Accolte dall’Aula con 33 voti a favore, 2 contrari: è stato sostituito con Pier Luigi Zanotti dopo il giuramento di rito. Il report di San Marino News Agency.
SAN MARINO – La seduta odierna si apre su una serie di sostituzioni e nomine, tra queste le dimissioni del consigliere di Repubblica Futura, Carlo Franciosi- accolte dall’Aula con 33 voti a favore, 2 contrari- cui segue la sua sostituzione con Pier Luigi Zanotti con il giuramento di rito.
Andrea Albertini è il nuovo presidente dell’Autorità Garante per l’Informazione e nuovi membri dell’organismo sono anche Laila Benvenuti (indicata dalla maggioranza) e Marina Forcellini (indicata dall’opposizione). Resta sospesa la sostituzione del membro della Consulta. Nominato anche il Comitato Sammarinese di bioetica tra conferme e new entry. A farne parte, Diletta Tega, esperto con formazione in materia giuridiche; Luisa Maria Borgia, esperto in bioetica (vice presidente); Virginio Sacchini, esperto in ricerca e sperimentazione clinica (presidente); Giovanni Landolfo, medico di area clinica; Eleonora Marchi, medico di area clinica; Andrea Gardini, medico di area clinica; Adriano Tagliabracci, medico legale; Giorgio Cantell Forti, farmacologo; Francesca Piergiovanni, professionista delle attività sanitarie non mediche; Verter Casali, laureato in materie filosofiche; Francesco Carinci, rappresentante del Dipartimento studi biomedici dell’Università di San Marino; Andrea Bonsignori, laureato in materie teologiche; Susanna Guttman, rappresentante del volontario in ambito sanitario.
Terminate le nomine, l’Aula affronta il comma 18, Ratifica Decreti delegati e decreti legge. Licenziati quelli non scorporati, inizia l’esame del decreto legge n.101 “Provvedimenti a garanzia delle stabilità economica della Repubblica di San Marino” su cui si riapre un dibattito sul sistema bancario e finanziario. Il decreto infatti contiene l’articolo 5-ter “Revisione della qualità degli attivi” e riguarda direttamente il bilancio di Cassa di Risparmio, consentendo di dilazionarne le perdite nei prossimi 25 anni. Non solo, come spiega il segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, nel corso della ratifica, viene eliminato l’articolo 2 del decreto che imponeva il “parere vincolante” del Comitato per il credito e il risparmio su provvedimenti straordinari della Vigilanza di Banca centrale (quindi blocco dei pagamenti, commissariamenti e Lca). Tale scelta giunge “dopo un confronto intervenuto anche con gli organismi tecnici del Fondo monetario”, spiega il Segretario di Stato. Infatti, “dopo una fase di transizione- motiva- abbiamo ritenuto che su eventuali provvedimenti di rigore ci potesse essere l’intervento dell’Autorità politica”. Ma “con la nomina del nuovo Direttore generale di Banca centrale- chiarisce- questa fase è superata”. Proprio rispetto a questo punto, prima Pasquale Valentini e Alessandro Cardelli, Pdcs, poi Roberto Ciavatta di Rete, sottolineano come il decreto sia palesemente “un dietro front” del governo sulla posizione tenuta da mesi su Banca centrale. Al contrario, per Roberto Giorgetti, Rf, è stato “un atto dovuto e di buon senso”, manda a dire. “Era evidente l’urgenza nel momento in cui la vigilanza era decapitata”. Ma ora, con la nomina del nuovo Dg Raffaele Capuano a Bcsm, “viene a mancare l’urgenza”. Per Marco Gatti, Pdcs, il decreto è “tecnicamente indifendibile”. Torna a puntare il dito sul bilancio di Cassa di risparmio, lo giudica non veritiero per la stima delle svalutazioni fatte dall’ex Cda. Ma soprattutto incalza sulle uscite di liquidità registrate dal sistema finanziario sammarinese: “Abbiamo avuto un fuggi-fuggi incredibile- manda a dire- i soldi che sono usciti nell’ultimo anno sono ‘fuori di testa’ e senza scudi, senza nulla”. Subito dopo prende la parola Giuseppe Maria Morganti, Ssd, per sollecitare i consiglieri a compiere interventi più responsabili: “La prima e più grande priorità è quella di non manifestare in questa maniera le proprie opinioni- manda a dire- perché questi atteggiamenti creano terrorismo”. Infatti, “Priorità è ridare fiducia al sistema”, ribadisce. Il dibattito si interrompe con la conclusione della seduta: i lavori consiliari proseguiranno lunedì pomeriggio.
Di seguito un estratto degli interventi odierni.
Comma 18. Ratifica Decreti Delegati e Decreti-Legge:
– Decreto – Legge 30/08/2017 n.101
Di seguito un estratto degli interventi della seduta odierna.
Comma 5) a) Dimissioni della Signora Silvia Rossi da Presidente e membro dell’Autorità Garante per l’Informazione e sua sostituzione
b) Dimissioni della Signora Ingrid Casali da membro dell’Autorità Garante per l’Informazione e sua sostituzione
c) Dimissioni della Signora Lucia Crescentini da membro dell’Autorità Garante per l’Informazione e sua sostituzione
d) Dimissioni della Signora Bianca Maria Toccagni da membro dell’Autorità Garante per l’Informazione e sua sostituzione
Matteo Zeppa, Rete
Discutiamo la sostituzione dei 4/5 dell’Autorità garante per l’ informazione, fanno pensare le tempistiche. Qui c’è un problema eminentemente politico. La presidente e la signora Casali manifestarono le loro dimissioni già nel 2016, gli altri due dimissionari a inizio anno, oggi siamo il 20 ottobre e siamo stati finora con una autorità dimissionaria per i 4/5, in un periodo drammatico per le vicissitudini societarie di alcune società editrici. Alcune sono scomparse. Credo che la stampa avrà invece un ruolo nevralgico sulle vicissitudini del nostro Paese, ci troviamo però meno realtà cartacee rispetto al passato. Non è per far polemica, ma ricorderete che nel luglio 2017 venne portato dal Segretairo Podeschi il decreto sul Codice deontologico che venne strumentalizzato da Adesso.sm e dal segretario stesso. Fu portato in Aula in quanto decreto e in quanto decreto avevamo tutto il diritto di portare emendamenti. Sui nostri emendamenti si scatenarono invece le strumentalizzazioni da Adesso.sm seguite poi dalle polemiche. Essendo un decreto un percorso politico, possiamo avere la dignità di portare emendamenti. Diversamnete, avrebbe avuto più senso una semplice presa d’atto del Codice. Ribadisco la volontà a luglio di non mettere in difficoltà gli operatori, ma solo di dare dignità a quel decreto. I nostri emendamenti furono votati e in alcuni venne data libertà di voto da Lei segretario. Ma due ore dopo si è andati a speculare con un comunicato, dicendo che Rete voleva mettere il bavaglio all’informazione. Auguro buon lavoro ai nuovi nominati, con l’auspicio che palesino il momento difficile per l’informazione.
Alessandro Cardelli, Pdcs
Indico il nominativo Dc, Marina Forcellini.
Iro Belluzzi, Psd
Il nome indicato dalla Dc rappresenta tutta l’opposizione. Ricordo l’obbligo, per poter accedere alle provvidenze pubbliche, che il finanziamento delle testate giornalistiche sia reso pubblico. Purtroppo in questa fase stanno diminuendo le testate e viene meno pluralità dell’informazione. Non dipende dalle norme, probabilmente ci sono elementi che non permettono questa pluralità, però occorre venga fatta rispettare la norma sulla trasparenza del finanziameto delle testate. Dovevano essere messe on line entro lo scorso 15 maggio. Mi auguro l’Authority possa adempiere agli obblighi di legge e che i contributi all’editoria vadano a buon fine.
Giuseppe Maria Morganti, Ssd
Indichiamo per la sostituzione Laila Benvenuti. L’intervento è stato fatto in materia di codice etico, forse nel dibattito politico si usano sempre toni accesi ma ci si riferiva al fatto che, essendo il codice strumento di autoregolazione, è giusto che l’impostazione della categoria non possa essere snaturata. Questo l’intento della nostra comunicazione.
Sds Marco Podeschi
Alcune doverose precisazioni. Consigliere Zeppa, se va a vedere le mie dichiarazioni, non ho mai parlato di Rete che vuole mettere il bavaglio alla stampa, anzi mi sembra nella scorsa legislatura avessimo le stesse idee. Quando si parla di editoria, vorrei fare modestamente rilevare che il congresso di Stato ha deciso di non emendare per una sua scelta, ed è facoltà del Consiglio emendare, come ha ritenuto opportuno, quel testo che fu portato interno all’Aula. E un vostro emendamento, se fosse stato approvato, avrebbe riguardato direttamente me e la mia famiglia. Vorrei ringraziare il presidente Silvia Rossi da parte mia perché si è accollata una responsabilità importante. Nel caso del componente dimissionario della Consulta la sostituzione non la decide il Consiglio, e il nome ancora credo non ci sia, perché deve arrivare da un organismo terzo. Cercheremo nel prossimo bilancio di dare una minima risorsa economica all’Autorità che faceva fatica ad operare perché non aveva assolutamete fondi, stesso problema per la Consulta. Bisogna dare un punto di riferimento stabile alll’Informazione che non sia la Segreteria ma un ente terzo, non politico.
Comma 18. Ratifica Decreti delegati e decreti legge.
Decreto Legge n. 101, Provvedimenti a garanzia delle stabilità economica della Repubblica di San Marino
Simone Celli, segretario di Stato per le Finanze
Desidero precisare che l’articolo 1 di questo decreto rimarrà inalterato, riteniamo si sia giunti in una fase in cui sulla gestione delle svalutazione, il governo deve poter esprimere la propria linea di orientamento e intervenire con un preciso potere normativo. Per l’impatto che tali scelte avranno sul sistema bancario ed economico si deve prevedere il coinvolgimento dell’autorità politica. Ciò non vuole dire ledere l’autonomia di Bcsm, ma sulle scelte che avranno un impatto inevitabile sulle prospettive di medio e lungo termine sul sistema finanziario e anche sulla finanza pubblica, riteniamo che la politica debba aver anche il potere decisionale ed è quello che si prevede per il Ccr con il potere di autorizzare la revisione della qualità degli attivi. Le modifiche che riguardano 1) il coinvolgimento del Ccr in questo iter decisionale 2) l’introduzione di un limite massimo di spalmatura nel tempo di svalutazione a 30 anni. L’articolo 2, dopo un confronto intervenuto anche con gli organismi tecnici di Fmi, come preannunciato, sarà oggetto di un emendamento abrogativo. Dopo una fase di transizione, abbiamo ritenuto che su eventuali provvedimenti di rigore ci potesse essere l’intervento dell’Autorità politica, ma superata questa fase con la nomina del nuovo Dg, si potrà tornare al regime precedente.
Pasquale Valentini, Pdcs
Guardiamo l’iter di questo decreto, i passi indietro, gli orari di intervento. Veniamo dal mese di luglio, fino ad Agosto, quando il Consiglio su proposta del governo ha stravolto tutto, anche la Lisf, pur di consentire determinate operazioni. Consentire a Cassa un certo bilancio, prima il deficit, poi la spalmatura del deficit, consentire il passaggio di Asset in Cassa, come se tutto questo fosse regolare. Tutte le richieste in Consiglio dell’opposizione, per capire su quali valutazioni tutto ciò avvenisse ,hanno avuto zero risposte. Il 25 di agosto, al Meeting di Rimini Savorelli fa quel gesto da tutti consiederato inadeguato e da quel momento c’è una velocità incredibile di provvedimenti. Il 30 di agosto succedere che con una lettera del Ccr si chiede al Consiglio direttivo di Bcsm di procedere al licenziamento immediato di Savorelli. Solo a settembre scopriremo le motivazioni, tra cui il fatto che non c’è una valutazione tecnica di sostenibilità di Cassa al passaggio di Asset. Poi ci sono le uscite dell’Ansa, fino al decreto che applica la possibilità che il Ccr possa, in deroga alle legge, consentire di spalmare un debito fino a 25 anni e quel decreto dice che, in quel momento, Bcsm non ha più autonomia di poter emettere provvedimenti straordinari, quindi blocco dei pagamenti, commissariamenti, Lca. Viene eliminata quell’autonomia che era stata copertura e giustificazione di tutte le altre vicende. Credo che se si è parlato allora di sviamento di potere da parte di Bcsm, ora siamo allo sviamneto di potere da parte del congresso di Stato. I decreti hanno carattere di urgenza, ma la modalità d’urgenza è che si fanno decreti e poi si cambiano? E’ l’opposizione il problema se fa una battaglia perché l’istituzione delle Reggenza non vada alla deriva? Questa modalità di procedere non è corretta e, se per affrontare uno stato di necessità si stravolgono leggi e istituzioni, quello che viene fuori non è buona cosa.
Roberto Ciavatta, Rete
Il mese scorso la votazione del nuovo direttore di Bcsm. Le parole di Celli sono state ‘ci dovremo incontrare per stabilire la mission di Capuano’. Questi incontri non ci sono stati e ufficilamente non è stata indicata alcuna mission. Oggi Celli ci viene a dire che viene meno l’emergenza e si dà piena fiducia a Capuano e all’autonomia di Bcsm. Allora la mission è stata già data prima delle nomina o è stata decisa senza il coinvolgimento di opposizioni e parti sociali? Altra piccola contraddizione: ci dice che non c’è più necessità di commissariare Bcsm, nello stesso tempo in cui dice che con Abs vuole mettere in piedi un tavolo che di fatto commissiona Bcsm.
Spalmare su 25 anni il debito di Cassa è utile per evitare che Cassa salti oggi, su questo non c’è dubbio. Il problema sta nella pubbliczione di un bilancio con 534 mln di euro di perdita non sostenibile. La soluzione di spalmare il debito poi crea altre problematiche: io ,azienda qualunque, allora un domani ricorro alla stessa soluzione. Si continua a parlare di malleva, modalità per assicurare chi inserite nei Cda. Il dato di fatto qui è che c’è un dietro front su un decreto fatto d’urgenza nel giorno in cui viene licenziato Savorelli e si chiedono forzature per lo spostamento di liquidità da una banca all’altra. Non possiamo prendere tutto alla leggera.
Roberto Giorgeti, Rf
Era inutile, anzi insostenibile, fare finta che Cassa di Risparmio non avesse problemi. Il dato di fondo era che eravamo di fronte a una grave perdita patrimoniale, su questo divergenze profonde per come affrontare i problema, per noi la cosa migliore- ed eravamo consapevoli che sarebbe stato un approccio difficile- era di andare verso la trasparenza effettiva. È evidente a tutti- è stato detto più e più volte in Aula- che in questi mesi sono venuti alla ribalta una serie infinita di problemi, legati alla realtà finanziaria e a diverse visioni e al fatto che parte della politica ha voluto utilizzare le difficoltà come strumenti di pressione sul governo per finalità diverse. Questo decreto conteneva una parte, l’articolo 2, che commissariava Banca centrale sulla possibilità di porre in atto provvedimenti con effetti pesanti. Si è detto che è stata una marcia indietro. Io leggo la realtà in modo diverso. Nel momento in cui da Bcsm è stato licenziato opportunatamente Savorelli e che la vigilanza non era in grado di fare i suoi compiti in modo operativo, non doveva intervenire il governo per tutelare il sistema finanziairo? Era evidente l’urgenza nel momento in cui la vigilanza era decapitata. Quando la vigilanza ha un nuovo referente mi pare logica che viene a mancare l’urgenza. E’ un atto dovuto e di buon senso, non una marcia indietro.
Iro Belluzzi, Psd
La maggioranza ha fatto quello che si chiedeva di fare- anche se non in maniera così- andare a gestire politiche del sistema bancario e finanziario. Hanno capito che il comportamento di Savorelli non era negli interessi del Paese. La lettera di licenziamento del Ccr è dura e forte nei suoi confronti, perchè di fatto raccontava fuffa sul percorso di accorpamento Cassa-Asset, perché era inadatto per perseguire quello che avevano venduto come percorso di stabilizzazione del sistema bancairo e finanziario. Il decreto 101 nasce come esigenza di mettere la museruola allo sceriffo che non ha operato nel rispetto del mandato ricevuto. Ma come mai non mettete in discussione mai i collegamenti di Savoreli e del Cda che hanno concesso certe operazione nella volontà di fare chiarezza?
Alessandro Cardelli, Pdcs
Mi auguro che quello di Giorgetti sia il primo e ultimo intervento della maggioranza, se no mi auguro seguano interventi più coerenti. Su questo decreto, fin da quando è stato presentato, noi delle opposizioni abbiamo sollevato questioni di legittimità costituzionale. Si è registrata una grande retromarcia sulle scelte compiute su Bcsm. Prima grande sostegno, poi dal 7 al 30 agosto qualcosa è cambiato. Sono stati ratificati i decreti portati avanti dal governo, poi è stata commissariata di fatto Bcsm. Oggi Giorgetti ci dice che il decreto è stato fatto per arginare Bcsm. Ma solo fino a 2 settimane prima gli davate corda per ogni cosa. Vi rendete conto della gravità di quello che avete posto in essere?
Marco Gatti, Pdcs
Difficile da parte della maggioranza difendere i suoi provvedimenti, alla luce dei fatti che stanno avvenendo. Ora si vuole chiarezza e trasparenza che in passato non si è voluto fare. Ma se si traduce nel ‘dare in mano sistema bancario sammarineseal gurppo Confuorti’, noi non siamo d’accordo. Non siamo per questo tipo di chiarezza e trasparenza. Dobbiamo continuare a dire che siamo in presenza di trasparenza solo se ci mettiamo il prosciutto attorno agli occhi? Il decreto è tecnicamente indifendibile, siamo l’unico paese al mondo con questa normativa, è possibile spalmare un debito, non una perdita. Oltretutto, ho il dubbio che il bilancio di Cassa non sia veritiero, perchè è stato fatto da soggetti con altri interessi da quelli di Cassa e del suo socio di maggioranza, che è lo Stato. Io credo ci sia la possibilità di fermare le bocce e non fare cose di questo tipo che creano precedenti pericolosi per qualsiasi governo, quando non si basano su scelte tecnicamente corrette e incentrano poteri in modo importante sulle parti politiche, in questo caso il Ccr. Abbiamo avuto un fuggi-fuggi dal sistema bancario sammarinese incredibile, i soldi che sono usciti nell’ultimo anno sono ‘fuori di testa’ e senza scudi, senza nulla. E’ successo che un gruppo economico è riuscito a infiltrare uomini ed è partito un sistema di denigrazione del nostro sistema. Dobbiamo fermare questa deriva. Voi oggi siete certi che il bilancio di Cassa- con 534 mln di perdite– sia veritiero, fatto da questi soggetti che se ne sono andati via? Sono basito di avere un governo che ne è così sicuro e oggi porta provvedimenti per dare una soluzione tecnicamente sbagliata. In tutte le altre banche del mondo sono state trovate soluzioni che rispondono alle leggi della comunità internazionali.
Giuseppe Maria Morganti, Ssd
La prima e più grande priorità è quella di chiedere ai consiglieri di non manifestare in questa maniera le proprie opinioni, perché questi atteggiamenti creano terrorismo. Secondo: mi sono premurato raccogliere dati ufficiali dell’uscita di capitali negli ultimi 2 anni dal nostro sistema e ho notato come, da un trend molto forte manifestato in passato, si è giunti a un 2015 più cauto e arrivare a un 2016 più mite e ad oggi, con uscite della metà di quello che è uscito nel 2015 e 2016. I consiglieri dovrebbero essere più responsabili e non denigrare un sistema che dicono di voler difendere. E’ solo un richiamo da ultrasessantenne, non da membro di maggioranza o di Ssd. Priorità è ridare fiducia al sistema e vi prego non facciamo interventi di questo tipo.
Sul Decreto: l’articolo 1 resta in vigore, il 2° viene cassato. E’ vero, nel momento in cui era stato emanato, eravamo molto preoccupati, qualcuno una persona poteva decidere le sorti della Repubblica pigiando un bottone e questo andava evitato. L’Articolo 2 viene abrogato e ne sono contentissimo, il nostro sistema torna ad essere un sistema normale. Si elimina un articolo che ci faceva solo male. Poi c’è l’articolo 1 che è un articolo chiave su cui ragionare: vogliamo fare un passo nele nostre potenzialità o più lungo della nostra gamba? Gatti ha detto che il bilancio di Cassa non è reale: le perdite dipendono da svalutazioni e possono essere opinabili. Io dico che quello che ci ha detto il Cda uscente, in particolare Romito- che non aveva un percorso facile dentro al Cda, che gli era contro- quel risultato è frutto di svalutazione. Il Ccr dice: siccome non è sopportabile dal sistema, agiamo in modo che sia affrontabile dal nostro Stato. Non siamo noi ad essercene accorti di quella situazione, ma sappiamo bene che è il Fmi che ci ha chiesto di affrontare il problema Cassa. E per affrontarlo andava conosciuto il bilancio. Poi secondo passo è stato il decreto: lo Stato sana con la ricapitalizzazione, ma dice anche che la possiiblità viene data su base di una spalmatura che ci consente, come Stato, di intervenire negli anni.
Gian Matteo Zeppa, Rete
Morganti è consapevole di quello che sta accadendo. Convengo con lui di non tirare fuori numeri tali da creare terrore. Ma credo il terrore sia riferibile anche ad altri, a organismi che hanno nomina politica. Se si evidenzia una forte crisi sistemica a partire dal sistema bancario, credo ci si debba fare un esame di coscienza: chi ha gestito tutti i passaggi- asset, i commissariamenti..- ha ingenerato lui stesso terrore. Convengo con lei nel non dover dare eccessiva enfasi nelle parole. Ma le cito la risposta a una interpellanza di Dim che richiedeva dati a Banca centrale: il consiglio direttivo anticipa che le risposte non si potranno sapere, ma saranno inviate solo al segretario alle Finanze. Capisce bene: o le informazioni le facciamo girare tutte o restano in capo a una sola persona, al segretario. Mettetevi allora anche nei panni dell’opposizione: tavoli di confronto mai fatti, ci siamo ritrovati delle nomine gi scelte, dimissioni in blocco, il periodo a cui risale questo decreto arriva lì. Ma il gioco deve essere da ambo le parti. La risposta all’interpellanza ricevuta impedisce la circolazione delle informazioni, le limita solo a una persona che decide a seconda di come si sveglia se girarle all’opposizione. Questo decreto è stato creato ad hoc per l’urgenza Savorelli. Il problema è capire quanto spazio di manovra gli avete dato. Chi gli ha concesso tanto potere anche sulle scelte del governo? Nella scorsa sessione consiliare l’intera opposizione fece un Odg, l’unico che passò, sul non dare buoniuscite a Savorelli, il governo non avrebbe fatto niente. Avete dato troppo potere a Savorelli e avete fatto poi un decreto per rimangiarvi la parola.
Matteo Ciacci, C10
Primo punto, Savorelli: la maggioranza l’ha mandato via. La vecchia maggioranza l’ha portato a San Marino. Se c’è un eventuale legame tra Savorelli e Confuorti, noi non lo abbiamo portato, lo abbiamo mandato via. Troppo tardi? Può essere. Sta di fatto però che le cose stanno così, se siamo onesti intellettualmente è così. Altra cosa, non è vero che tutta la maggioranza ha appoggiato con insistenza il lavoro dell’ex direttore generale. Andatevi a riprendere gli interventi in Consiglio. Zeppa ha detto che gli abbiamo lasciato troppo spazio di manovra. Premesso che errori ne abbiamo fatti, Savorelli ha agito secondo le norme. Il famoso bottone che avrebbe potuto premere su Cassa di Risparmio, era di sua competenza a livello normativo. Quello che dobbiamo chiederci è se è il caso di dare tutto questo potere a una sola persona. Proprio per questo abbiamo proposto e discusso di rivedere lo Statuto di Bcsm. Oggi si arriva alla ratifica con l’emendamento dell’articolo 2, non possiamo venire a raccontare qui che la situazione del bilancio di Cassa, in passato, dava fiducia al Fmi, non lo possiamo sostenere. Purtroppo il dissesto in Cassa e le difficoltà sono già conosciute da tempo. Vogliamo semplicemente mettere in fila alcune soluzioni rispetto all’attuale difficoltà del sistema bancario e di Cassa di Risparmio per tutelare risparmiatori e aziende. I benefici di questo lavoro saranno finalmente pubblici e non certo privati. Dopo un periodo di opacità, le criticità di Delta sono state messe dentro il bilancio, rivendichiamo il bilancio prudenziale. Altro intervento sul ‘meno’ 534 mln, una somma imponente, rendiamo questa operazione compatibile con le esigenze finanziarie del Paese. E per questo si è intervenuti con il 5ter per la spalmatura negli anni del deficit. Questa è la ratio.
Davide Forcellini, Rete
Siamo forse giunti all’epilogo dell’articolo 2? La maggioranza fa e disfa a suo piacere attraverso il sistema della decretazione. E’ un problema di sostanza, riguarda come la maggioranza intende gestire le cose.
Oggi dopo 50 giorni di effettività l’articolo 2 viene eliminato. Fare politica con i decreti, con la scusa dell’urgenza, non è fare politica per il bene del Paese, crea instabilità e mancanza di fiducia nella politica stessa. Questo fare e disfare non è invece segno che questa maggioranza non è all’altezza di gestire questo momento emergenziale, non pensate che questa maggioranza sia allo sbando? Rispondo all’invito al silenzio di Morganti, perché ‘se no facciamo terrorismo’: il Conaiglio viene privato della sua funzione, cerchiamo di espletare il nostro ruolo, ci viene impedito e dobbiamo restare in silenzio solo perché così Morgante è felice. Noi non lo siamo.
Alessandro Mancini, Ps
L’intervento di Morganti è buono dal punto di vista politico. Ha fatto appello affinché si possa partire dall’Aula per rigenerare un clima di fiducia nei risparmiatori e nel sistema e a non dare adito a numeri che possano mettere in discussione quella fiducia. Ha ragione. Mi prendo la mia parte di colpe. Il problema di fondo è però che quei numeri noi non li conosciamo, non abbiamo accesso ai dati di sistema, né a cosa succede quotidianamente nelle banche. Questione Asset, ad esempio: si dice che il passaggio è imminente. Però questa notizia non è presa in considerazione come dovrebbe, in primis da correntisti Asset e dai risparmiatori storici di Carisp perché non è mai stata ad oggi supportata da come verrà sostenuta l’operazione. Non sappiamo neanche quale sia l’entità economica necessaria per sostenere il passaggio e in che modo reperite le risorse, se ci presteranno i soldi. Ecco perché c’è allarmismo. Come fanno i risparmiatori a stare tranquilli?
Il decreto di oggi doveva avere il sottotitolo: decreto panico. Figlio della paura di quel momento che ha portato il governo a fare una serie di azioni. Non critico quel decreto, ma tutto quello che è successo prima. Era l’unica via di sicurezza per il poco che era rimasto. Bene tornare normalità prevista da modifica della Lisf. Mi auguro l’appello di Morganti non solo sia recepito dall’ Aula, ma sia supportato da elementi che, portati qui e fuori di qui, rendano la situazione più chiara.