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Stress idrico, servono azioni concrete per prevenire i rischi

da Redazione

Il World Resources Institute ha individuato il “breakpoint” nel 2040. San Marino: anche a marzo “sforati” i 10 mila metri cubi d’acqua al giorno.

siccità

 

di Alessandro Carli

 

“Water-stressed”, in inglese. È il pericolo che la Repubblica di San Marino rischia di correre, “crisi idrica”. Non è immediata, quindi c’è tutto il tempo per scongiurarla. Mettendo in campo tutta una serie di opportune e calibrate iniziative, si potrà evitare quanto riporta un documento del World Resources Institute, che ha inserito il Monte Titano, in una prospettiva 2040, in cima alla classifica tra i Paesi del mondo che potrebbero vivere una “siccità” sistemica. Non ingannino le abbondanti precipitazioni dei primi mesi del 2018: il ricordo dell’estate 2017, che ha messo in difficoltà il Paese, devono spronare le istituzioni a rimboccarsi le maniche e a mettere in campo progetti seri, tra cui anche una serie di investimenti in infrastrutture. Anche in Repubblica la dispersione ha un’incidenza rilevante. L’argomento, fortunatamente, è passato anche in Consiglio Grande e Generale. Lo scorso autunno Marco Podeschi, segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, con delega ai Rapporti con l’AASS ha promesso che “l’Azienda ha avviato un confronto su interventi nel breve periodo per iniziare a riflettere su scenari più a lungo termine relativi a questi aspetti. Bisogna che l’azienda di Stato sia in grado di portare sul tavolo della Segreteria competente più attività progettuale che riguarda la gestione di una risorsa fondamentale come l’acqua”.

 

PROVENIENZA DELL’ACQUA


L’acqua che alimenta i serbatoi e gli acquedotti della Repubblica di San Marino proviene per la quasi totalità dal fiume Marecchia. Attraverso un complesso sistema di pompaggio, dal fiume Marecchia viene rilanciata verso la Centrale di Potabilizzazione di Galavotto. Qui viene trattata e pompata verso l’Acquedotto di Ca’ Moraccino, da dove prenderà la strada per i serbatoi ubicati sul territorio della Repubblica. Due ulteriori forniture, che incidono in maniera meno rilevante sulla distribuzione, sono i punti di consegna di Ridracoli e dell’HERA di Rimini.

 

CONSUMI “TITANICI”


Se sulla qualità dell’acqua il Titano è ai primi posti – l’AASS, circa un anno fa, aveva spiegato al nostro giornale che la capacità di depurazione, ovvero l’efficienza impianti di depurazione, era del 100% – il dato che preoccupa di più è quello dei consumi giornalieri procapite di acqua potabile per uso domestico, pari a 140,7 litri per abitante al giorno.

Il “tetto”, ovvero il limite entro cui il Titano non rischia di andare in affanno, è di 10 mila metri cubi al giorno, ovvero 10 milioni di litri (un metro cubo equivale a mille litri).

Molti, per uno Stato che conta poco più di 33 mila residenti.

Soglia superata anche a marzo, non esattamente un mese “siccitoso”. Il sito dell’AASS, con puntualità, riporta i consumi. Gli unici giorni “sostenibili” sono stati il 18 e il 25 marzo, due domeniche. I “picchi” invece il 4 e il 5 marzo quando l’acqua immessa in rete ha sfiorato i 12 mila metri cubi.

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