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Colonnine aziendali per le auto proprie e per quelle dei clienti

da Redazione

Oltre a quelle pubbliche, sempre più imprese le installano, anche per il marketing. Manuel Gasperoni (Enerlight Srl): “Interessati gli hotel in riviera e gli stabilimenti di San Marino”.

Manuel Gasperoni Enerlight colonnina

 

di Daniele Bartolucci

 

Mobilità sostenibile, attenzione per l’ambiente, ma anche un’operazione di marketing territoriale e aziendale vera e propria, per stare al passo con un mercato sempre più competitivo e internazionale. La chiave di tutto ciò sembra essere diventata la “colonnina”, ovvero il punto ricarica per auto elettriche che, stando l’ultimo studio diffuso da Acea, ha raggiunto quota 100.000 “prese” in Europa, concentrati “per il 76% in soli quattro paesi (Paesi Bassi, Germania, Francia e il Regno Unito)”. Proprio questa settimana, infatti, l’Unione è chiamata a votare il piano per il futuro delle emissioni degli autotrasporti e, seguendo la linea della Commissione Ue – sostengono i costruttori europei – sarebbero necessari almeno 2 milioni di punti di ricarica entro il 2025, mentre la proposta del Parlamento ne prevede 8,4 milioni nei prossimi 12 anni. Tralasciando la discordanza, si tratta comunque di numeri importanti, che denotano un settore in rapida espansione, direttamente collegato all’aumento di auto elettriche e ibride che si sta registrando anche in Paesi tendenzialmente meno “innovativi” come l’Italia, ad esempio. Ma anche la stessa San Marino, che proprio in questi mesi sta – finalmente – attivando il suo primo progetto di ricariche pubbliche (vedi Fixing nr 26). “In verità di colonnine e punti ricarica ce ne sono già diversi in Repubblica, installati dai cittadini nelle loro abitazioni o, come sempre più spesso accade, dalle attività economiche”, spiega Manuel Gasperoni di Enerlight Srl, azienda specializzata e prima ad offrire l’installazione delle colonnine elettriche a San Marino.

 

PER IL PARCO AUTO E PER I CLIENTI


“La colonnina di ricarica”, spiega Gasperoni, “è sempre più richiesta ma non sempre segue l’immatricolazione di auto elettriche, perché le necessità sono diverse. Ovviamente, per quanti acquistano un’auto elettrica è normale installare una wallbox in casa o una colonnina, lo stesso dicasi per un’azienda che rinnova il proprio parco auto con mezzi elettrici o ibridi che necessitino quindi di una ricarica veloce e sempre a disposizione. Ma oggi è diventato anche un fattore di marketing, perché il mercato è sempre più competitivo e anche un accorgimento di questo tipo può fare la differenza”. Per esempio? “Sempre più spesso negli hotel della riviera arrivano turisti a bordo di auto elettriche, e le colonnine pubbliche non sempre sono vicine o disponibili. Per cui l’albergatore investe in queste tecnologie proprio per intercettare questi clienti, sfruttando le possibilità date dalle app, che evidenziano appunto la geolocalizzazione delle proprie colonnine. Nel turismo, hotel e ristoranti sono attualmente le imprese più sensibili, al pari dei centri commerciali, di cui ogni settimana arrivano notizie di nuove stazioni di ricarica in Italia e anche nel circondario”.

Sembrerebbero meno interessate le imprese tradizionali, ma non è così: “Al contrario, infatti, gli imprenditori sono molto attenti alle esigenze interne ma anche esterni e quando si parla di accoglienza ai clienti, non possono non valutare quanti si muovono con auto elettriche. Per questo, già da qualche tempo, sempre più aziende si interessano alle colonnine di ricarica, perché se non per le proprie auto, vogliono offrire un servizio a quanti si recano nei loro negozi, uffici e stabilimenti. Inoltre”, commenta Gasperoni, “avere un punto di ricarica equivale oramai ad una certificazione, di attenzione per l’ambiente e di innovazione, che può rappresentare un plus rispetto ai competitor”.

 

NUOVE TECNOLOGIE PER TEMPI PIÙ RAPIDI


“La ricerca in questo settore sta facendo passi in avanti ogni giorno”, spiega Gasperoni: “Come per le auto elettriche si sta raggiungendo un buon livello di efficienza, così viene aumentata l’autonomia delle batterie e, di conseguenza, le nuove colonnine di ricarica stanno diventando sempre più performanti, con tempi di ricarica sempre più contenuti. Stiamo comunque parlando di tempi più lunghi di un normale pieno di benzina, e proprio per questo le colonnine vengono posizionate sempre più spesso in prossimità di punti di interesse, come centri storici e, appunto, aziende, dove l’auto resta ferma e si ricarica, senza ulteriori perdite dti tempo”.

 

IL PIANO MAY: PUNTI RICARICA OBBLIGATORI IN TUTTE LE CASE

 

“Road to Zero”: così il Governo di Theresa May ha chiamato il report presentato nei giorni scorsi per spiegare in che modo il Regno Unito si prepara verso l’ambizioso obiettivo di vietare la vendita di automobili a combustione interna (ibride comprese, a quanto pare) a partire dal 2040. Un traguardo senza dubbio difficile da raggiungere, ma non impossibile. Soprattutto se supportato da una politica adeguata che promuova l’acquisto di auto elettriche e privilegi rispetto ad altri chi prenderà la pionieristica decisione di acquistare un’auto a zero emissioni locali in favore di una diesel o benzina. Uno degli elementi imprescindibili di questa politica è un massiccio piano che incentivi l’installazione capillare dei punti di ricarica. Per questo, tra i primi punti del report vi è l’intenzione di rendere obbligatoria la presenza di colonnine o wallbox nelle abitazioni di nuova costruzione o ristrutturazione in Inghilterra, anche se non sono state fornite tempistiche in merito. I punti di ricarica, inoltre, dovranno essere installati anche in tutte le principali stazioni di servizio posizionate in corrispondenza delle strade ad alto scorrimento. Tutte direttive che seguono un preciso obiettivo, ormai dichiarato da molti Paesi: mai più diesel e, ora, nemmeno benzina.

 

DOMENICALI: “LAMBORGHINI ELETTRICA, APERTO IL LABORATORIO”

 

Stefano Domenicali, numero uno della casa di Sant’Agata Bolognese ha svelato nei giorni scorsi il progetto più segreto della Lamborghini: “Il laboratorio delle elettriche è aperto”. Non si parla ancora di produzione, ma si guarda al futuro e allo sviluppo della nuova tecnologia, per comprenderne vantaggi e sperimentare nuove idee, perfino sul “suono” delle vetture a batteria. “Se mi chiede la conferma della sua prossima entrata in produzione non posso risponderle”, ha dichiarato a Repubblica. “Non si sa ancora nulla. E non è detto che la macchina un giorno si farà, ma stiamo lavorando al progetto. Con un gruppo di lavoro specifico”. Insomma, “il laboratorio è aperto. E sarebbe sbagliato non aprirlo perché ci aiuta a capire tante cose, legate al futuro e ai nostri clienti. Ci aiuta a valutare in modo più chiaro molti aspetti delle vetture di domani”. Anche sul suono? “Chi l’ha detto che un’auto elettrica non debba avere un rombo piacevole?”.

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