RIMINI – È stato firmato oggi il nuovo accordo territoriale che regola i contratti di affitto a canone concordato nel Comune di Rimini. Il nuovo accordo agevolativo, sottoscritto da sette organizzazioni di proprietari edili e quattro sindacati degli inquilini, aggiorna il precedente accordo che risaliva al 2004.
Il territorio resta suddiviso in quattro zone: è stata ampliata la zona 1 che comprende ora tutto il territorio che parte dal deviatore Marecchia e percorre a monte la Via Caduti di Marzabotto, Via Euterpe, Via della Repubblica, Via Pascoli sino alla ferrovia e si estende sul lungomare fino a Via Firenze. All’interno della zona 1 è stata individuata la zona “centro storico”. La zona n. 2 comprende invece la fascia costiera sud e nord sino al confine con Riccione e Bellaria Igea Marina e si estende a monte lungo tutta la statale SS16 oltrepassandola in alcuni tratti ove è presente una particolare urbanizzazione. La zona 4 comprende tutta la parte a monte della statale, con esclusione di qualche agglomerato urbano, identificato come zona 3.
Questa nuova ripartizione del territorio si unisce alla rimodulazione delle fasce di oscillazione del canone mensile, cercando di correggere alcune anomalie del precedente accordo che faceva registrare prezzi troppo bassi per gli alloggi di piccole dimensioni e al contrario prezzi troppo alti per alloggi di grande metratura, premiando in particolare le abitazioni che rispondono a standard molto alti di risparmio energetico e di comfort. Al contrario vengono abbassati gli alloggi che presentano standard di qualità molto bassi, fermo restando l’obbligo che tutti gli impianti siano conformi alla legge.
Le fasce di oscillazione potranno essere adeguate in presenza di alcune clausole contrattuali che favoriscono l’inquilino quali una maggiore durata del contratto, un deposito cauzionale di minore entità o la sua completa assenza, un preavviso di recesso di durata inferiore a quella che solitamente è contemplata pari a 6 mesi. Meccanismi premiali anche per gli immobili di recente costruzione o oggetto di una totale ristrutturazione con classe energetica A – B e C.
La percentuale di adeguamento diminuisce gradualmente con l’aumentare della metratura attestandosi a prezzi pressoché uguali a quelli vigenti per alloggi di metratura intorno ai 50 mq. Dopo i 50 mq. i prezzi subiscono una diminuzione graduale in rapporto alla metratura, con un calo di circa il 17% per appartamenti di circa 110 mq. I prezzi degli affitti, soprattutto degli alloggi di piccola e media dimensione rimangono nettamente al di sotto dei prezzi di mercato.
Per cercare di eliminare la piaga del mercato degli affitti a nero o irregolari, l’Accordo recepisce le disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale del 16 gennaio 2017, assegnando ai sindacati degli inquilini e alle organizzazioni della proprietà edilizia il ruolo di certificatori della correttezza e regolarità dei contratti.
“Si tratta di un accordo che non esagero nel definire storico – sottolinea il vicesindaco Gloria Lisi – Al quale stiamo lavorando da quando ci siamo insediati. Un accordo non facile e non solo perché si tratta di compattare una decina di soggetti diversi, ma perché mira a conciliare interessi che sono di natura decisamente contrapposta. In questo caso si è fatto uno sforzo per mettere al centro il bene della comunità, che si poggia sul diritto all’abitare. Attraverso questo accordo – che non solo valorizza le soluzioni abitative più moderne e sostenibili, ma che tiene in considerazione le esigenze delle nuove tipologie di famiglie – vogliamo arrivare ad utilizzare per le famiglie, per le coppie giovani, per chi ha bisogno una parte importante dei 14mila alloggi attualmente sfitti presenti sul territorio. Per questo sia l’Amministrazione sia le associazioni firmatarie lavoreranno per promuovere il più possibile le opportunità offerte dal nuovo accordo”.
Il nuovo accordo entrerà in vigore il 15 settembre 2018 con validità di tre anni. A settembre saranno organizzati alcuni incontri nel corso dei quali le Organizzazioni firmatarie saranno a disposizione dei diversi ordini ed enti operanti sul territorio per spiegare il contenuto dell’accordo.