Home categorieComunicati Stampa Rimini, “Hybris”: il 12 settembre arriva Vittorio Emanuele Parsi

Rimini, “Hybris”: il 12 settembre arriva Vittorio Emanuele Parsi

da Redazione

Parsi-900x425

 

RIMINI – Che futuro si prospetta per l’Europa, stretta tra gli Usa di Trump, la Russia del nuovo zar, Putin, e la Cina affamata di potere? Che cosa sta succedendo in Africa e sullo scenario internazionale che ruolo hanno davvero i potentati arabi? Che cosa significa ‘sovranismo’ e a cosa ci sta portando la politica a rombo di spot? Perché la teologia neo-liberista ci sta massacrando e che fine farà l’Italia? A queste domande darà risposta – sollevando nuove proposte e interrogativi più profondi – Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano, tra i più lucidi osservatori di quanto sta accadendo – in forme sconvolgenti – nel mondo. L’appuntamento è per il 12 settembre alle 18 a Rimini, all’interno del Museo della Città.

“L’Occidente balla sul Titanic”: dialogo con Vittorio Emanuele Parsi.

Vittorio Emanuele Parsi (foto Pangea.news) è professore ordinario (2004) di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore; è direttore di ASERI, Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (ASERI). Terza linea degli ‘Old’ del Rugby Monza, Capitano di Fregata della Riserva Selezionata della Marina Militare, è esperto di relazioni transatlantiche, sicurezza in Medio Oriente, rapporti tra democrazia e mercato. Il suo ultimo libro è “Titanic. Il naufragio dell’ordine liberale” (Il Mulino).

 

Cosa intende (la cito) per “affaticate democrazie”? Probabilmente con il superamento dei partiti canonici la democrazia è svuotata di senso. Eppure, l’epoca della crisi ha riproposto (in versione pop) antichi reflui di ideologie novecentesche, di destra e di sinistra. Cosa sarà la democrazia, che futuro ha?

 

“L’affaticamento delle democrazie è legato al duplice attacco concentrico portato da chi nega che la globalizzazione produca anche squilibri socio-economici ai quali la politica deve porre rimedio e di chi vorrebbe tornare a un mondo del passato, sovranista o comunitario, che nella realtà non era per nulla un paradiso in terra. Non c’è dubbio che il progresso tecnologico sottoponga a tensione i tempi necessariamente più lunghi della democrazia rappresentativa. Ma dovremmo sempre ricordare che fuori della rappresentanza non esiste democrazia, che quest’ultima è fatta di un momento deliberativo e di un momento di confronto e sedimentazione delle idee. Qualunque forma possa prendere la democrazia del futuro posso dirle che o sarà fondata sulla separazione dei poteri e sulla capacità di far convivere “il popolo” e “le istituzioni” o non sarà tale. Su quest’ultimo punto, la sintesi romana era efficacissima: SPQR, il Senato e il Popolo fanno Roma, nessuno dei due da solo può ergersi a tutto”.

 

Russia e Cina emergono con prepotenza, e lì la democrazia non è che una fola. Come mai?

 

“Il successo della democrazia nel mondo atlantico è frutto della sua storia particolare e anche delle circostanze, della fortuna, machiavellicamente intesa. La Russia ha conosciuto una breve stagione di confusa, inefficiente e anche corrotta democrazia ai tempi di Eltsin; quella stagione si è chiusa con la premiership e poi le presidenze di Putin. In Cina un movimento verso la democrazia non c’è mai stato. E l’abolizione dei limiti di mandato a Xi ci dice che la convergenza tra i due sistemi è persino nelle forme istituzionali. In Russia come in Cina, “chi governa il Paese possiede il Paese”. Entrambi i Paesi ci dimostrano che il capitalismo può convivere con forme politiche illiberali e autoritarie. Ovvero ci ricordano che il capitalismo è una forma di organizzazione della produzione e della distribuzione, non un modo di regolare la vita sociale”.

 

***

 

Che cos’è? Due anniversari e un concetto animano il ciclo di incontri Hybris, organizzato dal quotidiano culturale on line Pangea in concordia con il Comune di Rimini e l’Assessorato alle Arti. I 100 anni dalla pubblicazione del primo tomo del Tramonto dell’Occidente di Oswald Spengler, libro tragicamente determinante, e i 50 anni dal Sessantotto. Tra questi due episodi capitali accadono due guerre mondiali e diverse guerre locali, la nascita dell’Unione Sovietica, l’Italia che diventa Repubblica, la Guerra Fredda, il Vietnam, un mondo di speranze e di aspirazioni, di rivoluzioni, che si consolida e va in fumo. Il concetto, centrale per capire il nostro tempo, è hybris, che in greco significa “tracotanza”, “eccesso”, una prevaricazione che disintegra l’equilibrio sociale, umano. Hybris, oggi, è la prevalenza del “capitalismo della rendita, oligopolistico e finanziarizzato, che non ha alcun senso definire ancora ‘libero mercato'” (Vittorio Emanuele Parsi), la vittoria delle leggi della finanza e del profitto su quelle dell’umano.

Perché? A partire dall’urgenza di comprendere “chi siamo e dove andiamo”, Pangea ha invitato a Rimini giornalisti di genio (Massimo Fini, Marzio G. Mian), esperti di geopolitica e di relazioni internazionali (Vittorio Emanuele Parsi), protagonisti della storia culturale italiana (Giampiero Mughini), poeti (Alessandro Ceni). Gli incontri – aperti gratuitamente alla cittadinanza – pongono interrogativi, aprono sguardi avventati sui grandi problemi del nostro tempo, compiendo un volo dalla Parigi ‘sessantottina’ alle speculazioni economiche in Groenlandia, dal “Manifesto dell’Antimodernità” agli Stati Uniti di Donald Trump, alla poesia orfica, profetica, radiosa del più grande tra i nostri poeti.

Dove&quando: Gli incontri si svolgono il 7, 12, 15 e 19 settembre 2018 al Museo della Città di Rimini, nella Sala del Giudizio, alle ore 18. L’ingresso è gratuito.

Chi siamo. Pangea. Rivista avventuriera di cultura & idee, è un quotidiano culturale on line, che si legge qui: www.pangea.news. La rivista, nata nell’ottobre del 2017, edita dall’Associazione Culturale Pangea, con sede a Rimini, è diretta da Davide Brullo ed è resa possibile da Grabo Ballons (www.grabo-ballons.com), azienda leader nella realizzazione di palloncini. Pangea collabora con LInkiesta.it e con Radio Rai 3, è stata citata ripetutamente da la Repubblica, Avvenire, il Giornale. In un reportage sulle riviste culturali on line pubblicato su il Giornale il 3 agosto 2018, lo scrittore Massimiliano Parente ha giudicato Pangea la più importante rivista del genere in Italia.

 

*

 

Gli ultimi incontri

 

15 settembre: “L’Artico è il Far West delle nuove superpotenze: la poesia può ancora salvarci? Un giornalista e un poeta a confronto”: dialogo con Marzio G. Mian e Alessandro Ceni. Marzio G. Mian ha fondato insieme con altri giornalisti internazionali la società non profit The Arctic Times Project con sede negli Usa. È stato per sette anni vicedirettore di Io donna, il femminile del Corriere della Sera. Ha realizzato inchieste e reportage in 56 paesi. Il suo ultimo libro è “Artico. La battaglia per il Grande Nord” (Neri Pozza). Alessandro Ceni è tra i grandi poeti italiani contemporanei. Tra i suoi libri ricordiamo “Mattoni per un altare del fuoco” (Jaca Book, 2012) e “Combattimento ininterrotto” (Effigie, 2015). Per Feltrinelli ha tradotto Herman Melville, Walt Whitman, Joseph Conrad.

 

19 settembre: “La vita dissipata di un perdente di successo”: dialogo con Massimo Fini. Massimo Fini, giornalista, saggista, esegeta dell’inattuale, è, tra le altre cose, l’ideatore del ‘Manifesto dell’Antimodernità’, che afferma un netto No “alla globalizzazione… al capitalismo e al marxismo… alla democrazia rappresentativa… alle oligarchie politiche ed economiche”. Marsilio sta raccogliendo in un unico corpus la sua opera: recentemente in “Confesso che ho vissuto. Esistenza inquieta di un perdente di successo” (2018), Fini ha raccolto i suoi libri più personali, autobiografici.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento