L’incontro tra i due in un evento promosso dagli Istituti Culturali. Appuntamento il 10 luglio alle 17 nella Sala Alberoni della Biblioteca.
“Una grande personalità dell’Unesco: Ludovico Lazzaro Zamenhof e i pionieri dell’esperanto a San Marino nel primo ‘900” è il titolo dell’evento il programma martedì 10 luglio alle 17 nella “Sala Alberoni” della Biblioteca di Stato.
A cura degli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino e della Federazione Esperantista italiana, l’incontro apre una finestra importante sull’Esperanto – la lingua ausiliaria, elaborata tra gli anni 70 e 80 dell’Ottocento da Ludwik Lejzer Zamenhof con l’obiettivo di far dialogare i diversi popoli cercando di costruire tra di essi comprensione e pace – e sulla sua diffusione sul Titano. E’ sorprendente il fatto che a San Marino le prime tracce di esperanto risalgano al 1913. Centrale è la figura di Achille Tellini, friulano, che oltra a essere un esperantista di prima scuola fu anche donatore di un cospicuo fondo librario alla Biblioteca governativa della Repubblica di San Marino. Per l’occasione la Biblioteca di Stato allestirà una esposizione di pubblicazioni e documenti, provenienti anche dall’Archivio di Stato, testimonianti l’attività di Tellini a San Marino.
Verso la fine del 1908, Tellini si trasferì a Bologna, dove avviò una libreria antiquaria intitolata a Pietro Zorutti. La permanenza nella città emiliana si protrasse per vent’anni e coincise con un periodo completamente dedito allo studio della filologia, della linguistica e del folclore ladino e friulano, nonché alla divulgazione dell’esperanto. A questa lingua egli dedicò molti sforzi e fatiche, istituendo la prima cattedra italiana, presso la quale insegnò, instaurando relazioni con noti esperantisti europei, partecipando nel 1909, assieme a Lazarus Zamenhof, l’inventore dell’idioma, al congresso internazionale di esperanto di Barcellona. La rivista “Esperanta abelo”, stampata presso l’Ufficio esperantista di Bologna – che coincideva con la prima residenza di Tellini –, accolse i primi due lavori dedicati al friulano, “Leksikona domparo inter lingvoj Friula kaj Provenca” (“Confronto lessicale tra le lingue Friulano e Provenzale”) e “Leksikona komparo inter lingvoj Esperanta kaj Friula” (“Confronto lessicale tra le lingue Esperanto e Friulano”). Le due riviste “Esperanta abelo” e “L’esperanto” furono frutto della collaborazione tra Tellini, l’allora giovanissimo Bruno Migliorini e padre Giacomo Bianchini, che nel 1916 pubblicarono insieme anche un “lunari”.
All’esperanto e ai temi riguardanti il Friuli e il friulano, Tellini dedicò inoltre le prime due riviste da lui redatte, scritte entrambe nella grafia fonetica dell’esperanto dal 1919 al 1923, “Il Tesaur de lenghe furlane”, il cui scopo fu quello di raccogliere tutto il materiale bibliografico attinente al friulano (molto ponderosa, per esempio, fu la parte dedicate a villotte, poesie e racconti popolari), e “La patrje ladine”, con finalità autonomistiche panladine.
Presupposti centrali delle due pubblicazioni furono l’esistenza di una patria ladina, una nazione messa al centro dell’Europa e della quale avrebbero dovuto far parte Friuli, Carnia, Dolomiti Adige e cantone Grigioni; l’individuazione della lingua ladina come fondamento di quest’entità nazionale; l’aspirazione alla nascita di un soggetto autonomo di diritto internazionale che potesse avere un ruolo geopolitico di contenimento e separazione dei nazionalismi italiano, germanico e slavo, avviati velocemente verso un nuovo conflitto (Toffoli).