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FMI: “Il 2018 deve essere l’anno delle grandi riforme”

da Redazione

Tra le priorità da realizzare nei prossimi 12 mesi la messa in sicurezza del sistema bancario, le pensioni e il passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA. Presentato anche il rapporto tra debito e PIL: 22% nel 2016, 30% nel 2017.

FMI foto grande

 

di Alessandro Carli

 

Tre riforme urgentissime – quindi da realizzare entro il 2018 – e altre a medio periodo. Al termine dei dieci giorni di visita nella Repubblica di San Marino, la delegazione del Fondo Monetario Internazionale ha stilato un piccolo “vademecum” (per la relazione integrale bisogna aspettare ancora qualche settimana) sullo “stato di salute” del Monte Titano. Una sorta di “raccomandazioni”, utili – si spera – per rilanciare il Paese. Le conclusioni “tirate” dal capo delegazione Kazuko Shirono sono state chiare: serve riformare il sistema bancario e finanziario, la previdenza, ed è urgente il passaggio dall’imposta monofase all’IVA.

“I programmi messi in campo per il settore finanziario e bancario – così la dottoressa Shirono – hanno avuto costi molto alti per lo Stato. San Marino necessita di soluzioni permanenti”, a partire dall’AQR (Asset Quality Review), e passando per il riconoscimento delle perdite e dalla ricapitalizzazione delle banche. Per risolvere il problema delle banche è necessario avere ‘accountability’, quindi una forma di ‘responsabilità per il proprio operato’. Se un Paese decide di spendere soldi pubblici per le banche, le banche devono lavorare per migliorare i costi e la gestione. Più si aspetta, più sarà costoso risolvere i problemi”. Problemi che, ha rimarcato, devono essere risolti in maniera definitiva e che non si devono quindi più ripresentare in futuro”.

L’agenda delle riforme, come l’ha definita il capo delegazione del FMI, “è impegnativa e ha bisogno del lavoro e dell’impegno di tutte le parti”, quindi politica e le diverse associazioni di categoria.

Indicazioni che il Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli ha ripreso e rilanciato. “Se nel 2016 la crescita è stata del 2%, nel 2017 il trend è stato confermato, con un tasso previsto attorno all1,5%”. Tornando poi sulla crescita, Simone Celli ha rimarcato che “la percentuale di crescita è insufficiente, tuttavia le indicazioni denotano segnali incoraggianti per il futuro”.

Il quadro macroeconomico di San Marino, ha proseguito il Segretario di Stato alle Finanze, “è stato influenzato dalla decisione di far emergere il problema della crisi delle banche. Ora però, una volta ‘fatti emergere’, vanno risolti. In maniera definitiva. Questa è la parte più impegnativa”. Nel 2018 difatti dovranno essere presentati “piani per ripulire i bilanci delle banche dalle sofferenze”; “piani industriali che portino le banche a generare reddito” affidando “la gestione a management di altissimo livello”. Il Titano ha bisogno di un sistema “solido, trasparente e che tuteli i risparmiatori”.

Non sono mancati i riferimenti alla Cassa di Risparmio, “La banca dello Stato”: istituto che “sarà supportato dal Governo”. Celli però precisa: “Non introduciamo risorse in una banca che non è in grado di garantire competitività e redditività per lo Stato. Non possiamo sperperare altre risorse dei contribuenti come invece è successo negli ultimi 15-20 anni”. Il percorso di “recupero” e “rilancio” di Cassa “dovrà essere condotto in sinergia tra il Governo e Banca Centrale”. BCSM che “sarà oggetto di trasformazione: deve essere migliorata e dovrà rafforzare la qualità della vigilanza e della regolamentazione”.

Come riconosciuto anche dal Fondo Monetario Internazionale, le problematiche delle banche si riverberano anche nella finanza pubblica, quindi il Governo “proseguirà nella gestione prudente del bilancio dello Stato”. Non ci può essere crescita se prima non vengono messi in equilibrio i conti statali. Anche nel 2018 verrà quindi portata avanti l’opera di monitoraggio della spesa pubblica. Perché, ha ammesso Celli, “sprechi e privilegi sono ancora diffusi nella PA”.

Il Fondo Monetario ha poi giudicato “non appropriata” la soluzione di spalmare il debito di Cassa in 25 anni, così come ha ammesso di non aver parlato di “finanziamento estero” per “aiutare” la Repubblica (la notizia di un possibile programma di assistenza era uscita nei giorni scorsi).

Il 2018 quindi dovrà essere l’anno del cambiamento e del lancio dei “grandi cantieri”: politiche di sviluppo che passeranno attraverso lo Sportello Unico per le Imprese ma anche cercando di mettere in campo misure per attrarre nuovi investimenti.

Il 2018 sarà anche l’anno del passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA? Il “Programma Economico 2018” dice così. “Quest’anno verrà definito il quadro normativo per disciplinare il passaggio – ha spiegato il Segretario Celli -. Un passaggio che dovrà essere calibrato in modo corretto. Il 2018 sarà un periodo di transizione, l’IVA verrà introdotta nel 2019 o forse negli esercizi successivi”. Tradotto: c’è purtroppo la possibilità che slitti ulteriormente…

Infine, il rapporto tra debito e PIL. “Nel 2016 era al 22%, nel 2017 è salito al 30% per il problema della crisi del sistema bancario” ha concluso il capo delegazione Shirono.

 

ANIS AL FMI: “SUL PASSAGGIO ALL’IVA SIAMO FAVOREVOLI”

 

Anche l’Associazione Nazionale Industria San Marino ha incontrato la delegazione del Fondo Monetario Internazionale, per confrontarsi su diversi aspetti del sistema economico sammarinese. La delegazione, che ha proseguito gli incontri e le valutazioni fino al 17 gennaio, è stata guidata per il secondo anno consecutivo da Kazuko Shirono, “circostanza positiva”, commentano da ANIS, “in quanto la capo-delegazione era già a conoscenza delle dinamiche economiche e sociali di San Marino. Per questo motivo le richieste che la delegazione del Fondo Monetario Internazionale ha posto ad ANIS sono state più mirate e approfondite, a iniziare da mercato del lavoro e fiscalità”.

Per quanto riguarda le nuove procedure di assunzione, entrate in vigore con la recente “Legge Sviluppo”, il Presidente ANIS, Stefano Ceccato, ha ribadito “la ferma contrarietà dell’Associazione all’impostazione data alla normativa, rilevando che non è condivisibile la liberalizzazione delle assunzioni dei frontalieri aumentando di fatto il costo del lavoro. Fatta tale doverosa premessa, è troppo presto per valutarne appieno l’impatto, sia per il periodo di tempo troppo breve intercorso dalla sua introduzione sia perché non sono disponibili i dati nel dettaglio. Nonostante questo”, ha spiegato Ceccato, “salta all’occhio il considerevole numero di lavoratrici frontaliere assunte con le nuove norme che se dovesse consolidarsi, paleserebbe un risultato contrario all’obiettivo iniziale, visto che la maggior parte dei disoccupati sammarinesi sono appunto donne, mentre sono state invece assunte figure fuori confine”. Il presidente Stefano Ceccato ha quindi spiegato ciò che ANIS aveva chiesto e proposto, ovvero di velocizzare i tempi di assunzione, snellendo i passaggi burocratici senza, soprattutto, aumentare il costo del lavoro per le aziende.

Altro tema su cui il FMI ha posto l’attenzione è l’introduzione dell’IVA sammarinese. Nel ricordare che tale passaggio era già previsto nel 2014 a completamento della più complessiva riforma fiscale del 2013, il presidente Stefano Ceccato ha confermato la posizione “assolutamente favorevole dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, consapevole degli indubbi vantaggi, sia internamente, per il Bilancio dello Stato e per l’equità fiscale, sia esternamente, per migliorare l’interscambio con l’estero. Sono già stati persi quattro anni, per cui la nostra Associazione attende fiduciosa la presentazione da parte del Governo del progetto entro giugno, come annunciato in questi giorni, e l’entrata in vigore della nuova imposta a partire dal 2019”.

L’Associazione Nazionale Industria San Marino ha inoltre rimarcato che questo “passaggio dovrà essere costruito tenendo conto del contesto sammarinese e che non dovrà comportare un aumento di burocrazia, ma al contrario, snellire quella che oggi le aziende subiscono.

Ovviamente, il tema a cui il Fondo Monetario Internazionale è più interessato riguarda l’attuale difficoltà del sistema finanziario di San Marino, delle banche quindi, ma anche del Bilancio dello Stato”.

ANIS ha confermato “la propria disponibilità al confronto, mettendo a disposizione le proprie competenze e risorse, auspicando che tutte le forze politiche e le parti sociali facciano altrettanto in un clima collaborativo e costruttivo. Ma ha anche ribadito che il Governo deve mettere tutti a conoscenza della reale situazione, con dati e numeri certi: solo avendo chiaro il quadro completo si potranno valutare e condividere le soluzioni e gli interventi più opportuni”. Interventi che, secondo ANIS, “potrebbero essere certamente più efficaci se venisse sfruttato appieno il sostegno tecnico e di competenze che il Fondo Monetario Internazionale può dare a San Marino in questa fase”.

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