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San Marino: Roberto Valducci, il chimico della cultura

da Redazione

Il ricordo del fondatore di Valpharma, scomparso il 22 agosto: le sue invenzioni, l’impegno e l’amore per il cinema.

Valducci Roberto

 

di Alessandro Carli

 

La notizia della scomparsa del fondatore di Valpharma, il dottor Roberto Valducci, avvenuta il 22 agosto, mi ha colto di sorpresa mentre ero in Inghilterra, la Nazione che a causa della Brexit ha dovuto lasciar andare l’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali. E proprio in occasione della discussa non-assegnazione a Milano della nuova sede, lo avevo cercato al telefono per qualche dichiarazione, ricordando che “Storie di imprenditori”, la rubrica che Fixing ha ospitato nel 2016, era partita da lui. Lui che, nato in Romagna, più precisamente a Gatteo, il 13 marzo del 1933, dopo il diploma di perito chimico, si trasferì a Milano dove gettò le basi della sua lunga carriera di manager e imprenditore.

Mi risposero che non c’era: era all’estero per lavoro. Una destinazione naturale per un uomo che è sempre stato in movimento: all’inizio della carriera ha lavorato a Milano per 25 anni visto che in Romagna non c’erano molte possibilità per un perito chimico. “Ho iniziato in un’industria farmaceutica, poi sono stato chiamato dalla ditta ‘dottor Bonapace’, una realtà che si occupa sempre di prodotti farmaceutici” mi raccontò per “Storie di imprenditori”. “Un giorno mi chiedono di andare a lavorare da loro. Il titolare mi dice: ‘Importiamo prodotti molto particolari dagli Stati Uniti d’America ma, per commercializzarli in Italia, ho bisogno delle autorizzazioni italiane’. Io a questo punto gli chiedo di che prodotti sta parlando. E lui, con tranquillità, mi risponde: ‘prodotti in ritardo’. Gli effetti dell’aspirina durano più o meno 3 o 4 ore. Le medicine cosiddette ‘in ritardo’ hanno una copertura temporale superiore. Ne prendo una la mattina, e sono ‘coperto’ tutto il giorno. Poi ne assumo una la sera per la notte”.

Valducci poi tornò a raccontarmi gli inizi. “A quel punto mi consegna un foglio, scritto in inglese, in cui leggo i nomi dei prodotti. In quel momento ho pensato che quello che stavo leggendo era il futuro. Ho risposto che avrei effettuato certamente le analisi per ottenere la ‘certificazione italiana’, ma volevo fare anche i prodotti. Mi diedero del ‘matto’ (ride). Non fu facile: lavoravo in un piccolo laboratorio di 45 metri quadrati. Grazie anche a una serie di attrezzature molto professionali, dopo 3 mesi avevo le analisi”.

Nel 1987 Roberto Valducci decide di spostarsi a San Marino con il nome Valpharma spa, che dà lavoro a circa 100 dipendenti. Nel 2002 invece inaugura un nuovo stabilimento a Ponte Messa di Pennabilli, in Provincia di Rimini, la “Valpharma International spa”, 33 mila metri quadrati di superficie (in espansione) e quasi 200 dipendenti. Tra “Valpharma” (1987) e la “International” (2002″), Roberto Valducci vola a New York (1990) per ricevere la laurea honoris causa in farmacia.

Prima di “Storie di imprenditori”, i nostri incontri sono stati quasi sempre istituzionali: nella sede di ANIS, con una vigorosa stretta di mano, al Festival del Cinema di San Marino e alla Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone, che presiedeva sempre con un sorriso e con grande attenzione. Al borgo romagnolo ha donato la statua di Giulio Cesare che domina il ponte romano sul fiume reso celebre da Giulio Cesare.

Coniatore di bellissime definizioni – quando due anni fa scomparve l’ingegner Enzo Donald Mularoni lo chiamai per un ricordo e lui mi disse: “Per me è stato l’imprenditore più importante della nostra Repubblica. Possedeva una visione enorme del mondo. E’ nato negli Stati Uniti, poi è tornato a San Marino e poi ha aperto, qualche anno fa, la Del Conca USA. E’ stato per me l’imprenditore dei due mondi” – quando parlava faceva trasparire il suo profondo amore per la cultura (è stato anche membro del comitato del “Pio Manzù”), reso ancora più limpido perché a parlare era un uomo delle scienze, un professionista che proveniva dal mondo scientifico.

Con un po’ di amarezza, dovette “spostare” il Festival del Cinema di San Marino a Pennabilli: non mi disse mai il perché, ma ebbi l’impressione che le istituzioni sammarinesi non appoggiarono mai sino in fondo il suo progetto, nonostante la grande presenza di attori e registi di caratura internazionale. Così portò il progetto in Valmarecchia, dandogli un taglio più “sperimentale” e più legato ai giovani. Per un grande chimico che amava sperimentare, una decisione coerente.

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