Home FixingFixing Maurizio Viroli: “Il dovere è libertà e non un obbligo”

Maurizio Viroli: “Il dovere è libertà e non un obbligo”

da Redazione

La lectio magistralis del professore sulla “coscienza civile”. Parterre du roi per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2017-2018.

UNIRSM Petrocelli Viroli

 

di Alessandro Carli

 

Parterre du roi per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2017-2018, il secondo – come ha ricordato alla platea il professor Corrado Petrocelli – “del nuovo corso”. Il Magnifico Rettore, nel suo discorso alla platea (presenti, oltre ai Capitani Reggenti Matteo Fiorini e Enrico Carattoni, alcuni Segretari di Stato e molti professori e studenti), ha fatto il punto sullo stato di salute dell’Università. “C’è voluto un po’ di tempo per dissodare il terreno” ha spiegato, snocciolando i progetti che prima non c’erano e che ora sono operativi: da un CdA a maggioranza esterna passando per il Regolamento didattico, la segreteria per gli studenti, le borse di studio, la SMaC card per gli studenti e il loro accesso alla mensa, lo sportello Punto Europa ma anche una fitta trama di relazioni con le altre Università, italiane e straniere. “Quando sono arrivato a San Marino c’erano 250 studenti. Oggi solamente le matricole sono 251” ha ricordato. Numeri che hanno fatto dire al Rettore che l’Università sammarinese ha bisogno di “nuovi spazi” e di “maggior sostegno da parte del settore pubblico”: un deciso “no” quindi “ai tagli”.

Petrocelli ha sottolineato il valore dell’Università “come investimento e non come spesa”, ricordando inoltre la missione che vede l’Ateneo impegnarsi per “rendere forti gli allievi, non deboli i saperi”.

Il Rettore, dopo aver annunciato i progetti per il prossimo anno (uno su tutti, il primo bilancio sociale), ha descritto la propria idea di università: un luogo “libero” che “deve contribuire al rafforzamento della democrazia”.

La parola anche a Patrizio Bianchi, Assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Scuola, Formazione professionale, Università, Ricerca e Lavoro della Regione Emilia – Romagna, che sulla scia di quanto espresso da Petrocelli ha rilevato quanto “nelle Università abbiamo professori ma servono maestri di comprensione e quindi di civiltà”.

 

LA LECTIO MAGISTRALIS DI MAURIZIO VIROLI

 

Docente di Teoria Politica all’Università di Princeton, Maurizio Viroli ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Libertà politica e coscienza civile”. Secondo il professore il vero problema storico dell’Italia è la debole coscienza civile. “La libertà politica può vivere solo se i cittadini hanno una forte coscienza civile” ha esordito. “Si parla tutti i giorni di ‘libertà politica’. L’idea dominante ma incompleta è quella di pensare alla libertà come mancanza di ostacoli”. La letteratura mondiale ha trattato più e più volte il tema. E il professore ha portato alla platea numerosi esempi: nel “Leviatano” di Hobbes – nel capitolo numero 21, “La libertà dei sudditi” – si parla di “libertà dei sudditi” e non dei cittadini; nella stessa “Mostellaria” di Plauto si incontrano schiavi “felici”, così come è felice quell’Arlecchino servitore di due padroni”. “Noi continuiamo a ragionare con l’idea di libertà del vivere servo. La libertà invece è altro: non è ‘non essere ostacolati’ ma ‘non essere dominati’. L’essere sottoposti al potere arbitrario di altre persone non rende liberi”. Il professore poi ha “citato” uno dei suoi pensatori preferiti: “Per Machiavelli un popolo libero è quello che non serve umilmente né domina superbamente” ma che quando deve muoversi contro un potente, lo sa fare. Ma anche Rousseau ha trattato la materia: “Un popolo libero obbedisce ma non serve, ha capi ma non padroni”.

Il Docente di Teoria Politica si è poi soffermato sull’importanza di riscoprire la libertà. “Chi ha un potere enorme e arbitrario, ne abusa. Vivere sotto il dominio di altri uomini crea una mentalità servile che produce disprezzo, adulazione, maldicenza e incapacità di giudicare la verità”. La libertà “è non avere altro padrone che la propria coscienza”.

Dopo aver citato l’articolo 2 della Costituzione (“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”) e il 54 (“(…) I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”), Viroli si è soffermato sulla parola “dovere”, necessario “per vivere liberi”. “Il dovere – ha ricordato – è libertà e non obbligo”. Chi ha il senso del dovere sente di avere un valore, sente di essere una persona unica perché ha trovato un principio sano. “E’ solamente chi non ha il senso del dovere che non si oppone. Chi ha una coscienza emancipata non vuole padroni”. Per Viroli occorre quindi “formare cittadini liberi”. Ma chi può formare una coscienza civile? Non i partiti politici. Ieri erano in grado di farlo, oggi non più. “Le Università degli USA – ha concluso – si chiede agli studenti del primo anno di frequentare un corso di formazione etica, utile a imparare a ragionare. In questo modo i ragazzi e le ragazze hanno la possibilità di formarsi una coscienza civile. Le Università italiane non lo fanno”.

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