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San Marino, finanziamento esterno, riforme e rilancio dell’economia

da Redazione

Il Governo presenta le linee del Piano di Stabilità Nazionale. ANIS avverte: “Occorre una visione sistemica del Paese, perciò serve la massima condivisione”.

 

di Daniele Bartolucci

 

Stabilità finanziaria, anche con l’indebitamento estero, e rilancio dell’economia. Il “Piano di Stabilità Nazionale” annunciato dal Governo prende forma, anche se di interventi specifici non si parla ancora, rimandando il tutto – come auspica soprattutto ANIS – ad un confronto costruttivo con tutte le parti sociali del paese. Anche perché, di interventi ne serviranno parecchi, alcuni anche “dolorosi”, e molto dipenderà dalla capacità dell’Esecutivo di coinvolgere i vari attori economici e sociali, perché senza condivisione sarà difficile realizzarli. Punto di partenza la relazione del Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli, che ha aperto la settimana dei confronti del Governo (venerdì 30 marzo con le categorie economiche, poi gli incontri pubblici del 3 aprile con la cittadinanza, del 12 aprile con le associazioni, i sindacati e i cittadini, e del 17 aprile con la sintesi su quanto emerso).

 

ANIS: “BENE UN PIANO MA CONFRONTIAMOCI”


“Stabilità e sviluppo non siano separati: serve un Piano, ma che si basi sulla condivisione, non sulla fretta”, ha avvertito ANIS prima di partecipare all’incontro del 30 marzo con il Governo. “La nostra Associazione”, hanno ricordato gli Industriali, “per prima e da diversi anni, ha proposto la creazione di un Piano Strategico per il Paese, che parta dalla situazione reale e dagli interventi necessari per mettere in sicurezza i conti dello Stato, per rendere sostenibile il nostro welfare e per rilanciare lo sviluppo economico ma anche sociale di San Marino”. Quindi, “affinché il Piano di Stabilità Nazionale non richiami solo nel nome quanto da noi proposto, rivolgiamo l’invito al Governo di non separare la stabilità dallo sviluppo. Ma anche di non scollegare tra loro gli interventi che si andranno a proporre, come purtroppo appaiono alcune tematiche che – non siamo solo noi a rilevarlo – vengono gestite a compartimenti stagni dalle varie Segreterie di Stato. Occorre avere una visione sistemica, lo abbiamo ribadito più volte, a maggior ragione nel momento in cui si devono compiere delle scelte importanti e fondamentali, come lo sono le grandi riforme di cui il Paese ha necessità e rispetto alle quali riconosciamo al Governo l’intento di volerle completare”. Come ribadito anche recentemente, “il confronto dovrà partire dalla reale fotografia dell’attuale situazione, che andrà da tutti condivisa e che si dovrà tradurre in quell’unità e in quella coesione, che ad oggi è purtroppo mancata, che saranno fondamentali per dare forza e concretezza ai processi di cambiamento necessari”. Un appello che comunque anche Celli conosce bene, visto che nella relazione mette nero su bianco tale indicazione: “Le linee di indirizzo contenute nella presente relazione sono il punto di partenza dal quale il Governo intende prendere spunto per avviare il confronto che a livello politico si apre formalmente con lo svolgimento di questa Commissione e che già a partire dai prossimi giorni porterà ad effettuare molteplici momenti di incontro e di confronto con le forze politiche, con le organizzazioni sindacali e con le associazioni datoriali”. Di più: “L’auspicio è che si possa aprire una fase di confronto ampia e approfondita, durante la quale tutte le parti, politiche e sociali, possano avere l’opportunità di portare attivamente il loro contributo per migliorare e irrobustire la proposta di base avanzata dal Governo. Non ci sono pregiudiziali e posizioni preconfezionate, c’è la volontà sincera e leale di arrivare a definire una visione strategica di insieme che possa tenere in dovuta considerazione – per quanto possibile – di tutte le sensibilità, a prescindere dalla loro provenienza. L’impegno del Governo sarà quello di ascoltare e valutare tutti i contributi che emergeranno nel corso del confronto che si svilupperà in ambito istituzionale e anche nel Paese con appositi momenti pubblici di incontro”. “Solo partendo da questi presupposti”, rilancia quindi ANIS, “la nostra Associazione darà tutto il suo sostegno a questa iniziativa, portando al tavolo la propria esperienza, le proprie competenze ed il contributo di idee. Ed è proprio perché crediamo fortemente nella necessità di un Piano di portata nazionale che riteniamo occorra costruirlo tutti insieme fin dalle fondamenta se vogliamo che sia veramente stabile esso stesso. Consideriamo la relazione del Segretario alle Finanze e Bilancio il primo passo di questa fase, alla quale deve seguirne una più operativa: questo significa necessariamente, per il Governo, aprirsi al confronto in maniera costruttiva e aperta anche con le parti sociali, senza chiudersi sulle proprie posizioni e idee, mettendo a disposizione tutto il tempo necessario prima di formulare gli interventi conseguenti alle linee guida che si stanno presentando in questi giorni. Non possiamo permetterci di fare leggi e riforme che, alla prova dei fatti, si possano rivelare inadeguate o insufficienti”, sentenziano gli Industriali. “E’ il momento di fare le cose in funzione di un progetto coordinato e di lungo periodo. Ed è questo lo spirito con cui ci siederemo venerdì al tavolo con il Governo, per confrontarci sui contenuti del Piano di Stabilità Nazionale che ci auguriamo andremo a costruire, tutti insieme”.

 

CARISP E BANCHE PRIVATE: DUE STRATEGIE DIFFERENTI


Come noto il Consiglio Grande e Generale ha approvato a maggioranza l’Odg sottoscritto dai gruppi di Adesso.sm che impegnava a presentare in Consiglio entro il 31 marzo, un piano nazionale di stabilità, ma è anche vero che nella stessa seduta è stato approvato all’unanimità un Odg presentato da Dim e sottoscritto da tutti i capigruppi consiliari che prevede un momento di confronto tra le forze politiche sempre entro marzo 2018 al fine di presentare il piano industriale di Cassa di Risparmio e il piano di riorganizzazione del personale dell’istituto. Motivo per cui, anche Celli nella sua relazione distingue le due questioni, pur riconducendole ad un generale piano di rafforzamento e di rilancio. “Il sistema bancario e finanziario sammarinese è caratterizzato dalla coesistenza di due distinti sottoinsiemi che richiedono strategie autonome: Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.A., di proprietà pubblica; le altre banche del sistema (complessivamente 4 istituti)”. Con differenze importanti: “Da una prima analisi svolta dai nuovi vertici della Banca Centrale emerge chiaramente come il peso della crisi del sistema bancario sia prevalentemente concentrato sul primo sottoinsieme, cioè su Cassa di Risparmio, che attualmente rappresenta il 30% circa dell’intero comparto. La dimensione del problema che si incentra su Cassa di Risparmio è significativo sia per la banca stessa, che per il Paese e non è sanabile senza un consistente intervento pubblico che dovrà essere accompagnato da una inevitabile robusta ristrutturazione interna. Il secondo sottoinsieme, cioè le restanti quattro banche rappresentative del 70% del sistema bancario, presenta una condizione di debolezza che tuttavia può essere affrontata con gli strumenti tradizionali di gestione delle crisi bancarie”. Motivo per cui “è preferibile infatti evitare l’indebolimento complessivo delle banche di proprietà privata, mantenendo la concentrazione della crisi, ove possibile, sulla Cassa di Risparmio. Va predisposta una strategia unitaria per il risanamento ed il consolidamento del sistema bancario che contempli l’individuazione tempestiva di soluzioni adeguate, da un lato, per Cassa di Risparmio e, dall’altro, per i restanti istituti di credito”. Per Carisp, quindi “sono inevitabili e necessarie forme di indebitamente pubblico a titolo oneroso, che verranno destinate a Cassa di Risparmio sotto forma di conferimento di mezzi liquidi a patrimonio o di sostituzione delle attività iscritte nel bilancio 2016 per consentire la distribuzione temporale delle svalutazioni dei crediti”. Quindi, “l’inevitabile ulteriore ricapitalizzazione di Cassa di Risparmio consentirà l’effettivo rilancio dell’azione dell’istituto unitamente all’adozione ed alla implementazione di un piano industriale serio e credibile”. Il primo intervento potrebbe essere (“si condivide”, scrive Celli) la creazione di una società di gestione dei crediti non performanti (Amc), “sia che essa derivi dalla scissione della Cassa di Risparmio o che prenda corpo da altre iniziative di carattere esclusivamente privato, come uno strumento alternativo cui le banche, ivi inclusa Cassa di Risparmio, potranno aderire su basa volontaria per rendere più efficiente e competitiva la gestione ed il recupero dei crediti non performanti”.

Ma “oltre alla strategia legata alla contingenza ed all’esigenza di consolidare nel breve periodo il comparto bancario e finanziario sammarinese, non deve essere trascurata la necessità di individuare i nuovi pilastri su cui impostare il rilancio dei servizi bancari e finanziari ed assicurativi a San Marino”. Passaggio ineludibile, quindi la “sottoscrizione del memorandum of understanding tra Banca Centrale e Banca d’Italia e la stipula dell’accordo di associazione con l’Unione Europea”.

 

IL FINANZIAMENTO ESTERNO È SEMPRE PIÙ VICINO


Servono soldi, dunque, quanti ancora non è dato saperlo, ma la domanda è: dove prenderli? “Il governo sta valutando una serie di opzioni. Il suggerimento degli esperti del Fondo Monetario Internazionale teso a perseguire una diversificazione nelle forme di finanziamento esterno, è assolutamente condivisibile ed il Governo, seppure con prudenza, intende muoversi in questa direzione, prendendo in esame più ipotesi che vanno dal sostegno di organizzazioni internazionali all’esplorazione di eventuali molteplici prestiti bilaterali da parte di entità sovrane o di primarie istituzioni bancarie internazionali. Il ricorso ad un programma di assistenza tecnica e finanziaria del FMI, attualmente, rappresenta un’importante e significativa ipotesi di lavoro che in queste settimane sarà oggetto di specifico approfondimento a livello politico e sociale. Su una simile prospettiva occorre ricercare il più ampio coinvolgimento possibile delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali. Scelte assunte unilateralmente sarebbero incomprensibili e difficilmente digeribili per l’intera comunità sammarinese. Senza alcun dubbio la collaborazione con il FMI va irrobustita, l’ausilio tecnico offerto dai suoi esperti può rappresentare un notevole valore aggiunto per la Repubblica di San Marino, soprattutto in un’ottica di accreditamento internazionale del processo riformatore che il Governo sta mettendo in campo dal giorno del suo insediamento. Con la cabina di regia del FMI, inoltre, potrebbe configurarsi la possibilità che sia un pool di organizzazioni internazionali a supporta re le esigenze finanziarie del nostro Paese. Mi riferisco, a titolo meramente esemplificativo, a B.E.I., I.F.C. ed E.B.R.D. rispetto alle quali sono state attivate le relative procedure di adesione. Inoltre, sempre con la “copertura” del Fondo Monetario Internazionale, potrebbero rivelarsi praticabili soluzioni di sostegno-ponte da parte di massime istituzioni bancarie internazionali, disponibili a scommettere sul processo di risanamento e di rilancio della Repubblica di San Marino”.

 

IL BILANCIO DELLO STATO TRA SPESA E SVILUPPO


Come rimarcato da ANIS, conti in sicurezza e sviluppo devono viaggiare in parallelo. A questa richiesta il Segretario Celli risponde positivamente, mettendo nella sua relazione sia il primo che il secondo aspetto. E’ chiaro che anche “il finanziamento esterno, comunque, andrà inserito in un quadro generale della finanza pubblica fondato sul principio della sostenibilità del debito”, ammette Celli. “Ciò significa che in termini politici ed economici si deve agire nella direzione di garantire un risultato positivo dell’avanzo primario, cioè la differenza fra entrate e spese pubbliche al netto del costo del debito pubblico; di mantenere il pagamento degli interessi ad un livello realistico; di assicurare la capacità dello Stato di pagare le obbligazioni in scadenza, riducendo notevolmente il rischio di rinnovo della posizione; rendere il debito pubblico sostenibile anche in caso di choc negativi”. In pratica, bisognerà essere a posto con i conti se si vuole ottenere un prestito al giusto (e sostenibile) prezzo.

Per questo “la realizzazione di riforme strutturali diventa imprescindibile e già a partire dall’esercizio 2018 dovranno essere portate a compimento. La revisione della spesa pubblica persegue l’obiettivo di garantire un surplus di bilancio in grado di assicurare maggiori risorse per sostenere la crescita, consentire investimenti anche attraverso un attento esame della spesa in termini qualitativi e quantitativi. Tale surplus produrrà la ricostituzione di adeguate riserve pubbliche, e aiuterà quindi a sostenere la stabilità finanziaria. Nei settori dell’istruzione e della salute, la revisione della spesa avrà invece il solo scopo di ridurre gli sprechi senza intaccare gli attuali eccellenti livelli di servizio. È altresì in corso la riforma del sistema pensionistico, l’obiettivo è quello di renderlo sostenibile nel lungo periodo, ridurre l’intervento statale, dare efficacia al multi-pilastro in modo tale da renderlo più adeguato in termini di prestazioni, anche nella ripartizione tra lavoratori attivi e pensionati”. “L’introduzione dell’IVA è un passo necessario per allineare San Marino agli standard internazionali ed aumentare la competitività di sistema, facilitando le imprese impegnate in operazioni di importazione ed esportazione. L’obiettivo è quello di introdurre un sistema d’imposizione, che sia capace di fare tesoro delle considerazioni della stessa Commissione europea, e tener conto nello stesso tempo dello specifico assetto del sistema economico e produttivo della Repubblica di San Marino”. Oltre ad una riforma delle sistema delle imposte indirette, il Governo sta proseguendo nella “ristrutturazione del sistema delle imposte dirette al fine di consentire l’efficientamento del sistema degli incentivi fiscali e rafforzare il sistema di accertamento tributario”. A tal proposito, “la lotta ai fenomeni di elusione ed evasione fiscale rappresenta una delle priorità nell’azione del Governo ed è perciò in fase di studio l’introduzione di un nucleo di Polizia Tributaria, così come si stanno valutando ulteriori strumenti per favorire l’allargamento della base imponibile”. Poi c’è il capitolo Pubblica Amministrazione, funzionale anche al nuovo slogan che Celli ha lanciato: “Fare impresa a San Marino è facile, è questo il motto cui dovranno ispirarsi le politiche economiche per rendere il sistema sammarinese confortevole e dinamico per le aziende locali ed estere che intendono operare sul nostro territorio”. Punto di partenza la riduzione della burocrazia attraverso la semplificazione delle procedure amministrative ed il contenimento del numero degli obblighi è uno dei fattori chiave per attrarre imprese in tutti i settori e per consentirne un adeguato sviluppo”. “Altro fattore determinante è l’aumento dell’integrazione e della competitività del sistema Paese sui mercati internazionali attraverso il completamento dell’accordo di associazione con l’Unione Europea e promuovendo la cooperazione e le partnership con altre giurisdizioni”. Inoltre “va perseguito il miglioramento della protezione degli investitori e la creazione di un sistema giuridico efficiente attraverso l’introduzione di misure per la protezione degli investitori di minoranza e la revisione delle procedure concorsuali. In linea con le precedenti raccomandazioni del FMI, San Marino sta riformando la normativa in tema di procedure concorsuali, a tal fine è stato istituito un gruppo di esperti per identificare le strade percorribili per attuare una riforma che ha lo scopo di rendere le procedure di ristrutturazione, fallimento e liquidazione più chiare, veloci e flessibili”.

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