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Spending Review: molti i progetti rimandati di mesi o anni

da Redazione

L’obiettivo fissato in finanziaria è di ridurre la spesa corrente del 2,5% nel 2018: il Governo punta a raggiungere la quota con interventi subito sugli immobili pubblici e piani di risparmio, a partire dall’ISS, per i quali ha incaricato Dirigenti e Direttori, ma di cui ancora non c’è traccia.

 

di Daniele Bartolucci

 

Da una parte la riduzione della spesa corrente, dall’altra il recupero di efficienza della Pubblica Amministrazione che può trasformarsi in un “volano” per l’economia del Paese. In poche parole, la Spending Review.

Quella che (come tutti i Governi di San Marino dall’inizio della crisi) il Governo targato Adesso.sm ha annunciato fin dall’inizio della sua legislatura e che ora inizia a concretizzarsi. Anche se molti dei progetti più incisivi si vedranno solo più avanti. A tal proposito è interessante confrontare le linee di indirizzo della maggioranza con le proposte che avevano fatto le associazioni di categoria l’anno scorso, elencate in una lettera sottoscritta da ANIS, OSLA,UNAS e USOT. A parte il delicato ma improcrastinabile rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici (si veda il numero precedente di Fixing), su cui è in atto un confronto quasi “muro contro muro” con i sindacati, il Governo non ha recepito granché di quelle indicazioni, se non appunto, accennando a progetti futuri o rimandando gli interventi alle relazioni dei vari Dirigenti e Direttori, impegnati comunque a rispettare una tempistica abbastanza stringente. Come quella, del resto, che lo stesso Governo si è dato, perché “In conformità con le proposte contenute nella relazione predisposta dal gruppo di lavoro istituito ai sensi dell’articolo 15 della Legge 7 agosto 2017 n. 94, il Congresso di Stato è impegnato a presentare al Consiglio Grande e Generale, entro il 30 aprile 2018, il piano esecutivo pluriennale delle misure finalizzate alla riduzione e riqualificazione della spesa corrente in coerenza con gli obiettivi fissati dal comma 7 del medesimo articolo 15, che per il 2018 fissa la soglia del 2,5%”. Come noto tale riduzione dovrà diventare del 10% nel triennio, ma per le associazioni di categoria tale soglia è “ampiamente insufficiente”, come hanno ribadito a più riprese in questi mesi. Tanto che si sarebbero aspettate un’azione più incisiva già nella relazione presentata dal Segretario di Stato agli Affari Interni Guerrino Zanotti in Consiglio Grande e Generale. Cosa che non è detto avvenga quando verranno presentati appunto i vari progetti singoli, come quello che riguarda l’ISS o l’introduzione dell’ICE, una sorta di ISEE sammarinese.

 

GLI ALTRI TEMI: FESTIVITÀ, CONTRATTI ED ENERGETICI

 

Ovviamente ANIS, OSLA, UNAS e USOT hanno chiesto e proposto molto altro, che non trova corrispondenza per ora nel piano del Governo, come ad esempio “la riduzione del numero delle festività, con le relative compensazioni, al fine di recuperare capacità produttiva”. Resta forte invece l’attenzione soprattutto sulla “revisione dei contratti di lavoro Carisp e Banca Centrale (insieme a quelli dell’intero settore) per riallinearli al contesto attuale”: tema che vede il Governo impegnato in una difficile trattativa, anche perché in questo caso lo Stato è il datore di lavoro, come per i dipendenti pubblici, e questo rende più complicata la richiesta, legittima, di ridurre il costo del personale. Infine va fatto notare che i rappresentanti delle imprese, in più ambiti, non hanno parlato solo di tagli e riduzioni, ma anche di investimenti, come quello nella “gestione dei rifiuti e delle acque”, spronando l’Esecutivo a valutare investimenti per diventare più autonomi e contenere i costi attuali del servizio esterno”.

 

ICE OPERATIVO GIÀ DA GENNAIO


“Appare inevitabile che lo Stato inizi a valorizzare i servizi e le prestazioni che oggi vengono erogati gratuitamente alla popolazione e che di fatto non vengono percepiti in tutto il loro notevole livello qualitativo”, scrivevano le associazioni di categoria a novembre 2017. “In quest’ottica inserire un piccolo contribuito da parte del cittadino avrebbe una duplice valenza: educare al valore del welfare garantito dallo Stato e perseguire nell’immediato un contenimento dei costi e dell’abuso di alcuni servizi o prestazioni. Naturalmente il tutto considerando la capacità di reddito del cittadino sulla base di un indicatore ISE (indicatore dello stato economico dei nuclei familiari), che era già stato previsto di introdurre sin dalla Legge Finanziaria del 2012, per stabilire appunto interventi differenziati a seconda della reale capacità economica dei soggetti. Questo a nostro avviso potrebbe essere utilizzato in tutti gli ambiti del welfare, dagli assegni familiari e di studio agli ammortizzatori sociali (su quest’ultima siamo in attesa della riforma complessiva)”. A che punto è l’ICE? “Il Congresso di Stato è impegnato a presentare alle parti sociali la bozza di decreto delegato “Indicatore della condizione economica per l’equità” – ICEE e le linee di intervento per l’applicazione dei criteri di valutazione della condizione economica familiare ai fini della determinazione dell’intervento dello Stato e/o delle agevolazioni nei confronti delle famiglie, su diversi ambiti in tempo utile alla sua applicazione a fa data da 1/1/2019″, spiega Zanotti nella sua relazione. “Gli ambiti principali individuati sono: Fondo Straordinario di Solidarietà, Credito Sociale, Assegno familiare Integrativo, Pensioni Sociali, Retta Casa di Riposo / Retta Colore del Grano, Accesso a soluzioni abitative idonee (Edilizia sociale), Interventi a sostegno del diritto all’istruzione, Ammortizzatori sociali”.

 

ISS: UN PIANO DI RISPARMI ENTRO L’ANNO


Come si nota subito, la proposta di istituire una sorta di ticket sanitario non è stata accolta, ma sull’ISS l’intenzione è comunque chiara: “Il Comitato Esecutivo elabora le proposte di interventi immediati di riduzione della spesa corrente entro il 2018, quantificandone il risparmio o le maggiori entrate”, ricorda Zanotti, che annuncia: “Il Comitato Esecutivo dovrà presentare uno schema di Atto Organizzativo entro il 31 luglio 2018 in linea con gli obiettivi di riduzione delle UO attuato nella Pubblica Amministrazione”, quindi si presume del 2,5%. In questo piano rientra anche la “riorganizzazione del Servizio Farmaceutico”, che in effetti era stato sollecitato anche dalle categorie economiche, anche se l’idea di queste ultime era anche quella di aprire al mercato privato, essendo un settore che (in Italia ad esempio) ha un ottimo mercato. Inoltre sono previsti: “Esternalizzazione Casa Vacanze Pinarella; organizzazione CUP; ridefinizione delle principali gare d’appalto: pulizie, gestione rifiuti speciali, lava-nolo ecc..”. Infine, “la riduzione delle articolazioni organizzative dovrà in particolare comportare una forte riduzione delle posizioni di Responsabile di Unità Organizzativa”.

 

ACCORPAMENTI: AL VIA LA SECONDA FASE

 

Tra le proposte delle categorie economiche c’era anche quella di verificare tutti gli affitti attivi e passivi, ma soprattutto di attuare un “accorpamento di servizi, uffici e unità organizzative per gruppi omogenei”. Su questo piano, invece, il Governo sembra aver colto lo spirito di riorganizzazione, annunciando già nei mesi scorsi un piano di riorganizzazione che dovrebbe portare a risparmi di circa 400mila euro e si sta procedendo “con diversi progetti, alcuni dei quali quasi a compimento, di accorpamenti fra Uffici e/o servizi, come nel caso della realizzazione dello Sportello Unico per le Imprese. Gli accorpamenti avranno diverse finalità – migliorare la qualità e il tempo di risposta, evitare lungaggini burocratiche, recuperare risorse umane da destinare ad altre mansioni, limitare il ricorso a sostituzioni, razionalizzare gli spazi che accolgono queste U.O. con l’obiettivo di compiere sensibili risparmi per affitti passivi ecc. Naturalmente non sempre corrisponderanno risultati immediati o completi, e soprattutto dobbiamo pensare ad una amministrazione organizzata su modelli che sono di fatto work in progress. La distribuzione del personale all’interno delle singole UO avrà una direzione in senso quantitativo ma soprattutto qualitativo da sottoporre al confronto con le Organizzazioni sindacali. A titolo non esaustivo si evidenziano alcuni accorpamenti. Nell’ambito del Dipartimento Finanze e Tesoro che vedrà il trasferimento delle funzioni dell’Ufficio Filatelico e Numismatico in capo a Poste S.p.A.. Nel nuovo dipartimento verrà trasferita la “Sezione dati e statistica” e il “Controllo di gestione”. Nell’ambito del Dipartimento Territorio le funzioni scientifiche del Centro Naturalistico verranno trasferite all’UGRAA e si sta valutando il passaggio della parte museale agli Istituti Culturali. Si sta inoltre valutando l’opportunità di istituire lo “Sportello unico per l’Edilizia” che vedrà l’accorpamento dell’UO per l’Edilizia con lo Sportello per l’energia, nonché l'”Ufficio di Vigilanza edilizia ed ambientale” che vedrà l’accorpamento dell’UO Prevenzione e Ambiente con l’Ispettorato di Vigilanza”. E “altre valutazioni sono ancora in corso”.

 

APPALTI E ACQUISTI: IN AUTUNNO LA RIFORMA


Una delle richieste prioritarie delle categorie economiche era la revisione del “sistema degli acquisti l centrale unica acquisti stazioni appaltanti”, ricordando che, ad oggi, ISS e Aziende Autonome fanno per conto loro. In parallelo, hanno richiesto la tanto attesa “riforma degli appalti opere pubbliche”. Anche su questo piano il Governo ha dato disponibilità, ma rimandando tutto ai prossimi mesi: “Gli interventi necessari hanno lo scopo di rafforzare la trasparenza e la pubblicità degli atti legati agli appalti pubblici e favorire il controllo dei partecipanti senza penalizzare le ditte sammarinesi con appesantimenti burocratici. La riduzione del numero delle stazioni appaltanti è in linea con l’obbiettivo di conseguire economie di scala e minori costi per l’Amministrazione. Entro ottobre 2018”, annuncia Zanotti nella relazione, “sarà presentata una proposta stralcio sui primi interventi di Revisione delle norme in materia di: appalti pubblici e procedimenti di autorizzazione della spesa, ad opera del Dipartimento Funzione Pubblica e del Dipartimento Finanze; finanza di progetto, ad opera del Dipartimento Territorio e Ambiente”.

 

ESTERNALIZZAZIONI: QUALCOSA SI MUOVE

 

Le esternalizzazioni sono un tema caro alle associazioni di categoria, che hanno proposto il totale “abbandono da parte dello Stato di tutte quelle attività che non gli sono proprie ed essenziali e svolge a costi sicuramente molto più alti rispetto a quelli di mercato”.

Un esempio “emblematico” è la Casa di Riposo, ovvero di “come un servizio da esternalizzare, venga invece addirittura implementato con costi ulteriori da quantificare”.

“Entro il 31 luglio 2018”, annuncia quindi Zanotti, “l’Ufficio Acquisti e Logistica dovrà presentare un’analisi dei costi e dei ricavi del Servizio Affissioni, in relazione anche al numero del personale, agli spazi adibiti ed alle agevolazioni previste dalle norme vigenti, al fine di una eventuale esternalizzazione o concessione. Entro il 30 settembre 2018 l’AASS dovrà presentare un’analisi dei costi e dei ricavi del Macello Pubblico, al fine di una eventuale esternalizzazione a soggetto consorziato o privato”.

Questi i primi due casi, a cui potrebbe aggiungersi l’attività dell’Ufficio Filatelico e Numismatico, con l’esternalizzazione delle vendite internazionali dei prodotti filatelici e numismatici a soggetto privato e la concessione del servizio spedizioni dei prodotti filatelici e numismatici a Poste S.p.A. per fasi; la distribuzione della parte commerciale a più soggetti (es. Museo Filatelico e Numismatico, Ufficio Informazioni turistiche, Uffici postali); il passaggio dell’attività di controllo alla Direzione della Finanza Pubblica – sezione provveditorato”.

In tal senso, “il Dipartimento Finanze entro il 30 novembre 2018 dovrà presentare una proposta”.

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