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San Marino, CSU: equità fiscale, la grande incompiuta

da Redazione

SAN MARINO – Le aspettative di equità fiscale suscitate da questa maggioranza sono state completamente disattese. Nelle stesse assemblee delle scorse settimane i lavoratori hanno espresso una profonda delusione verso un Governo che avrebbe dovuto caratterizzarsi per un maggiore impegno sul fronte della lotta alla elusione/evasione e per una più equa distribuzione del carico fiscale.

A tutt’oggi la riforma del 2013 rimane una grande incompiuta; gli unici ad aver aumentato in maniera significativa la contribuzione fiscale sono stati i lavoratori dipendenti e i pensionati (rispettivamente +25% e + 100%).

Per quanto riguarda le altre categorie, i dati sui redditi dichiarati sono impietosi e mostrano come di fatto la riforma non abbia cambiato sostanzialmente le cose rispetto a prima. Ben il 50% delle società dichiara redditi pari a zero o addirittura meno di zero! E questo avviene da diversi anni. Allora ci chiediamo: come è possibile che una società senza utili o in perdita per anni possa restare in piedi? Evidentemente, molte di queste dichiarazioni non sono reali…

Completando il dato sulle società, il 28% dichiara redditi imponibili da 0 a € 30.000, e solo il 22% redditi superiori a € 30.000. Ad onor del vero, occorre precisare che le attività manifatturiere, settore trainante dell’economia sammarinese, si distinguono per valori superiori alla media.

I liberi professionisti sono passati da un imponibile medio di € 28.000 del 2013, a circa € 41.000 nel 2016. È senz’altro un aumento sensibile, ma è comunque poco di più di quanto dichiarano i lavoratori dipendenti (€ 30.000, tenendo conto che nel settore privato il 20% sono part-time) Da rilevare poi che 211 liberi professionisti su 660 totali dichiarano meno di € 15.000. Anche questo è un valore scandaloso!

Artigiani, commercianti e imprese individuali, nel 2013 dichiaravano un reddito imponibile medio di € 21.000, mentre nel 2016 il reddito è passato a € 26.000. Anche in questo caso si nota un leggero aumento, ma il dato di partenza era fin troppo basso, e comunque si tratta di redditi inferiori alla media di quello dei lavoratori dipendenti. Quindi, un dato senz’altro inattendibile. Significativo in tal senso è il fatto che su 985 operatori economici – nel 2016 – 400 dichiarano meno di € 15.000, ovvero circa il 40%.

Si tenga conto che con la legge del 2013 ha sono state ridotte le passività deducibili anche per le imprese, il che avrebbe dovuto consentire un incremento della base imponibile nettamente superiore allo scostamento insignificante che si è verificato in alcune categorie.

In generale, l’elemento di fondo che emerge dalla lettura dei dati, è che i redditi medi dichiarati dalle imprese hanno valori sostanzialmente simili a quelli del periodo pre-crisi, quando l’economia sammarinese andava a gonfie vele. Quindi, la crisi economica non può essere presa a pretesto per giustificare dichiarazioni dei redditi del tutto inattendibili. Neanche la riforma fiscale del 2013, rimasta inapplicata soprattutto sul versante dei controlli e degli accertamenti, è servita a cambiare le cose.

Quello che chiediamo ripetutamente al Governo, senza ottenere risposta, è di mettere in atto fin da subito un’azione costante ed efficace di controlli fiscali per scovare le ampie sacche di evasione ed elusione fiscale, senza dover aspettare l’eventuale creazione del corpo di Polizia Tributaria, facendo sì che la anche Smac svolga appieno la sua funzione di accertamento e tracciabilità di tutti i ricavi, raffrontandoli con le proprietà mobiliari ed immobiliari degli imprenditori al fine di rilevare discrepanze che appaiono palesi rispetto al tenore di vita spesso ostentato.

La realizzazione di una vera equità fiscale, per ripartire in maniera proporzionale al reddito reale tra i diversi cittadini i sacrifici che il paese deve necessariamente fare per superare questa fase storica così problematica, è una delle richieste principali che la CSU ha posto alla base dello sciopero generale proclamato per l’intera giornata di mercoledì 30 maggio, rinnovando l’appello alla partecipazione di tutti i lavoratori, disoccupati, pensionati, cittadini. Mercoledì 30 maggio scioperiamo tutti: Uniti per il paese!

 

CSU

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