Cambia spesso abitazione, ogni volta che diventa troppo stretta. Ne cerca una rigorosamente già disabitata, una conchiglia vuota o simili (a volte anche rifiuti dell’uomo), e si rintana dentro.
di Daniele Bartolucci
Il paguro è uno dei crostacei più interessanti sia per i biologi che per i pescatori. Partiamo da questi ultimi, che sicuramente sono quelli che, tra i non scienziati, lo conoscono meglio. La motivazione non è commerciale, anche se in molti sostengono che sia buonissimo in cucina, ma perché è un’esca eccezionale per catturare orate e saraghi, prede assai ricercate nei nostri mari. Ovviamente per innescarlo bisogna “sgusciarlo”, e qui entra in gioco la biologia. Perché il guscio che lo ospita non è il suo carapace: in pratica va sempre in affitto, non si costruisce la sua abitazione come gli altri crostacei. E la cambia spesso, ogni volta che diventa troppo stretta. Ne cerca una rigorosamente già disabitata, una conchiglia vuota o simili (a volte anche rifiuti dell’uomo), e si rintana dentro.
Poi, aggrappandosi con la coda all’interno, se la porta in giro per tutto il giorno. E la “abbellisce” con anemoni di mare. In verità, siccome sono urticanti, gli servono a tenere lontani i predatori.