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Consiglio Grande e Generale: dibattito sulle dimissioni di Raffaele Capuano

da Redazione

Sono 57 gli iscritti ad intervenire. Al centro degli interventi, le motivazioni indicate nella lettera dell’ex Dg consegnata alla Segreteria delle Finanze. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Il dibattito sulle dimissioni di Raffaele Capuano dalla Direzione di Banca Centrale ha occupato interamente la seduta consiliare di ieri pomeriggio e proseguirà in quella notturna. Sono 57 gli iscritti ad intervenire. Al centro degli interventi, le motivazioni indicate nella lettera dell’ex Dg consegnata alla Segreteria delle Finanze.

Ad aprire i lavori è il riferimento del Segretario di Stato per le Finanze Simone Celli: da un lato entra nei dettagli dei contenuti della missiva, d’altra parte punta il dito duramente contro l’istituto di Banca Centrale, esortando a procedere a un intervento di riforma della struttura. Celli chiarisce quindi come sono nate le osservazioni più “politiche” espresse da Capuano sul governo. “Durante gli Annual Meetings del Fondo Monetario- spiega- il dott. Capuano ha maturato la convinzione che l’unica strada percorribile per la Repubblica di San Marino fosse il ricorso a un programma di assistenza finanziaria e tecnica del Fondo Monetario”. A riguardo, il governo “pur non escludendo affatto questa ipotesi- prosegue- ha ritenuto di dover compiere maggiori approfondimenti, in particolar modo da un punto di vista politico”. Questo “prender tempo- continua Celli- probabilmente è stato interpretato dal dott. Capuano come segno di incertezza”. Quindi il responsabile delle Finanze passa ad esprimere “fortissima preoccupazione” per la situazione interna di Banca Centrale. “E’ inaccettabile- accusa- che ogni impegno, ogni capacità, ogni professionalità, anche la più spiccata, ha finito per essere, prima ostacolata, poi affossata dai meccanismi di autodifesa di Banca Centrale” In definitiva, via del Voltone “non va chiusa- esorta- ma sicuramente va ripensata dalle sue fondamenta”. E a riguardo, “occorrono misure urgenti” che Celli auspica siano condiviae da tutto il Consiglio perché “il problema che stiamo affrontando non è un problema di governo- puntualizza- ma di sistema”.

Le spiegazioni del Segretario di Stato non convincono l’opposizione: Iro Belluzzi, Psd, sostiene che “la prima cosa da fare sarebbe chiedere le dimissioni di Celli”, visto che “non abbiamo più una governance a Banca centrale”. Il consigliere rigetta poi “l’attacco e il voler dare tutte le responsabilità a Bcsm”. Per Davide Forcellini, Rete, le parole del Segretario”hanno l’obiettivo di fondo di spostare l’attenzione su ciò che già il Paese conosce- spiega riferendosi alle criticità dell’istituto di vigilanza- ma non ha portato per esempio spiegazioni su come ripensare Banca centrale”. Alessandro Mancini, Ps, evidenzia le responsabilità politiche, del governo, sulle dimissioni di Capuano. “Leggendo quella lettera- motiva- ci dice che si è sentito solo, non supportato dalla politica e dal governo, inutile girarci attorno”. Parla di “azione di depistaggio” anche Pasquale Valentini, Pdcs, riferendosi all’interveno di Celli e alle posizioni della maggioranza. In particolare, ritiene che la motivazione della perquisizione sia stata fatta “a tutti costi gonfiare”, facendola diventare oggetto di esposto: “Ma forse- aggiunge- vogliamo solo spostare il problema”.

I consiglieri di maggioranza confermano invece le osservazioni introduttive di Celli. Stefano Palmieri, Rf, sottolinea come pesino le motivazioni economiche addotte da Capuano e come sia necessario aprire un confronto sulle limitazioni previste dalla legge. “Dobbiamo pensare quali professionalità vogliamo prendere da fuori, come per i medici- manda a dire-,e dobbiamo essere disponibili a pagarli adeguatamente, se no, c’è mercato da un’altra parte e su questo dovremo confrontarci in maniera seria”. Michele Muratori, Ssd, rileva la gravità della perquisizione subita dal Dg.”Le accuse che adombra Capuano meritano una profonda riflessione- osserva- non è ammissibile che un dirigente del ministero del Tesoro se ne vada sbattendo la porta”. Di qui la necessità di “indagare a 360 gradi”. Luca Boschi, C10, fa quindi notare che “c’è una quarta motivazione non scritta su carta”. Ovvero, “non riusciamo a tenerci un direttore di Bcsm- puntualizza- o tutti sono pazzi o incompetenti, oppure c’è un problema all’interno di Bcsm stessa”. Concorde quindi sulla necessità di un intervento: “Dobbiamo pensare tutti insieme- termina- a un nuovo modello di organismo di vigilanza”. La seduta si interrompe e il dibattito proseguirà in seduta notturna.

Di seguito un estratto degli interventi.

Comma 8. Riferimento del Governo in merito alla lettera di dimissioni del Direttore Generale di Banca Centrale della Repubblica di San Marino e successivo dibattito

Simone Celli, Segretario di Stato per le Finanze

In data 16 novembre è giunta alla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio la lettera del Dott. Raffaele Capuano con cui manifestava la volontà di non proseguire il rapporto di collaborazione con la Banca Centrale della Repubblica di San Marino. Dopo alcuni tentativi tesi a promuovere un ripensamento da parte del dott. Capuano così da rivedere la propria decisione, tra le giornate di lunedì e martedì della settimana corrente è giunta la definitività di tale assunzione. La nomina di Capuano avvenne sulla base di alcune precise indicazioni fornite dall’autorità di governo al Consiglio Direttivo di Banca Centrale. Si voleva individuare una figura che fosse capace di garantire un rapporto di qualità con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con Banca d’Italia, che avesse un profilo di carattere preminentemente istituzionale e che avesse maturato precedentemente esperienze professionali analoghe, per ruolo e per funzioni, alla direzione generale di Banca Centrale. Con il dott. Raffaele Capuano si era giunti alla nomina di un professionista superpartes, in grado di traghettare il sistema bancario e finanziario fuori dalla tempesta che lo ha investito a partire dal 2008. Visto il pregresso inquadramento presso il Mef, non è affatto un mistero che la nomina del dott. Capuano sia avvenuta con l’avvallo italiano e questo è bene rimarcarlo anche in questa importante occasione di confronto politico e istituzionale.

Nonostante la squallida campagna denigratoria preventiva messa in campo da certi settori dell’opposizione per evidenziare presunti e improbabili collegamenti con ambienti imprenditoriali sammarinesi, il dott. Capuano si è messo immediatamente al lavoro con dedizione e spirito di servizio, dimostrando la grande qualità di comprendere i problemi organizzativi e strutturali del comparto creditizio del nostro Paese. Ha ripristinato molto celermente un clima di armonia e di collaborazione con i soggetti vigilati, aprendosi senza alcun indugio al dialogo e al confronto. Fin dai primi giorni, e in particolare durante gli Annual Mettings del Fondo Monetario Internazionale tenutisi a Washington, ha agito in stretta sinergia con gli organismi internazionali di riferimento. E proprio a proposito dell’attenzione evidenziata dal dott. Capuano all’interno della sua lettera di dimissioni rispetto al rapporto con le organizzazioni internazionali e la relativa sulla mancanza di “una chiara volontà di affrontare i problemi del sistema nel modo che personalmente ritengo corretto, cioè attraverso un inserimento della situazione locale in un contesto internazionale con i vincoli che ne conseguono” desidero esprimere alcune sintetiche riflessioni, dato che il tema ovviamente negli ultimi giorni è stato oggetto di dibattito politico e pubblico ampio e articolato, con le immancabili e a dir la verità poco sorprendenti strumentalizzazioni operate da chi ha davvero pochi argomenti a supporto delle proprie tesi.

Durante gli Annual Meetings del Fondo Monetario il dott. Capuano ha maturato la convinzione che l’unica strada percorribile per la Repubblica di San Marino fosse il ricorso a un programma di assistenza finanziaria e tecnica del Fondo Monetario. Tale sua posizione è stata ribadita formalmente durante una seduta del C.C.R. del 25 ottobre scorso e il Governo, pur non escludendo affatto questa ipotesi, ha ritenuto di dover compiere maggiori approfondimenti, in particolar modo da un punto di vista politico. Non è infatti possibile pensare di compiere un passaggio di questo tenore con una operazione verticistica che non sia nelle condizioni di mantenere un adeguato livello di coinvolgimento delle parti politiche, sindacali e datoriali. Questo prender tempo, probabilmente è stato interpretato dal dott. Capuano come segno di incertezza, ma in realtà è un prender tempo dettato solo dal buon senso e dalla ragionevolezza che ci devono essere di fronte ad una opzione di siffatta natura sistemica. Confidando di avere chiarito il mistero della mancanza di volontà del governo di affrontare i problemi del settore bancario nel modo corretto, intendo esprimere la mia fortissima preoccupazione per la situazione che sta emergendo con sempre più trasparenza all’interno di Banca Centrale. E’ inaccettabile infatti che ogni impegno, ogni capacità, ogni professionalità, anche la più spiccata, ha finito per essere, prima ostacolata, poi affossata dai meccanismi di autodifesa di Banca Centrale. Capuano lamenta la mancanza di certezza giuridica. Ossia la precarietà del suo inquadramento, ma anche l’assenza di garanzie minime, da stato di diritto, che attengono alla sua persona e al suo ruolo apicale nel sistema finanziario sammarinese. Non possiamo sottacere che è diventata ormai un’abitudine. Tutti i vertici di Banca Centrale sono stati cacciati sotto l’effetto di denunce e azioni giudiziarie. In alcuni casi, come è successo per Savorelli, il tempismo non è stato perfetto. Il Governo ha prima revocato l’incarico poi qualcuno, per assicurarsi che tutto tornasse allo stato iniziale, ha intrapreso azioni legali. La manina, anzi le manine, sono sempre le stesse. Seconde file, parenti, amici, collaboratori dei vecchi padroni di San Marino. In Banca Centrale ci sono carriere milionarie fatte senza assumersi responsabilità. Funzionari non degni di nota di cui è impossibile conoscere una sola azione meritevole nell’interesse collettivo. Sono passati attraverso la bufera. Hanno staccato gli assegni di Banca Centrale usati per pagare le tangenti della sede di Via del Voltone, ma se la sono cavata. “Non sapevo”, è stata la loro difesa. La prescrizione li ha graziati. Ma sono agguerriti. Vogliono mantenere il potere. Si perché tutto cambia ed è cambiato a San Marino, tranne Banca Centrale. Stipendi da centinaia di migliaia di euro. Totale impunità e irresponsabilità amministrativa, civile e contabile rendono la Banca Centrale il perno dell’arbitrio, la chiave di volta di un sistema incapace di rigenerarsi. Non è una forzatura l’immagine umoristica di Banca Centrale come un titanic che sta affondando. Si brinda mentre un oceano di problemi trascina il paese verso il baratro. È possibile che un alto funzionario guadagni 250 mila euro puliti e il direttore generale arrivi a stento a 60 mila euro?. È possibile che la retribuzione del direttore generale sia inferiore a quelle di qualche fortunato addetto alla manutenzione e alla logistica?. In Banca Centrale, quelli che altrove sono fattorini, hanno giacca e cravatta, percepiscono stipendi più elevati di quelli di un qualunque dirigente della Pubblica Amministrazione. L’attuale sistema retributivo è irrazionale, è irragionevole. Svilisce le professionalità più elevate a vantaggio di una conduzione burocratica, di carriere solo interne. Priva il sistema di apporti importanti che possono derivare dall’introduzione di esperti di altri Paesi o comunque esterni all’attuale organigramma. Sono anni, ormai, che l’azione e il dibattito politico sono monopolizzati dall’operato, dalle faide interne, dall’inerzia e dalle strumentali azioni di Banca Centrale. Troppo spesso il cattivo uso, o talvolta l’abuso, dei poteri di Banca Centrale è diventato terreno di feroce scontro politico.Mentre in Aula Governo, maggioranza e opposizione si scannano, in Banca Centrale vi sono funzionari che continuano a ricoprire serenamente il proprio ruolo nonostante le parole di un giudice abbiano palesato la totale mancanza della professionalità minima richiesta a un qualunque funzionario, a maggior ragione su chi ha facoltà di incidere su interessi rilevantissimi come la sorte di un istituto di credito. Ebbene, pensate che sia stato fatto qualcosa contro quel funzionario. Pensate che sia stato rimosso, o anche solo rimproverato o censurato. Niente di tutto ciò. Il sistema interno di Banca Centrale è fatto per perpetuarsi in eterno e senza responsabilità. Tanti vantaggi in termini di retribuzioni, trattamenti fiscali privilegiati, premi di produzione, benefit vari ma nessuna responsabilità. L’intera normativa che riguarda la Banca Centrale si segnala per un dato: in ogni occasione viene rimarcato che l’azione di Banca Centrale non dà luogo a responsabilità patrimoniale se non per dolo. Insomma impunità patrimoniale e compensi vergognosamente elevati per coloro che sono stati assunti ai tempi d’oro delle tangenti di Stato, fanno si che Banca Centrale sia un sistema a parte, retto da regole diverse da quelle che vigono a San Marino. Neppure i giudici beneficiano di questa immunità patrimoniale. Voglio essere chiaro: Banca Centrale non va chiusa, come qualcuno sostiene in preda ad un impeto populista, ma sicuramente va ripensata dalle sue fondamenta. Sulla necessità di procedere a una complessiva e radicale riorganizzazione di Banca Centrale e alla revisione delle retribuzioni erogate, assicuro il massimo impegno della mia segreteria e dell’intero Governo che già sta lavorando in questa direzione. Occorrono misure urgenti che auspico siano condivise da tutto il Consiglio, perché il problema che stiamo affrontando in questo momento non è un problema di governo, ma di sistema.

Non sono stato io e non è stato questo governo a reclutare i precedenti vertici. Questo governo ha rimosso il precedente direttore generale perché non concordava sulle linee di indirizzo della politica finanziaria dell’esecutivo e questo ha provocato come conseguenza, sulla quale peraltro il governo stesso era ampiamente preparato, le dimissioni del Presidente Grais. Il direttore, secondo le opposizioni, era rappresentante di un potentato economico e dunque, per la proprietà transitiva, anche il governo era sotto questa cappa opprimente, credo che con il suo allontanamento abbiamo dimostrato la nostra indipendenza da qualsivoglia potere che persegue interessi diversi da quelli dello Stato. Mi assumo invece la responsabilità e l’onore di aver cercato il Dott. Capuano. Mi rammarico di non avergli potuto offrire una maggiore certezza economica, o meglio una retribuzione proporzionata alla qualità della sua persona e della sua professionalità. Ma, sia ben chiaro, non è stato solo questo ad allontanare Capuano. Sulla perquisizione posso solo confermare che il Governo ha presentato un esposto nella giornata di martedì. Mi auguro, anzi son sicuro, che ci siano spiegazioni, che si potrà fare chiarezza e ripristinare la verità. Al Dott. Capuano va la mia stima e la mia vicinanza.

Michele Muratori, Ssd

Ci si deve interogare perché nessuno dei vertici di Bcsm sia stato in grado di continuare serenamente il proprio lavoro, anche quando il sistema bancario non viveva momenti difficili come l’attuale istituto di via del Voltone Va ripensato il ruolo di Bcsm, ma ancora più urgente è rivedere gli equilibri interni della struttura. Tra le motivazioni indicate da Capuano per il suo addio vi è la grave incertezza economica e giuridica: su questo pesano in primo luogo la riduzione dello stipendio dovuto al tetto dei 100 mila euro e il trattamento fiscale diverso. Vi pare normale che chi ha più responsabilità debba guadagnare meno dei suoi sottoposti? In secondo luogo, Capuano pone il tema dell’internazionalizzazione, sfida principale del nostro Paese in questo momento. Da ultimo, la perquisizione che il direttore ha percepito come grave violazione dei diritti individuali. Le accuse che adombra Capuano meritano una profonda riflessione, non è ammisibile che un dirigente del ministero del Tesoro se ne vada sbattendo la porta. Sono d’accordo con chi dice che bisogna indagare e che bisogna farlo a 360 gradi. Come sono d’accordo con chi chiede di sedersi a un tavolo, se non fosse che chi lo chiede è chi blocca il percorso, sabotandolo, e chi commissiona servizi scandalistici fuori il Paese. Qui è in atto una lotta tra bande e non posso tollerare il Paese sia preso in mezzo.

Teodoro Lonfernini, Pdcs

Segretario, la sua relazione è a tratti disarmanti e a più di un tratto imbarazzante. Lei è bravissimo a raccontare una verità che non esiste, un immaginario collettivo che attraverso le sue azioni e responsabilità ha eccitato in questi 11 mesi. Dov’era lei quando venivano adottate scelte infelici nel settore bancario, vedi Banca commerciale sammarinese? Non era in Aula quando i lavori si sono fermati per andare a gestire la situazione di Banca commerciale? E lei oggi, con la sua proverbiale tranquillità, ci racconta uno scenario passato, chi è infatti che non ha mai detto che la struttura di Bcsm non deve essere ridimensionata e che in questi anni siamo passati attraverso la tempesta perfetta?

Facciamo ridere, oltre che pena, a dire che c’è un Paese sotto aggressione. Chi ha raccontato, lo scorso week end, il nostro Paese, lo ha fatto non perchè siamo sotto attacco o perché c’è un complotto, ma perché stiamo mandando messaggi al mondo che questo Paese sia solo ‘pane e recessione’ e lei ne ha responsabilità, e ne pagherà le conseguenze. E’ una constatazione politica, imparate a fare politica.

Su Bcsm abbiamo detto in tutti i modi di poterci mettere attorno ad un tavolo per valutare insieme quale è e quale può essere il beneficio migliore del sistema. Lo abbiamo chiesto ripetutamente. Anche a me spiace per le dimissioni di Capuano, perché un mese e mezzo fa -con il mio gruppo- avevamo espresso volontà di collaborazione. Io e il mio collega Mussoni abbiamo presentato un documento per lavorare in maniera serena rispetto la protezione del sistema. E abbiamo chiesto di poter aver un confronto in commissione Finanze, cosa che ci attendevamo tutti i commissari di poter svolgere lunedì scorso. Lei ha perso due mesi quando si poteva aver svolto un incontro costruttivo con Capuano. E ora state di nuovo sbagliando a trasferire problemi all’interno dell’autorità giudiziaria in modo così sbilanciato.

Andrea Nicolini, Rete

Sullo stipendio di direttore e del vice di Bcsm: la distorsione sta nello stipendio del vice direttore, indubbiamente, sono dirigenti, se non accettano diminuzioni congrue vanno sostituiti.Ci troviamo a fronteggiare il discredito della Repubblica fatto da una testata giornalistica italiana. Ricordiamo che l’Italia è un Paese che vive il fallimento di una banca al mese. Difficile quindi accettare critiche a cuor leggero sull’affidabilità ei nostri numeri. E’ un attacco che viene da lontano, non c’è il minimo dubbio sulla provenienza interna di certe informazioni, non del tutto veritiere. Ci dobbiamo confrontare con persone disposte a sacrificare il Paese per le proprie faccende ed interessi. Ogni dato del servizio del Tg 5 appare discutibile, inoppugnabile invece è il fatto che Capuano si sia dimesso. La reazione del governo: mi ha colpito la sua implorazione fatta affinché il Dg ci ripensasse. Abbiamo ancora una dignità di Stato lunga secoli. In tutta questa questione comunque mi pare che lo stipendio sia davvero centrale.

Nicola Renzi, Segretario di Stato per gli Affari Esteri

Rungrazio il dott. Capuano per l’impegno profuso, anche se per poco tempo. Si è instaurato grazie a lui un clima di collaborazione con tutti gli operatori del sistema ed è un dato che va sottolineato. Oggi però siamo qui a discutere del suo volontario allontanamento. Alcuni motivi riportati nella sua lettera e meritano di essere approfonditi. Sull’inserimento della Repubblica in uno spazio internazionale mi fermo a dire che di questo tema il governo ha ben presente l’importanza e sta cercando di affrontarlo. Poi non possiamo esimerci dai due veri motivi che hanno indotto questa scelta. In primis, il caso increscioso della perquisizione avvenuta nell’abitazione utilizzata da Capuano. Su questo, il Congresso ha cercato di intervenire immediatamente: facendo una riunione del Ccr, chiedendo a Banca centrale, per sua pertinenza, una relazione su quanto successo, comunicando alla Reggenza gli accadimenti. Non credo che oggi possiamo puntare il dito contro quello o quell’altro, i fatti dovranno essere accertati con la dovuta calma ma con fermezza, in un Paese che voglia essere normale- e il nostro Paese lo è- fatti come quelli verificati non possono verificarsi, che poi siano stati errori, fatto è che si è verificato qualcosa di grave che ha ingenerato effetti come quello relativo a Capuano. E’ un episodio, pur sbagliato, che possiamo evitare di riproporre. Poi ci sono altre questioni, la prima è legata alla retribuzione e alla legge che ci siamo dati del tetto degli stipendi. A costo di essere enormemente impopolare, se facciamo lo sforzo di voler essere concorrenziali con altri Paesi, dobbiamo metterci nella mentalità che certe professionalità vanno pagate. E questa questione deve essere risolta. Altra questione da risolvere è la funzionalità di Bcsm su cui si deve aprire un confronto per riformarla. Ho ancora in mente l’Odg votato quasi all’unanimità nell’ultima legislatura. Banca centrale va riformata. Ad Andorra c’è un istituto analogo a Banca centrale che impiega una ventina di persone per un sistema più sviluppato del nostro.

Immagino un percorso di confronto con tutte le forze politiche per ridisegnare Banca centrale, non solo verso l’opera di controllo del nostro sistema, ma anche di sviluppo.

Tony Margiotta, Ssd

La lettera del direttore Capuano è molto chiara: ha avuto un fatto, la perquisizione, che ha creato una situazione personale complicata e difficile da poter accettare e giustamente il congresso di Stato ha attivato una procedura per poter capire e fare chiarezza. Poi risulta che l’ambiente in cui l’ex direttore Capuano ha dovuto lavorare in questo mese e mezzo non era assolutamente collaborativo. Chi probabilmente ha un certo status in quell’istituto ora vuole mantenerlo. In questo momento storico, in cui siamo tutti chiamati a partecipare per far ripartire il sistema Paese è necessario invece che gli status non esistano ed è qui che dobbiamo lavorare. Vengo al Consigliere Lonfernini: già in commissione Finanze si è iniziato a parlare in modo collaborativo per iniziare un percorso condiviso che porti a riformare l’istituto con uno statuto rivisto. I consiglieri Lonfernini e Mussoni si sono già attivati mandando una lettera alla commissione per fare delle proposte. E questo va sottolienato e valorizzato e da qui, dalle propsote, dobbiamo partire e non attraverso attacchi, che ci sono dentro l’Aula, ma anche fuori i confini. Contro questi attacchi alla nostra sovranità dobbiamo fare quadrato.

Mariella Mularoni, Pdcs

Ci sono molti aspetti da chiarire sulla lettera di Capuano. Gira voce che avevate promesso a Capuano un’aggiramento delle norme per il compenso, non più affettuabili. Abbiamo diritto di sapere, vi rendete conto che il Paese sta sfuggendo e voi continuate a proporci dibattiti su dimissioni e nomine? Capuano è stato indicato da un direttivo di Bcsm dimissionario e Grais non favorevole. Sono poi normali le dimissioniritirate di Silvia Cecchetti? E’ ora di fare un bagno di umiltà, non ci bastano le rassicurazioni di Celli, è ora della condivisione. Le prossime nomine le dobbiamo fare insieme e dovete smetterla di gridare all’attacco mediatico, non c’è stato nessun attacco, i messaggi li avete mandati voi. Smettete di pensare che ce l’abbiamo con voi.

Ci siamo espressi contro nomina Capuano per metodo non contro la persona. Oggi dobbiamo riflettere sulle motivazioni di Capuano e su quello che sta succedendo in Banca centrale. Se vogliamo salvare il Paese serve un atto di umiltà, serve sostituire anche Celli per cercare una condivisione allargata con un mandato ben preciso, perché da soli non ce la potete fare.

Iro Belluzzi, Psd

Condivido la necessità di una ristrutturazione profonda di Bcsm, ma è futuribile, non può essere immediata. E la situazione attuale è drammatica. La prima cosa da fare, per tutto quello che è capitato, sarebbe chiedere le dimissioni di Celli. Non abbiamo più una governance a Banca centrale. Rigetto l’attacco che si vuole fare dai banchi di maggioranza e il dare tutte le responsabilità a Banca centrale. I danni sono stati fatti da vari presidenti e direttori che si sono succeduti e dalla vigilanza per come ha operato. Rigetto il fatto che possa essere imputato al vecchio governo il danno perpetrato alla Repubblica da Savorelli e Grais. Voi siete stati i difensori strenui di quella impostazione e di quello che hanno svolto, oggi venite ad indicare i danni arrecati, non era questo il tenore dei vostri interventi fino lo scorso giugno. Chi insinuava i dubbi, non voleva il cambiamento e voleva la restaurazione, oggi invece scaricate le responsabilità su chi c’era prima. Grande mistificazione come quanto avvenuto per la nomina di Capuano. Ricordo che il Psd, in funzione del cambiamento che doveva portare nell’approccio e nella condivisione dei percorsi, aveva intravvisto una possibilità. Ricordo la divisione in consiglio direttivo, con l’uscita di Grais e la spaccatura in Ssd con la difesa di Morganti dell’ex presidente. Quidi Celli ha individuato la figura a cui si dava possibilità di cambiare rotta, forse si è speso su qualcosa che non ha potuto mantenere, rispetto alla parte economica, con integrazione dalla Fondazione. E oggi siamo senza governance di Bcsm, il tempo passa, le scadenze si avvicinano e la difficoltà del Paese è sempre maggiore.

Stefano Canti, Pdcs

Oggi il Dott. Capuano se ne è andato, dicendo cose durissime nella sua lettera presentata, affermando addirittura “che non vi è una chiara direzione in cui far andare il sistema”. Ci voleva Capuano a ricordare a lei (Segretario Celli) ed al governo questa cosa che noi diciamo da mesi? Il paese è senza un Governo, il paese è senza un Segretario alle Finanze che possa tracciare la rotta, il sistema finanziario è preda di continui ondeggiamenti di questo Governo che non ne ha azzeccata una. Sta solo rincorrendo i problemi che ha generato La verità è che non avete soluzioni hai problemi. Questa è verità. Però lei Segretario Celli continua a dire che non ci sono problemi di liquidità e che la situazione è sotto controllo. Segretario Celli, ormai tutto è chiaro “dichiari che la situazione è tutta sotto controllo”. Ci sono dei precedenti autorevoli nel mondo di esponenti di Governo in cui hanno dichiarato che la “situazione è sotto controllo”. Ricordo i casi di Chernobil e del naufragio della Costa Concordia. Segretario Celli, si dimetta e lasci a qualcun altro il tentativo di rimettere in carreggiata il paese, ormai è chiaro che lei non ci riesce, anzi dopo aver fatto danni continua a farne di peggiori per cercare di sistemarli, come il caso Asset, come il caso Cassa di Risparmio, come la vigilanza tolta e ridata a bcsm per decreto, come il racconto dei rapporti ottimi con l’Italia che invece vi rifila schiaffoni alla prima occasione. E ora? Il Dott. Capuano se ne è andato sbattendo la porta, dicendo – ultimo di una lunga lista – “che il governo non sa che direzione prendere, che il quadro giuridico è instabile” e che quindi, voi, siete, inaffidabili e aggiungo scarsamente capaci di gestire questa fase. Se si vuole ripartire, come vi diciamo da mesi, fermiamo le bocce. A partire da Banca Centrale. Non imbarchiamoci in progetti fantasiosi studiati a tavolino solo per non risolvere i problemi. I problemi di Banca Centrale possono essere risolti per ridare una guida al sistema finanziario in primis condividendo un profilo di un nuovo Presidente che possa essere una garanzia per tutti. Ma il primo passo lo deve fare lei segretario Celli, si dimetta.

Fabrizio Perotto, Rf

Le dimissioni di Capuano hanno colpito un po’ tutti. Qui qualcuno parla di mancata collaborazione della nomina, ma vi ricordo che è arrivata in un Consiglio straordinario, perchè appena uscì il suo nome parte dell’opposizione sollevò intrecci e dubbi sull’alto dirigente del Mef, solo per sollevare un polverone.

Occorre arrivare prima possibile alle ristrutturazione di Bcsm, altrimenti non ha più senso che esista una struttura che non ottemperi agli indirizzi della sua governance, non può essere fardello che lo Stato si deve portare dietro, si deve procedere alla revisione dello statuto, perché sia più efficiente e, non da meno, degli stipendi, per equiparare le retribuzioni agli incarichi.

Alessandro Mancini, Ps

Esprimo delusione, amarezza e anche tristezza per quanto sta avvenendo. Il mio partito decise di astenersi alla nomina di Capuano, il nostro ragionamento fu fatto sul curriculum, sulle linee di indirizzo date dal segretario di Stato e sui rapporti con l’amministrazione italiana e su una buona dose di esperienza. Elementi che, nella fase in cui ci trovavamo, abbiamo ritenuto sufficienti. E all’inizio del suo operare, il Dg è stato in grado di far vedere un po’ di luce e di ripristinare rapporti prima inesistenti tra Bcsm e i soggetti vigilati, cosa non da poco. Sono triste perché questa battuta d’arresto in questo momento non ci voleva. Ci sono responsabilità del governo sulle dimissioni di Capuano? Leggendo quella lettera, credo di sì. Ci dice che si è sentito solo, non supportato dalla politica e dal governo, inutile girarci attorno. Dice di non essersi sentito garantito dal punto di vista giuridico, ma cosa gli avevate promesso che è venuto meno? Queste sono responsabilità politiche. Capuano si è svegliato dalla mattina alla sera con quella lettera o vi ha fato presente prima che le cose così non andavano? Se l’epilogo è stata una uscita di scena, una sottovalutazione del governo credo ci sia stata e queste si chiamano responsabilità politiche.

Guerrino Zanotti, Segretario di Stato per gli Affari interni

Pongo i miei ringraziamenti per, purtroppo, il brevissimo periodo in cui Capuano ha ricoperto l’incarico di direttore di Bcsm. Mi lascia perplesso la tesi che questo governo, in modo scellerato, nel giro di un mese ha conosciuto questa persona, ha condiviso un percorso con lei e, sempre nel giro di un mese, avrebbe poi cambiato approccio e gli avrebbe voltato la schiena. Saremmo da T.S.O.! Le ragioni le ha spiegate molto bene il Segretario di Stato Celli.

I toni della discussione di oggi sarebbero diversi se non ci fosse stato il ‘sabato tragico’ per la Repubblica. E’ un problema grossissimo aver perso un collaboratore come Capuano, ma c’è chi ci ha messo un carico da 11 facendo una campagna mediatica denigratoria davvero violenta. Credo ci sia ancora possibilità di dialogo: di qui la necessità di interventi decisi sulla struttura di Banca centrale e sulla sua professionalizzazione. Nessuno si è scordato di questa necessità. Il nostro programma di governo lo dice che siamo consapevoli di dovergli dare nuova struttura, più adeguata alle dimensioni nostro del sistema, e un nuovo statuto.

Margherita Amici, Rf

Ritengo la politica debba essere rapportata ai fatti, soprattutto quando si delineano responsabilità così importanti in capo al Segretario Celli. Sarei grata se chi interviene in Aula, facesse luce su queste responsabilità, non capisco infatti in che modo l’asserita azione del congresso di Stato abbia portato un professionista a dimettersi, dopo un mese e mezzo di attività. Quando si vogliono far valere responsabilità a questi microfoni, credo sia buona prassi circostanziarle.

Sulle interferenze adombrate nei confronti della magistratura: è considerarsi interferenza sapere se un provvedimento è stato conforme a diritti afferenti alla tutela universale dell’uomo? Il controllo non è sui giudici, ma sui provvedimenti. Dobbiamo toglierci dalla testa che sollevare dubbi su un provvedimeto equivalga ad attaccare la magistratura. Ho rispetto della magistratutra ma anche dei presidi dell’ordinamento a garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo.

Pasquale Valentini, Pdcs

Purtroppo sento azioni di depistaggio che non aiutano a capire cosa si può fare per uscire dalla situazione. Sulla tesi dell’attacco dei media: vi ricordo cosa Grais e Savorelli hanno detto, intervistati dai media italiani, da Washington all’inizio del 2017, parlando di liquidità che metteva in crisi stipendi e pensioni. Quindi ha fatto seguito, nel marzo 2017, sul Corriere della Sera un loro intevento in cui dicono che non c’è un trattato che vincola lo scambio di informazioni. E provate a leggere anche le lettere di dimissioni di Grais e Capuano, descrivono la stessa situazione, ovvero che non possono condividere e portare a compimento indirizzi dati dal governo. Sulla perquisizione: quali sono state le risposte alle richieste fatte di chiarimento al magistrato dirigente? La vogliamo a tutti costi gonfiare questa vicenda, la si fa persino diventare oggetto di esposto senza dire perché (le risposte non ci sono state, non sono state convincenti?), ma forse vogliamo solo spostare il problema. Cosa fare? Non può essere questo esecutivo a risolvere i problemi perchè i problemi li ha creati. Può essere solo il Consiglio Grande e Generale a rimettere in moto le cose in condizioni di grande condivisione. Per intervenire ci sono due urgenze, non ‘far fuori’ Banca centrale, ma bisogna consolidarla, togliere funzioni che non le sono proprie, ma la vigilanza- che in un anno è stata distrutta- è fondamentale. Tre: dove reperire risorse. Oggi veniamo a sapere che c’è una questione con il Fmi. E’ una cosa troppo importante per tenervela per voi.

Luca Boschi, C10

Le dimissioni di Capuano sono una sconfitta, del governo, della maggioranza di Banca centrale e sopratttuto del Paese. E bisogna interrogarsi sulle motivazioni della sconfitta.

Il governo nell’individuare Capuano aveva delineato un profilo. Capuano lo rispecchiava perfettamente e ha lavorato bene, unanime è stato infatti l’apprezzamento nei suoi confronti. Dove è il problema: nella lettera di dimissioni di Capuano. Chiediamo siano chiarite tutte le motivazioni, non solo quelle che possono fare comodo a quella o questa parte politica. Capuano non è stato preciso e si è dato spazio alle più svariate interpretazioni e strumentalizzazione. In particolare, sulla indicazione di assenza della volontà del Paese di internazionalizzarsi: su questo Celli è stato esplicito. Mi rivolgo poi al consigliere Valentini: per Capuano c’era necessità di rivolgersi al Fmi, ma non significa che il governo abbia deciso qualcosa a riguardo, si è preso tempo per analizzare una ipotesi così importante. Quindi Capuano ha poi espresso problemi sul suo stipendio e io già ieri ho auspicato un confronto per intervenire sul tetto stipendi. Infine, la perquisizione su cui non voglio esprimermi: già ieri si è parlato anche troppo di eventuali problemi con la magistratura. Poi c’è una quarta motivazione non scritta su carta: ci rendiamo conto che non riusciamo a tenerci un direttore di Bcsm? O tutti sono pazzi o incompetenti, oppure c’è un problema all’interno di Bcsm stessa. Noi pensiamo Bcsm sia nata male e sia cresciuta anche peggio. Un intervento serve: dobbiamo pensare tutti insieme a un nuovo modello di organismo di vigilanza.

Angelo della Valle, Ssd

Queste dimissioni fanno male, perdiamo un professionista valido. C’è sempre qualcuno poi che tira colpi bassi per il colpire il Paese, ma le indagini vanno avanti e i responsabili verranno fuori. Qualcuno forse non si ricorda da dove viene, quando si parla qui, non si urla. Qualcuno ha persino ricordato Chernobil. Ma proprio voi della Dc siete stati 20 anni al governo e la morale non ce la dovete fare. Ci sono persone che hanno il Paese in mano e stanno cercando di tirarlo fuori davvero dalle sabbie. Avete un passato e quel passato i cittadini se lo ricordano.

Marco Gatti, Pdcs

Si cerca sempre un capro espiatorio e qui si dimostra l’inadeguateza del segretario di Stato per le Finanze. Oggi l’approccio doveva essere diverso, doveva partire dai problemi che il governo sa e che ha accennato, ma non ha voluto approfondire. Oggi l’unica cosa positiva di Celli è di averci portato al record mondiale di nomine e dimissioni. C’è qualche cosa che non va e bisogna capirlo. E’ probabile che il governo ritiene di dover affrontare situazione complesse da solo, ma non riesce a concluderle, e così “si interrompe il rapporto”. Il Segretario dice che secondo Capuano il nostro Paese deve ricorrere a un programma di assistenza finanziaria e tecnica con l’Fmi. Allora è una cosa che merita approfondimento e su questo si doveva parlare in Consiglio grande e generale. Perchè quando è emerso questo aspetto, il governo non ha avviato una consultazione intensa con le forze politiche sociali ed economiche, su scelta così che è una scelta del Paese? Invece, non abbiamo avuto nemmeno la forza di venire qui per dire che questa persona stava lavorando bene, però giustamente l’aspetto finanziario incide e per portare avanti il suo lavoro c’è bisogno di intervenire sulla normativa. Entriamo nel merito delle problematiche e non inventiamoci le cose che nella lettera non sono scritte, tipo che non c’è collaborazione in Banca centrale. E cerchiamo come politica una via d’uscita per il Paese.

Stefano Palmieri, Rf

Tra le motivazioni, non prendiamoci in giro, quelle economiche pesano. Dobbiamo pensare a che professionalità vogliamo prendere da fuori, come per i medici, dobbiamo essere disponibili a pagarli adeguatamente, se no, c’è mercato da un’altra parte e su questo dovremo confrontarci in maniera seria. Altro aspetto: il direttore Capuano sembrava un abusivo, senza contratto e riconoscimento professionale. Ricordo che abbiamo espresso un gradimento in quest’Aula.

Banca centrale: normative e modalità devono essere profondamente rivisitate. Credo la vigilanza non abbia mai sanato nulla dopo una visita ispettiva di una banca. In ogni banca chiusa o accorpata poi i soldi li abbiamo persi tutti. Bcsm va profondamente rivisitata, cosa già avvenuta in ogni banca sammarinese.

Fabrizio Francioni, Ssd

Si chiedono le dimissioni del Segretario Celli, come fosse stato lui a chiedere il tetto degli stipendi o a ordinare la perquisizione. Deve invece rispondere, il Segretario, se davvero qualcuno ha fatto resistenza, anche all’interno di Bcsm, all’internazionalizzazione proposta da Capuano. E per dirimere la situazione, a me servirebbe conoscere quale era la proposta di Capuano.

Marianna Bucci, Rete

Risulta difficile fidarsi dell’interpresazione della lettera di Capuano data dal Segretario Celli. Primo perché esistono due versioni della lettera, che è stata manipolata prima che fosse consegnata alle forze politiche. Forse perché la motivazione dell’incertezza economica è predominante rispetto le altre? Va fatta chiarezza. Il nostro gruppo ha spesso molte perplessità sulle modalità della nomina, ma non sulla persona. Non è stato palesato il processo che ha portato a quella nomina. L’attenzione dei media italiani: la nostra coalizione non ha mai difeso il Tg5, è l’ultimo dei servizi contro San Marino creato ad arte e già abbiamo presentato nei mesi scorsi un esposto contro la fuga di notizie. Ne abbiamo parlato più volte in Aula, ma solo ora che ne parlate voi va bene. Le distorsioni di Banca centrale- che oggi viene additata come la madre di tutti gli scandali- sono noti, ma le nostre proposte di intervento sono sempre state bocciate. Troppo facile così minimizzare le colpe politiche: l’ingombranza di Bcsm è una responsabilità politica ben precisa. La politica ha prima usato Bcsm per clientelismo poi ha rimosso chi toccava i fili della banca sbagliata. Ricordo Papi e Caringi con Banca Partners. Le motivazioni della lettera di Capuano vanno calate sulla travagliata storia di Bcsm. Si cerca così di far passare in secondo piano l’operazione Titoli, dove permane omertà, la politica potrebbe rispondere alla nostra interrogazione presentata a settembre. Magari capuano ha visto l’interppelanza e ha influito sulle sue dimissioni?

Jader Tosi, C10

Gatti chiede se è stato spiegato a Capuano i suoi compiti e retribuzioni. Credo siano stati spiegati bene. Siamo noi che ci siamo trovati un Paese diverso da come immaginavamo. Ci troviamo a mettere in campo tutta una serie di iniziative per un paese in difficoltà, iniziative che avrebbero bisogno della condivisione di tutti. Quella condivisione che non si vuole, da parte di larga parte delle opposizioni, perché si vanno ad intaccare interessi particolari. Pensate che mantenere la situazione sia vantaggioso per il Paese? Noi vorremmo cambiarlo insieme il Paese, ma se no fosse possibile, siamo determinati ad andare avanti con le nostre scelte.

Denise Bronzetti, Ps

Nessun suo predecessore, Segretario, è riuscito ad inanellare tante dimissioni quante ne ha ricevute lei in un anno solo di governo. Così come tante sono state le manifestazioni contrarie in piazza. Di certo, fino ad oggi non mi pare si possano annoverare successi rispetto l’operato della sua Segreteria di Stato. Dietro questi fallimenti c’è un paese in difficoltà e che ancora non trova le soluzioni ai propri problemi e le risposte adeguate. Nella relazione iniziale, non si sono capite le ragioni per cui Capuano si è dimesso. Se fosse stata la ragione economica, ci deve spiegare quali erano gli accordi, era stato promesso qualcos’altro? E’ andata male perché è stata commissariata la Fondazione di Bcsm? Questo non lo abbiamo sentito. C’è una precisa lamentela poi nei confronti dei rapporti con la Segreteria di Stato e con la maggioranza: sostiene di non essersi trovato in linea con gli indirizzi che pensava di portare avanti e che, ricordo, spettano sempre alla politica.

Davide Forcellini, Rete

Sicuramente un discorso di eloquenza encomiabile da parte del Segretario, che però non mi ha convinto per niente. Quello che ha comunicato non sono novità del suo governo, ovvero che Banca Centrale vada rinnovata e che il sistema retributivo sia vergognoso, lo sottoscrivo. Ma le sue parole hanno l’obiettivo di fondo di spostare l’attenzione su ciò che già il Paese conosce, ma non ha portato per esempio spiegazioni su come ripensare Banca centrale. Alla luce dell’ennesima dimissione, che fiducia possiamo richiamare verso l’esterno? L’unica idea che emerge è quella di un sistema instabile e lo dice chi da fuori ci sta guardando.

Lorenzo Lonfernini, Rf

Vi invito a non guardare Capuano come vittima, ma come un professionista che arriva qua e trova un ambiente ostile- così c’è scritto nella lettera- che subisce una perquisizione per fatti legati al suo predecessore e percepisce uno stipendio minore del suo vice. Mettiamoci nei suoi panni, ci saremmo chiesti ‘in che Paese siamo capitati?’. L’esposto del governo non è atto contro magisratura, tutti devono concorrere a chiarire la vicenda. I passaggi della relazione di Celli si sono soffermati anche sul Bcsm, nessuno della maggioranza ha sostenuto che Bcsm va rasa al suolo. Sono state evidenziate distorsioni grandi come delle case. E non so perché la Dc deve sempre chiudersi a riccio quando si parla di Bcsm?

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs

Non sono d’accordo sul tetto degli stipendi per posizioni apicali e di livello, se hanno livelli alti e compentenze elevate, è giusto siano remunerati come prevede il mercato.

Nicola Selva, Rf

Abbiamo il dovere di fare l’esclusivo interesse di fare il bene del Paese, non possiamo continuare così.

Il problema è dentro a San Marino ed è dentro via del Voltone, non ce l’ho con Banca centrale, ma qui c’è un potere che vuole essere mantenuto da una certa cricca con stipendi da nababbi da 250 mila euro. Voglio salvaguardare questo istituto, ma va cambiato e proporzionato ai dovuti costi del Paese. E sono stupito quando si dice che le responsabilità sono di Celli e del governo, questo istituto è così per responsaibilità dei vecchi governi che non hanno fatto nulla per cambiare questo istituto.

Gian Carlo Venturini, Pdcs

Con le ultime dimissioni è stata definitivamente cancellata la reputazione di Banca Centrale. Si dice di condannare l’episodio mediatico, ma come si è arrivati a questo? Troppo semplicistiche le risposte date dal governo e dal Segretario di Stato. Oltre che a dire che tutto è sotto controllo, non hanno contestato i dati, né rassicurato sui fondi pensione. Circa due mesi fa, in votazione sul gradimento di Capuano, la Dc non ha votato il gradimento per motivazioni legate al metodo sulla nomina. Se si fosse discusso di certe tematiche, probabilmente le ragioni delle dimissioni non ci sarebbero state. Rispetto alla richiesta di certezze giuridiche ed economiche, viene da chiedersi se forse erano state promesse certe cose non mantenute. Ci sono infine analogie fra le ragioni delle dimissioni evidenziatea da Capuano e quelle di Grais e Borri, sulla diversità di vedute con il governo sulle azioni da intraprendere.

Sandra Giardi, Rete

La struttura di Banca Centrale ha sempre sollevato discussioni, forse per il suo costo elevato e perché la sua gestione è complessa, ma non gettiamo colpe su Bcsm senza considerare le responsabilità lella politica e del governo, ricordo che tra i Segretari ci sono dipendenti di Bcsm.

Gian Carlo Capicchioni, Psd

Si è dimesso un direttore nominato solo due mesi fa. Il segretario Celli imputa la causa delle dimissioni a diversi fattori, il primo è la struttura di Banca centrale. Ricordo che anche Grais, al suo arrivo, non ha trovato un ambiente sereno, poco è cambiato. Sottolineo un aspetto della trasferta a Washington di Capuano che si espresse a favore di un intervento Fmi di sostegno finanziario e tecnico. Che non è, né più, né meno, quello che indicava Grais al suo arrivo. Ma se siete perfettamente in linea, allora perché si è dimesso? Oppure il governo pensa ad altre cose? Non è cosa da poco? L’esposto del governo, per quale motivo? Dà adito a tante interpretazioni e a fare intendere cose che forse non ci sono. Ci vuole massima prudenza in queste cose.

Marina Lazzarini, Ssd

Oltre al clima di poca accoglienza riservato da Bcsm, tra motivazioni delle sue dimissioni Capuano indica la mancanza di certezze giuridiche. A riguardo è necessario rivedere la struttura di Banca centrale, le responsabilità nella sua organizzazione. E su questo il governo è già al lavoro.

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