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SM 2030, la Repubblica di San Marino disegna il suo futuro

da Redazione

Il documento, firmato dall’architetto Stefano Boeri, fa forza su dieci pilastri, 21 regole prioritarie e 12 progetti strategici che dovranno “dialogare” tra di loro. Vista l’importanza, le associazioni di categoria auspicano un confronto più efficace: diversi i temi problematici, come le aree produttive e gli immobili da riqualificare.

Piano Strategico DRAFT Pagina 02

 

di Alessandro Carli

 

Dieci pilastri, 21 regole prioritarie e 12 progetti strategici. Dall’intreccio di queste linee, che dovranno inevitabilmente dialogare, la Repubblica di San Marino “disegna” il proprio futuro, ponendo come termine ultimo di attuazione il 2030. Un “Giardino d’Europa” e un “Microcosmo della diversità” che deve coinvolgere (e allo stesso tempo dare una svolta decisa, una robusta ripartenza) al comparto edilizio del Titano, per anni uno degli asset economici del Paese, e che dovrà comprendere anche tutta una serie di servizi – infrastrutturali ma non solo – dedicati alle aziende. Imprese del territorio che devono guardare con attenzione al progetto: rinnovare il Paese significa andare a intervenire su diversi settori specifici.

Il Piano Strategico per San Marino 2030, firmato dall’architetto Stefano Boeri (il suo nome può dare visibilità e accreditamento internazionale alla Repubblica, ndr), parte dalla fotografia dello stato dell’arte: il 20% del territorio è urbanizzato quando il PRG del 1992 prevedeva un incremento delle aree sino al 30% della superficie della Repubblica. Altri due dati, importanti: più o meno il 40% della superficie è ubicata in aree mediamente pericolose dal punto di vista idrologico, il 17% in zone ad alta pericolosità. Il 30% dell’intero parco edifici inoltre risulta essere in classe “pericolosa” o “mediamente pericolosa”. È qui che l’edilizia può intervenire e mettere in campo le proprie professionalità.

Vista l’importanza – e le sue ricadute a pioggia sul territorio – qualche incontro in più con le associazioni di categoria, in fase di stesura, sarebbe stato più opportuno. ANIS più di una volta ha rimarcato che il PRG è un’occasione per sbloccare alcune situazioni critiche e di lunga data: modernizzare il Paese significa anche rimettere in moto l’edilizia. Prima delle decisione finale, e quindi la presentazione alla cittadinanza di SM 2030 – che, di fatto, rappresenta una sfida molto interessante per il Titano -, era auspicabile un maggior coinvolgimento di tutti gli stakeholder, anche per la ridefinizione di tutte quelle zone “promiscue” che attualmente vedono vicini poli industriali e abitazioni civili. Sono in essere, ancora oggi, criticità da risolvere in ambito civile e industriale, sorte a macchia di leopardo in passato ma oggi non più al passo con i tempi. Parimenti si sarebbe potuto affrontare gli ampliamenti delle imprese, imprese che rappresentano il principale volano dell’economia reale del Paese.

 

I dieci pilastri


Uno dei punti cardine su cui ruota il Piano, presentato dalla Segreteria di Stato per il Territorio, l’Ambiente e il Turismo nella seconda metà di settembre al Kursaal (la terza fase di lavoro in cui saranno stabilite norme e regole precise per operare scatterà a breve, già a ottobre) alla presenza dello stesso Boeri, è la biodiversità: il progetto punta ad elevare il Monte a “modello europeo” per cultura, produzione, fauna e mondo vegetale.

Come detto, i 10 pilastri di questo “palazzo green” affondano nella complementarietà tra poli urbani e Castelli, ma anche sul potenziamento e sulla sinergia degli ecosistemi ambientali, sulla messa in sicurezza del territorio, sulla valorizzazione del ciclo dell’alimentazione, sull’autonomia energetica, sulla mobilità sostenibile (in questo settore rientra l’E-way) e sull’accessibilità, ma anche sul turismo diversificato (un comparto che da anni ristagna attorno ai 2 milioni di visitatori all’anno, ndr), su Università e ricerca, sull’Industria 4.0 e sulla politica estera.

 

Le regole prioritarie

 

I dieci pilastri vanno messi a sistema con la “carta”, le regole prioritarie: le classi di fattibilità geologica, la perimetrazione dell’area urbana, la perequazione dei diritti volumetrici delle zone a rischio, la compensazione ambientale per le nuove edificazioni (parola che deve interessare il comparto edile e le imprese che lavorano nelle costruzioni), le fasce di salvaguardia delle aste fluviali, l’individuazione degli ambienti di valore storico testimoniale, l’articolazione delle destinazione d’uso, la semplificazione normativa, gli standard urbanistici, il contenimento del consumo del suolo, la densificazione all’interno della città consolidata, la rigenerazione delle aree dismesse, il miglioramento energetico degli edifici (e anche in questo caso per le imprese del settore significa lavoro), le coperture verdi, l’edilizia sociale, la riduzione degli impatti ambientali delle aree produttive, l’incremento delle piantumazioni e della permeabilità del suolo, il riutilizzo delle acque meteoriche, la salvaguardia del paesaggio agroalimentare, l’accessibilità per tutti e la forestazione urbana. Le aree agricole saranno divise in 3 tipologie e non più in uno solo.

 

Un atlante


Per finire, i dodici progetti strategici: la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico, la ricerca e la formazione nella Rocca, le fasce-filtro di contenimento delle aree urbane, le reti ecologiche dal Monte Titano a Dogana, i corridoi verdi fluviali, la costruzione della città pubblica, la rigenerazione urbana, le aree agricole strategiche, la rifunzionalizzazione della Superstrada, l’accessibilità al centro storico e San Marino 2023 carbon free.

 

Superstrada


Il nuovo piano si pone l’obiettivo di riclassificarle secondo il reale valore che le diverse direttrici hanno assunto nel corso del tempo.

Nello specifico, dal punto di vista funzionale, la singolarità della Superstrada consiste nell’acquisire aspetti e ruoli territoriali differenti lungo il suo percorso. Il piano indica come strategico il progetto di riqualificazione della Superstrada al fine di migliorarne la permeabilità pedonale, aumentarne la sicurezza stradale anche ripensando alcune delle intersezioni che oggi insistono sulla stessa.Altro aspetto che viene inserito nel piano strategico è riferito alla razionalizzando il sistema degli accessi alle proprietà private poste ai lati della Superstrada e alla sosta su strada sulla stessa. La generale riqualificazione dei bordi della Superstrada mira a porre le basi per una diversificazione dei modi di trasporto che potranno percorrerla: la Linea di Forza (LDF) trattata nei punti successivi con particolare attenzione alle nuove tecnologie legate ai veicoli autonomi e il sistema pedonale.

 

Accessi principali


Il Piano Strategico individua e classifica gli accessi alla Repubblica ponendo le basi per una definizione gerarchica degli stessi sia ad una loro diversificazione a livello di flussi veicolari e pesanti in ingresso e in uscita da San Marino sia per porre le basi per una generale riqualificazione degli ambiti al contorno. Sulla base dei flussi veicolari esistenti si è andati a classificare gli ingressi come principali e secondari e si vanno a prevedere percorsi consentiti per i veicoli pesanti in approccio alle zone industriali.

 

Centro Storico

 

Il Piano andrà ad individuare una strategia utile al miglioramento dell’accessibilità al centro storico di Città ponendo le basi per una generale riqualificazione di ambiti come il Parcheggio della funivia di Borgo Maggiore, il centro storico di Borgo Maggiore, l’area della Baldasserona, le gallerie esistenti tra Borgo Maggiore e Città di San Marino, l’area di Fonte dell’Ovo, Piazza della Stazione e alcune delle aree oggi utilizzate per accogliere i parcheggi di prossimità al Centro Storico. L’obiettivo è quello di razionalizzare i flussi diversificando la strategia per i diversi utenti e ponendo grande attenzione alle esigenze dei residenti e dei lavoratori del Centro Storico. A tal fine verranno previste soluzioni migliorative per la gestione della sosta nel centro storico individuando aree specificatamente destinate ai residenti e per i visitatori. Si andrà inoltre a rivedere la strategia di accesso degli autobus turistici in Centro Storico andando così a prevedere specifiche aree per la sosta lunga e aree drop off più prossime ai sistemi di risalita.

 

People Mover


All’interno del piano è stato individuato un corridoio detto LDF (Linea di Forza) che insisterà lungo la Superstrada e per il quale si sta parallelamente sviluppando uno studio di fattibilità volto all’individuazione di possibili alternative di tracciato e valutando diverse tecnologie applicabili (People Mover, “Electric Bus” in sede riservata, “Smart Lanes” per veicoli autonomi o tecnologie alternative in fase di valutazione). La LDF di configurerà come la rete portante della rinnovata offerta di trasporto collettivo della Repubblica. Oltre al tracciato verranno individuati gli ambiti strategici dove in futuro potrebbero essere localizzati funzioni compatibili come punti di interscambio tra diversi modi di trasporto, parcheggi Park&Ride e servizi alla mobilità. “Di particolare importanza sarà l’individuazione di un parcheggio di interscambio da situare, in via previsionale, in area Rovereta in territorio italiano nei pressi del Polo del lusso al fine di intercettare i grandi flussi di traffico veicolare di ingresso e permettere di attuare un cambio modale” ha spiegato il Segretario di Stato Augusto Michelotti.

 

Escursioni e ciclabili

 

Il Piano contiene una serie di tracciati escursionistici, di cui il principale sarà quello del Titano che avranno l’obiettivo di mettere a sistema l’importante patrimonio sentieristico della Repubblica oggi frammentato e privo di gerarchia. L’obiettivo sarà quello di creare una rete pedonale di collegamento tra tutti i Castelli interconnessa con il sistema ciclabile trattato nella voce successiva e con il sistema della mobilità alternativa.

Nell’ottica di dotare la Repubblica di una rete integrata e sostenibile legata alla mobilità attiva, si propone l’inserimento di una rete ciclopedonale portante che possa sia essere utilizzata per spostarsi all’interno del territorio sammarinese attraverso l’utilizzo di veicoli anche elettrici e/o a pedalata assistita sia riconnettere porzioni del territorio oggi poco accessibili.

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