Home FixingFixing “Interagire col mistero del silenzio delle pietre”

“Interagire col mistero del silenzio delle pietre”

da Redazione

Silvio Castiglioni condurrà “Luoghi: testimonianze vive”: 13 incontri nella storia. Il laboratorio teatrale è curato dagli Istituti Culturali e dall’Università di San Marino.

casa-ghizzardi-09 Gianluca Di Ioia

 

di Alessandro Carli

 

E’ colpa di Luigi Pirandello. E’ anche colpa – nel senso più nobile termine – del Premio Nobel di Girgenti. “In estate, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni della nascita del drammaturgo, sono stato chiamato dall’Ambasciata d’Italia a leggere tre novelle – racconta Silvio Castiglioni (foto di Gianluca Di Ioia) -. La serata si è rivelata molto partecipata. In platea c’era anche Marilena Stefanoni (la responsabile dell’ideazione e dell’organizzazione degli Istituti Culturali di San Marino, ndr). Abbiamo parlato di cose che si potevano fare – avevo già la data per il ‘Concerto per Jack London’ fissata per il 16 marzo 2018 (uno spettacolo che lo vede in scena assieme a Fabrizio Bosso e Luciano Biondini, ndr) – quando è ‘uscita’ l’idea di realizzare un laboratorio teatrale a San Marino”. Le parole hanno avuto un seguito concreto: “Luoghi: testimonianze vive”, questo il nome del progetto curato dagli Istituti Culturali – Arti performative e dal Centro di Ricerca e Didattica Teatro e Cittadinanza dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino si svilupperà attraverso 13 incontri, a partire da sabato 25 e domenica 26 novembre sempre durante il fine settimana, a cadenza mensile.

L’iscrizione al laboratorio è gratuita, e potrà essere effettuata comunicando il nominativo a Marilena Stefanoni (marilena.stefanoni@pa.sm o telefonando al numero 0549 882455) oppure a maddalena.lonfernini@unirsm.sm.

I partecipanti diventeranno autori di una narrazione costruita su testimonianze vive legate al territorio sammarinese: luoghi e spazi del centro storico, di Borgo Maggiore e del Monte Titano serviranno per arrivare, insieme, alla realizzazione di un evento teatrale.

A dirigerlo, come detto, Silvio Castiglioni, attore e ricercatore teatrale, laureato in filosofia, già fondatore del CRT di Milano e direttore artistico del Festival di Santarcangelo che attualmente insegna teatro presso l’Università Cattolica di Brescia e l’Accademia dei Filodrammatici di Milano.

 

“Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa” scrisse Luigi Pirandello. Il teatro può far conoscere qualcosa in più di noi?

 

“Leo De Berardinis diceva sempre: ‘All’inizio di uno spettacolo gli spettatori ti consegnano il loro organo poetico e tu glielo devi ridare più potente e più sveglio di prima’. Per me il teatro fa bene a tutti: è cultura pratica e mai eruditismo in quanto ti mette alla prova rispetto a una pratica”.

 

Quali sono le interconnessioni tra teatro e lavoro?

 

“Una volta tenni un laboratorio teatrale per RCS, il gruppo Rizzoli e Corriere della Sera, che aveva al centro la valorizzazione del personale. Se un dirigente scopre che la sua segretaria scrive in segreto poesie da 15 anni c’è un difetto di comunicazione. E’ importante che vengano messe a frutto tutte le capacità: solo così può diventare una risorsa per tutti”.

 

In che modo il teatro può avere ricadute positive nella vita sociale e nel lavoro?

 

“Collaborazione e competizione. La prima, per me, è meglio della seconda: la competizione, all’interno di un’azienda, fa disperdere energie. Per Peter Brook la collaborazione tra colleghi è la cosa che si respira di più. Il conflitto, tra attori o tra colleghi, ti spreme. Il teatro è una disciplina utile a tutte le persone che si relazionano con altre persone in quanto lavora sulla capacità di gestire il transfer e allo stesso tempo ti aiuta a ‘guardarti agire’. Opera sui meccanismi relazionali e ti dispone ad ascoltare e a vedere. La conoscenza parte dal corpo, visto in contesti diversi. Purtroppo non gli vengono concesse molte occasioni”.

 

C’è chi consiglia di avviare i bambini già in tenera età verso il teatro. Cosa può insegnare?

 

“E’ una domanda difficile. Nel libro ‘Il segreto del Teatro No’ l’autore Zeami Motokiyo parla anche di formazione e ci dice che davanti a una maschera un bambino piange perché non ci riconosce. La maschera è comprensibile solamente da una certa età in poi. Meglio quindi, suggerisce l’autore, fare canto e danza. Saranno poi i bambini stessi quando potrai passare alla maschera”.

 

Veniamo al laboratorio. Cosa accadrà?

 

“Mi è stato chiesto di lavorare sui luoghi della Repubblica di San Marino, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 2008. Interrogheremo i luoghi e loro racconteranno le loro storie. Interagiremo con il mistero del silenzio. Le pietre, i muri e le penne sono come persone anziane che si sono addormentate che noi dobbiamo far parlare. Ci metteremo in ascolto: i loro racconti sono interessanti per vivere oggi. Prima dell’inizio di uno spettacolo Bertolt Brecht chiedeva agli attori di mettersi le mani in tasca e di mettere sul tavolo tutto quello che avevamo. ‘Questa è la nostra ricchezza, partiamo da questo’ diceva. Maddalena Lonfernini dell’Università di San Marino mi ha ricordato che qualche anno fa il Titano ha ospitato tre differenti corsi di scrittura creativa, un progetto nato dalla collaborazione tra l’Università e la Scuola Holden e che prevedeva un dialogo con i luoghi della Repubblica”.

 

Del resto la parola teatro deriva dal greco “theatron” che trova un suo significato in “luogo dello sguardo”…

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