La proboscide non è un difetto fisico, infatti serve come strumento di difesa e organo di orientamento, ma anche per comunicare con esemplari della stessa specie e, soprattutto è uno strumento quasi infallibile per ricercare il cibo nei fondali.
di Daniele Bartolucci
Il pesce elefante è un comune abitante dei fiumi e torrenti dell’Africa centrale e occidentale, ma è ormai noto anche in Europa, essendo uno dei principali attori degli acquari casalinghi e non solo. Il suo nome è dovuto ovviamente dal fatto che la bocca è talmente prolungata in avanti da sembrare una proboscide, come quella degli elefanti. Peccato che in comune con il grande mammifero terrestre ci sia poco altro nell’aspetto, a iniziare dalle dimensioni: un esemplare adulto può arrivare a misurare al massimo 35-40 centimetri. Eppure condividono parecchie cose: vivono entrambi anche in Africa, come detto, e prediligono le acque paludose e fangose. La proboscide non è comunque un difetto fisico, infatti serve come strumento di difesa e organo di orientamento, ma anche per comunicare con esemplari della stessa specie e, soprattutto è uno strumento quasi infallibile per ricercare il cibo nei fondali. Insomma, il “nasone” è utilissimo, a dispetto di chi lo prende in giro. O di chi prende in giro chi ha questo “attrezzo” molto pronunciato.
