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Le emergenze educative nell’attività del Forum del Dialogo

da Redazione

SAN MARINO – “Non inseguite i figli, né rassegnatevi all’impotenza… ma seguiteli”. E’ uno dei messaggi scaturiti durante i lavori della prima sessione di approfondimento del Forum del Dialogo, tenuta a Domagnano, sabato scorso. Impegnativi i temi proposti alla riflessione dei partecipanti, stimolati anche dal saluto non formale del Segretario all’Istruzione e alla Cultura, Marco Podeschi che, tra l’altro, ha segnalato la pratica sportiva come palestra di impegno, di rispetto delle regole, di successi e di qualche delusione, come esercizio di maturazione e di socialità. Genitori e figli; Insegnanti e allievi; Scuola e Famiglia: tre percorsi educativi della vasta area dell’education. Con l’aiuto degli esperti, gli psicologi O.Miotti e R.Ercolani, e con la conduzione del prof. R. Di Nubila, i partecipanti sono stati invitati a porsi con consapevolezza davanti alla preoccupante emergenza che oggi si vive in molte situazioni famigliari e scolastiche, non per creare allarmismi, né per “scrivere ricette”, ma per un esercizio di seria riflessione nel porsi davanti a questi nuovi problemi. Come sta avvenendo in molte scuole, quando sembra crescere ogni giorno la “cultura del nemico” e quindi dello scontro. Nel rapporto Genitori e figli, ai molti intervenuti è parsa importante la necessità di non rinunciare mai al dialogo, anche quando scoppiano i conflitti, nella costruzione quotidiana di una relazione educativa in grado di creare “patti di alleanze”…con la capacità di “saper dire” dei SI e dei NO. Non più facile è il rapporto fra Insegnanti e Allievi, perché gli adolescenti – sempre desiderosi di ascolto e di attenzione – sono travolti da mutazioni sociali non sempre governabili, tali da rendere difficile certa convivenza, tra l’insegnante in crisi di identità e le turbolenze incontrollate delle nuove generazioni. Le diverse forme di apprendimento chiedono oggi all’insegnante di ripensare il suo stile, la sua didattica, il suo impegno professionale per recuperare – dove fosse necessaria – un’autorevolezza competente e attenta, pedagogicamente disponibile, ma senza segni di incertezza, nell’aiutare i propri allievi a recuperare il senso e l’importanza dell’apprendere. La violenza nelle aule, invece, trova spazio, proprio lì dove l’autorevolezza o lo stile educativo sono scaduti. Si tratterà, ha sottolineato R. Di Nubila, di una coraggiosa e graduale riconversione del ruolo di docente: da tradizionale trasmettitore di nozioni a professionista della conoscenza con l’arte di far capire e di dare senso alla fatica di imparare. E’ quel che oggi i giovani chiedono alle istituzioni educative per saper rispondere alla domanda “Perché devo studiare?”. In questo impegno l’insegnante diventa insostituibile e la scuola un riferimento d’obbligo. Sempre complesso anche il rapporto che è andato creandosi tra la Famiglia e la Scuola: di chi la colpa? Forse la riproposta di un dialogo educativo, prima che rivendicativo, comincia proprio dall’ammettere alcune reciproche debolezze: difesa ad oltranza, con pretesa di interferire, nella famiglia; rigidità e poco adattamento nella scuola, alle prese con modalità di gestione e di valutazione spesso non aggiornate nei modi e nei processi. Non c’è altro riferimento, però, che possa aiutare questi due soggetti, se non di stringere un “patto” sul comune impegno educativo chiamati a realizzare, pur se in ambiti diversi. Il forum dei tanti interventi ha fatto capire che ancora la realtà sammarinese non è interessata da emergenze educative preoccupanti, ma a tutti è sembrato utile pensare da subito come “prevenire” certe incresciose situazioni, come hanno suggerito le testimonianze venute da Mantova, da Bologna e da Rimini. Di qui alcune proposte operative: piccoli gruppi di auto-aiuto in “scuole di genitori” che mettano in comune esperienze e problemi, con l’aiuto di un “tutor” chiamato, ogni tanto, a studiare insieme percorsi di possibili soluzioni; un numero verde di ascolto; un’indagine annuale su “chi sono questi adolescenti?”. La proiezione del film “Piuma”, nell’intreccio della vicenda di due giovani, con lo scontro in famiglia e momenti drammatici di conflitto, è sembrata nelle sue positive conclusioni, la sintesi più appropriata della giornata.

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