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Sciopero Generale: Mercoledì 30 maggio tutti in Piazza della Libertà!

da Redazione

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SAN MARINO – “Uniti per il paese”: per l’equità, per il lavoro e lo sviluppo, per sapere tutta la verità sulle banche e sul debito pubblico! Attorno a queste parole d’ordine la CSU chiama tutti i lavoratori, i disoccupati, i pensionati e i cittadini ad aderire allo sciopero generale di mercoledì 30 maggio e a partecipare in massa alla manifestazione sul Pianello, durante i lavori consiliari.

Uno sciopero dalle molteplici ragioni, che la CSU ha proclamato su mandato delle migliaia di lavoratori che hanno partecipato alle recenti assemblee e dell’Attivo dei delegati, per dire basta ad un metodo di governo unilaterale in cui il confronto è solo di facciata, e perché si metta fine alla contrapposizione frontale tra le forze politiche, che non perdono occasione per scagliarsi l’una contro l’altra. Senza confronto e senza coesione non si può realizzare un progetto di sviluppo condiviso, efficace e lungimirante, che permetta ad un paese indebolito e lacerato da dieci anni di crisi di sistema, di risalire la china.

“La nostra richiesta di confronto reale e di coesione l’abbiamo portata fino ai Capitani Reggenti, ha sottolineato il Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini nell’introduzione della conferenza stampa di questa mattina. Le massime cariche dello Stato hanno accolto l’invito a farsi portavoce nelle diverse sedi istituzionali della necessità di affermare un metodo di maggiore confronto con le parti sociali, e sul piano generale di mettere fine ad un clima di scontro politico fin troppo acceso.”

Molti i motivi dello sciopero, ma non si può che partire dall’equità. “La riforma 2013 – ha spiegato Giuliano Tamagnini – ha raddoppiato il carico fiscale per i lavoratori e pensionati, mentre ha prodotto praticamente nulla sulle categorie del lavoro autonomo. Pertanto il Governo deve attivare finalmente un’efficace azione di controlli e accertamenti che faccia luce sui redditi di tutti i contribuenti e sconfigga una volta per tutta la diffusa elusione ed evasione fiscale, che sottrae risorse ingenti al bilancio dello Stato. Se si devono fare sacrifici, i lavoratori e i pensionati non ci stanno ad essere i soliti bersagli predestinati. Anche le altre categorie siano chiamate a fare la loro parte, con dichiarazioni dei redditi che siano il più possibile aderenti alla realtà!

In tal senso anche la patrimoniale doveva essere un’occasione per l’equità. Abbiamo chiesto delle correzioni importanti, ma l’Esecutivo non ci ha ascoltato. Su questa tassa non abbiamo pregiudiziali, ma ha senso se vengono sommati beni mobili e immobili, su cui applicare aliquote progressive, in modo tale da chiedere molto a chi ha molto, poco a chi ha poco, e nulla a chi è in difficoltà. Questo avrebbe contribuito ad incrementare in modo significativo il bilancio dello Stato, in una fase di grandi difficoltà, invece è l’ennesima occasione persa. Al contempo andava anche abolito il segreto bancario, per permettere la massima trasparenza su capitali e patrimoni. Ma anche questa richiesta è stata ignorata.”

Sulla tassa Patrimoniale, la maggioranza peraltro ha imposto un ordine del giorno consiliare che prevede la conclusione e ratifica del relativo Decreto entro la seduta consiliare di martedì, proprio per arrivare allo sciopero a cose fatte, evitando così il confronto con la piazza. Un metodo che la CSU stigmatizza con forza.

La CSU, i lavoratori e i cittadini vogliono la massima chiarezza sul debito pubblico, su cui si intreccia la vicenda Cassa di Risparmio e banche. “Su 330 milioni di debito – ha puntualizzato Giuliano Tamagnini – 220 milioni derivano dalla ricapitalizzazione di Carisp. Ora si avanza l’ipotesi di caricare sul bilancio pubblico altri 534 milioni per la vicenda Delta, portando il debito complessivo a oltre 860 milioni. Un macigno pesantissimo per il nostro piccolo Stato. Noi vogliamo sapere tutta la verità sulla situazione delle banche. Si rendano pubblici gli esiti dell’Aqr, di cui non si hanno più notizie, mettendo tutte le carte sul tavolo e spiegando ai cittadini i passi necessari. Lo sviluppo passa necessariamente per il superamento della crisi delle banche, perché è dal sistema creditizio che devono arrivare le risorse per la ripresa economica e l’occupazione.”

Il Segretario della CDLS Gian Luca Montanari punta il dito sulla legge di bilancio dello scorso dicembre: “Su questa manovra non c’è stato un confronto né reale né leale. Il Governo ha proceduto a colpi di decreto su temi cruciali come le revisione della spesa, tagliando a senso unico lo stipendio dei lavoratori PA e modificando regole contrattuali, così come con l’introduzione della Patrimoniale, su cui l’Esecutivo ha deciso tutto da solo. Siamo di fronte a una politica di austerità e di tagli lineari senza l’indispensabile premessa dell’equità, ovvero di un reale accertamento dei redditi che assicuri la partecipazione di tutti al risanamento del Paese, che non può essere scaricato solo sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati”.

Il Segretario CDLS sottolinea che il mondo del lavoro ha “urgente bisogno di una operazione-verità sulla vicenda titoli di Banca Centrale. L’inchiesta aperta dal Tribunale sulle spregiudicate operazioni di acquisto dei titoli da parte di ex dirigenti di BCSM apre scenari inquietanti. È per noi indispensabile che su questa vicenda sia fatta piena luce, anche perché nelle casse di quell’istituto sono depositati i risparmi previdenziali di migliaia di lavoratori.”

La “legge sviluppo” va modificata, superando la totale liberalizzazione delle assunzioni. Premesso che tutti i lavoratori sul posto di lavoro hanno gli stessi diritti, è doveroso per un paese puntare in primo luogo alla occupazione dei propri cittadini. La disoccupazione a San Marino è ancora molto alta; occorre che i timidi segnali di ripresa economica producano benefici in primo luogo sull’occupazione interna. Al contempo, il piano di Stabilità del Governo non menziona per nulla il sistema industriale, il quale deve continuare ad essere l’asse portante della nostra economia.

I dirigenti CSU si chiedono inoltre che fine abbia fatto la riforma delle pensioni. Il Governo ha affermato di voler varare la riforma entro la fine dell’anno, ma da tre mesi il confronto è fermo. Che vogliano sorprenderci con un provvedimento già confezionato?

La CSU dà dunque appuntamento mercoledì 30 maggio per lo sciopero generale e la manifestazione in Piazza della Libertà; il programma prevede il raduno alle 9.30 in Piazza delle Nazioni Unite (sopra il parcheggione coperto, inizio via Gino Giacomini). Il corteo partirà alle 10.00 e, attraverso un percorso che toccherà le diverse Segreterie di Stato, arriverà in Piazza della Libertà, dove avrà inizio la manifestazione (che durerà anche nel pomeriggio) con gli interventi dei Segretari Generali di CSdL e CDLS, intorno alle ore 11.00.

Lo sciopero sarà preceduto domani dall’Attivo dei Delegati CSU che alle 14.00 si riunirà presso la Sala Montelupo di Domagnano, mentre dalle ore 16.00 circa in poi si trasferirà in Piazza della Libertà per dare vita ad una manifestazione a sostegno delle ragioni dello sciopero, a cui sono invitati a partecipare anche tutti i cittadini.

 

CSU

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