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Consiglio Grande e Generale: prosegue l’esame della Legge di Bilancio

da Redazione

Tra gli argomenti trattati, il credito d’imposta, con gli emendamenti Democrazia in movimento. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Nella seduta del pomeriggio prosegue l’esame della Legge di Bilancio. Tra gli argomenti trattati, il credito d’imposta, con gli emendamenti Democrazia in movimento, “Art.31 quinquies – Revisione del credito di imposta”, e “Art.31 sexies- Soppressione del Comitato di Sorveglianza”, entrambi respinti.

Il primo emendamento avrebbe impegnato il governo a rivedere entro febbraio le norme sul credito di imposta inserendo limitazioni senza le quali “non si ha altro- spiega Elena Tonnini, Rete- che uno spostamento a carico dello Stato di centinaia di migliaia di euro dal privato lal pubblico”. La proposta di Dim pone “limiti e parametri per prevenire situazioni distorsive” e stabilisce inoltre che la norma debba riguardare anche i crediti trasformati in debito pubblico. Il Segretario di Stato per le Finanze Simone Celli esprime l’orientamento sfavorevole del governo. “E’ sicuramente un problema verso cui occorre individuare risoluzioni sistemiche- riconosce- ma intervenire in questo modo è azzardato e non corrisponde all’interesse di sistema, potrebbe al contrario dare danno a istituti che hanno contribuito al salvataggio di banche in forte difficoltà”. Celli ricorda poi l’impegno del Comitato di sorveglianza:”Ha iniziato a lavorare da alcuni mesi e bisogna dare tempo di perimetrare la situazione- puntualizza- poi si può pensare a interventi di carattere sistemico, dopo il necessario confronto in Aula”. Da parte del Pdcs, il consigliere Marco Gatti chiede quindi di conoscere il credito “banca per banca”. “Prima misuriamo quanto è il credito di imposta- manda a dire- e facciamo in modo che l’assorbimento per lo Stato sia l’assorbimento migliore e sostenibile”. Matteo Ciacci, C10, dalla maggioranza tende una mano alla proposta. “Il Credito d’imposta anche per noi ci è sfuggito di mano”, spiega, per questo “nel 2016 abbiamo attivato il Comitato di sorviglianza, un pool di professionisti che si occupa di andare a verificare banca per banca quanto è lo sbilancio tra attivi e passivi da cui sorge il credito d’imposta”. Il capogruppo di C10 si dice d’accordo con Gatti e chiede al Segretario Celli di “prendere l’impegno in Commissione consiliare Finanze di fare un’audizione con l’analisi sull’attività dell’ultimo anno del Comitato di sorveglianza”. L’emendamento art, 31 quinquies viene poi respinto con 34 voti a favore, 11 contrari e 2 astenuti.

Il secondo emendamento di Dim che riguarda il credito di imposta è il 31 sexties “Soppressione del Comitato di Sorveglianza”, presentato da Andrea Nicolini di Rete, per sottolineare le difficoltà operative di tale organismo e la sua carenza di risorse. Il Segretario Celli riprende quindi la proposta appena discussa nell’emendamento precedente per anticipare un riferimento del comitato tra maggio e giugno prossimi in commissione consiliare, “per vedere l’entità del credito di imposta e cominciare a fare una valutazione di carattere sistemico” volta “a individuare soluzioni ad un fenomeno che in molti casi è sfuggito di mano”. L’emendamento 31 sexties è quindi respinto con 34 no, 14 voti a favore e un astenuto.

Stesso destino per il successivo emendamento di Dim, Art. 31 septies Membro di opposizione all’interno del Cct (Comitato per il credito e il risparmio). Nel presentarlo, Elena Tonnini di Rete ricorda come la presenza di un rappresentante dell’opposizione nel Ccr fosse una proposta della stessa coalizione Adesso.sm in campagna elettorale. “E’ un elemento di trasparenza- spiega- e di coinvolgimento delle forze di opposizione su scelte molto impattanti”. Il Segretario Celli anticipa la contrarietà del governo e rimarca l’impegno “a prevedere periodici momenti di confronto con l’Autorità di vigilanza all’interno della Commissione consiliare Finanze”.

La seduta si interrompe all’Art.32 ‘Modifiche alla Legge 16 dicembre 2013 n. 166’, relativo alla minimum tax, con la presentazione dell’articolo stesso, degli emendamenti abrogativi dei gruppi di opposizione e di quello dei gruppi di maggioranza e del governo, che saranno messi ai voti in seduta notturna.

La reintroduzione della minimum tax nel triennio 2018-2020, spiega il Segretario è una “scelta orientata ad individuare modalità di extra gettito che ci possano consentire di gestire problemi oggettivi di liquidità di cassa evidenziati da alcuni anni a questa parte”. Il segretario di Stato anticipa poi una “formulazione integrativa” del governo rispetto all’emedamento dei gruppi di maggioranza “in grado di compensare la minimum tax negli esercizi finanziari successivi in cui sarà totalmente restituita”. Nello spiegare l’emendamento soppressivo del Pdcs, Marco Gatti ricorda che la finalità originaria della minimu tax: “Era una norma transitoria della legge di riforma del sistema delle imposizioni dirette- spieg- mentre qui viene invece reintrodotta con lo scopo prettamente per fare Cassa”. Malgrado sia un “intervento che mette in difficoltà le attività che fanno fatica a fare quadrare i conti”. Anche il Ps motiva l’emendamento soppressivo: “Sta diventanto una tassa ordinaria- lamenta Giovanna Cecchetti, Ps- fattore negativo e deterrente per chi volesse venire a investire a San Marino”. “Non è coraggioso continuare ad attingere dalle tasche di chi ha già pagato- osserva Marianna Bucci di Rete- il coraggio sarebbe chiedere sacrifici alle imprese che hanno sempre sfruttato il paese”. Dalibor Riccardi, Psd, annuncia l’emendamento soppressivo dell’articolo 32 e quello in subordine “per dimezzare gli importi previsti da questo governo”. Riccardi replica poi alla proposta del governo: “Dire che andrete a far recuperare quanto pagano è una furberia- manda a dire- il problema è che chiedete l’ennesima anticipazione che andrà a gravare sui bilanci e sui costi delle aziende”. Infine, Alessandro Bevitori, Ssd, illustra l’emendamento dei gruppi di maggioranza: “La vera novità è che mentre prima questa tassa poteva essere recuperata con l’imposta Igr, si è pensato di compensare i 4 anni successivi con qualsiasi altra imposta, come quella sui servizi, la monofase, l’imposta di bollo”. In definitiva, “per l’operatore economico c’è possibilità di recuperare l’importo nei 4 anni successivi e la minimum tax diventa a tutti gli effetti un’anticipazione di imposta”.

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