Resta però il problema dell’inserimento dei giovani nel mercato.
“Per l’Italia gli indicatori disponibili sono coerenti con una variazione del PIL dell’1,5% nel 2017 nonostante la debolezza del fatturato dei servizi. Resta probabile il rialzo delle stime per il 2018”. La “Congiuntura Flash” del Centro Studi di Confindustria, a cerniera tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, ha fatto il punto sullo stato di salute dell’economia italiana, rimarcando che “l’export è in espansione principalmente grazie alle vendite extra-area Euro e gli investimenti mostrano un elevato slancio” ma non dimenticando le difficoltà che i giovani incontrano nell’inserimento nel mondo occupazionale.
E mentre nei mesi scorsi alcune tra le voci più autorevoli del mondo hanno reso pubbliche le previsioni di crescita dell’Italia (oltre al CSC anche Deutsche Bank, Bankitalia, FMI, OCSE e Commissione Europea), da Viale dell’Astronomia traspare un clima di moderato ottimismo.
I numeri del Centro studi dicono che c’è ancora strada da fare rispetto ai livelli pre-crisi: “A fine 2018 il PIL recupererà il terreno perduto con la seconda recessione (2011-2013)” ma “sarà ancora del 4,7% inferiore al massimo toccato nel 2008”. Quanto al confronto internazionale sulla crescita, il differenziale rispetto al resto dell’Euroarea resta negativo ed elevato, anche se dimezzato: nel 2017 è pari a 0,8 punti percentuali, contro l’1,5 del 2015.
Nel 2017 recuperati un milione di posti di lavoro e già questa estate gli occupati sono tornati sopra ai 23 milioni, sui livelli pre-crisi del 2008, confermando il dato anticipato a fine agosto dall’Istat.
IL PROBLEMA DEL LAVORO
Uno dei freni dell’Italia è l’occupazione. Gli scenari economici di oggi dicono che nel 2017 l’occupazione salirà dell’1,1% e nel 2018 dell’1% (+500mila posti aggiuntivi), dopo il +1,4% del 2016. Il capo economista del CSC, Luca Paolazzi ha spiegato di recente che “è stato recuperato un milione di posti di lavoro” ma ha anche ricordato che le “persone a cui manca lavoro in tutto o in parte sono ancora 7,7 milioni”.
Rimane poi il problema dei giovani. “L’inadeguato livello dell’occupazione giovanile sta producendo gravi conseguenze permanenti sulla società e sull’economia dell’Italia, sotto forma di depauperamento del capitale sociale e del capitale umano” e “vanifica in parte il potenziale delle riforme strutturali faticosamente realizzate” spiega la nota del CSC.
RISANARE I CONTI PUBBLICI
Da ultimo, sul fronte della finanza pubblica, il CSC rimarca che “devono essere risanati i conti pubblici”. Il deficit è previsto in riduzione sul PIL a 2,1% nel 2017 e al 2,3% nel 2018 senza aumento IVA e al netto della Manovra.
Il debito resta al 132,6% del PIL nel 2017 è scenderà al 131,8% quest’anno.