Arlotti (PD): “Totalizzare i periodi assicurativi italiani con quelli maturati all’estero”. Nel frattempo lo Stato di San Marino sta rimborsando all’Italia le prestazioni sanitarie.
di Daniele Bartolucci
L’Inps sta valutando la possibilità di fare accedere all’Ape sociale anche chi ha una contribuzione previdenziale all’estero. Lo ha annunciato questa mattina il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba rispondendo in XI Commissione lavoro della Camera all’interrogazione presentata dal deputato Pd romagnolo Tiziano Arlotti, che in più interventi aveva chiesto la totalizzazione dei periodi assicurativi italiani ed esteri per il raggiungimento dell’anzianità contributiva prevista dall’Ape sociale anche da parte dei frontalieri, altrimenti ingiustamente penalizzati dalle attuali regole. Sono circa cinquemila i lavoratori frontalieri della provincia di Rimini che vantano periodi contributivi maturati per attività lavorativa prestata nella Repubblica di San Marino ma ai quali è negato il diritto di utilizzare tutti i versamenti effettuati per effetto della circolare INPS n. 100 del 2017.
“Superata la fase di prima applicazione della normativa – riferisce Arlotti -, l’Inps sta valutando di consentire nella seconda fase di monitoraggio (che terminerà il 30 novembre) il perfezionamento del requisito contributivo minimo per l’accesso all’Ape sociale totalizzando i periodi assicurativi italiani con quelli esteri maturati in paesi Ue, dello Spazio economico europeo, in Svizzera e nei paesi extra Ue convenzionati con l’Italia”. “E’ importante che i frontalieri siano tutelati, ha sottolineato il deputato replicando al sottosegretario in Commissione. “E’ bene che si vada verso la modifica della circolare dell’Inps per questa fattispecie particolare di lavoratori, che altrimenti si troverebbero nella condizione di non poter usufruire dei contributi, e ringrazio la capogruppo Pd in Commissione lavoro Maria Luisa Gnecchi per avere sostenuto la mia richiesta, il presidente della XI Commissione Cesare Damiano e i colleghi firmatari. E’ ora necessario adottare un’immediata soluzione e riaprire i termini per coloro che non hanno potuto usufruire dell’Ape sociale nella fase di prima applicazione della normativa e che nella seconda fase di monitoraggio rimarrebbero altrimenti esclusi”.
Il tema delle pensioni dei frontalieri è ormai “antico”, tanto che c’è ancora un problema irrisolto riguardante la tassazione delle stesse in Italia, equiparate a reddito prodotto all’estero pur essendo, ovviamente pensioni. Di temi tecnici come questo ce ne sono diversi ancora aperti, per cui si attende l’apertura dei tavoli di lavoro. Come per il discorso, delicatissimo, dei rimborsi all’Italia per le prestazioni sanitarie: “Abbiamo già un accordo con il Ministero della Salute”, ha spiegato il Segretario Santi in Commissione Sanità, “ed è iniziato un rimborso da luglio. L’accordo è su 500 mila euro mensili, non potevamo più rimandare l’obbligo per una cifra equivalente a 14 mln di euro. Cifra che è stata accantonata a suo tempo dal bilancio Iss. A questi 14 mln di euro si aggiungeranno altri 13 mln di euro, su cui si sta avviando iter di richiesta”.