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La storia del Monte Titano vista da Maria Antonietta Bonelli

da Redazione

Al Museo di Stato la mostra “San Marino Mon Amour”, grande viaggio nella memoria. Per Paolo Rondelli è anche “l’occasione per accingerci a ragionare sulle collezioni private”.

Bonelli

 

di Alessandro Carli

 

Gli oggetti, i quadri ed i documenti sammarinesi esposti nella mostra “San Marino Marino Mon Amour, oggetti e mirabilia dalla appassionata collezione di Maria Antonietta Bonelli”, realizzata grazie alla collaborazione e alla disponibilità degli eredi Andrea e Antonella e ospitata negli spazio del Museo di Stato Palazzo Pergami Belluzzi, sono una ridottissima parte di una più vasta raccolta.

Quello che si può ammirare (foto: MOM Collective) è un viaggio nell’arte del Novecento – è questo il secolo di appartenenza della maggior parte dell’oggettistica esposta, barattoli, souvenir, fermacarte, coltellini, accendini, braccialetti, cartoline, spille spesso contraddistinti dalle immagini della Repubblica – con qualche gradevolissimo e interessante salto nel passato più lontano (esempio ne è un libro del Belluzzi del Cinquecento).

Dal secolo scorso provengono poi un paio di perle: una penna a cucchiaino con il viso di Little Tony e un piccolo quadro a tempera con una dedica in lingua tedesca in cui viene riprodotta la vita quotidiana del campo-enclave tedesco che si fermò a Rimini in coda alla Seconda Guerra Mondiale.

Dipinti, ceramiche, fotografie, oggetti curiosi, testi e opuscoli e guide turistiche si snodano lungo un percorso passionale e appassionato tra Santi protettori, simboli e immagini della sua amata Terra.

“Questa mostra – spiega Paolo Rondelli, Direttore degli Istituti Culturali – consente di ammirare prodotti artistici di vario genere accomunati dal messaggio che veicolano: San Marino. Ma è anche l’occasione per accingerci a ragionare, in genere, sulle collezioni private con un interesse spiccato alla produzione sammarinese, soprattutto nell’ottica di un incremento dei fondi locali presenti all’interno degli Istituti Culturali. La disponibilità dei collezionisti a cooperare con gli Istituti Culturali, Biblioteca e Museo, per valorizzare e mettere a disposizione di un più vasto pubblico parte delle proprie raccolte, potrebbe rappresentare il primo step di un rapporto virtuoso. Tale collaborazione infatti potrebbe trasformarsi, con varie modalità e tipologie, in deposito. Doni e depositi di privati cittadini, la cui memoria viene mantenuta viva attraverso vincoli tangibili, hanno reso possibile, dalla fine del 19esimo secolo, la nascita dei nostri Istituti Culturali. Oggi la Biblioteca e del Museo, attraverso il contributo del privato, potrebbero accrescere i propri Fondi Locali e sviluppare attività di promozione, di valorizzazione e di divulgazione di oggetti e documenti che simbolizzano la storia del nostro Paese, l’identità culturale collettiva oggi più che mai necessaria al mantenimento statutale ed alla costruzione di un futuro”.

La mostra resterà aperta al pubblico sino al 18 febbraio 2018 dalle 9 alle 17.

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