Home categorieComunicati Stampa Ostruzionismo sulla riforma delle concessioni: ecco i responsabili

Ostruzionismo sulla riforma delle concessioni: ecco i responsabili

da Redazione

RIMINI – Mercoledì, nella seduta congiunta delle commissioni Industria e Finanze del Senato, la proposta del Pd di procedere nell’esame della legge delega sul riordino delle concessioni demaniali passando subito alla sua approvazione e rinunciando ai termini per gli emendamenti, non è stata accolta dagli altri gruppi (Forza Italia, Mdp, Lega, M5S e altri), che hanno invece proposto una lunga serie di audizioni. È stata gettata la maschera: ora tutti sanno chi voleva dare una risposta equilibrata ai problemi del settore balneare, e chi invece vuole raccontare ancora favole. La parte politica che con l’ostruzionismo ha affossato la possibilità di un rapido esame e della definitiva approvazione del provvedimento, strumentalizzando l’illusione di ulteriori proroghe ad oltranza, è proprio quella che ha creato il danno originale ai balneari. Quando infatti il centrodestra era al governo con Berlusconi, anziché aprire un negoziato con l’Europa l’esclusione del comparto balneare dalla direttiva Bolkestein finché si era in tempo, ha preferito non risolvere il problema e concedere proroghe, incassando due procedure di infrazione.

Chi ha affossato il ddl si accontenta di far saltare il banco, ma io ho la memoria lunga e ne parleremo nella prossima campagna elettorale. La demagogia e l’irresponsabilità hanno caratterizzato negli ultimi dieci anni l’approccio del centrodestra al problema in cui versano le decine di migliaia di imprese e i tanti lavoratori di un settore così importante e strategico come l’industria balneare. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Abbiamo bisogno di norme chiare e il lavoro che abbiamo fatto permetterà già all’avvio della prossima legislatura di avere una base per varare subito il provvedimento, altrimenti scatterà la procedura di infrazione dall’UE e a pagare saranno gli operatori.

Un po’ di storia.

Dopo l’adozione della Direttiva Servizi (cd Bolkestein) 2006/123/CE del dicembre 2006 da parte del Consiglio Europeo, questa doveva essere integrata nella normativa nazionale di tutti i paesi dell’UE. Cosa che non è accaduta, al punto che nel 2008 la Commissione Europea ammonisce l’Italia formalmente con la procedura d’infrazione 2008/4908 intimando la revisione dell’ordinamento giuridico interno e di armonizzare le disposizioni normative ai principi comunitari entro il termine ultimo del 31 dicembre 2009. La “soluzione” trovata dal governo Berlusconi è stata (col DL 194/2009 convertito con la Legge 25/2010) l’abrogazione del cosiddetto “diritto di insistenza” previsto dal codice della navigazione e la proroga sino al 31/12/2015 della scadenza di tutte le concessioni, facendo salva la disposizione dell’art.1 comma 2 del DL 400/1993 recante il rinnovo di sei anni in sei anni delle concessioni demaniali marittime. Tale emendamento ha comportato l’apertura di una seconda infrazione (n.2010/2734) accessoria e conseguente alla prima.

Colgo l’occasione per ricordare che il legislatore italiano, in sede di recepimento della Direttiva Servizi con la trasposizione pedissequa dell’articolo 12 della Direttiva, nell’articolo 16 del Decreto Legislativo 59/2010, non ha previsto regimi transitori o specifici per alcune categorie di beni, come invece la Direttiva, prima della sua trasposizione, avrebbe consentito. Il Governo Berlusconi non ha esercitato questa opzione notificando attraverso specifica richiesta all’Europa. Infatti gli articoli 17 e 18 della Direttiva avrebbero consentito agli Stati membri di adottare delle “deroghe caso per caso”, da notificare alla Commissione, la quale avrebbe dovuto valutarne la compatibilità con il diritto dell’Unione.

Ciò avrebbe permesso al legislatore nazionale, essendo comunque limitate nel tempo tali deroghe, di operare un riordino puntuale e specifico della legislazione di settore, tenendo conto anche delle caratteristiche e delle peculiarità territoriali e nazionali di questo importante settore turistico. Cosa che invece hanno fatto altri Stati membri.

La procedura di infrazione è stata chiusa definitivamente solo con la Legge 15/12/2011 n.217 (Governo Monti), che ha disposto l’abrogazione dell’istituto del rinnovo automatico delle concessioni delegando il Governo ad adottare un decreto legislativo. Col DL 18 Ottobre 2012, convertito in legge 221/2012, sono state prorogate, nonostante il parere contrario del Governo, le concessioni demaniali in essere alla data del 30 Dicembre 2009, e in scadenza al 31 Dicembre 2015, fino al 31 Dicembre 2020.

Il 14 Luglio 2016 la Corte di Giustizia Europea ha ritenuto illegittima la proroga generalizzata delle concessioni demaniali marittime e, nello stesso tempo, ha riconosciuto che è consentito agli Stati membri di tener conto, nello stabilire la procedura di selezione, di motivi imperativi di interesse generale, quali, in particolare, la necessità di tutelare il legittimo affidamento ed ha sancito che spetta al giudice nazionale verificare, ai fini dell’applicazione della direttiva, se le concessioni italiane debbano essere oggetto di un numero limitato di autorizzazioni per via della scarsità delle risorse naturali. Tali principi sono stati recepiti nel “Disegno di Legge di delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo” approvato il 27 gennaio 2017.

Le audizioni delle associazioni di categoria, della Conferenza delle regioni, nonché dell’Agenzia del demanio e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la parte dei dati in possesso dell’ex Ministero della Marina mercantile, hanno consentito di poter integrare e migliorare il testo del disegno di legge approvato in autunno alla Camera, arrivando ad un punto di equilibrio tra le legittime istanze di tutela e salvaguardia delle attuali imprese concessionarie, che necessitano di regole certe, per investire e creare ricchezza e opportunità di sviluppo e occupazione, e il quadro normativo e giuridico venutosi a comporre in questi ultimi anni a livello nazionale e comunitario.

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