Lo chiede tutto il Paese per affrontare il futuro a testa alta e vincere le tante sfide che si presenteranno.
di Alessandro Carli
Qualcosa si muove. Qualcosa, non tutto. Ma sono segnali che accogliamo con favore, sperando che siano i primi mattoncini, le fondamenta di un nuovo edificio, più solido e soprattutto “antisismico”: di scosse, il sistema finanziario e bancario del Titano, negli ultimi anni ne ha subite parecchie. Ma andiamo con ordine: dopo la visita di una delegazione del Fondo Monetario Internazionale, salita a San Marino nelle scorse settimane per il consueto mid-term, la Maggioranza ha fornito alcune indicazioni di massima, tutte proiettate verso un giudizio positivo. Al di là delle dichiarazioni, non sappiamo però come sia andata davvero. Va detto che la “statalizzazione” di Cassa di Risparmio e il suo conseguente “salvataggio” sono sempre state una nota dolente negli ultimi report firmati dall’organismo internazionale. Ma questa è comunque una partita ancora tutta da giocare: c’è ancora da attuare il passaggio di Asset e dei suoi dipendenti, c’è ancora da definire lo sblocco dei conti correnti, e c’è un bilancio appena approvato che parla di 54 milioni di deficit all’anno per i prossimi 10 anni.
Motivo per cui, senza un vero e credibile piano di messa in sicurezza e di rilancio dell’intero settore, forse non basterebbe nemmeno il migliore piano industriale del pianeta. La stessa ANIS ha più volte sollecitato un tavolo di confronto sulle soluzioni dei problemi attuali e sulle esigenze del sistema economico e sociale.
Come ha detto il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia alla Cerimonia del 1 Ottobre, prima vanno individuati gli obiettivi, non gli strumenti. Un obiettivo è quello di evitare che si producano altri NPL, una delle “voci” che hanno messo in seria difficoltà le banche del territorio e, a ricaduta, l’intero Sistema Paese, per cui va accolta positivamente la notizia dell’attivazione, dal 30 settembre, della Centrale Rischi. Meglio tardi che mai, anche se sarebbe opportuno venisse allargata anche ai debitori non sammarinesi.
Dall’altro lato, va progettato il rilancio del sistema bancario, a partire da Banca Centrale – che avrà, non si sa quando né come, un nuovo Presidente, il quale si troverà un nuovo Direttore Generale che non ha scelto lui – , per la quale va messa in cantiere una riforma, a partire dallo statuto, e dal Memorandum con Banca d’Italia. Il sistema va dotato quanto prima di tutti gli strumenti atti a garantire credito per le imprese e i cittadini.
Gli sciami sismico-finanziari che hanno colpito la Repubblica hanno lasciato macerie. La sensazione è comunque quella che San Marino stia tentando di avviare – seppur ancora timidamente – una fase di ricostruzione. Un sistema bancario solido è la base per la ripartenza: lo chiedono i cittadini, tutte quelle famiglie che hanno affidato i loro risparmi agli istituti, e lo chiedono le imprese che, per crescere e operare, oltre alle proprie competenze, hanno bisogno anche di finanziamenti. Lo chiede tutta San Marino, per affrontare il futuro a testa alta e vincere le tante sfide che si presenteranno.