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Innovazione e trasformazione delle PMI verso l’impresa 4.0

da Redazione

Nasce il fondo IMF 4.0, per dare capitali e competenze alle imprese del Made in Italy. Deiana (Scudo Investimenti Sg): “Un salto di paradigma significativo, con opportunità di crescita”.

Scudo Investimenti Sg sede

 

di Daniele Bartolucci

 

La trasformazione verso l’impresa 4.0 necessita di competenze e capitali, soprattutto per le PMI italiane e sammarinesi.

Ed è proprio al loro sviluppo e agli investimenti necessari a concretizzare l’immenso potenziale che ha il “made in Italy”, che Scudo Investimenti Sg, la SGR di Banca CIS, ha costruito il nuovo fondo IMF 4.0, acronimo di “Innovative Made in Italy Fund”, che investirà ma soprattutto accompagnerà la crescita delle PMI italiane, sammarinesi e europee consolidate ed in fase di espansione, con una forte vocazione all’export, operanti in settori tipici del Made-in-Italy: manifattura, agro- alimentare, soluzioni ambientali e per l’energia, turismo, fintech.

“Viviamo sempre di più in un sistema a rete globalizzato in cui ci sono settori che diventano immensamente grandi e che costituiscono l’hardware del sistema stesso (banche, infrastrutture, sistemi farmaceutici, automobilistici, aeroportuali). Ma”, avverte Angelo Deiana, Consigliere Delegato di Scudo Investimenti Sg, “la realtà produttiva italiana invece è esattamente l’opposto: la grande impresa non esiste quasi più, ma è rimasto un tessuto di PMI che ha in potenza delle caratteristiche adatte per il futuro, ma fatica a svilupparle sia per mancanza di capitali, sia perché tende a mantenere all’interno della famiglia dell’imprenditore i processi manageriali. Ha in altre parole una grande competenza commerciale e tecnico-artigianale, ma esporta quasi ‘per caso’, solo perché qualcuno domanda il prodotto”.

Di fatto, “le nostre PMI hanno bisogno di una forte iniezione di ‘conoscenze e competenze manageriali’, anche per gestire la rete del Mondo 4.0 e trasformarla da strumento a strategia.

Ma il punto fondamentale è la mancanza cronica di capitali ed il ricorso continuo alla leva bancaria”, spiega Deiana. Al contrario di altri sistemi economici: “A parità di dimensioni medie delle PMI (fatturato, dipendenti, ricavi), gli italiani fanno impresa con il 17% di capitali propri, mentre negli USA e nel Regno Unito la media è del 70 %, e gli altri Paesi europei si collocano intorno al 40%”.

Il destino sembra già tracciato, ma non è così: “Se affrontati con strumenti adeguati come fondi di private equity mirati, quelli che possono essere considerati fattori di scarsa competitività possono trasformarsi in piattaforme di valore aggiunto. Le PMI italiane e sammarinesi, infatti, sono tra le più adatte a cogliere i benefici di un cambio di paradigma ancora più marcato del 4.0”, spiega convintamente Deiana.

“Infatti, le imprese dei settori tradizionali ad alta vocazione di export possono beneficiare dell’integrazione delle innovazioni 4.0 per valorizzare il loro tasso di unicità e creatività, cooperare tra loro pur mantenendosi agili”. Senza dimenticare le imprese appartenenti ai settori più innovativi, che “possono realizzare ancora più efficacemente degli altri beni e servizi a supporto della trasformazione 4.0, a beneficio dell’industria globale”.

Anche per questo si è pensato ad uno strumento come IMF 4.0, nell’ambito di una “rivoluzione” appena partita e che avrà una crescita esponenziale nei prossimi anni: “Si prevede che la digitalizzazione della filiera 4.0 incrementerà la produttività di oltre il 25%”, spiega Deiana, “grazie ad impianti produttivi automatizzati e completamente digitalizzati, produzioni su vasta scala di prodotti personalizzati e produzioni di nicchia, dislocabili geograficamente in base alla domanda”.

“Le ulteriori innovazioni dell’NPR (Next Production Revolution, la nuova evoluzione del 4.0)”, prosegue Deiana, “possono spingere a realizzare beni e servizi in forme innovative. Tra questi spiccano i macchinari ed i prodotti per energia ed economia circolare ma anche i servizi a più alto valore aggiunto come il fintech e il comparto dei servizi turistici”.

Una rivoluzione, anzi, “un salto di paradigma significativo”, commenta Deiana, “che avverrà attraverso lo sviluppo delle competenze digitali, l’integrazione della filiera industriale, la gestione strategica dei dati, la sicurezza informatica, la rivoluzione nel searching”. Ma anche “l’importante mole di investimenti pubblici e privati che verranno attivati. Si va dai 140 miliardi di euro all’anno che le industrie europee investiranno nel 4.0 entro il 2020, al nuovo Fondo Venture UE che prevede di investire 2,1 miliardi di Euro che genereranno, a loro volta, ulteriori 6,5 miliardi di investimenti. Senza dimenticare che il Piano italiano di Impresa 4.0 con investimenti pari a 9,809 miliardi di euro”.

 

PRIVATE EQUITY FOR INNOVATION


In questo ambito, IMF 4.0 è il primo fondo di investimento di diritto sammarinese dedicato alla trasformazione 4.0 del Made in Italy. Il Fondo investirà prevalentemente in Italia e a San Marino e avrà il supporto di un Advisory Team, che promuoverà la raccolta del fondo, la ricerca delle aziende target, lo scouting, la selezione e la predisposizione dei piani di investimento/disinvestimento. Anche il modello di intervento sarà innovativo perché coniugherà ricerca e sviluppo, open innovation, corporate venture, PMI innovative ed ecosistema delle start up. Tutto questo si sostanzierà in una piattaforma di relazioni strutturate con Università, Centri di Ricerca, Incubatori/Acceleratori, reti professionali e imprenditoriali. Il tutto supportato da un’approfondita conoscenza tecnica e tecnologica dei settori di riferimento da parte del Team di Advisory, al fine di orientare l’innovazione verso le reali necessità del mercato. Il Fondo sarà comunque gestito con un approccio industriale e non strettamente finanziario (capitale paziente) orientato a sostenere il percorso evolutivo delle imprese, con partecipazione attiva nella gestione aziendale, anche attraverso il potenziale co-investimento con partner industriali e governativi, nazionali e internazionali. L’obiettivo di raccolta del Fondo è di 100 milioni di euro fino a un massimo di 200 milioni. Si procederà all’avvio dell’operatività piena al superamento dei primi 60 milioni di commitment. Il Fondo prevede di erogare ai sottoscrittori (ovvero a clienti istituzionali o professionali) un rendimento del 7% annuo e del 20% alla chiusura del Fondo stesso che ha un orizzonte temporale di 8 anni allungabile al massimo di ulteriori 3 anni. La gestione operativa sarà dispiegata in conformità a un modello organizzativo che, in linea con il Regolamento del Fondo e la governance della Scudo Investimenti SG, prevedono per ciascuna struttura alcune specifiche funzioni. Scudo Investimenti SG garantirà, in conformità alle previsioni degli organi di vigilanza della Repubblica di San Marino, le funzioni di controllo tipiche dei veicoli di investimento con i sottoscrittori: revisione/collegio sindacale, audit, compliance, certificazione, verifica e rispetto della normativa antiriciclaggio, gestione amministrativa del Fondo (rapporti contrattuali con gli investitori, richiami, investimenti, disinvestimenti, rapporti con la banca depositaria, ecc.). In questo ambito, il CdA della SG delibera gli investimenti (ed i disinvestimenti) su proposta del Comitato Investimenti del Fondo, consultato – ove necessario – il Comitato Conflitti.

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