Home FixingFixing Gianni Rodari: la fiaba è il luogo di tutte le cose

Gianni Rodari: la fiaba è il luogo di tutte le cose

da Redazione

Ci può dare le chiavi per entrare nella realtà attraverso strade nuove. Solo nei castelli i re e le regine vivono alla fine sempre “felici e contenti”?

 

di Simona Bisacchi Pironi

 

E vissero tutti felici e contenti. Dame e cavalieri. Re e regine. Principesse irrequiete e improbabili consorti. Nascono destinati a qualcosa di grande, poi lungo il tragitto qualcosa va storto e ha inizio la battaglia. Per quanto la principessa sia bella, per quanto il cavaliere sia senza macchia sono costretti a mettere da parte sogni immacolati e teorie deliziose, per cominciare a vivere sul serio.

La battaglia è dura e la soluzione non è assolutamente a portata di mano, ma quando riescono il lieto fine è lì ad aspettarli.

Sono belle le favole perché ti insegnano a spingere lo sguardo e la mente verso soluzioni che non avresti mai considerato.

Perché “La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”, scriveva Gianni Rodari.

Insegnano le favole che un cavaliere che non è pronto a combattere per ciò che gli sta a cuore è destinato a vivere nella solitudine e nell’insoddisfazione.

E se una principessa non osa, non tenta, a costo di cadere e sporcarsi di fango mentre la sua carrozza torna a essere zucca, allora rimarrà sempre schiava di chi in lei vede solo una povera Cenerentola.

E quel “vissero tutti felici e contenti” che sta tanto antipatico agli adulti, perché secondo loro non corrisponde alla realtà, è invece quello che fa sognare i bambini, che li fa fantasticare su tutto quello che può accadere dopo. Perché dopo accade sempre qualcosa. Ma è assolutamente verosimile che il cavaliere e la principessa vivano comunque felici e contenti, perché le avventure terribili che hanno vissuto, le streghe che hanno dovuto sconfiggere e gli incantesimi che hanno spezzato hanno insegnato loro come si affronta la vita. Forse hanno perso un po’ della loro spensieratezza, ma hanno acquistato la consapevolezza di potercela fare. Anche nel fango.

Lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton scriveva “Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”.

E allora certo che vivono tutti felici e contenti. Perché ora sanno. Sanno che nemmeno il fuoco di un drago può carbonizzare il coraggio. Nemmeno il sortilegio di una strega invidiosa può durare all’infinito se interviene la forza di un’unione. E anche un volto sfregiato dall’arroganza può guarire se c’è una Bella a far nascere un sorriso.

“In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l’altro nell’abisso”, sostiene Paulo Coelho.

E in questo precario equilibrio umano, la contentezza è l’asta che può far mantenere l’armonia mentre si procede in quel vuoto, che sempre unisce due vette distanti.

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