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Consiglio Grande e Generale: Piano di stabilità nazionale

da Redazione

Approvato a maggioranza un che dovrà essere presentato entro il 31 marzo. Il report di San Marino News Agency.

 

A conclusione del dibattito sulla relazione del Fondo monetario, il Consiglio Grande e Generale approva a maggioranza l’Odg sottoscritto dai gruppi di Adesso.sm che impegna a presentare in Aula entro eil 31 marzo, un piano nazionale di stabilità.

Viene poi approvato all’unanimità un Odg presentato da Dim e sottoscritto da tutti i capigruppi consiliari che prevede un momento di confronto tra le forze politiche entro marzo 2018 al fine di presentare il piano industriale di Cassa di Risparmio e il piano di riorganizzazione del personale dell’istituto”.

Respinti invece l’Odg conclusivo al dibattito sul Fmi sottoscritto dai gruppi di opposizione e due Odg di Dim, il primo anti-convertibilità del credito di imposta, il secondo ancora su Cassa di risparmio, per escludere la cessione di quote del capitale sociale, fino alla conclusione del risanamento patrimoniale di Cassa di risparmio.

Nell’ultimo giorno di lavori consiliari prosegue e si conclude il dibattito sul Report del Fondo monetario sulla situazione economico-finanziaria del Titano. Infatti mercoledì, in seduta notturna, il relativo comma è stato sospeso: all’avvio dei lavori l’Aula ha votato la modifica dell’ordine del giorno per terminare l’esame del decreto n.128 “Disposizioni per favorire il rientro di patrimoni e l’emersione di alcuni beni detenuti all’estero”, e giungere così alla sua ratifica a maggioranza.

Nel corso del dibattito odierno le posizioni di maggioranza e minoranza restano distanti, così come le letture sul Report del Fmi e in conclusione, in serata, sono presentati ben 5 ordini del giorno: uno della maggioranza, un altro sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione, tre presentati da Dim (Rete-Mdsi) relativi rispettivamente a Cassa di risparmio e credito di imposta. Malgrado la sospensione dei lavori per concedere tempo ai capigruppo per giungere ad un Odg conclusivo al dibattito condiviso, il tentativo fallisce e non si giunge ad un unico testo sottoscritto da tutti i gruppi.

Quello delle opposizioni, in particolare, impegna il congresso di Stato “a convocare nel mese di febbraio prossimo venturo una conferenza dei rappresentanti delle forze politiche e consiliari delle categorie economiche e sindacali per definire le linee di indirizzo del progetto nazionale fornendo contemporaneamente tutti gli elementi utili per raggiungere la reale conoscenza del quadro economico, della finanza pubblica e i risultati generali dell’Aqr”, in modo che entro marzi il governo possa poi presentare “entro marzo un piano di interventi in attuazione delle linee di indirizzo scaturite dalla conferenza”, interventi per cui si chiede l’adozione in Consiglio grande e generale con la maggioranza dei due terzi dell’Aula.

L’Odg della maggioranza invece “impegna il congresso di Stato a presentare in Consiglio Grande e Generale entro e non oltre il 31 marzo, un piano nazionale di stabilità, volto ad assicurare l’equilibrio strutturale del bilancio dello Stato, a completare il processo di ristrutturaizone del sistema bancario, a definire la riforma di Banca centrale, ad individuare le principali iniziative per il rilancio economico e occupazionale, a identificare le possibili opzioni per il reperimento delle risorse finanziarie”. L’Odg inoltre “invita il Congresso di Stato, una volta redatta la bozza del piano, ad avviare il confronto con tutte le rappresentazioni consiliari, le organizzazioni sindacali e associazioni datoriali, per ricercare condivisione più ampia”.

In serata sono posti in votazione gli Odg e ne sono approvati due: a maggioranza, con voto palese, l’Odg conclusivo al dibattito di Rf, Ssd e C10 sul piano nazionale di stabilità. Quindi Rete-Msdi giungono ad un accordo con governo e maggioranza per uno dei propri testi, quello su piano industriale e riorganizzazione del personale di Cassa di Risparmio, che viene riformulato e sottoscritto da tutti i gruppi consiliari. L’Odg viene infatti accolto all’unanimità. Mentre gli altri due, sempre di Rete-Mdsi, sono respinti: il primo sul credito di imposta con 30 voti contrari e 22 favoreboli, il secondo per escludere la cessione delle quote di Cassa di Risparmio prima del suo risanamento è bocciato co 32 voti contrari, 19 a favore e 1 astenuto. Infine, con voto palese, è respinto l’Odg sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione sulla conclusione del dibattito sul Fmi. Approvato invece a maggioranza, con voto palese, l’Odg conclusivo al dibattito di Rf, Ssd e C10.

Prima della conclusione della seduta, viene messo ai voti e respinto con voto palese uno degli Odg presentati in comma Comunicazioni, quello sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione, relativo alla vicenda che interessa l’ex presidente della Commissione Affari di Giustizia, Massimo Andrea Ugolini, del Pdcs. L’Odg chiedeva, in sostanza, il ritiro della delibera che lo riguarda. In dettaglio, l’ordine del giorno “impegna il congresso di Stato a prendere atto della inopportunità della delibera (relativa al mandato dell’Avvocatura nei confronti del consigliere Massimo Andrea Ugolini) al fine di non generare ulteriori conflitti istituzionali e dunque a procedere con il ritiro o richiedere all’Avvocatura di non procere con l’oggetto della delibera n. 121”.

Di seguito un estratto degli interventi della seduta odierna.

COMMA 12. Riferimento sulla situazione economico-finanziaria della Repubblica di San Marino alla luce della “Missione ai sensi dell’articolo IV del Fondo Monetario Internazionale” e successivo dibattito

Tony Margiotta, Ssd

L’argomento non può e non deve diventare terreno per una sorta di guerra civile tra le file della politica, noi vorremmo rispetto e leale collaborazione, vorremmo continuare a guardare tutti gli aspetti della crisi, lasciando spazio al dialogo sempre. Ed è per questo che ho sposato in pieno l’appello fatto qualche giorno fa dal consigliere Elena Tonnini, richiedendo un clima collaborativo. Ma questo non può essere chiesto solo in base alle proprie esigenze e in questo dibatitto abbiamo avuto interventi che andavano in direzione contraria e andavano ad offendere le persone che compongono la maggioranza e il governo. E non si va così verso quell’appello. Ma dobbiamo sempre continuare la ricerca di dialogo, siamo chiamati a intervenire per salvaguardare il nostro Paese e la cittadinanza. Il riconoscimento del cambiamento e della determinazione da parte del Fmi è un valore per questa maggiorana, c’è volontà e consapevolezza di risolvere i problemi, ma non per conto di qualcuno o per qualcuno, solo per interesse e per il Paese.

Francesco Mussoni, Pdcs

Non possiamo imputare responsabilità banali a un governo insediato in un anno e mezzo, ma non deve essere neanche un ‘salvacondotto’. Questo governo doveva essere- per il suo programma e per gli impegni presi- pronto ad affrontare certe situazioni. E mi sarei aspettato dal governo in questo dibattito delle proposte. Si dice che si devono fare riforme, ma non le vediamo. Se non si presentano testi in prima lettura entro febbraio, al massimo marzo, vuol dire che non c’è tempo tecnico per effettuare queste riforme nell’anno solare,con la conseguenza che nei due primi due anni di legislatura queste riforme non sono operative. Ci sono calendari e scadenze, ad oggi non ci sono progetti di legge depositati in Consiglio e in Commissione, significa che ne stiamo solo parlando. Ma è finito il tempo dei proclami e lo sappiamo non solo perché ce lo dice l’Fmi. E’ ora di parlare in concreto di riforme. Il Fondo ci parla di assunzione di responsabilità, che il governo deve assumersi per il suo operato. Bisogna fare in modo che la spesa non sia in conto corrente, ma in conto capitale, ovvero dare spazio agli investimenti, quindi vuole dire riformare la Pa e fare in modo che il rapporto di lavoro pubblico-privato sia analizzato, ma anche qui mi pare non ci sia il tempo. Il report ci dice di riaprire un rapporto con Banca d’Italia, ad è irrituale che il Fondo vada a mettere questo aspetto in un pre-report, come è irrituale che si concentri in modo così approfondito su Banca centrale. Altro punto: ci chiede una visione strategica sul settore bancario e allora vuol dire che non c’è, malgrado ne abbiamo parlato così a lungo. Si parla allora di un piano strategico, facciamolo e confrontiamoci sulle scelte, non ci vogliamo sottrarre. Altra parte: cercare la concertazione con parti sociali sulle riforme. Richiamo infine l’Aula per fare in modo che questo comma si possa chiudere con degli impegni del governo ad attivare quei tavoli politici -di cui si è già preso impegno- elaboriamo un Odg che ponga date e scadenze e conclusioni politiche. Il dialogo si fa ai tavoli fissati da chi li deve convocare.

Alessandro Mancini, Ps

Siamo ancora lontani da un piano di azioni. Il Segretario poteva fare una relazione tecnica, andando in profondità sulle risultanze del rapporto e dettare l’agenda di recepimento delle indicazioni, oppure aveva un’altra strada- che è quella che ha preso- con un’analisi più di carattere politico del report, più complessiva. Una scelta anche giusta, a condizione che dopo il suo intervento, quelli dei suoi colleghi di governo entrassero nel merito delle scelte e competenze, cosa che non è avvenuta. Questa la critica più forte al dibattito. I segretari di Stato per nulla hanno affrontato per loro competenza le raccomandazioni e come la macchina si deve mettere in gioco. Qualcuno ha parlato di autopagella, mi sembrava di essere più al dibatitto che accompagna un programma di governo o una legge di bilancio. Ma la parte più bella è quella dei consiglieri di maggioranza: c’è chi dice che dobbiamo noi presentare i progetti, ma fino a prova contraria credo che i progetti li debba presentare chi ha l’onore di stare al governo. La condivisione: certo che ci vuole, e ha fatto bene a rilevare il Segretario, ma perché l’Fmi ci dice di metterci al tavolo e condividere progetti? Perchè è preoccupato qualora si parta con quel progetto deve infatti avere continuità, non può essere che, se cade il governo, chi arriva dopo si rimangi quello che si è deciso. La condivisione serve perché le scelte che dovremo fare non si esauriscono né con questa legislatura, né con la prossima. E mi fa piacere che il richiamo alla condivisione sia messa in evidenza dal Segretario Celli. Ma perché fino ad ora non c’è stata? Vi ricordare che ad agosto avete fatto il Consiglio da soli? Allora, proviamo a cambiare le coordinate? Me lo auguro, credo ci sarà un Odg di maggioranza e uno di opposizone, entrambi daranno un messaggio di prospettiva, ovvero l’invito a mettersi al tavolo. Ma siamo nelle condizioni di mettere a disposizione di politica, sindacati e categria una road map e un’agenda politica con già delle caratteristiche o parliamo ancora del nulla? Altrimenti passerà ancora altro tempo.

Matteo Ciacci, C10

Sento dire che il paese è in crisi. L’attuale situazione dà a molti nostri concittadini l’impressione di una profonda ingiustizia. Le risposte troppo facili, che si ridurrebbero a semplici slogan o alla pura sanzione di alcuni attori del nostro sistema economico, non regolano nulla: lusingano la nostra moralità ma non indicano una direzione. Di che cosa abbiamo bisogno allora? Di poche ma concrete misure e di una morale collettiva.Si perché siamo stati per anni immobili e nonostante tutto infastiditi dalla nostra stessa immobilità che non ci è più congeniale. E non appena si tocca qualcosa, c’è sempre una voce che si leva per denunciare rispetto all’iniziativa messa in campo. Non possiamo più mantenere la San Marino delle posizioni acquisite e delle rendite garantite: dobbiamo rompere la continuità storica con il giusto coraggio di affrontare la realtà. Dobbiamo passare da un Paese che subisce a un Paese che sceglie, che è padrone del proprio destino dando ai nostri cittadini diritti per ciascuno ma anche dei doveri. Spero che all’interno dell’aula ci sia questa consapevolezza perché in questo modo, la collaborazione e il dialogo sul piano di stabilità sarà produttivo e strategico. Ho fatto questa premessa perché credo che questa analisi si leghi alla nostra discussione, alle relazioni dei Segretari e ai tanti interventi che si sono succeduti. Perché questa discontinuità è iniziata con le diverse iniziative portare avanti quest’anno ma dovrà essere ancor più netta nel 2018, anno che riteniamo strategico per Adesso.sm ma soprattutto per il Paese. Dicevo: poche cose ma facciamole, con il metodo che ci contraddistingue: confronto, dialogo e sintesi ok ma poi si decide e si sceglie perché altrimenti ricadiamo in quell’immobilismo che tutti a parole vogliamo combattere e che dobbiamo veramente superare. Poche cose: Spending review, Riforma Previdenziale, Lavoro e tutele. Spending: dobbiamo dare un segnale di serietà nella riduzione della spesa corrente. Ed è per questo che assume primaria importanza la prosecuzione dell’attività di riqualificazione della spesa pubblica, come stabilito dagli impegni introdotti con la legge di assestamento al bilancio di previsione 2017 e di colpire le aree di spesa improduttiva, con particolare riferimento agli sprechi e ai privilegi che ancora sono largamente diffusi nell’amministrazione dello Stato. Questa è forse la sfida più importante dove altri non hanno mai avuto la forza e il coraggio di intervenire. Riforma previdenziale: il numero di trattamenti pensionistici è circa di 9000 pensionati, rendendo di fatto impossibile un equilibrio tra contributi versati e pensioni da corrispondere ai legittimi beneficiari. Versiamo 124 milioni di contributi ed eroghiamo 169 milioni di pensioni e la media delle prestazioni aumenterà nel tempo. Un deficit previdenziale che viene colmato in parte dallo Stato e in parte dal fondo stesso che però dobbiamo cercare di salvaguardare il più possibile. Ergo, serve intervenire. E’ una sfida che dobbiamo cogliere, ragionando non più di semplici ritocchi toccando anche l’esistente. Queste sono scelte importanti ed impopolari ma necessarie. Lavoro e tutele: i dati sulla crescita e sull’occupazione non sono i migliori dati auspicabili, ma non è possibile solo vedere aspetti negativi. Io credo che qualche rivoluzione sia stata fatta: miglior orientamento e formazione legata alle esigenze del tessuto economico, liberalizzazione delle assunzioni, più facilità nell’ottenere la residenza, intestazione degli immobili ai forensi, sburocratizzazione di alcune procedure inutili anche in campo turistico e culturale, passaggio sul web di alcune procedure che prima avvenivano sulla carta e potrei andare avanti. Non abbiamo bisogno di tanti provvedimenti, ma di leggi di qualità che possono essere applicate facilmente e produrre un cambiamento positivo. Conclusione: Il Fondo ha fatto emergere un quadro in chiaroscuro, con una ripresa da consolidare e tante riforme da fare. Ma non poteva essere altrimenti vista la situazione ereditata e l’anno complicato che il Paese ha vissuto, dopo che abbiamo deciso di affrontare finalmente i problemi da anni nascosti sotto il tappeto. Per il resto ora è tempo di passare all’azione. Sarà un 2018 intenso. Lo dovremo affrontare senza pregiudizi ma con la consapevolezza che facendo tutti la propria parte, con responsabilità, ne possiamo uscire più forti.

Elena Tonnini, Rete

Celli scrive nella relazione che il Fmi non da le pagelle al governo, ma serve a fornire dati, analisi e statistiche. É Celli in primis a dirlo, peccato poi che, anziché spiegare ed affrontare i dati, li teme cosi tanto da falsarli, ometterli nella sua relazione. Tutti poi dalla maggioranza si affrettano a dire che nella relazione del FMI ci sono problemi che ci portiamo avanti da 10 anni, concordo, ma è anche vero che ci sono dati e analisi specifiche dell’ultimo anno, che dimostrano come la situazione si sia aggravata. Allora non si può dire “beh, sono 10 anni che siamo fermi, almeno noi siamo intervenuti”. Il FMI indica: si, è vero, in effetti ci si è mossi, ma dice anche che i dati dell’ultimo anno, del 2017, dimostrano che ci si è mossi nella direzione sbagliata. Celli parla di condivisione, poi però parte con una relazione che mente all’aula e ai cittadini. Celli mente. Ci siamo abituati. Ha mentito quando diceva di non conoscere gli interessi di Confuorti a San Marino. Ha mentito quando diceva che non poteva conoscere da BCSM i dettagli sui 49 milioni che ci sono stati rubati, nella famosa operazione titoli, utile a coprire le posizioni debitorie legate a Confuorti nel CIS. (…) E oggi, più di ieri, mi dico che non è normale un Consiglio che si accontenta delle menzogne, che rinuncia a difendere il proprio Stato da interessi esterni!! Le menzogne di Celli sono accompagnate dalla solita propaganda mediatica per persuadere che “occorre andare avanti”. Se è vero che l’analisi dei dati serve, è perché quei dati non cadono dalla luna, ma sono la diretta conseguenza delle azioni e delle scelte fatte. Affrontandoli si può aggiustare il tiro, si può cambiare rotta. Omettendo e mentendo, si persevera negli errori. Poi arriva la delegazione del FMI, che conferma: Attenzione. Se fate un altro passo, si cade. Qual’è la reazione? Celli invita ad invertire la marcia?? NO, non solo dobbiamo andare avanti, ma dobbiamo farlo più velocemente di prima!!! Ma il FMI dice anche che il paese ha cosi raggiunto, in 1 solo anno, il limite di sostenibilità del debito per San Marino, ora siamo vicini al 60 %. Ci siamo già a quel limite. Ci avete già portati lì (a un passo dal burrone) e non è frutto degli ultimi 10 anni, ma solo degli interventi dell’ultimo anno. Se superiamo questa soglia, si creerebbe uno shock sistemico: per questo ci dicono, e anche qui Celli glissa miseramente, di non applicare quel decreto fatto ad agosto per trasformare il credito di imposta concesso alle banche in titoli di debito pubblico, (si parla di altri 155 milioni, insostenibili). Continuate a fare danni, regali alle banche amiche, fondi pensione che scompaiono a decine di milioni alla volta, poi mettete nero su bianco che è lo Stato (cioè i cittadini) a ripianare le perdite. Altro dato su cui Celli mente: anziché confrontare i dati dell’ultimo anno, li distorce prendendo a riferimento un biennio, ma la crescita economica che era del 2% nel 2016 e passa all’1,5% nel 2017. Celli evita ogni analisi e dà la colpa alle congiunture esterne, si sarà pure fatto leggere la mano da una chiromante, ma l’ FMI ha fatto un’analisi in commissione finanze: Le operazioni sulle banche hanno generato sfiducia e rallentato l’economia, il decreto sul credito di imposta è insostenibile, la spalmatura negli anni dei debiti di cassa viene disconosciuta.E qui 2 parole su questo ultimo anno: L’FMI auspica la creazione di un progetto di sistema. E perchè dice che va fatto? Perchè dopo 1 anno di governo anche loro si sono accorti che non c’è un progetto. Poi diciamo che abbiamo rapporti ottimi con Bankitalia e che vogliamo fare il memorandum, ma intanto un uomo del Ministero Finanze, Capuano, gli ha appena comunicato che a San Marino non c’è un progetto, un’idea di dove andare. Celli, per giustificare il bilancio di Cassa, ci dice che prima di definire la terapia, va individuata la malattia con la diagnosi.Al contrario voi avete abbassato le difese immunitarie sammarinesi per permettere il blitz di interessi esterni, avete iniettato nel sistema gli aggressori endogeni prescelti. Perché più Cassa è debole e piu è facile l’attacco. Siamo arrivati lì. Meno valgono i crediti di Cassa e più ampio è il margine di guadagno per chi li deve comprare a bassissimo prezzo e rivendere con un margine elevato di guadagno. La cessione degli NPL trova piena realizzazione nell’autoreferenzialità di un Presidente, uomo di Ap. La nostra coalizione ha disconosciuto il bilancio di Cassa e chiesto piu volte di rivederlo. E invece il governo ha stabilito che deve essere lo Stato a garantire per tutto, trasferendo le perdite sul bilancio statale. Poi arriva FMI che solleva questi problemi e boccia lo spalmadebiti. Come fare? Semplice. Il congresso aspetta che l’FMI se ne vada da San Marino, e poi pubblica una delibera retrodatata al 29 dicembre in cui dice che quei 534 mil vanno messi nel bilancio! A parte che bisogna capire poi quella delibera, come verrà attuata, ma se avevate gia deciso cosi a fine dicembre, perchè non l’avete detto al FMI in risposta alle sue sollecitazioni? Cara maggioranza, se Cassa di Risparmio, Banca Centrale, le dirigenze della PA, e i centri decisionali fondamentali del paese (prossimamente la Presidenza di BCSM), passano dall’essere una roccaforte democristiana ad essere una roccaforte di AP e dei suoi mandanti, non avrete reso un buon servizio al paese. Fareste un bel servizio invece, se colpiste ogni centro di potere che cerca di influenzare e fare pressioni, da dentro e da fuori San Marino, e se creaste le condizioni affinché nessun interesse particolare possa più attecchire, anche se a promuoverlo ci sono i vostri alleati.

Marina Lazzarini, Ssd

Lo sapevamo che c’erano tante situazioni da mettere in ordine, lo avevamo scritto nel programma di governo, la relazione Fmi vede interpretazioni diverse in Aula. Ieri l’opposizione ha addebitato la bocciatura a Celli e alla maggioranza perché i problemi del sistema bancario sarebbero scaturirti nel 2017, hanno colto l’occasione di processare e condannare i Segretario Celli, con amenità e al limite della diffamazione, non mi dilungo nelle offese dell’intervento di Zeppa, ormai ci siamo abituati, come anche la gente che ci ascolta da casa. Cosa centra questo con la relazione Fmi? Mularoni ha rilevato persino note di merito all’operato dell’opposizione e la bocciatura di governo e maggioranza. In realtà, far emergere problemi per trovare soluzioni, questo ha fatto il governo e ha rilevato il Fondo. La relazione ci segnala la necessità di trovare delle risorse per sostenere il sistema bancario e finanziare lo sviluppo, ma sarebbe vano se non si eliminassero le criticità. Siamo tutti consapevoli della situazione del Paese, che una riforma del sistema previdenziale va fatta quanto pirma, che il sistema monofase non è più adeguato, che gli interventi sulla spesa pubblica non possono essere rinviati? Su tutti questi temi ci dobbiamo confrontare, temi che sono sul tavolo da anni ma nessuno prima ha avuto il coraggio di affrontare. Ora quel coraggio lo dobbiamo trovare insieme perché non ce lo dice il Fondo, ma perché il paese non può aspettare. Il 2018 sarà l’anno di riforme da fare insieme e per questo continueremo a cercare confronto costruttivo con tutti.

Pasquale Valentini, Pdcs

Ho avuto la fortuna di avere un rapporto diretto con Fmi per 6 anni e ho visto almeno 3 delegazioni e mi sono reso conto che questa volta c’è stato qualcosa di diverso e diverso è stato il messaggio. Al di là i toni sono sempre di suggerimento e raccomandazione, con rispetto per gli organismi del paese, però il messaggio è stato: c’è qualcosa per cui vi diciamo ‘o prendete con decisione determinati provvedimenti, oppure la crisi si aggraverà’. E mi sono chiesto perché non c’era mai questo nei precedenti rapporti quando c’era piuttosto fiducia che il Paese potesse farcela. Adesso il Fondo si è infatti preoccupato perché la politica è in conflitto, Bcsm smantellata, l’associazione bancaria- che allora eravamo riusciti a tenere unita- si è divisa, le forze economiche e sociali non sono in sintonia con l’azione intrapresa Il Fondo ha visto i ritardi e ha visto anche che non ci sono le condizioni. La raccomandazione principale quindi è quella di condivisione di una strategia che non c’è, come ribadito dalle dimissioni di Grais e Capuano. E questa è un’urgenza. Possiamo continuare a rimbalzarci le responsabilità, ma senza strategia comune, ci dice, non c’è maggioranza e governo che tengano. Due premesse però: non si può pensare che la condivisione nasca automaticamente dopo un anno che ad ogni bivio governo e maggioranza hanno preso strada da soli. Poi il Fondo dice che ha molte perplessità su molte scelte fatte quest’anno e potranno aggravare la situazione del bilancio pubblico.

Federico Pedini Amati, Mdsi

Sento sempre la critica del ‘non voler collaborare’ per l’opposizione. Mi sembrano dichiarazioni molto false, ci sempre resi disponibili, nelle diverse occasioni di dialogo abbiamo portato elementi di criticità. Oggi parliamo della relazione Fmi: non si può dire questo governo non ha repsonablità, come fate a dirlo dopo tutto quello che è accaduto: una banca commissariata, sono cambiati due Cda di Cassa, è stato portato al voto il bilancio con una perdita di quella misura, sollevando le stesse critiche del Fondo che ci dice che questa perdita deve essere immediatamente riconosciuta nel bilancio dello Stato. Questi sono fatti e non potete dire che avete fatto tutto bene. La crisi di liquidità questo governo l’ha sicuramente aggravata. Vogliamo dire di no? Poi è arrivato dal Mef Capuano a Bcsm, dopo due mesi va via e si vuole far credere che ha preferito andarsene per il proseguimento indagini di Savorelli? Invece no, se ne è andato perché quando ha proposto di avvicinarsi al Fmi il governo sammariense ha fatto spallucce. Si propone nel report un maggior coordinamento governo -Banca centrale, che esiste già, è il Ccr e vi ricordo che nel vostro programma doveva essere inserito un rappresentante di opposizione, che ad oggi non l’avete nominato e non vi interessa farlo. Sulla nomina del presidente di Bcsm è stato chiesto il nome di un candidato alle opposizioni ma pare che il Segretario un nome lo abbia già.

Stefano Palmieri, Rf

Fmi ha tirato fuori una fotografia che già conoscevamo. Il Settore bancario è in difficoltà, in linea con la situazione italiana ed europea, leggiamo oggi dei problemi di Cassa di Risparmio di Rimini e di richieste di rinvio a giudizio, noi invece parliamo di sfiducia nel sistema sammarinese e spingiamo a portare soldi fuori confine. Se il Fmi spesso ci richiama a determinate situazioni, a operare determinate riforme, è perché a forza di sentirsela raccontare vuole vedere fatti concreti ed è su questo che ci giocheremo credibilità, non tanto per Fmi, ma come sussistenza dello Stato, questo è l’aspetto più importante per ragioanare in prospettiva. Comevogliamo far vivere lo Stato? Con fiscalità e previdenza sostenibile? Allora bisogna iniziare a ragionare su questi temi e di qui lo scatto che dobbiamo fare, non abbiamo più tanto tempo. Condivisione non significa che ‘o si fa come dice qualcuno dell’opposizone o non si fa’. Pedini parlava di nomina del Presidente di Bcm: credo ci siano stati incontri, si farà una rosa di tre nomi, si faranno incontri per audire i candidti, incontri con forze sociali e opposizioni, io in altre legislature non ho mai visto tutto questo.

Iro Belluzzi, Psd

Ringrazio il consigliere Tonnini che, usando anche termini forti, ha fatto lo storytelling di quanto accaduto daL 4 dicemBre 2016 ad oggi, ricostruendo i fatti accaduti ad oggi che hanno portato a una situazione ‘abbastanza difficile’. Devo dire di aver apprezzato la relazione del segretario Celli per gli aspetti colti e per la richiesta rivolta all’Aula. E’ stato menzognero? Diciamo che ha glissato sulle scelte fatte sul sistema bancario, sugli errori rimarcati dal Fmi e che abbiamo potuto ascoltare in audizione con la delegazione Fmi quali della commissione Finanze. Il Fondo ha cassato poi pienamente l’azione della vecchia dirigenza Bcsm ‘Grais-Savorelli’ sull’azione svolta di Aqr, sulle azioni sulle banche che hanno arrecato problemi gravi che non si sa come poterli risolvere. Poi tutta la questione Cassa, dai cambi di vertici e Cda fino all’approvazione di un bilancio che determina un aumento del debito pubblico indicibile. Dall’ultimo intervento del consigliere Morganti mi aspetto un cambio di approccio dal timide segnale di apertura, fino adesso ho sentito solo un richiamo, il dire ‘siamo diposti ad ascoltarvi, fate proposte’. Ma non funziona in questa maniera, le regole di ingaggio sono diverse in politica.

Gian Carlo Venturini, Pdcs

Mi chiedo se stiamo ragionando tutti sulla stessa relazione. Ho sentito da interventi della maggiorana che la relazione è positiva, e anche lo stesso Segretario parla di un quadro macroeconomico positivo. Mi sembra che sia ben diverso da quello descritto. Dopo i primi segni molto positivi del 2016, che hanno invertito la rotta con una crescita economica del paese, nel 2017 e 2018 la crescita sta rallentando significativamente ed è un segnale preoccupante, se poi lo associamo al rapporto debito/pil, che da 22% passa al 55%, più che raddoppiato, e ancora il debito sommato al credito imposta potrebbe raggiungere la percentuale dell’80%. E il governo dovrebbe chiedersi, se si è arrivati a questi dati, se quanto fatto è stato tutto giusto. Se questo è il quadro, dove sono gli elementi positivi? Altri dati poi rilevati dal Fmi, su interventi posti in essere nel 2017 su Cassa e su tutto il sistema bancario: mi riferisco al decreto spalmadebito e a quello che converte il credito di imposta in debito pubblico. Sono tutti elemenit che il Fmi ha criticato. Poi l’Aqr che è stato rallentato dalla precedente dirigenza Bcsm e ora va aggiornata. Se questi sono gli elementi del report, come si fa a dire che il 2017 è stato l’anno in cui si è identificata la malattia? Allora forse malattia è stata anche aggravata. Forse nel rapporto è stata indicata la direzione di marcia che nel 2017 è cambiata con interventi posti in essere, ma al di là della responsabilità, dobbiamo idividuare interventi e attuarli per superare le criticità esistenti compatibilmente alle possibilità deìl nostro Stato, non c si può trincerare dietro a interventi da fare solo perché ce l’ha indicato il Fondo. E’ necessario in definiiva trovare una strategia per un progetto nazionale con il coinvolgimento delle forze politiche, economiche e sociali del Paese, dare quindi attuazione all’articolo del bilancio che parla di un piano nazionale, nato su un emendamento del nostro partito, e recepito dal governo. A questo articolo oggi, a questa volontà e senso di responsabilità, io credo dobbiamo dare seguito per dimostrare tutti se veramente ci crediamo a quanto messo per legge.

Nicola Renzi, Sds Affari esteri

Una cosa l’Fmi ha scritto con chiarezza, laddove dice che i problemi del settore bancario accumulati nell’ultimo decennio hanno comportato costi elevati per lo Stato e quando procede dicendo che gli sforzi recenti dell’autorità di rilevare criticità e la determinazione ad affrontarle sia registrata con favore. Credo questo riconoscimento del Fondo sia molto importante perché attesta che la volontà di far emergere problemi e di tentare di risolverli oggi c’è ed è piena. Poi si potrebbe andare indietro, ma non è la cosa più opportuna da fare oggi, dobbiamo guardare avanti senza lasciarci andare a letture capziose del passato. Le sfide che abbiamo davanti sono state delineate dall’intervento del Segretario Celli, in una relazione che è ampiamente condivisa da governo e maggioranza. Il compito in cui deve essere ingaggiato il governo deve essere da oggi indicato dal dibattito, il compito di giungere a un piano di intervento nazionale.

Il percorso sull’Unione europea che stiamo svolgendo può essere una svolta fondamentale per un paese che riesca a dare piena operatività, all’interno del mercato Ue, alle nostre aziende produttive e al nostro mercato bancario e finanziario. Ci tengo a dire con grande forza oche ggi dobbiamo guardare a quel percorso di integrazione, da troppo tempo abbiamo assunto troppi obblighi e pochi diritti, la sfida è far comprendere che la partecipazione maggiore all’Ue con l’associazione vorrà dire non solo assumere ulteriori obblighi e basta, ma questa volta vorrà dire anche ottenere dei diritti.

Luca Boschi, C10

Dire che la causa delle criticità è tutta negli ultimi 12 mesi è un approccio di cui non se ne può più, per noi consiglieri e anche per il paese. Stiamo diventando noiosi, ma soprattutto, non se ne può più perché il paese non può più permettersi di sentire urla, grida, accuse devianti, dire che il debito sammarinese sia esploso nell’ultimo anno significa confondere le idee, mentire sapendo di mentire. A San Marino non c’è nessun regime, ci sono problemi per tanti anni non affrontati e c’è un disperato bisogno di approfondimento e competenze, delle migliori risorse del paese. Serve responsabilità, smettiamo di urlare e concentriamoci tutti sui problemi e sulle loro soluzioni, per l’individuazione dei colpevoli avremo tempo di preoccuparci quando avremo messo in sicurezza il sistema. Acceleriamo il percorso riformista, per il prossimo mese ci attendiamo nuove prime letture. Responsabilità, sostenibilità, riforme.

Roberto Ciavatta, Rete

Qualcuno prima ha detto ‘se mi offendi sei un cialtrone’, bel paradosso. Simile a quelli che si continua a dire ‘le colpe sono di chi c’era prima, non nostre, ma non diamo colpe’. Sono pronto a sedermi al tavolo, anche con chi mi attacca quotidianamente, ma mi pare l’approccio non sia lo stesso. Qualcuno ha detto infatti che l’opposizione vuole sedersi ai tavoli e imporre le sue decisioni, ma finora mi pare che i tavoli- i pochi che ci sono stati- sono stati quelli in cui trovevamo ricette e dovevamo dire sì, diversamente non volevamo condivisione noi. Penso i margini per ragionare su strategie e ricette, per la condivisione, ci siano. Alcuni interventi, pochi purtroppo, hanno indicato consapevolezza che gli atteggiamenti di una parte del governo non hanno pagato. E ora inizia a dirlo anche il Fondo. Che ci dice di trovare una strategia-Paesse, se no, è inutile che ci chiedete programmi e finanziamenti. Il Fondo è un ente privato che viene a pagamento annualmente e ci dà ricette, certo che non dà voti. E’ un organismo tecnico e quello che dice non è la bibbia. Credo ci siano indicazioni che ci dà da sempre- e li dà a tutti i Paesi- che io come sammarinese non voglio accettare e in quest’Aula dovremo ritrovare l’orgoglio sammarinese che quando ci dirà ‘dovete fare a meno del vostro welfare state’, così come ci ha contraddistinto, dobbiamo dire ‘no’. Dobbiamo fare la tara di ciò che dice il fondo.

Se l’idea poi è finalemnte avremo il debito, saremo uno stato normale come gli altri, io non ci sto, non voglio questa condivisione. Io sono per difendere la specificità del nostro Stato rispetto ai colossi come Fmi.

Roberto Giorgetti, Rf

Spesso il confine tra cialtronate e confronto aspro dovrebbe essere evidente a tutti, ma in questo dibattito per qualcuno non lo è. Arriviamo invece al punto: qualcuno ha detto che Fmi non è un bancomat, non è la bibbia, probabilmente il problema non è né l’uno, né l’altro, il Fondo è un interlocutore necessario a tutti gli Ztati che hanno un’economia moderna perché certifica la congruenza delle economie con parametri di garanzia reciproca. E dobbiamo comunque farne i conti. Non dà pagelle, ma fornisce ‘ricette’ per andare verso lo sviluppo economico. Ovvio che non va preso tutto in automatico, il rapporto come Fmi deve essere un contributo per delineare dei percorsi. Il rapporto su San Maruno non è neanche lontanamente simile a quello fatto su altre realtà come quella greca, denota una considerazione che non ha nulla a che vedere con uno Stato in dissesto e con la necessità di ricevere ricette draconiane. In quel rapporto si sono di fatto focalizzate questioni che non sono novità degli ultimi giorni. Partendo da quel rapporto dobbiamo costruire un percorso per trovare soluzione ai problemi che ci portiamo dietro, il principale è quello bancario. Bisogna affrontare passaggi indicati in tempi brevi e, parallelamente, mettere in campo iniziative per lo sviluppo rilanciare l’economia del Paese. E tutti quanti siamo chiamati a dare un cotnributo. Non è detto che lo diamo tutti nello stesso modo.

Marco Gatti, Pdcs

Alla responsabieà il Fmi richiama governo, forze politiche, sindacali, categorie economiche, Bcsm. Perché c’è questo richiamo forte che non c’era in passato? Ci troviamo di fronte un soggetto esterno che esprime giudizi da quello che legge, in qualità di soggetto esterno, percepisce una situazione di rapporti opaca tra i vari organismi e soggetti e non sapendo di chi è la colpa, richiama tutti. Il richiamo quindi a fare sistema per cercare di ricollegare tutto e tutti. E il richiamo alla responsabiltià non va preso affatto come elemento positivo.

Secondo punto, l’analisi della crescita che nel 2016 era del 2%, nel 2017 rallenta al 1,5% per l decelerazione occupazionale, il 2018 prevede poco più dell’1%, solo perché c’è ancora il traino dei consumi grazie i passati incrementi occupazionali, non quelli legati al 2017, ma al 2016. Poi i risvolti nel rapporto debito pil.

Fmi ci dice di adottare con urgenza una nuova strategia per il settore bancario: ciò secondo voiu vuole dire che il vostro nuovo atteggiamento è stato promosso? Forse ci dice piuttosto che la strategia del 2017 non è quella corretta. Poi ci hanno bocciato il 5 ter. Poi gli Npl dovrebbero essere oggetto di progetti ambiziosi per ridurli nel medio termine, supportati al contempo da riforme. Quando parla di ‘medio termine’ non dice domani mattina o ieri, perchè è pienamente consapevole che per ammortizzarli ci vuole tempo, noi invece cosa abbiamo fatto? Tutti svenduti dalla sera alla mattina, boom.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Vorrei richiamarmi all’intervento del più giovane consigliere in Aula che invece di rispondere e far scorrere il sangue si è addentrato nel relazione, parlo di Carlini, ma così hanno fatto anche anche Guidi, Montemaggi, Santolini..coloro che invece di rispondere a invettive hanno richiamato alla responsabilità, indicando le soluzioni, con la consapevolezza che il futuro della Repubblica dipenderà dalle scelte di oggi.

Il termine di scegliere da che parte stare è scaduto ora. Se c’è chi pensa che mettere in luce i problemi significa averli generati, significa che per costoro i termini del confronto non ci sono. Per trasformare le crisi in nuova proposta occorre gente intelligente, e non mi riferisco solo alla politica, per procedere al cambiamento che non è indolore.

Non è certo il Fmi, con la sua relazione, a darci soluzioni e consentire camboamenti. Ma chi ha condotto la verifica ci ha fatto interrogare sulla nostra capacità di farlo, ora è il momento di tirare una riga tra chi vuole aggiungere elementi negativi e chi no. Gli appelli alla collaborazioe sono finiti, chi ha capito ha capito, non possiamo più permetterci di andare oltre il 2018 per le riforme. Ci aspettano la pulizia ai bilanci dai crediti non performanti e corposi piani di rifinanziamento, dobbiamo rimodellare Bcsm affinché sia garante del sistema, acquisendo autorevolezza internazionale, dobbiamo mettere in sicurezza il bilancio dello Stato. Nel 2018 due risposte importanti: sul rimodellamento della spesa pubblica e con l’approvazione del Prg, dobbiamo poi affrontare con decisione l’accordo con l’Europa, generando un modello- come ha detto Tusk- che sia esempio per nuovi rapporti, c’è infine la questione del finanziamento del debito che decenni di inconsapevolezza hanno generato. Rivolgersi a Fmi avendo ben presente che il percorso lo abbiamo scelto noi, significa avere un finanziamento importante a basso costo, ottenere assistenza tecnica e certificazione. Chi c’è per questo? Noi ci siamo. Do lettura dell’Odg delle forze di maggioranza:

Il Consiglio grande e generale preso atto della relazione del Segretario di Stato per le Finanze (…) ‘”impegna il congresso di Stato a presentare in Consiglio Grande e Generalem entro e non oltre il 31 marzo, un piano nazionale di stabilità, volto ad assicurare l’equilibrio strutturale del bilancio dello Stato, a completare il processo di ristrutturaizone del sistema bancario, a definire la riforma di Banca centrale, ad individuare le principali iniziative per il rilancio economico e occupazionale, a identificare le possibili opzioni per il reperimento delle risorse finanziarie; il piano di stabilità nel dettaglio avrà:a) definito la strategia per il rilancio del settore bancario, in particolare su Cassa di risparmio, partendo dall’ultimazione della valutazione degli attivi, aqr, da parte di Bcsm b) assicurare l’equilibrio finanziario dello Stato (…) c) riattivare le leve della crescita (..);

invita altresì il Congresso di Stato, una volta redatta la bozza del piano, ad avviare il confronto con tutte le rappresentazioni consiliari, le organizzazioni sindacali e associazioni datoriali, per ricercare condivisione più ampia(..)

Repliche

Simone Celli, Sds Finanze.

In larga parte dagli interventi che ho ascoltato emerge la consapevolezza del momento e il dibattito si può valutare come punto di partenza interessante rispetto il quale il governo intende impegnarsi per portare avanti un confronto serio e corretto, rispettoso delle posizioni, per far sì che ci sia una reale condivisione della strategia complessiva di risanamento e rilancio del Paese. Gli interventi dei tre capigruppo di maggioranza hanno delineato l’atteggiamento politico che governo e maggioranza intendono sostenere fin dalle prossime giornate delicate per Paese. Maggioranza e governo non si faranno problemi a mettersi in discussone nel dialogo con tutte le rappresentanze politice, sociali, imprenditoriali e con i cittadini per far sì che si possa venire alla predisposizione di un piano condiviso. L’wsame Report ha messo in evidenza diversità di vedute evidenti tra maggioranza e opposizione, visioni che subiscono certamente le interferenze del dibatitto politico che c’è stato nell’ultimo anno. Si può contastare l’approccio avuto, poteva avere maggiori momenti di confronto e ponderzione, benissimo. Anche noi abbiamo rilevato criticità sul commissariamneto, ma non per l’intervento su una banca che aveva effettive problematiche, ma per le modalità con cui si è proceduto. Ci può stare la critica, ma non siamo disponibili a retrocedere sul nostro approccio, vogliamo un sistema bancario virtuoso e aderente ai parametri Basilea 3, unica strada per avere un sistema accreditato a livello internazionale. E’ stato poi contestato dall’opposizione, in modo legittimo, il fatto che manchi ancora un piano operativo, ebbene sarà il piano di stabilità. Se ci fossimo presentati con un piano già confenzionato ci avreste detto di non essere stati coinvolti. Invece non siamo qua con una ricetta preconfezionata, obiettivo è di poter arrivare alla sessione consiliare di marzo con un piano di stabilità, non che unanimente sia condiviso dall’Aula ma che lo sia su punti fondamentali. Mi riferisco al piano di reperimento di risorse, ad alcune scelte di ristrutturazione del sistema bancario. Mi auguro alcuni punti siano oggetto di condivisione. Mi auguro ci si possa confrontare poi non solo sulla nomina del nuovo presidente m anche sulla riforma di Banca centrale, magari utilizzeremo la commissiome Finanze, su diversi temi ci saranno incontri serrati. E sarebbe importante a fine dibattito poter condividere l’Odg presentato dalla maggioranza, assolutamente non autoreferenziale e che può esser oggetto anche di integrazione, sarebbe un segnale pokitico significativo. Se così non fosse, si va avanti e la maggioranza andrà avanti con la medesima determinazione e continueremo a confrontarci.

Pasquale Valentini, Pdcs

Non possiamo vendere il report del Fondo come legittimazione di quello che è stato fatto in questo anno sul sistema bancario. Capisco tutte le enfasi, ma è fuorviante questo modo di ragionare. Non avrebbe in caso detto che gli interventi fatti con le iniziative nuove su Cassa, sulle obbligazioni, non sono condivisi. Noi ci siamo, consigliere Morganti, dove? Se è un dire ‘tireremo dritto’, un ‘si va avanti facendo finta di non vedere’, non può costruirsi un piano sulla volontà di mistificazione. Le nomine le impariamo da indiscrezioni invece ci deve esseee trasparenza. Non possiamo accettare il ricatto della maggioranza: noi la vogliamo la condivisioe e siamo disponibili a metterci al tavolo, ma non ci dimenticheremo di queste cose. Non va bene, ma possiamo insieme cercare di rimediare il rimediabile, questo è l’atteggiamento con cui ci mettiamo, vogliamo condivisione ma non vogliamo essere presi in giro. Leggo l’Odg di minoranza: Il Consiglio grande e generale, a seguito della relazione del Segretario per le Finanze sulla situazione economica e finanziaria del Paese (…)impegna il congresso di Stato a convocare nel mese di febbraio prossimo venturo una conferenza dei rappresentanti delle forze politiche e consiliari delle categorie economiche e sindacali per definire le linee di indirizzo del progetto nazionale fornendo contemporaneamente tutti gli elementi utili per raggiungere la reale conoscenza del quadro economico, della finanza pubblica e i risultati generali dell’Aqr, impegna altresì il congresso di Stato a presentare entro marzo un piano di interventi in attuazione delle linee di indirizzo scaturite dalla conferenza, dispone infine l’adozione degli interventi debba avvenire con maggioranza qualificata dei due terzi dei consiglieri.

Sandra Giardi, Rete

Do lettura di due Odg.

a) – Il Consiglio grande e generale impegna il congresso di Stato ad abrogare, all’interno del decreto legge 21 luglio 2017 n. 87, così come ratificato dal decreto n. 93 del 7agosto, gli articoli 5 e 5 bis, relativi alla convertibilità del credito di imposta, portando in ratifica il decreto abrogativo entro la seduta consiliare di Febbraio 2018.

b) -Il Consiglio grande e generale (…) impegna il congresso di Stato a presentare il piano industriale di Cassa di Risparmio entro marzo 2018, all’interno di una seduta del Consiglio grande e Generale, a favorire riqualificazione del personale del settore bancario, attraverso iniziative di formazione di gestione dei crediti deteriorati, a rendere noto in commissione consiliare 3, il piano di riorganizzazione del personale di Cassa di risparmio, a seguito dell’assorbimento del personale proveente da Asset banca.

Federico Pedini Amati, Mdsi

Do lettura di un Odg su Cassa di Risparmio

Il Consiglio grande e generale (….) impegna il congresso di Stato a dare mandato ai sindaci di governo affinchè sia esclusa qualsiasi cessione di quote del capitale sociale, fino alla conclusione del risanamento patrimoniale di Cassa di risparmio, che garantisca i recuperi di tutti i sostegni finanziari messi in campo dall’Ecc.ma Camera per il sostegno a Cassa; e impegna il Consiglio grande e generale a dare mandato all’Ecc.ma Camera di intraprendere azioni di responsabilità nei confronti dei dirigenti di Cassa che dal 2008 a oggi hanno ricoperto ruoli di responsabilità nella concessione di crediti e nelle redazioni dei bilanci e nei piani industriali (…).

Mariana Bucci, Rete

Solo per segnalare che è stato trovato un accorso su uno degli Odg di Dim, quello sul piano industriale e sul piano di riorganizzazione del personale di Cassa, che ha trovato condivisione dell’intera Aula consiliare. Do lettura della parte modificata. Il precedente Odg si ritiene ritirato: “Il Consilio Grande e Generale impegna il congresso di Stato a calendarizzare un momento di confornto tra le forze politiche entro marzo 2018 al fine di presentare il piano industirale di Cassa di Risparmio e il piano di riorganizzazione del personale dell’istituto”.

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