Home FixingFixing Consorzio Terra di San Marino, Edoardo Angelini dentro la rinnovata macelleria della TitanCoop

Consorzio Terra di San Marino, Edoardo Angelini dentro la rinnovata macelleria della TitanCoop

da Redazione

Impossibile non chiedere un consiglio sulla “Fiorentina” e sulla “Costata”. “Cottura media, quindi la carne deve essere di color rosa. La costata, essendo un po’ più grassa, rimane tenera anche se cotta un po’ più a lungo. Ma non troppo!”.

Consorzio Terra Edo Angelini

 

Lo spunto iniziale: il rinnovo del negozio “macelleria” della Cooperativa Allevatori Sammarinesi presso la TitanCoop di Valdragone, che è stato inaugurato a metà luglio.

“I lavori – spiega Edoardo Angelini, Direttore della Cooperativa Allevatori Sammarinesi – hanno riguardato sia la struttura che gli impianti: macchinari di ultima generazione per il riscaldamento e il rinfrescamento, attrezzature per la conservazione degli alimenti con l’utilizzo di sola CO2 per la refrigerazione di tutto il punto vendita, l’utilizzo di un circuito per applicazioni in media e bassa temperatura, l’impiego di illuminazione a led, le etichette elettroniche, i totem, i monitor con locandina elettronica che permettono una migliore lettura dei prezzi e di tutti gli ingredienti”.

È giustamente soddisfatto, Edoardo Angelini. “Il risultato conseguito permette di valorizzare al meglio il lavoro dei soci della cooperativa facendo conoscere e riconoscere le aziende agricole del territorio congiuntamente alla tracciabilità e rintracciabilità del prodotto, infatti con le etichette elettroniche, il cliente può visualizzare anche il volto dell’allevatore e la scheda dell’allevamento. Anche questo significa trasparenza e fiducia”.

Potrebbe bastare, ma in realtà il Direttore della Cooperativa Allevatori Sammarinesi, raccontando il restyling della macelleria – durato circa tre mesi – ha rivelato una parola “magica”. Le aziende, com’è noto, sono composte di know-how, di professionalità e di persone. Avviciniamo quindi i due macellai che lavorano per la Cooperativa Allevatori per conoscere meglio questo mestiere.

Alberto Stabellini per esempio: da 30 anni taglia la carne e non solo. “Dopo il diploma di ‘segretario d’azienda’ conseguito a Rimini ho seguito un corso gratuito professionalizzante promosso dalla Regione Emilia-Romagna. Ho iniziato al ‘Mercato Coperto’ poi si è aperta una possibilità a San Marino e sono venuto qui. Quello del macellaio è un lavoro che richiede esperienza e passione. Più passa il tempo più si migliora”. Alberto si allontana per qualche minuto, serve una signora e ritorna. “Utilizziamo principalmente tre coltelli: quello da fettina, quello da disosso e quello ‘da colpo’. Ognuno ha una sua specificità ben definita. L’impegno più difficile è quello del disosso perché richiede tempo, precisione e una conoscenza delle ‘parti’ dell’animale. Non ci si annoia mai: un giorno fai una cosa, un giorno un’altra”. Il suo lavoro non termina con il “servizio” delle carni, anzi. “I clienti chiedono, si informano, vogliono essere consigliati – prosegue -. La carne non è dura: ogni pezzo ha la sua destinazione: alcune parti si prestano ‘bene’ per alcuni piatti, altre meno. Una fettina in padella che si cuoce in cinque minuti va sempre curata”.

Un mestiere antico e prezioso, che purtroppo non ha molto appeal tra i giovani. “Sono pochi, non lo possiamo negare – interviene Edoardo Angelini -. È un peccato… Due anni fa abbiamo organizzato un corso con il Centro di Formazione Professionale per i macellai. Non è facile trovare persone motivate. Invitiamo i giovani ad avvicinarsi a questa singolare professione”.

Giovane è Andrea Gianni: ha 26 anni e da otto fa il macellaio. “La mia famiglia possiede una piccola azienda agricola: sono cresciuto tra gli animali, la terra e la carne. È stato uno ‘sbocco’ quasi naturale. Parliamo di un lavoro quasi unico, molto diverso da quello della fabbrica: devi saper tagliare ma anche essere uno chef: quattro clienti su cinque ci chiedono consigli ma anche le peculiarità dei diversi tipi di carne e ovviamente le ricette e i tempi di cottura”.

Un animale deve essere venduto tutto e il macellaio deve sapere dare un valore ad ogni pezzo.

“La parte più difficile da tagliare – rivela – è la coscia: ha meno ossa dell’anteriore e quindi è più pregiata. Per questo non deve essere ‘rovinata’: ogni centimetro è prezioso”.

Macellai e chef quindi. Impossibile non chiedere un consiglio sulla “Fiorentina” e sulla “Costata”. “Cottura media, quindi la carne deve essere di color rosa. La costata, essendo un po’ più grassa, rimane tenera anche se cotta un po’ più a lungo. Ma non troppo!”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento