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Lo “stilista” Roberto Molari del Consorzio Vini Tipici presenta la nuova collezione

da Redazione

Gli “outfit” delle bottiglie e il “lancio” dei nuovi nettari di Bacco.

Roberto Molari

 

“Il vino raggiunge la bocca e l’amore raggiunge gli occhi. Questa è la sola verità che ci ha dato conoscere” scrisse William Butler Yeats. Se poi i nettari di Bacco si presentano con eleganza, è più facile che incontrino i palati. Lo sa bene il Consorzio Vini Tipici di San Marino che da qualche mese si è messo “a disegnare e cucire” una nuova linea di outfit. “Da aprile ci siamo vestiti di nuovo – racconta il Responsabile commerciale Roberto Molari -. Siamo partiti dalle etichette delle linee dei Castelli e del Grilet per arrivare al restyling del Biancale e del Roncale. Abbiamo poi iniziato il lancio di nuovi prodotti dedicati alla ristorazione come ad esempio il ‘Nove’, uno chardonnay in purezza, e il ‘Valdragone frizzante’. Per la ‘Ribolla’ invece siamo quasi pronti: l’obiettivo è di uscire a inizio estate”.

“La ‘Ribolla’ era già presente dentro al ‘Roncale’ ma abbiamo deciso di crearne uno ‘in purezza’. Anche il ‘Cabernet’ è già in uso: gli uvaggi si trovano sia nello ‘Sterpeto’ che nel ‘Tessano’. La nostra intenzione, anche in un’ottica di allargamento delle proposte, è quello di realizzarlo ‘in purezza’ già nel 2019”.

I “vestiti” invece sono nuovi. “Alcune etichette avevano raggiunto e finito il loro percorso così le abbiamo fatte rivedere per rafforzarci all’interno della Repubblica di San Marino ma anche per essere pronti ad entrare in altri Paesi dove la concorrenza è più forte. Avevamo bisogno di un’etichetta che avesse più appeal e che allo stesso tempo sapesse farsi portatrice di un messaggio importante: ‘legare’ i vini al territorio di origine”.

“Lo scorso autunno abbiamo iniziato un lavoro di squadra per riflettere dove vogliamo andare e cosa serve per raggiungere gli obiettivi. La base qualitativa dei prodotti c’era e c’è tuttora: i vini di San Marino sono validi e sono in grado di reggere il confronto con la concorrenza. Continuiamo a ricevere riconoscimenti internazionali. Un anno fa (maggio 2017) al ‘Concours Mondial de Bruxelles’ il ‘Tessano’ 2012 e il ‘Roncale 2015’ si sono aggiudicati la medaglia d’argento nelle rispettive categorie. Questi premi ci hanno dato ulteriore sicurezza sulla qualità dei nostri prodotti”.

Lo sguardo di Roberto Molari è già rivolto al futuro: due le ‘linee’, una più tradizionale e una, come detto, che riguarda la ristorazione. “Per dare seguito a ‘Tre’ abbiamo lanciato ‘Nove’. Anche in questo caso il richiamo a San Marino è forte: tre sono le Torri, nove i Castelli. Il ‘Valdragone frizzante’ invece è un ‘bollicina’ che mancava. Cerchiamo di far percepire sempre di più che il Consorzio Vini è una realtà produttiva eccellente: abbiamo 120 ettari di vigneti e 100 soci che conferiscono le proprie uve. Riusciamo a produrre tra le 650 mila e le 700 mila bottiglie all’anno, numeri davvero importanti. Il nostro disciplinare ha maglie più strette rispetto a quello italiano e pone ‘paletti’ molto rigidi che abbracciano tutto il processo ‘uva-vino’. Tutto il processo di vinificazione avviene in casa”.

L’attenzione però non si ferma solamente ai vini.

“Da tempo è stato installato sul tetto della ‘Wine house’ una serie di pannelli fotovoltaici. Abbiamo poi operato sulla grammatura del vetro delle bottiglie, anche per un discorso legato all’inquinamento: ora sono più leggere. È stato poi attivato un progetto di recupero delle vinacce, che vengono utilizzate come compost. Lo stesso progetto è stato poi allargato anche alle aiuole pubbliche”.

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