Home FixingFixing IAM srl, fruitori dei cassonetti: fate uno sforzo in più

IAM srl, fruitori dei cassonetti: fate uno sforzo in più

da Redazione

Succede che quando una persona si reca all’isola ecologica per il conferimento e trova i cassonetti pieni, piuttosto che prendersi la briga di percorrere qualche centinaio di metri in più e vedere se l’isola successiva è meno “carica”, preferisce scaricare i materiali a terra.

 

di Mirkare Manzi

 

Dopo aver trattato le ultime le novità normative (ADR), questa volta mi soffermo sulla stretta attualità. Una “fotografia” che a molte persone è capitata davanti agli occhi è quella dei “fruitori” dei cassonetti, quindi parliamo di educazione (e, purtroppo, di maleducazione) e di rispetto verso l’ambiente. Nelle ultime settimane si è acuita una “problematica” piuttosto grave: l’abbandono selvaggio dei rifiuti ai margini dei contenitori preposti alla raccolta. Queste forme di inciviltà recano danni sia all’ambiente che agli altri cittadini. Succede che quando una persona si reca all’isola ecologica per il conferimento e trova i cassonetti pieni, piuttosto che prendersi la briga di percorrere qualche centinaio di metri in più e vedere se l’isola successiva è meno “carica”, preferisce scaricare i materiali a terra.

Non vogliamo puntare il dito solo contro i maleducati: parte della colpa è anche delle ditte private (e ci mettiamo in mezzo anche noi) che effettuano questo servizio. Ma, e non lo scrivo per scagionarci, i “volumi” conferiti nelle isole non sono mai uniformi. Ci sono giorni o periodi in cui i “pesi” sono più o meno in linea con quanto preventivato e su quanto i cassonetti riescono a recepire, altri invece in cui ci troviamo a dover operare con quantità enormi. Questo accade quando le imprese – e lo voglio sottolineare per evitare malintesi – in maniera legittima, depositano nei cassonetti chili e chili di materiali di scarto. Ed è chiaro quindi che davanti a certi numeri, i bidoni non reggono.

La pigrizia di alcune persone spesso crea “spettacoli” raccapriccianti: plastica nella carta, materiali ferrosi nell’umido. Nella plastica abbiamo rinvenuto anche rifiuti pericolosi e scarti di qualsiasi attività. Abbiamo trovato anche pneumatici e batterie per le automobili. Sapevate che se portate queste ultime in IAM tornate a casa con 7 euro in tasca?

In un’economia di scala, con il tempo, certi servizi vengono meno. Alcuni di essi sono stati “tagliati” ma questa non deve essere una giustificazione: nelle nostre operazioni quotidiane di “svuotamento” non siamo agevolati da queste forme di mal costume.

Credo che si possa spendere qualche minuto in più al giorno per un conferimento corretto dei rifiuti. Si trascorrono ore e ore sui social e sulle App di messaggistica e comunicazione quindi, volendo, il tempo per proseguire sino all’isola ecologica successiva si può trovare.

Cosa intendo per “rifiuti abbandonati”? Quali sono i pericoli? Quando si smontano gli infissi vecchi di un appartamento e si decide di portarli all’isola, succede che i vetri si rompano. I frammenti spesso vengono lasciati a terra. Oltre al deturpamento dell’isola, il vetro può rappresentare un pericolo perché ci si può ferire. La scusa che ho sentito pronunciare da alcune persone è la seguente: “Mi si è rotto”, oppure “il mio rifiuto è troppo ingombrante”. In questo caso ricordo che si possono conferire all’AASS gratuitamente. Idem con i vecchi tricicli: sono oggetti che contengono non solo plastica ma anche ferro. Se avete il dubbio di dove metterlo (quale cassonetto? Sempre che ci entrino), portateli al Centro Multiraccolta di San Giovanni.

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