Home NotizieMondo Sergio Chiamparino a Radio 24: “La conta in direzione? A Martina serve un voto”

Sergio Chiamparino a Radio 24: “La conta in direzione? A Martina serve un voto”

da Redazione

“Penso ci sia bisogno di un voto che riconfermi quello che già avevamo deciso in direzione, cioè la fiducia a Martina e alla delegazione che tratterà in quest’ultimo scorcio perché un partito deve sapere”. Risponde così Sergio Chiamparino (Pd), presidente della Regione Piemonte, intervistato nel corso di 24Mattino su Radio 24 da Luca Telese e Oscar Giannino alla domanda se serve un voto esplicito. “Io vado in direzione sempre con lo spirito di chi ha un’idea, ma è anche disposto a cambiarla se mi trovo di fronte a proposte ragionevoli e migliori delle mie”, continua il Governatore Chiamparino. “Però a naso al momento dico che se fossi al posto di Martina chiederei un voto perché avrei bisogno di sentire, poi se è unanime meglio ancora naturalmente!”. “Deve esserci un mandato chiaro a Martina?”, chiede Telese. “Sì, in questa fase sì. Poi si vedrà, poi serve al più presto un Congresso”.

 

RENZI SBAGLIA? “IO RICORDO CHE ABBIAMO DIMEZZATO IN VOTI”


“Di sbagliato c’è che non si riflette sul fatto che abbiamo perso il 4 dicembre il referendum con percentuali di partecipanti al voto mai viste (60-40), perso le elezioni in modo significativo e per di più c’è un tema di qualità del voto”. Lo afferma a Radio 24 Sergio Chiamparino (Pd), presidente della Regione Piemonte, quando Luca Telese e Oscar Giannino gli chiedono di commentare il ragionamento fatto da Matteo Renzi, ospite di Fazio a Che Tempo che fa. “Quando un partito che è di centrosinistra perde nelle periferie e vince a Torino centro in modo netto, questo segnala un ulteriore problema, insieme alla quantità del voto,” ha spiegato Chiamparino a 24Mattino su Radio 24. “Sottolineo sommessamente il fatto che il Pd ha dimezzato l’elettorato in non molto tempo”, ha aggiunto il presidente della Regione Piemonte. “Serve al più presto un Congresso perché non si è mai visto che un partito prenda due batoste come quella del referendum del 4 dicembre e poi quella del 4 marzo, senza contare tutte le varie disfatte che abbiamo subito localmente e non c’è stato ancora un luogo in cui si possa discutere, non tanto tra di noi, ma facendo discutere la nostra gente. Credo che, per capire qual è il vero Pd bisognerebbe fare una riflessione seria che riguarda tutta la sinistra europea”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento