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La storia della medicina nel teatro d’opera

da Redazione

Si chiama “A un dottor della mia sorte. La storia della medicina raccontata dal teatro d’opera” il libro di Giulia Vannoni.

 

Si chiama “A un dottor della mia sorte. La storia della medicina raccontata dal teatro d’opera” il libro della giornalista e professoressa riminese Giulia Vannoni, pubblicato dall’editrice bolognese Pendragon.

Il titolo, che richiama l’inizio della celeberrima aria cantata da Don Bartolo nel “Barbiere di Siviglia”, introduce l’oggetto d’indagine del volume: il legame fra il teatro d’opera e la storia della medicina, un rapporto molto più stretto di quanto si potrebbe pensare a prima vista.

Infatti gli aspetti legati alla cura delle malattie e al miglioramento dello stato di salute sono sempre stati avvertiti come temi familiari a ogni tipo di pubblico, a partire dagli inizi del teatro d’opera.

Così, nei quattro secoli di storia del melodramma, nessun’altra categoria professionale ha destato l’interesse di compositori e librettisti al pari dei medici, che sono divenuti, a pieno titolo, figure privilegiate fra i soggetti operistici: Dulcamara dell’Elisir d’amore, il crudele Dottore del Wozzeck, passando per Grenvil della Traviata.

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