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Banca di San Marino e Carisp studiano la possibilità di unirsi

da Redazione

Affidata alla KPMG l’analisi per capire se c’è “convenienza strategica”. I due istituti rappresentano oggi il 56% della raccolta totale del sistema.

Carisp

 

di Daniele Bartolucci

 

Le voci che si rincorrono da qualche settimana hanno dunque un fondamento: “I Consigli di Amministrazione di Banca di San Marino S.p.A (BSM) e Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.A (CARISP), riunitisi nei giorni scorsi, hanno affidato ad una società internazionale (KPMG, ndr) il mandato di esplorare la convenienza strategica di una eventuale operazione di integrazione tra i due Istituti”. A renderlo noto sono le stesse Banca di San Marino e Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, che spiegano: “L’ipotesi al vaglio è di dar vita ad un nuovo polo creditizio di rilevanza sistemica, di considerevole maggior efficienza competitiva, in grado di contribuire in modo significativo alla ripresa economica e alla stabilizzazione finanziaria del Paese. In linea con la tradizione dei rispettivi Istituti, profondamente radicati nel tessuto economico-sociale della Repubblica, l’obiettivo è di sostenerne un rinnovato sviluppo, generando una solida capacità finanziaria per alimentare masse critiche di innovazione nel comparto industriale, finanziario e dei servizi”.

Un nuovo polo creditizio, quindi, che torna – almeno come locuzione – nelle ipotesi per rinnovare il sistema finanziario e bancario sammarinese, proprio come aveva auspicato il Governo fin dalla sua presentazione: al punto 1 del paragrafo “Interventi per il sistema bancario” del programma di Adesso.sm si prevede di “implementare un percorso di ristrutturazione complessiva del sistema bancario sammarinese, attraverso processi di aggregazione degli istituti di credito esistenti con gli obiettivi: di maggiore efficienza, valorizzazione delle risorse umane esistenti, solidità patrimoniale e implementazione dell’erogazione del credito a favore del sistema economico sammarinese”.

Un fatto che non è sfuggito al Movimento Rete, che ha depositato un’interpellanza giusto qualche giorno prima della uscita pubblica di BSM, per chiedere conto proprio al Governo “se sono previsti accorpamenti tra Cassa di Risparmio e altri istituti bancari. In caso affermativo, specificare quali siano gli istituti bancari oggetto di accorpamento, le tempistiche, le modalità, i costi, il collocamento delle risorse umane, l’obiettivo che si intende perseguire e quali tipi di sinergie si stimi che tale fusione possa generare”.

Non solo: “Se sono previsti accorpamenti tra altri istituti di credito sammarinesi che detengono i fondi pensione del primo pilastro. In caso affermativo, specificare quali siano gli istituti bancari oggetto di accorpamento, le tempistiche, le modalità, i costi, il collocamento delle risorse umane e l’obiettivo che si intende perseguire”.

Su queste ipotesi dovrà eventualmente riferire il Congresso di Stato, che comunque sarà chiamato a confermare quanto annunciato da BSM.

Anche per questo “l’affidamento dello studio ad una società terza ha lo scopo di rassicurare i mercati sull’obiettività della valutazione, evitando che potenziali interessi di parte prevalgano sull’interesse precipuo dei depositanti e dei clienti a vario titolo degli Istituti medesimi.

Sulla base dell’analisi che sarà condotta da KPMG”, spiegano da Banca di San Marino e da Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, “i Soci di entrambi gli Istituti—previa consultazione con tutti gli stakeholder interessati—valuteranno l’eventuale operazione alla luce del carattere territoriale e delle radici storiche dei due Istituti, e delle funzioni di interesse pubblico dell’attività bancaria”.

Il piano allo studio “prevede l’integrazione selettiva e strategica dei due Istituti bancari, per permettere al nuovo soggetto creditizio di poter operare con forza nello scenario internazionale che si andrà ad aprire con l’auspicata firma del Memorandum d’Intesa della nostra Banca Centrale con Banca d’Italia e con la finalizzazione del Trattato di Associazione all’Unione Europea, a cui le Autorità di Governo, Banca Centrale e l’Associazione Bancaria Sammarinese stanno da tempo lavorando”. Un nuovo “polo” che, numeri alla mano, sarà anche il più grande e importante della Repubblica: attualmente infatti, i due istituti gestiscono circa il 56% dell’intera raccolta del sistema bancario sammarinese.

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