Home FixingFixing San Marino, Fiera agricola: ecco un patrimonio da preservare

San Marino, Fiera agricola: ecco un patrimonio da preservare

da Redazione

Seminario sulle azioni e gli impegni per proteggere la Biodiversità del Monte Titano.

Seminario Biodiversità

 

di Alessandro Carli

 

La Repubblica è diventata membro della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) nel 1995. Sabato 5 maggio si è fatto il punto attraverso il seminario “La Biodiversità a San Marino: le azioni e gli impegni per proteggerla” in cui è stata presentata una pubblicazione. Al tavolo, oltre al Segretario di Stato al Territorio Augusto Michelotti e al dirigente dell’UGRAA Tonino Ceccoli anche Alessandro Casali del Centro Naturalistico Sammarinese e Loris Casali.

Nel suo saluto di apertura dell’incontro il Segretario di Stato ha spiegato che San Marino “si è preso un impegno che deve essere rispettato e che la Convenzione è una tappa importante per il territorio”.

L’impegno, ha proseguito Tonino Ceccoli, è quello di “cercare una sostenibilità di crescita. Abbiamo un dono, la terra, e la responsabilità verso questo dono. La biodiversità rappresenta le ricchezze della vita nel mondo, è una possibilità per la vita delle piante e dell’intero ecosistema” e ha un “peso sociale ed economico”.

Alessandro Casali si è soffermato sui destinatari del CBD: “Le linee-guida della Convenzione, firmata a Rio De Janeiro, si rivolgono agli uffici statali in un’ottica di tutela della salvaguardia”.

Loris Casali invece è entrato nelle pieghe del progetto sammarinese. “L’articolo 6 della Convenzione stabilisce l’obbligo di sviluppare una strategia nazionale e un piano d’azione per la preservazione della biodiversità. Insieme ai report nazionali, redatti su base biennale, costituisce il corpo che gli Stati devono obbligatoriamente produrre”.

Dopo aver ricordato che “la Convenzione è nata con l’obiettivo di fermare il corso distruttivo a cui sta andando incontro la biodiversità a livello globale entro il 2050” e che sono previsti una serie di “step intermedi” (il primo già nel 2020), prima di fornire alla platea lo stato dell’arte della biodiversità sammarinese, Casali si è soffermato sull’importanza dell’ecosistema, “assoluta e imprescindibile”. “Un ecosistema in salute presenta infatti una grande varietà di habitat con un’alta variabile di organismi al suo interno, non solo tra le specie ma anche nelle popolazioni”. Un ecosistema è in salute quando “è capace di resistere ai cambiamenti delle condizioni esterne, modificandosi e adattandosi”. “I servizi ecosistemici – ha aggiunto – sono fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo” e rappresentano “anche la base della qualità della vita della società moderna”.

Grazie al lavoro del CNS e UGRAA e alla collaborazione della Segreteria di Stato al Territorio è stato possibile delineare un’immagine chiara e rappresentativa dell’attuale status della biodiversità a San Marino, seppure con ancora numerose lacune da colmare. “La situazione generale attuale della biodiversità nel territorio – così Casali – appare sostanzialmente accettabile malgrado occorra sempre tenere presente l’elevato grado di antropizzazione. Molti gruppi di animali e piante sono stati studiati e approfonditi mentre ancora lacunosi sono i dati rispetto al gruppo di animali, funghi, protisti e batteri meno conosciuti”.

Nel territorio sono stati censiti cinque specie indigene di pesci, a cui si aggiunge una transfaunata. Nove le specie di anfibi, 13 quelle dei rettili, 88 le specie di uccelli nidificanti, 46 specie di mammiferi e almeno 744 specie di piante vascolari e una moltitudine di specie di invertebrati. “Seppure San Marino presenti uno status della biodiversità soddisfacente, ci sono molteplici concause che stanno contribuendo alla sua degradazione, la strategia, mettendo in risalto tali criticità, individua una serie di azioni volte a risolverle”, come “la perdita e la frammentazione del suolo data dal processo di urbanizzazione, la semplificazione degli agro-ecosistemi, l’inquinamento in tutte le sue forme delle matrici terra, acqua e aria, i cambiamenti climatici, l’invasione di specie alloctone, la pressione venatoria e le infrastrutture”.

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