il gettito previsto aumenterebbe oltre del 10%) che avrebbe ripercussioni sul reddito delle perone fisiche in maniera importante, seppur equa visto che verrebbe riproporzionata al reddito singolo. Aumenterebbe di fatto il cuneo fiscale sammarinese (visto che colpirebbe in gran parte i lavoratori dipendenti), che oggi rappresenta una leva molto interessante per attrarre in territorio imprese e lavoratori qualificati. Un aumento che, ipoteticamente, si sommerebbe anche a quello dei contributi previdenziali, su cui la riforma in gestazione non ha dato garanzie finora di non voler intervenire. Ovviamente tutto questo avrebbe ripercussioni sui consumi, quindi sulle imprese in maniera indiretta. Ma anche in linea diretta, perché difficilmente i lavoratori (e i sindacati) accetteranno di pagare dazio così facilmente.

Ma nemmeno le imprese, che dopo la patrimoniale e la reintroduzione della minimum tax l’anno scorso, sicuramente lotteranno strenaumente contro questi nuovi “salassi”, che si potrebbero sommare – almeno questa è l’ipotesi di studio presentata – anche ad una consistente revisione e riduzione delle deducibilità oggi invece previste per le imprese.

 

LOTTA ALL’EVASIONE E ALL’ELUSIONE FISCALE

 

Uno degli aspetti ricorrenti nelle parole e anche nei documenti di tutti i Governi è la “lotta all’evasione fiscale”. Ovviamente anche il Governo targato Adesso.sm non è da meno e dopo quasi due anni di legislatura pare intenzionato a dare un giro di vite sui controlli. Nel documento presentato alle parti sociali non si fa infatti riferimento ad una generica “lotta”, che poi nei fatti non viene quasi mai operata, ma ad interventi precisi, come “procedure più snelle e rapide per l’accesso ai dati bancari” delle persone fisiche e giuridiche, il “coinvolgimento del nucleo antifrode per lo svolgimento dell’attività di ispezione in loco” e la “definizione delle c.d. società di comodo”. Dalle prime indicazioni, parrebbe ripresentarsi quel progetto di Polizia Tributaria che era già stato previsto nelle leggi precedenti, ma che non ha mai visto la luce. Da una parte, è ovvio che l’evasione fiscale vada perseguita con maggiore efficacia, al fine di recuperare risorse e anche per riequilibrare gli interventi di cui si parlava sopra (aumento della pressione fiscale, revisione del sistema pensionistico, ecc), ma dall’altra sarebbe forse controproducente per San Marino avviarsi sulla strada intrapresa da altri Paesi, con una fiscalità aggressiva e punitiva, che spaventerebbe oltremodo imprenditori e professionisti. Gli strumenti tecnologici oggi permettono di incrociare tutti i dati che si vogliono, oltre al fatto che la Smac è già operativa, e anche l’ICEE può dare una mano a far emergere delle incongruenze, ma se si vogliono aumentare i controlli, forse andrebbero potenziati (e, finalmente fatti, soprattutto) su tutte quelle realtà già finite nel mirino dell’opinione pubblica: aziende che non hanno mai avuto dipendenti e fatturano cifre a sei zeri; imprese che imprese non sono, avendo bilanci in rosso da anni. Si potrebbe iniziare da qui.

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