Home categorieComunicati Stampa San Marino, il PSD sulle dimissioni del Segretario di Stato Simone Celli

San Marino, il PSD sulle dimissioni del Segretario di Stato Simone Celli

da Redazione

SAN MARINO – La notizia del giorno non è quella delle dimissioni del Segretario Celli, che erano ampiamente prevedibili e giustificate. Molto prima dell’ordinanza del Tribunale di qualche giorno fa.

Gli errori sono politici, prima che giudiziari, e lo sono di tutto il governo sulle scelte bancarie e finanziarie, soprattutto dei Segretari di Stato presenti nel CCR.

La notizia del giorno è l’accusa gravissima e inaudita che Celli, accompagnato in questo da molti interventi della sua maggioranza, ha rivolto al Commissario della legge Morsiani. Nel nostro parlamento non si hanno ricordi di politici che decidono di contrattaccare e riversare bile sul giudice che li ha indagati o comunque coinvolti in una ordinanza, men che meno un Segretario di Stato. E nel caso la solidarietà della propria parte politica era personale e non di associazione nelle accuse.

È una deriva pericolosa portata avanti da Adesso.sm e in particolare proprio da chi storicamente ha sempre cavalcato per ragioni sia politiche che elettorali, come AP. Ora che la lente d’ingrandimento della giustizia punta verso qualcuno a loro vicino come Celli e la nuova dirigenza di Cassa di Risparmio, la fiducia nella magistratura è andata in secondo piano rispetto all’esigenza di portare a casa vendette politiche o la collateralità a potentati che hanno fino a ieri sempre denunciato.

A che gioco giocate maggioranza? Nel giorno in cui precipita il vostro più importante Segretario di Stato, invece che accusare il colpo, ammettere anche le vostre colpe e correre ai ripari cercando condivisione su una via di uscita da quello che è obiettivamente una situazione drammatica per il paese, continuate a perseverare nella vostra autoreferenzialità e addirittura accusare uno o più giudici perché, come si diceva qualche anno fa, “non vi lasciano lavorare”.

Il Segretario per la Giustizia Renzi cosa pensa delle accuse mosse da Celli? Difende l’operato del Tribunale o lo attacca come il collega dimissionario?

Celli non è né la vittima sacrificale per salvare il governo, né il martire condannato a morte politica dal tribunale dell’inquisizione.

Gli errori sono stati tanti, condivisi e segnalati per tempo dall’opposizione e non solo.

Ora il punto è la tutela, la ripresa e lo sviluppo del sistema economico, il corretto dialogo istituzionale tra gli organismi, il rispetto dei ruoli democratici tra governo, maggioranza e opposizione, l’imparzialità nei confronti dei soggetti bancari e soprattutto il distacco da interessi particolari.

Soprattutto quest’ultima precondizione è mancata: avete assecondato interessi esterni perversi, al limite del reato di tradimento del paese e favorito un imprenditore in particolare: la giustizia sta indagando su entrambe.

Quanto detto è tutto ciò di cui un governo si deve occupare ora. Non scalciare a destra e a manca come una bestia ferita.

Un grosso calcio il Segretario Celli ha voluto rivolgere al vertice di Banca Centrale che proprio lui e la propria maggioranza hanno proposto e votato non più tardi di cinque mesi fa, una sfiducia dichiarata, accompagnata da parole di disapprovazione pesanti di consiglieri di maggioranza, proprio alla vigilia di una missione internazionale che vede impegnati il Segretario dimissionario e il Presidente di Banca Centrale che non gode del supporto della maggioranza. Una situazione paradossale e imbarazzante che si verificherà al Fondo Monetario Internazionale al quale andranno a chiedere finanziamenti. Ci prenderanno per matti: vedranno un Segretario dimissionario e una vigilanza tutta nuova dopo che la precedente è stata, pure lei, sfiduciata o peggio.

Il PSD ripete, come già fatto l’anno scorso, che a San Marino la Banca Centrale ha avuto una storia di continui fallimenti anche a causa della politica ma contestualmente di esercizio di un potere che per tutta risposta pare aver imbrigliato i governi, in una spirale di dimissioni dell’una e dell’altra parte. Non una sola dirigenza di BCSM ha portato a termine il proprio mandato. La questione non è riferibile in particolare alle persone che l’hanno diretta, quanto piuttosto alla incapacità istituzionale di gestione del potere bancario e finanziario, un ambito ora più di prima totalmente sproporzionato rispetto alle dimensioni gargantuesche di Banca Centrale.

Il nuovo Segretario per le Finanze dovrà farsi carico di un organismo sovradimensionato, disfunzionale e eccessivamente oneroso che non riesce ad esercitare né il ruolo di controllo, né quello di raggiungimento di accordi vitali, soprattutto ora, con altre banche centrali per dare respiro al nostro sistema economico.

Ma qui torna l’handicap del presente esecutivo riguardo a possibili cambiamenti di Banca Centrale: due Segretari di Stato provengono da quell’istituto, uno dei due siede anche nel CCR.

Si metterà fine a questo nodo gordiano o si continuerà nell’equivoco?

 

L’Ufficio Stampa del PSD

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento