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Editoriale: Voluntary disclosure, tempistiche sbagliate

da Redazione

In un momento in cui le istituzioni dovrebbero ricostruire un clima di fiducia e puntare sull’attrattività del sistema Paese, è stato lanciato uno strumento che se per finalità è condivisibile, per come è visto dall’esterno, non aiuta di certo.

 

di Alessandro Carli

 

In un momento in cui le istituzioni dovrebbero ricostruire un clima di fiducia e puntare sull’attrattività del sistema Paese, è stato lanciato uno strumento – la voluntary disclosure sammarinese – che se per finalità è condivisibile (per far emergere e possibilmente far rientrare i capitali mai denunciati e detenuti all’estero), per come è visto dall’esterno, non aiuta di certo. Sia che si scelga di regolarizzare gli importi o che si opti per il rimpatrio, entro il 30 settembre 2018 (questa la deadline) nelle casse dello Stato entrerà comunque una nuova linfa.

Impossibile oggi fare una previsione: si sa solamente che nel primo caso è prevista un’aliquota al 17% dell’importo sui redditi tenuti nascosti e del 2% sul valore del bene, nel secondo caso invece il 10% dell’importo dei redditi e il 5% su quello dei beni.

I sammarinesi amano profondamente il proprio Paese. Il Paese però – parliamo della politica naturalmente – non sembra affatto ricambiare: dalla patrimoniale inserita nella Legge di Bilancio (un paradosso che rischia non solo di non attrarre nuovi investitori ma anche di far scappare quelli che già operano sul territorio; come si fa a introdurre una patrimoniale dopo aver approvato la possibilità di concedere la residenza elettiva a San Marino a cittadini stranieri? Sembra a tutti gli effetti una contraddizione), passando per la “voluntary”, i cittadini e le aziende si trovano davvero tra l’incudine e il martello. Il tutto mentre Adesso.sm, nel commentare il primo anno di lavoro e dopo aver prescritto le medicine da assumere nel 2018, scrive: “Siamo certi che i cittadini condivideranno queste scelte”.

La scelta di aumentare l’imposizione fiscale, per quanto probabilmente necessaria, andrebbe però compensata da uno sforzo anche sul versante della spesa e, oltre allo scudo, anche sull’accertamento più puntuale dei redditi reali. Due interventi che, come sempre, sono stati annunciati ma che anche quest’anno arriveranno dopo.

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