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San Marino, con Roberto Molari alla scoperta dell’Oro dei Goti

da Redazione

Il “moscato passito” premiato con “due bicchieri” dalla prestigiosa “Guida Vini d’Italia 2018”.

Roberto Molari

 

Sulla scritta “gli amanti del tempo” che accompagna il “lancio” dell’Oro dei Goti, il “passito” del Consorzio Vini Tipici di San Marino premiato di recente con “due bicchieri” della “Guida Vini d’Italia 2018” (la “bibbia” che il Gambero Rosso dedica ai migliori nettari di Bacco), le suggestioni illuminano la mente. Sono “amanti del tempo slow” difatti sia chi ama degustare questo vino (“Parliamo di un vino ‘riflessivo’, da ‘fine pasto’. Un prodotto da assaporare lentamente” racconta il Responsabile commerciale del Consorzio Vini Tipici di San Marino, Roberto Molari) ma anche chi – e qui la storia locale ci viene incontro – si occupa di archeologia: il “tesoro” di Domagnano, conosciuto anche come “l’Oro dei Goti”, costituisce uno dei più spettacolari e importanti ritrovamenti dell’Italia ostrogotica. Gli oggetti ritrovati dagli “amanti del tempo (passato)” sono tutti in oro e hanno una purezza che supera il 90%. Entrambi sono caratterizzati da quel colore aureo, paglierino, che ricorda il sole.

Roberto Molari prende una bottiglia di “Oro dei Goti”, la gira nelle mani. La osserva. “Il Consorzio Vini Tipici di San Marino sta puntando e punterà sui vini autoctoni”. Quindi Sangiovese, Brugneto, Roncale, Biancale, Tessano, Caldese, Moscato vino, Moscato spumante, Riserva Titano. E, naturalmente, quello premiato dal “Gambero Rosso”.

“L’uva viene appassita direttamente nella vigna. Mentre le uve Moscato idonee a produrre lo spumante, sono di norma raccolte a fine agosto, per ottenere questo vino passito occorre vendemmiare tra la fine di ottobre e i primi di novembre”.

Dopo aver spiegato la resa (“Da circa 100 quintali di uva lasciati ad appassire in vigna, si ottengono solo 60 quintali di uva che forniscono a loro volta solo 25 ettolitri di vino”), Roberto Molari si sofferma sul tempo. “La prima parte di fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata, mentre la seconda parte avviene in tonneaux di rovere francese”.

L’affinamento invece in tonneaux, ha una durata di circa 12 mesi e poi altri sei mesi in bottiglia.

Il risultato? “Un vino che arriva a 15 gradi dal sapore piacevolmente dolce ma supportato da buona acidità e grande persistenza. Il suo profumo è fine e aromatico, con note floreali fruttate, sentore di fiori gialli, frutta esotica e candita, miele d’acacia, mandorla e cannella”.

Un vino “di nicchia”, come testimonia la produzione: circa 2.000 bottiglie all’anno nel formato da 0,375 litri.

Un vino che, assieme agli altri, sta mettendo in campo incoraggianti segnali di crescita.

“Come Consorzio Vini Tipici di San Marino abbiamo iniziato un percorso nuovo che punta alla valorizzazione dei prodotti ma anche alle opportunità che il mercato offre. Abbiamo fatto un restyling di alcune etichette e di alcune bottiglie”.

Una scelta che sta portando buoni frutti. Ad oggi esportiamo in Italia, in Giappone, in Germania, in Svizzera, il Slovacchia e negli Stati Uniti d’America. “Ma non ci fermiamo: abbiamo nuovi progetti e nuovi mercati” spiega il Responsabile commerciale.

Intanto “gli amanti del tempo” tornano a riaffacciarsi. Roberto Molari lo accoglie con un sorriso. Quali sono “gli amanti” del passito premiato? Ovviamente, parliamo al plurale. “Oro dei Goti, oltre a essere un vino interessante come chiusura di un pasto, si sposa bene con la pasticcera secca (e il Consorzio Terra di San Marino, tra i soci, annovera vere eccellenze) ma anche con formaggi dal sapore forte, come gli erborinati e il fossa”. Latticini che, grazie alla Centrale del Latte, rientrano nel “paniere” del CTSM.

“Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni” scrisse Leonardo da Vinci. Il genio, sicuramente, avrebbe apprezzato anche quelli del Titano.

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