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Donne che partono, donne che scrivono

da Redazione

Inaugura il 26 marzo alle 17.30 la mostra “Domani avrò tue notizie?”. Archivi di San Marino e di Pieve Santo Stefano: raccolta visiva di 12 voci.

domani avrò tue notizie

 

di Alessandro Carli

 

Sono gli uomini che partono, e sono (anche) le donne, soprattutto le donne, che scrivono. Scrivono lettere, alla maniera di un tempo, carta e penna. Lettere d’amore, indirizzate ai fidanzati, ai mariti, ai figli o ai familiari.

“Continuavano a partire braccianti, operai, ma anche proprietari terrieri, professionisti, laureati. Spesso erano uomini soli, adolescenti o adulti, altre volte si trattava dei genitori che lasciavano i figli piccoli ai nonni, altre volte ancora erano giovani ragazze o intere famiglie. Partivano, ritornavano e poi ripartivano di nuovo. Un andare e tornare per far fronte alle urgenze della vita, per costruire una casa, per comperare un podere, per aprire una prima attività autonoma, per sposarsi” si legge nel sito del Museo dell’Emigrante della Repubblica di San Marino.

Distanze siderali, soprattutto di tempo: le lettere richiedevano giorni, settimane, prima di essere recapitate.

“Domani avrò tue notizie?”, raccolta “visiva” di 12 voci femminili dall’archivio del Centro di Ricerca sull’Emigrazione (8 storie provengono dal Centro studi sull’emigrazione – Museo dell’Emigrante dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino e quattro dall’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano) e che verrà inaugurata il 26 marzo presso la Galleria della Cassa di Risparmio alle 17.30, è un “omaggio” all’altra metà del cielo che racchiude le immagini dei manoscritti realizzate da Luigi Burroni e le storie di altrettante autrici che in tempi lontani ma non lontanissimi hanno affidato alla carta lo struggimento della separazione dai propri affetti. L’iniziativa è curata da Natalia Cangi, Patrizia Di Luca, Luca Gorgolini e Loretta Veri.

Tra le autrici, anche Anna Mancini, nata a San Marino il 26 luglio 1907. Il 20 maggio del 1926 sposa Secondo Palmucci, ma nel 1928, dopo pochi anni di matrimonio, rimane vedova, con una figlia di due anni e mezzo. Senza il sostegno del marito e senza occupazione, nel 1929 è costretta ad emigrare in Francia, dove raggiunge i propri genitori e la propria sorella, partiti nel 1926. La figlia Elvira rimane a San Marino, affidata ai nonni paterni. Nel gennaio 1937 Anna scrive ad Elvira mettendola a conoscenza delle proprie gravi condizioni di salute e informandola di essere ricoverata in ospedale a Parigi: “Sono all’ospedale con reumatismo imposibile di muovermi dal letto, e non essere capace di potere tenere la penna in mano”.

La lettera è breve, poche righe che esprimono tuttavia il legame affettivo e la mancanza: “Spero che questa estate arriva presto per avere la tua fotografia”.

Anna viene trasferita nel mese di aprile in un altro reparto dell’Hopital Bichat, dove rimarrà fino al suo decesso, avvenuto in solitudine il 26 dicembre 1939.

Poi c’è anche Maria Graziani, nata a Montegiardino il 26 marzo del 1934. A causa della difficile situazione economica, tre dei figli di Pietro e Luigia percorreranno la via dell’emigrazione. Il primo a partire è Marino, che a 19 anni – nel 1948 – è “chiamato” da uno zio materno che lavora nel settore dell’edilizia negli Stati Uniti. Nel 1951 parte per il Belgio Giuseppe e nel 1952 emigra anche Maria, che raggiunge a Detroit il fratello Marino. La prima lettera, è scritta sulla carta intestata della Motonave Saturnia. “Sanduschy, 5 settembre 1952. Cari Genitori, [ … ] la Meri ma dati tanta roba ame i vestiti camicie da notte mi da tutto quello che mi bisogna. [ … ] Quando sono arivata tutti i paesani mi sono venuti a trovare”.

In un’altra lettera racconta del lavoro: “[…] Sono sempre allo stesso lavoro e lavoro ancora a contratto capirai mamma quando è la sera mi trovo molto stanca. Ma ci vuole pazienza la merica è fatta così”.

La mostra ha il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a San Marino, delle Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, e Istruzione e Cultura ed è organizzata con la collaborazione di Cassa di Risparmio.

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