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Commissione sanità: Disciplina della dirigenza medica dell’Istituto per la Sicurezza Sociale

da Redazione

Il progetto di legge viene approvato in Commissione consiliare con 7 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Il progetto di legge “Disciplina della dirigenza medica dell’Istituto per la Sicurezza Sociale”, presentato dal Segretario di Stato per la Sanità Franco Santi, viene approvato in Commissione consiliare con 7 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto.

I lavori della Commissione consiliare riprendono in mattinata l’esame del progetto di legge sulla dirigenza medica dell’Iss, iniziato ieri in seduta notturna. Se nel dibattito iniziale di ieri l’opposizione aveva manifestato un generale apprezzamento al provvedimento, durante l’esame del testo sono diversi i punti su cui emergono orientamenti diversi. In particolare, sull’articolo 25 “Revisione del limite di 100.000 euro per il reddito dei professionisti dipendenti”, i commissari di minoranza puntano il dito contro quello che definiscono “un escamotage” per raggirare la legge nata dopo il referendum che ha stabilito tale soglia. Iro Belluzzi, Psd, e Stefano Canti, Pdcs, sottolineano come con la nuova normativa di fatto una parte della retribuzione per i medici sia esclusa dal computo del tetto previsto nell’erogazione degli stipendi dei dipendenti pubblici, il democristiano stigmatizza “l’incoerenza di Civico 10” rispetto la posizione tenuta nella campagna referendaria. “Sarebbe stato molto più responsabile che la maggioranza avesse affrontato il problema alla luce del sole- fa notare Alessandro Mancini, Ps- confrontandosi in Aula e con i cittadini, mettendo in evidenza che quel quesito referendario ha creato difficoltà e in modo coerente si vada a rivedere l’intera legge”. Replica Mimma Zavoli, C10 ricordando che il suo movimento “quel quesito referendario non lo ha appoggiato”. Quindi evidenzia come l’articolo 25 contenga piuttosto una “scelta di responsabilità” della maggioranza. “Non credo sia un escamotage- rimarca Zavoli- ma si espone la volontà di dare soluzione a un problema emergente portato in Aula a più riprese e anche con toni forti in parecchi momenti istituzionali”. Non mancano poi intese sulle proposte di modifica al testo, come l’emendamento congiunto tra governo e Pdcs all’articolo 29 “Disposizioni transitorie e abrogazioni” che estende la possibilità per medici Iss in pensione di garantire continuità dei servizi, per un massimo di 38 ore settimanali. Tra le proposte della minoranza non accolte, l’emendamento 29 bis del Pdcs, per impegnare a una nuova regolamentazione sulla libera professione medica, anche a livello normativo. A riguardo il Segretario di Stato assicura massimo confronto tra le parti, ma intende lasciare questi aspetti a livello regolamentare e amministrativo.

Infine, nelle dichiarazioni di voto, emerge in modo evidente la presa di distanza dei commissari di minoranza verso un Pdl che “non raggiunge- motiva Elena Tonnini, Rete- alcuno dei principi espressi nell’art. 1- quelli di equità e trasparenza”. Per Alessandro Mancini, Ps, “il legislatore non affronta in profondità i problemi , non introduce criteri di meritocrazia, ma cerca semplicemente attraverso un provvedimento dal sapore politico, e non tecnico, di accontentare tutti senza distinzioni, con un inevitabile aggravio dei costi”. Anche Iro Belluzzi, Psd, mette in dubbio l’efficacia della normativa: “Non se se quanto è stato elaborato potrà consentire di arruolare migliori risorse”. Solleva quindi il tema dell’aumento dei costi per l’Iss “di 700-800 mila euro l’anno- chiarisce- inoltre ci sono minori entrate nel fondo pensioni”. Stefano Canti, Pdcs, accusa governo e maggioranza di “aver creato disparità dentro l’Iss”, inoltre “si vedono aumenti di stipendi- chiosa- che non porteranno vantaggi nei servizi erogati”. Di ben altro parere Roger Zavoli, Rf: “Questa legge rappresenta una svolta, con il mercato del lavoro italiano saremo più competitivi, poi si introduce certezza nel sistema retributivo, si eliminano aspetti discrezionali contrariamente a quanto dice qualche commissario dell’opposizione”. Infine, il Segretario di Stato Santi rimarca la volontà di governo e maggioranza di sostenere l’Iss “anche con investimenti importanti, come quello previsto da questa normativa, sulla risorse umane”, un orientamento che “va nella giusta direzione”.

Con l’approvazione del Pdl (7 voti a favore, 3 contrari, 1 astenuto) e l’indicazione dei relatori- Gian Carlo Venturini, Pdcs, per la minoranza, Mara Valentini, Rf, per la maggioranza- terminano i lavori della Commissione.

Di seguito un estratto delle Dichiarazioni di voto al Pdl.

Elena Tonnini, Rete

Spiego le motivazioni che portano il mio gruppo a votare contro questo Progetto di legge che non raggiunge alcuno dei principi espressi nell’art. 1- quello di equità e trasparenza etc. Si distingue nel rapporto esclusivo Iss tra libera professione intra ed extra moenia, ma i problemi non sono affrontati, così come le distorsioni esistenti e ben conosciute sulla libera professione che viene fatta sui cittadini sammarinesi quando non si potrebbe fare, sfruttando per esempio la dizione di ‘estetica’, alcuni medici non sono sottoposti a controllo. Oppure ci sono medici che partecipano a società con qualcosa attinente alla medicina nella licenza, così hanno possibilità, per esempio, di vendere protesi. Tutte queste cose in questo progetto di legge non vengono affrontate, nonostante siano risapute dentro il mondo ospedaliero. Poi si introduce un meccanismo incentivante per chi fa libera professione in rapporto esclusivo con l’Iss, ma basta che l’Iss faccia a sua volta una convenzione in una struttura dove il medico fa libera professione e si supera con un escamotage. Ci sono una serie di indennità economiche che hanno un costo per l’Iss, quando più che incentivare bisognerebbe disincentivare… non sono valutati invece bonus per punti in curriculum o per la formazione continua per premiare chi ha un rapporto di fiducia con il pubblico. Secondo me, molti medici preferiranno fare extra moenia per evitare il rapporto esclusivo Iss perché così come posto è visto come un fastidio.

La formazione continua all’articolo 28 viene definita ‘o obbligatoria o facoltativa’, mi auguro che il decreto contenga un diverso approccio, ovvero l’obbligo. Lo vedremo, ma si rimanda tutto a un ulteriore decreto. Si stabilisce poi che su richiesta del medico Iss possa contribuire o meno alla formazione, senza specificare decreti. Si crea in questo modo una categoria dentro l’ospedale a sé stante: i medici chiamati ora dirigenti medici, con aumenti di costo e senza che a ciò corrispondano miglioramenti misurabili del servizio pubblico (per es. misurabile potrebbe essere la diminuzione dei tempi di attesa). Si rimanda a futuri decreti delegati elementi quali il raggiungimento di obiettivi concreti o la formazione continua. Mi auguro questi decreti contengano questi elementi, ma dalla legge non emerge questa attitudine. Tra i dirigenti che superano il tetto dei 100 mila euro di stipendi figurano anche quelli socio-sanitari. Quindi la deroga non riguarda prettamente medici. Emergono quindi trattamenti ‘ad personam’ a chi si rivela fedele, con indennità che sono introdotte e che possono essere decise dai segretari di Stato e dal congresso. Non si toglie la giunga dei contratti, resta il contratto individuale. L’articolo 29 inoltre stabilisce che possono essere versati i contributi dal paese di provenienza, non si crea né fiducia, né opportunità.

Alessandro Mancini, Ps

Pur rilevando la volontà del legislatore di porre soluzione ad una serie di problemi presenti da anni nella struttura ospedaliera in merito alle criticità del settore medico, con particolare riferimento al trattamento economico, trattamenti che in molti casi hanno determinato la cosiddetta “fuga dei medici” dalla nostra struttura, non possiamo non criticare la segreteria alla Sanità per il troppo tempo perso, tempo che poteva e doveva essere utilizzato con altri strumenti legislativi per dare risposte con carattere d’urgenza e quindi arginare una situazione che giorno dopo giorno ha messo in evidente stato di difficoltà la struttura ospedaliera e quindi compromesso la qualità dei servizi erogati sulla salute dei cittadini, provvedimenti tra l’altro indicati con un apposito ordine del giorno presentato dal nostro gruppo Consigliare nel mese di giugno , ma puntualmente bocciato dalla maggioranza . Il legislatore con questo progetto di legge in esame non affronta in profondità i problemi , non introduce criteri di meritocrazia , cerca semplicemente attraverso un provvedimento dal sapore “politico” e non tecnico, di accontentare tutti senza distinzioni, con un inevitabile aggravio dei costi sulla collettività, senza avere certezza dei benefici sulla qualità dei servizi erogati.

Per queste ragioni il gruppo Consigliare del Partito Socialista non darà il voto favorevole ad una legge certamente importante, ma non risolutiva dei problemi, l’eccessivo rimando a decreti delegati, con un chiaro intento di gestione governativa di questo settore con particolare riferimento alla regolamentazione della libera professione senza conoscerne i contenuti non ci permettono di poter esprimere un voto, pertanto in attesa dell’esame in seconda lettura e nella speranza di avere ulteriori elementi nonché di correttivi o integrazioni, il sottoscritto a nome del gruppo Socialista non partecipa al voto della legge in oggetto e consegna la scheda elettronica alla segreteria istituzionale.

Iro Belluzzi, Ps

Nel provvedimento ci sono elementi positivi perché si cerca di dare risposta a una situazione di difficoltà che sta vivendo l’ospedale, purtroppo nella confezione della norma ci sono troppi ambiti non definiti. Il tempo perso cui si riferiva il consigliere Mancini è lo stesso tempo perso che più volte abbiamo additato al Segretario competente di avere rispetto i problemi della sanità, nella presentazione dell’atto organizzativo, nel comprendere come ci si muoverà nel futuro, da ieri doveva essere fatto. Da qui discendeva anche il provvedimento di cui stiamo parlando, si era chiesto che potesse essere rimandato nel momento in cui fosse presentato il nuovo atto organizzativo dell’Iss e avremmo avuto tutti quanti una visione meglio definita. E’ inoltre un tentativo estremamente oneroso per le casse dello Stato per cercare di bloccare la fuga dei medici, non credo a dire il vero che questo strumento possa permettere di rendere il sistema San Marino appetibile a professionisti di alta caratura. Abbiamo bravi professionisti, per carità, e con questo provvedimento sicuramente difficilmente abbandoneranno la Repubblica, perché offre mille opzioni e di fatto deregolamenta, ma per rendere il sistema sanitario sammarinese interessante deve essere collocato in Paese che dà fiducia nell’erogare stipendi, mentre il governo cerca solo di raschiare barile. Il professionista che deve scegliere una opzione lavorativa lo fa dove c’è una prospettiva futura serena. Non se se quanto è stato elaborato potrà quindi consentire di arruolare migliori risorse. Da un punto di vista economico è maggiore il costo per l’Iss di 700-800 mila euro l’anno, e ci sono minori entrate nel fondo pensioni. E’ certo difficile dichiarare il voto contrario o astensione a questo provvedimento. Non parteciperò al voto, aspettando decreti e provvedimenti che vadano a colpire professionisti che hanno abusato di un sistema in cui non vi erano controlli definiti.

Stefano Canti, Pdcs

Partiamo dalla vera esigenza di questo provvedimento normativo, la fuga dei medici. Ma è stato portato un provvedimento in cui vedo solo due cose favorevoli: un contratto certo, la stabilizzazione del lavoro per i medici, e la possibilità di esercitare anche per medici in pensione. Richieste che sono sempre venute avanti da parte dei nostri medici. Sono gli unici passaggi positivi del Pdl. Con questo provvedimento non solo viene concessa ai medici la possibilità di diventare dirigenti, ma anche a chi non lo è. E’ irrispettoso rispetto chi esercita la professione medica. Cosa c’entra far diventare dirigenti chi non esercita la professione medica? Avete creato disparità dentro l’Iss: si vedono aumenti di stipendi che non porteranno vantaggi nei servizi erogati. Doveva esserci un percorso verso l’alto e una qualità migliore dei servizi erogati. E questo lo otteniamo anche attraverso la libera professione medica che è stata normata solo per la parte che interessa il Segretario di Stato, se no venivate criticati, ma ci vuole più coraggio. Bisogna dire che nella passata legislatura ci si è sbagliati. E questo provvedimento non è sufficiente e non darà benefici. Con la dirigenza medica e la libera professione si poteva fare molto meglio, ma è mancato il coraggio sia da parte del Segretario di Stato che da parte di Civico 10. E mi sento dire che ci saranno modifiche poi, ma si doveva fare un provvedimento unico. L’obiettivo che si raggiunge con questo provvedimento è l’aumento dei costi dell’istituto.

Roger Zavoli, Rf

Questa legge rappresenta una svolta, con il mercato del lavoro italiano saremo più competitivi, poi si introduce certezza nel sistema retributivo, si eliminano aspetti discrezionali contrariamente a quanto dice qualche commissario dell’opposizione. C’è chiarimento nell’aspetto dell’esclusività di lavoro, regolamentazione del lavoro medico dopo la professione, il superamento della logica degli scatti di anzianità… .Certo le spese vanno tenute sotto controllo, ma la Salute è il valore più alto. Voteremo certamente a favore.

Franco Santi, Sds Sanità

Per ribadire che si tratta di un primo passaggio normativo che dovrà riguardare una riorganizzazione dell’Istituto per la sicurezza sociale. Sono convito che volontà di esecutivo e maggioranza è di sostenere l’istituto anche con investimenti importanti, come quello previsto da questa normativa, sulla risorse umane. È una volontà politica molto precisa che credo vada nella giusta direzione. Mi auguro ci siano poi successivi momenti di confronto e dibattito per completare un quadro normativo che sottende questo Pdl e che possa essere arricchito da altri passaggi a completamento degli obiettivi generali.

Emmanuel Gasperoni, Rf, Presidente

Per ragioni di opportunità mi asterrò dal voto al Pdl.

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