SAN MARINO – L’utilizzo dei social media è ormai entrato con forza nella vita di tutti noi ed in politica inizia ad essere un importante strumento per orientare le opinioni.
La scarsa possibilità di approfondire gli argomenti lo rendono uno strumento da usare con cautela poiché non riesce mai a chiarire, con un’analisi dettagliata, i temi che riguardano l’organizzazione della società.
L’uso scriteriato ne sta distruggendo anche quel poco di efficacia che aveva nel favorire il dibattito e il confronto sulle idee. Le fake news sono le figlie più recenti dei social-media ma forse ancor peggio è la possibilità di inveire contro le persone attraverso l’anonimato.
La neonata pagina Facebook “Anonymous San Marino”, rigorosamente anonima ma che ha cercato di scaricare la responsabilità su una ventina di amministratori inconsapevoli (politici, giornalisti, persone comuni) ha pubblicato, violando il segreto istruttorio e quindi compiendo un grave reato penale, l’intera ordinanza Morsiani e le foto private di messaggi su un cellulare, contenuti dei quali nessuno è in grado di garantire l’attendibilità.
Gli interessati hanno ovviamente sporto denuncia: facile sarà informare chi sta investigando sulla loro estraneità, non altrettanto facile sarà invece informare tutti i cittadini del reato commesso da utenti anonimi che ci auguriamo vengano individuati prontamente.
Doverosamente non entriamo nel merito dei contenuti di quanto è stato pubblicato, ma una cosa è importante dirla: la pubblicazione di atti coperti dal segreto istruttorio incuriosisce e solletica i desideri di conflitto da cui nessuno è esente. Di certo però il nostro Paese ha invece bisogno di un periodo di pace durante il quale tutti gli attori sociali e politici possano confrontarsi per trovare le migliori soluzioni alla crisi.
Anonymous in questo senso non può che essere un nemico della Repubblica di San Marino.
Adesso.sm