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Lavoratori più tutelati: in calo le malattie professionali

da Redazione

Lo rivela il “Rapporto sullo stato di salute 2016” redatto dall’ISS. I dati trovano il commento positivo di ANIS: “C’è la consapevolezza, attraverso la nostra attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, di aver partecipato alla diminuzione dei fenomeni”.

 

di Alessandro Carli

 

Molto si è fatto negli anni, soprattutto dal punto di vista della cultura della prevenzione “primaria” ma ci sono ancora grandi margini per migliorare ulteriormente, soprattutto per alcune malattie specifiche.

Dal “Rapporto sullo stato di salute dei lavoratori 2016” elaborato dalla dottoressa Patrizia Dragani (Responsabile della raccolta dati e studio epidemiologico U.O.S. Medicina e Igiene del Lavoro) in collaborazione con il dottor Riccardo Guerra (Responsabile U.O.S Medicina e Igiene del Lavoro) emergono due dati piuttosto interessanti. Il primo riguarda la diminuzione complessiva delle malattie professionali – risultati ottenuti anche grazie alla maggior attenzione che le imprese rivolgono alla salute dei lavoratori in ottemperanza alla Legge 31-98 e ai successivi Decreti – mentre il secondo riguarda l’aumento delle patologie muscolo-scheletriche rispetto al totale.

“Ogni impegno profuso nella materia di certo attiva azioni preventive e non chiaramente risolutive ma i dati pubblicati dall’ISS devono trovare, in questo senso, una lettura positiva – commenta l’Associazione Nazionale Industria San Marino -. Attraverso la nostra attività di prevenzione e protezione in materia di sicurezza e salute nel luoghi di lavoro, che portiamo avanti con Assosicurezza, c’è, da parte nostra, la più convinta e sincera consapevolezza nell’aver partecipato, almeno in parte, alla diminuzione dei fenomeni riportati nel rapporto”.

ANIS poi si sofferma su un aspetto che da sempre cerca di ribadire ma che non sempre viene completamente recepito, ossia che la normativa sammarinese è originata sulla base del modello della Legge 626 italiana. La fondamentale differenza però è che le imprese italiane hanno una media di 250 addetti mentre per le aziende che operano nella Repubblica di San Marino la media è di 20 dipendenti. Risulta quindi evidente che molte attività riferite alla gestione della sicurezza, alla composizione degli organici medesimi (Servizio di prevenzione e protezione) vengano svolte e seguite sempre dalle stesse figure individuate. “Eccezion fatta per alcune realtà imprenditoriali di un certo spessore – aggiunge ANIS -, mediamente la struttura e la modalità lavorativa delle nostre imprese sono nettamente differenti: in molte imprese i processi sono ancora in buona parte artigianali e non totalmente industrializzati”. Per gli Industriali infine “la costante attenzione messa in campo negli ultimi anni da parte dei nostri tecnici nelle valutazioni di criticità dal punto di vista dell’esposizione a rischi di tipo biomeccanico hanno portato spesso a risoluzioni semplici ma significative. Non essendoci presenza di impianti e macchinari in cui il ritmo di lavoro è completamente impostato dal macchinario, si è intervenuti dal punto di vista organizzativo e gestionale”.

 

MALATTIE PROFESSIONALI


Con un -11% rispetto al 2015, lo scorso anno alla CASI (Commissione degli Accertamenti Sanitari Individuali) sono state inoltrate 57 richieste per il riconoscimento della “pensione privilegiata” per Malattia Professionale. Di queste, 34 sono state riconosciute mentre le rimanenti 23 sono state “respinte” in quanto sono state derubricate a “malattie comuni”. Di questi 23 lavoratori, 19 hanno ottenuto il riconoscimento di una o più malattie professionali. La classe di attività economica che presenta il più alto numero di M.P. “riconosciute” è quella delle costruzioni con 10 su 34 (29%), seguita dai servizi di pulizia e igiene con 2 due casi (6%).

Per quanto riguarda l’entità del danno, nell’anno 2016, la patologia con il più alto livello di danno indennizzato è “l’ipoacusia” con il 28%.

Le patologie dell’apparato muscolo scheletrico sono quelle che sono state maggiormente denunciate e riconosciute . Le ipoacusie professionali, che rappresentano le tipologie di malattia più denunciate, “hanno avuto – afferma la dottoressa Dragani – un lieve aumento rispetto al biennio 2014-2015”. Nel lustro che va dal 2012 al 2016 le malattie da sovraccarico biomeccanico sono ai primi posti: sono state registrate 163 denunce. Per arginare il fenomeno, prosegue la dottoressa, va messo in campo “un valido e più completo intervento di prevenzione all’interno delle unità produttive a sostegno del lavoratore e a tutela della sua sicurezza e salute. Se parliamo di ‘cultura della sicurezza’ occorre che sia divulgata ed attuata sia sotto l’aspetto normativo che sotto quello informativo e formativo. E’ importante che si faccia comprendere in maniera più responsabile al lavoratore l’importanza di curare questo aspetto e di salvaguardarlo, attenendosi a tutte quelle accortezze, procedure e comportamenti che assicurino una valida qualità preventiva e di vita propria e degli altri”.

“Il rapporto annuale sullo stato di salute”, conclude Dragani, “è un’attività preziosa, puntuale e impegnativa che cerca di sintetizzare alcune realtà e di fornire un’osservazione costante dei dati raccolti dall’Unità di Medicina del Lavoro e dargli una voce affinché siano resi noti e vagliati dalle istituzioni per interventi più mirati per prevenire o ridurre l’insorgenza di patologie da sovraccarico biomeccanico e le inevitabili negative ricadute sociali”.

Nel 2016 sono pervenuti all’UOS Medicina e Igiene del Lavoro 219 certificati con inidoneità (totale/parziale, permanente/temporanea). I fattori di rischio biomeccanici a carico dell’apparato locomotore (Movimentazione manuale di carichi, posture incongrue, movimenti ripetitivi, ecc.) rappresentano il fattore di rischio causa della maggiore certificazione d’inidoneità con 193 casi su 357 (pari a 54%) a cui segue l’esposizione al rumore con 40 su 357 (pari al 11%). Nell’ambito dell’inidoneità totale permanente o temporanea al lavoro si segnalano 27 lavoratori che hanno richiesto la possibilità di accesso (sulla base dell’art. 9 del D.L. n.118/2014) al diritto previsto dagli ammortizzatori sociali. Si segnala inoltre che 80 casi su 219 (pari al 36%) dei giudizi d’inidoneità parziale e totale (permanente o temporanea) riguardano lavoratori della PA.

La crescita di tendiniti, neuropatie e oste artropatie – tutte disfunzioni notevolmente diffuse nei paesi industrializzati – hanno ricadute piuttosto importanti poiché comportano costi economici alle imprese e alla collettività, come afferma il dottor Riccardo Guerra: “Le malattie muscolo-scheletriche rappresentano le malattie professionali più frequentemente denunciate (27 su 57, pari al 47%) e quelle più frequentemente riconosciute (24 su 34, pari al 70,3%) da parte dell’ISS di San Marino nel corso del 2016”. Per quanto riguarda i costi diretti, si rilevano un dato sicuramente positivo relativo alla sensibile diminuzione dei costi in relazione agli indennizzi, che l’Istituto per la Sicurezza Sociale, ha sostenuto per risarcire i lavoratori affetti da una malattia da lavoro. Nel 2016, il numero totale delle pensioni privilegiate indennizzate per malattia professionale, è sceso a 185 unità con una diminuzione notevole rispetto al picco di 201 unità del 2010-2011 e un costo economico complessivo per l’ISS pari a 731.618 euro l’anno.

 

APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO: I RISCHI

 

La movimentazione manuale di carichi – che ricadono sull’apparato muscolo-scheletrico – hanno rappresentato lo scorso anno la causa più frequente di inidoneità/idoneità con prescrizione (193 su 357, pari al 54,5%) e la causa più frequente di prescrizioni /limitazioni dei giudizi (162 su 288, pari al 56%). Le cause più frequenti per l’applicazione dell’ammortizzatore sociale (art. 9 del D.L: n.118/2014) sono state le patologie muscolo-scheletriche (20 su 31, pari al 74,5%). Per quanto riguarda le assenze dal lavoro per malattia, risulta che a 14 lavoratori cui è stato riconosciuto nel 2016 la malattia professionale a carico dell’apparato muscolo-scheletrico sono stati concessi, nel quinquennio 2012-2016, 766 giornate di Indennità Economica Temporanea da malattia con una media di 55 giorni a lavoratore e una media di 4 giorni all’anno per lavoratore. Evidente quindi la necessità di avviare un percorso di prevenzione delle patologie muscolo-scheletriche allo scopo di tutelare la salute dei lavoratori e di conseguenza di ridurre gli oneri economici che ricadono inevitabilmente sulle imprese e sulla collettività.

“La tendenza a ridurre i rischi alla fonte e lavorare sulla prevenzione primaria deve essere un diktat” spiega la dottoressa Giorgia Pecci, Consulente di Assoservizi. Per diffondere questa cultura, ANIS organizzerà entro il mese di novembre un seminario ad hoc. “Tutte le aziende, da quelle più strutturate a quelle più piccole, hanno obblighi verso tutti i dipendenti. In ogni ambiente di lavoro va diffusa una cultura volta sempre più alla prevenzione della sicurezza e dell’ambiente circostante, lavorando soprattutto sulle cause piuttosto su azioni correttive per tamponare i rischi ormai conclamati” conclude Giorgia Pecci.

 

IDONEITÀ ALLA MANSIONE

 

La relazione sullo stato di salute dei lavoratori 2016 della Repubblica di San Marino è stata completata anche dall’analisi dei giudizi di idoneità e di inidoneità alla mansione specifica e dell’eventuale accesso al ricorso avverso il giudizio stesso.

Nel corso del 2016 – così il report stilato dall’ISS – sono state presentate dodici domande di ricorso su 219 giudizi d’inidoneità totale o parziale.

I lavoratori che hanno richiesto una valutazione per accedere ai cosiddetti “ammortizzatori sociali” previsti dalla normativa sono stati 27 mentre le “revisioni periodiche” sono state 88.

Per quanto riguarda la tutela delle lavoratrici madri invece, sempre lo scorso anno 30 di esse hanno ottenuto la certificazione per l’astensione anticipata dal lavoro.

 

SALUTE E LAVORO

 

Le segnalazioni degli stati morbosi nel 2016 hanno registrato soltanto tredici denunce, dato lievemente inferiore rispetto agli anni precedenti (eccetto il picco nell’anno 2013). Dieci segnalazioni sono pervenute come denunce di malattie professionali da parte dei medici del lavoro che hanno dato l’indicazione a dieci lavoratori di inoltrare il certificato medico per il riconoscimento di malattia professionale, per tre lavoratori le segnalazioni sono state fatte solo per stato morboso.

Tale risultato è da attribuirsi anche agli effetti conseguenti all’emanazione delle “Linee-guida sulla sorveglianza sanitaria – Aggiornamento 2013” ad opera dei dottori Patrizia Dragani e Riccardo Guerra.

 

INAIL


Nel 2016 in Italia sono state sporte 642 mila denunce di infortunio, +0,66% rispetto al 2015. Lo scorso anno poi sono stati 419 mila gli infortuni riconosciuti: di questi il 19% avvenuto con mezzo di trasporto o in itinere. Le malattie professionali denunciate all’INAIL sono state 60.260, circa 1.300 in più rispetto al 2015,+30% sul 2012. Di queste le “Riconosciute” rappresentano il 33%, ovvero 16.557, il 4% è in istruttoria. Sono poi 45 mila le persone che hanno denunciato malattia professionale, il 37% con causa riconosciuta. Per quanto riguarda il tipo di malattia denunciata: 64% sistema osteomuscolare, 14% sistema nervoso, 9% orecchio e apofisi mastoide.

E’ continuato l’impegno delle imprese nell’attività di mitigazione dei rischi negli ambienti di lavoro: si sono avute circa 27mila istanze di riduzione del tasso di tariffa per meriti di prevenzione. A settembre è stata disposta la riduzione del 7,61% dell’importo del premio per le imprese artigiane che non hanno denunciato infortuni nel biennio 2014-2015: le posizioni assicurative (territoriali) risultate rispondenti ai requisiti sono state circa 300mila.

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