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Una task force specializzata contro le merci contraffatte

da Redazione

La Segreteria all’Industria e Commercio annuncia l’operazione “tolleranza zero”. Formati 8 agenti già prima del servizio di Report, ma servono più controlli e coordinamento.

contraffatti

 

di Daniele Bartolucci

 

Lotta dura alla contraffazione. Lo ha annunciato la Segreteria di Stato per l’Industria, Artigianato e Commercio che prosegue sulla strada della guerra ai “furbetti”. Che era già iniziata quest’estate, quindi ben prima del servizio di Report andato in onda lunedì 11 dicembre. L’azione sarebbe infatti partita “dopo avere ricevuto, dall’inizio del proprio mandato ed anche nelle ultime settimane, alcune segnalazioni circa alcune attività poste in essere da operatori della Repubblica in violazione di legge, con particolare riferimento alla produzione e vendita di articoli falsi o contraffatti, alla commercializzazione di prodotti non destinati alla vendita ed all’utilizzo di marchi già registrati da altre imprese fuori dal territorio sammarinese”, fanno sapere dalla Segreteria.

 

LE NORME CI SONO MA MANCANO I CONTROLLI


“Il problema, purtroppo, non è nuovo anche se in passato è stato colpevolmente sottovalutato. Le normative di contrasto al fenomeno sono ben presenti anche nella Repubblica di San Marino, quello che negli anni è mancata è una efficace attività di controllo a causa della carenza di personale, in termini di numero e formazione sul tema, nonché a volte di poca volontà politica nello spingere verso l’eliminazione di tali fenomeni”. Di qui l’azione di “tolleranza zero nei confronti di questi fenomeni”, avviata già con “una serie di controlli all’interno degli esercizi commerciali nel corso del periodo estivo ad opera delle forze dell’ordine, che ha portato anche a sequestri di merce”. Un’azione che parte da lontano, ovvero dagli “incontri con le associazioni di categoria interessate e le forze dell’ordine per individuare le criticità ed ipotizzare le risposte adeguate, con uno spirito molto costruttivo”. Il problema, però, come riportato nel servizio di Report, è ben radicato, con commercianti (o commessi) consci di vendere merce non originale. Proprio per questo l’azione da mettere in campo dovrà essere ancora più efficace.

 

VERSO UNA TASK FORCE ULTRA SPECIALIZZATA


Uno dei problemi principali evidenziati dalle forze dell’ordine è relativo, in particolare, “alla carenza di personale in termini numerici e di formazione necessaria a scovare le varie tipologie di falsi e di contraffazione, spesso sofisticati e non facili da individuare”. Infatti, “un’efficace attività di contrasto richiede sia controlli presso le attività commerciali e i grossisti (ad opera della Polizia Civile) sia controlli sulla merce in entrata (ad opera della Guardia di Rocca), cosa quest’ultima che darebbe probabilmente una importante riduzione al problema”. Inoltre va costruita una collaborazione più stretta con l’Ufficio Tributario o l’Ucvae, ma anche l’Ufficio Marchi e Brevetti, che “può dare agli uomini e le donne destinate ai controlli indicazioni utili in merito. Il tutto con un pieno spirito di collaborazione e coordinamento fra uffici”.

“Grazie all’opera del Comandante della Gendarmeria Faraone” è già avvenuta “la frequentazione, da parte di 8 fra agenti della Polizia Civile e Guardie di Rocca, di uno specifico corso di formazione in materia di falsi e contraffazione presso la Guardia di Finanza italiana, con l’obiettivo di creare un nucleo specializzato e coordinato di uomini capaci di effettuare i controlli atti a contrastare il fenomeno. Il corso si è da poco concluso e la consegna degli attestati di partecipazione avverrà nei prossimi giorni”. Gli incontri proseguiranno nel corso delle prossime settimane per giungere alla definizione di protocolli operativi fra gli uffici competenti e le forze dell’ordine, che consenta l’invio di reciproci feedback e indicazioni. La stessa collaborazione (con implemento di personale specializzato) che il Governo spinge sul fronte dell’evasione fiscale. Anche in questo caso i “furbetti” non si nascondono nelle maglie della normativa, che è abbastanza efficace anche sul fronte sammarinese, ma soprattutto sulla mancanza – ormai conclamata – di una serie di controlli puntuali, sia informatici che fisici. Probabilmente anche con i nuovi strumenti normativi di trasparenza fiscale (anche in collaborazione con gli altri Paesi), i controlli potranno diventare sempre più mirati, ma servono volontà e personale.

 

“NUOVE SANZIONI E PIÙ POTERE ALL’UCVAE”


Inoltre, annuncia sempre la Segreteria all’Industria, “arriverà a breve una modifica del quadro normativo con lo scopo di consentire l’applicazione di sanzioni amministrative per la violazione delle leggi crescenti in base al numero delle violazioni, fino alla sospensione o revoca della licenza, ferma restando sempre la confisca della merce. È necessario infine dare più potere di sanzione agli uffici competenti, in particolare l’Ucvae, senza dover sempre passare in Congresso per i provvedimenti più drastici”.

 

IL MERCATO ONLINE

 

I prodotti contraffatti disponibili online sono innumerevoli, ma se sono un “male” dell’economia, rappresentano anche un rischio per la salute dei consumatori. Non fosse altro per il fatto che, come ha evidenziato l’ultima ricerca a livello globale di MarkMonitor®, azienda specializzata nella protezione del brand online, più di un quarto degli intervistati (27%) ha affermato di aver acquistato involontariamente prodotti non autentici online. Tra questi, anche beni di consumo che si utilizzano ogni giorno, come cosmetici (32%), prodotti per la cura della pelle (25%), integratori (22%) e, dato più allarmante, medicinali (16%). Gli intervistati hanno dichiarato di aver trovato questi prodotti non originali tramite diversi canali online, tra cui marketplace (39%), motori di ricerca (34%), app su dispositivi mobile (22%) e sponsorizzazioni sui social media (20%). Ai partecipanti al sondaggio è stato inoltre chiesto di quale, tra questi canali citati, si fidassero maggiormente per la consegna di prodotti che incontrassero le loro aspettative. I siti ufficiali dei brand sono risultati i più affidabili (89%), seguiti dai marketplace online (74%), le farmacie online (67%) e le app sui dispositivi mobile (67%).

L’obiettivo della ricerca è di esaminare le abitudini di acquisto di beni di consumo, tra cui trucchi, articoli per l’igiene personale, medicinali, integratori e vitamine, comperati al di fuori dei supermercati. “La minaccia rappresentata dai contraffattori è sempre attuale e colpisce sia i brand che i consumatori. Per i brand significa una perdita di fatturato, reputazione e fiducia dei clienti. Tuttavia, quando si parla di prodotti di consumo non originali come cosmetici, prodotti per la pelle, creme solari e medicinali, le conseguenze sugli acquirenti sono molto più gravi, poiché incidono sulla loro salute e il loro benessere. Di conseguenza, spetta ai brand assicurarsi di avere in atto una solida politica di protezione del brand online per affrontare la minaccia della contraffazione e tenere al sicuro i propri clienti”, ha affermato Anil Gupta di MarkMonitor. I risultati della ricerca confermano questo sentimento, dal momento che il 34% ritiene i brand responsabili della protezione dei consumatori contro il fenomeno della contraffazione. Ciò è rafforzato dal fatto che quasi 4 consumatori su 10, che hanno involontariamente acquistato prodotti falsi, hanno rivolto un reclamo direttamente al brand. In aggiunta, l’80% degli acquirenti si affidano alle recensioni online prima di decidere se acquistare o meno, dimostrando che la soddisfazione dei clienti è un punto cruciale. Purtroppo la maggior parte dei consumatori (83%), infatti, ha dichiarato di non volere acquistare prodotti di consumo contraffatti come trucco, cosmetici e medicinali. I partecipanti all’indagine sono stati intervistati online in 10 paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Cina, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. Il sondaggio è stato condotto online e completato tra il 4 e il 10 Maggio 2017.

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