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CSU: “Lo sviluppo passa per le attività industriali”

da Redazione

Il sindacato ha annunciato lo sciopero generale contro il Governo. L’accusa: “Non ascoltano, non c’è un piano per il Paese, solo tagli e sacrifici”.

Ass CSU 2 05 2018

 

di Daniele Bartolucci

 

Sciopero generale, manca solo la data. Lo scontro tra sindacati e Governo ha assunto ormai livelli assoluti, con una guerra di comunicati quotidiana che cementifica ogni giorno che passa il muro contro muro tra le parti. Nel mezzo, c’è il Paese, mentre al di là di questi muri c’è il futuro di San Marino, che ancora non si vede con chiarezza. Ed è questo il punto più importante sollevato dalla CSU, ovvero che manca un progetto di sviluppo per tutto il Paese. Senza un obiettivo condiviso, in effetti, è ben difficile che si riescano a digerire i “sacrifici” che vengono richiesti dal Governo, come la patrimoniale e la reintroduzione della minimum tax per le aziende. Provvedimenti già varati ai quali si aggiungeranno verosimilmente altri tagli nel settore pubblico, nelle pensioni e chissà in quanti altri campi. Ovviamente i sindacati difendono a spada tratta i lavoratori pubblici (si veda il box a lato), ma prima o poi dovranno cedere qualcosa, essendo quella della P.A. una delle voci più pesanti a livello di spesa corrente per il Bilancio dello Stato e, obiettivamente, ci sono situazioni anacronistiche (come gli orari o altri benefici contrattuali) e altre anti-economiche, censurate anche dal FMI, riferite all’ingente numero dei dipendenti, da sempre sproporzionato per San Marino e oggi anche insostenibile a livello retributivo. Ma al di là di quello che il sindacato dovrà (o non vorrà, stante la minaccia di sciopero generale appena certificata dall’assemblea della CSU) fare, il punto è che “il nuovo modello di sviluppo che San Marino deve costruire deve essere basato sulle attività industriali e produttive tecnologicamente avanzate e ad alto valore aggiunto, il quale ha bisogno di un sistema bancario in grado di fornire il credito necessario”.

Un modello che, a detta dei sindacati, non è ben chiaro al Governo, tanto da arrivare ad accusarlo di non avere proprio un progetto in tal senso.

Se poi ci si aggiunge il metodo di confronto adottato, la corda già tesa si spezza e la soluzione non può che essere la manifestazione di protesta: “Le assemblee con i lavoratori e i pensionati”, recita il comunicato sindacale, “hanno dato pieno mandato alla CSU di proclamare lo sciopero generale, la cui data verrà decisa nei prossimi giorni. Uno sciopero per chiedere, attraverso questo strumento di lotta democratica, una profonda svolta nel metodo di governo, che deve cercare il contributo di tutti attraverso la concertazione, realizzare una vera equità fiscale e sociale e attivare politiche di sviluppo per far ripartire il lavoro e l’economia, realizzando riforme condivise, che cambieranno il volto di San Marino per i prossimi decenni. Tutto ciò nell’interesse generale del paese e delle future generazioni”.

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