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La tutela delle biodiversità, un patrimonio identitario

da Redazione

Nella “Legge dei semi” previsti anche programmi di ricerca e una biblioteca digitale. Approccio integrato tra la conservazione e un uso sostenibile delle risorse fitogenetiche.

semi antichi

 

di Alessandro Carli

 

La conservazione, la ricerca, la raccolta, la caratterizzazione, la valutazione, la documentazione e la disponibilità delle risorse fitogenetiche sono essenziali per la realizzazione di uno sviluppo agricolo sostenibile per le generazioni presenti e future. Per questo motivo la Repubblica di San Marino ha pubblicato la “Legge dei semi” (Legge numero 126 del 2017) che ha come obiettivo quello di “avviare azioni volte a ridurre al minimo e, in ultima analisi, a eliminare le cause di erosione genetica delle risorse vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura, sia tra le specie, all’interno delle specie o a livelli varietali”, “favorire la conservazione e l’arricchimento della biodiversità attraverso un approccio integrato tra conservazione, ricerca ed uso sostenibile delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura; “elaborare politiche agricole e di filiera a beneficio degli agricoltori che seguono le pratiche”; “promuovere una revisione delle norme sammarinesi affinché non contrastino con l’obiettivo generale di conservazione e arricchimento della diversità” e “realizzare inventari delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura insieme alle relative e più significative conoscenze, nel rispetto dei regolamenti e delle norme in vigore nonché potendo avvalersi di pareri e consulenze dell’UGRAA”.

Rimandando il lettore alla Legge integrale (è scaricabile sul sito del Consiglio Grande e Generale), ci soffermiamo su alcuni articoli.

 

PROGRAMMI PUBBLICI DI RICERCA


I programmi pubblici di ricerca, compresi quelli di miglioramento genetico, devono rispettare il contesto agricolo ambientale e culturale e quindi comprendere e dare priorità ai metodi di coltivazione agro-ecologici, ai metodi e ai programmi di miglioramento genetico partecipativi-evolutivi. Per “miglioramento genetico partecipativo (dall’inglese PPB)” si intende la metodologia di selezione vegetale che coinvolge collettivamente agricoltori, scienziati, produttori di sementi, consumatori, commercianti, associazioni di volontariato, eccetera, in una dimensione inclusiva soprattutto in relazione al genere, per lo sviluppo di nuove varietà vegetali. Per “selezione partecipativa-evolutiva (dall’inglese EPPB)” si intende la metodologia in cui una coltura, proveniente da una vasta gamma di incroci o da miscugli, viene lasciata evolvere per un tempo indefinito in una moltitudine di siti individuali, consentendo agli agricoltori l’estrazione, la valutazione e lo sviluppo di linee interessanti con adattamenti specifici, e anche l’uso diretto in coltivazione come nel caso di alcuni cereali. Per “miglioramento genetico tradizionale” si intende il metodo classico di selezione vegetale che l’agricoltore svolge nel rafforzare la capacità di messa a punto di varietà specificamente adatte alle condizioni ed alle esigenze della sua attività di produttore e/o trasformatore e utilizzatore.

I programmi pubblici di ricerca devono dare priorità alle seguenti attività: a) comprendere e diffondere i metodi e la conoscenza del miglioramento genetico fatto dagli agricoltori al fine di ampliare la base genetica delle piante coltivate e incrementare la diversità̀ genetica coltivata; b) conservare e valorizzare le risorse fitogenetiche massimizzando la variazione intra e interspecifica a beneficio degli agricoltori, soprattutto di coloro che utilizzano varietà autoprodotte; c) promuovere l’uso di colture locali e la raccolta delle conoscenze relative a specie selvatiche imparentate con le piante alimentari coltivate; d) promuovere programmi partecipativi – evolutivi di miglioramento genetico.

 

LA BIBLIOTECA DIGITALE

 

Viene istituita presso la Repubblica di San Marino la biblioteca digitale di conoscenze tradizionali e di risorse biologiche che si configura come banca dati di istituzione pubblica ed è di proprietà della collettività. La banca digitale si occupa di raccogliere e catalogare in maniera progressiva tutte le informazioni relative alle risorse fitogenetiche esistenti sul territorio in un database unitario, perseguendo i principi della presente legge. Tra le informazioni dovranno esserci dati utili ai coltivatori, quali le immagini delle piante e loro identificazione; l’area di provenienza e metodo di coltivazione; le informazioni sul periodo di coltivazione e/o conservazione; la disponibilità di campioni e loro localizzazione; la registrazione dei saperi legati alle risorse fitogenetiche e favorire la collaborazione tra gli agricoltori e lo scambio delle risorse garantendone la germinabilità e l’adattamento alle variazioni climatiche.

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